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Le cazzate di Grillo e i grillini

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2018 17:18
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31/05/2012 16:18
 
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Re: Re:
AtomBomb, 31/05/2012 16.13:


Però capisco anche chi mi chiede "E allora chi voto?"


Eh.
E non che le nuove generazioni saranno migliori visto che hanno completamente ucciso la scuola.


Come si può aver fiducia di un paese dove pure dei tecnici si son ridotti a far gli schiavi dei partiti?
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Re:
tevildo75, 31/05/2012 16.14:

Atom, guarda arrivo anche a darti ragione sul fatto che non sono preparati e molto probabilmente stanno facendo il passo più lungo della gamba, però pur di vedere qualcosa di nuovo sono disposto a correre il rischio.
In finale ( estremizzo ) questo governo ci sta imparando che fare politica è una cosa molto semplice, basta aumentare una qualsiasi cosa e il gioco è fatto.
Anche perchè io voglio andare a votare, perchè ripeto se ci tolgono anche questo rimane solo di scendere in piazza, ma seriamente dimmi a chi si dovrebbe dare il voto? Mi viene il vomito solo a pensare di dover dare il voto a un Bersani, Alfano o Csini che sia.



Purtroppo chi è al di fuori della politica non conosce la differenza fra "fare politica" e "amministrare", sono due universi completamente diversi, e spesso opposti.

Non posso dirti io chi votare, io vorrei un partito socialista, nazionalista, solidale, liberale, ed euroscettico, ma non esiste.

La cosa migliore che puoi fare è immaginarti tu cosa faresti in una determinata situazione, e vedere se innanzitutto c'è un partito che farebbe la stessa cosa, se riesci a individuare il partito allora poi passi a valutare le persone che lo compongono.
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Re: Re: Re:
(Voices 93), 31/05/2012 16.18:


Eh.
E non che le nuove generazioni saranno migliori visto che hanno completamente ucciso la scuola.


Come si può aver fiducia di un paese dove pure dei tecnici si son ridotti a far gli schiavi dei partiti?



I tecnici non fanno gli schiavi dei partiti, in una gerarchia da potere forte i tecnici che conosciamo ora sono al secondo posto, subito dopo i proprietari, i politici vengono dopo i tecnici.

Quelli che vediamo al governo ora non sono altro che i padroni di quelli che c'erano prima, ha ragione Chaos.

Per la scuola, un popolo in maggior parte ignorante è solo un bene per i politici, Berlusconi e Grillo lo dimostrano.
[Modificato da AtomBomb 31/05/2012 16:24]
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31/05/2012 16:42
 
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Re: Re: Re:
tevildo75, 31/05/2012 15.34:




Guarda, non devo difendere Grillo sia perchè non me ne frega niente sia perchè non identifico il M5S con lui almeno finchè un giorno non vorrà concorrere alle elezioni come suo capo, però stiamo parlando del periodo di quando era solo un "comico", quindi doveva fare del sensazionalismo con i suoi spettacoli e infatti i suoi modi erano eccessivi e grotteschi.
Giusto per precisare, quello che mi interessa del M5S è il fatto di proporre volti nuovi per la politica e ripeto giunti a questo punto mi va bene qualsiasi cosa pur di togliere dalle palle questi quattro cialtroni, anche perchè poi rimane solo di imbracciare le armi.



Il fatto che al tempo facesse ancora spettacoli è una giustificazione solamente parziale, prima di sparate del genere un buon artista dovrebbe sempre documentarsi.
Ma grillo non è un artista ma solo un pagliaccio quindi...
Oltretutto il vizio non sembra essergli passato dato che nel 2008 promuoveva la Bio ball wash.
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31/05/2012 16:54
 
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Re: Re:
AtomBomb, 31/05/2012 16.22:




Non posso dirti io chi votare, io vorrei un partito socialista, nazionalista, solidale, liberale, ed euroscettico, ma non esiste.




Ateo [SM=x2584208]
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31/05/2012 17:03
 
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Re:
Quei cani giocano a poker, 31/05/2012 12.00:

Io al M5S do il beneficio del dubbio.
So bene che Grillo è un buffone e che la maggior parte dei suoi seguaci conoscono poco di politica e di amministrazione pubblica o semplicemente seguono la moda del momento (basta vedere che, almeno dalle mie parti, il M5S raccatta consensi dai delusi di sinistra, come me, a gente che fino a poco tempo fa votava Lega/PDL che ha abbandonato la nave prima che affondasse).
Però appunto, se devo tapparmi il naso e votare partiti classici (Vendola e Di Pietro inclusi) o seguire qualche teoria da centro sociale, tanto vale dare una possibilità al M5S, augurnadomi che almeno quel 20% sano riesca a staccarsi da Grillo.
Aggiungiamoci poi il fatto che dalle mie parti PD domina con una arroganza inaudita (ora che non c'è più psiconano come male assoluto, è ancora più evidente), basta vedere l'astio verso ogni voce di dissenso o di plauso verso altri partiti/movimenti (prima Vendola, ora M5S), per esempio ho sentito frasi a seguito della vittoria di Pizzarotti che auguravano il fallimento di Parma.
Se poi sarà una Lega V.2, amen, avrò buttato il mio voto e non lo confermerò in futuro, come ho fatto altre volte (tipo Veltroni nel 2008 [SM=x2584190] , di cui mi vergogno ancora).




perfetto non avrei potuto scriverlo meglio
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Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 31/05/2012 16.03:



Ti posso assicurare che a livello locale prendono voti perché sono quelli di Grillo, quelli contro tutto e tutti, quelli che vogliono la "rivoluzione", un voto di protesta, perché gli esponenti del M5F non li conosce nessuno.




Ah, okay, io concedevo il beneficio del dubbio per non apparire anti-. Allora ancora più coglioni quelli che li votano. Quoto tutto il discorso sull'impreparazione.
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Blaze of Glory, 31/05/2012 17.41:




Ah, okay, io concedevo il beneficio del dubbio per non apparire anti-. Allora ancora più coglioni quelli che li votano. Quoto tutto il discorso sull'impreparazione.


Per quella che è la mia esperienza, a livello locale solo una piccola parte dell'elettorato, diciamo quella che è in qualche modo collegata al candidato (gruppo che lo sostiene, amici, parenti, amici di amici, parenti di amici, amici di parenti, colleghi, parenti e amici di colleghi, ecc), vota il candidato, cioè vota la persona, gli altri votano il simbolo, infatti le preferenze sono sempre in numero mostruosamente inferiore rispetto ai voti totali della lista, così come le "X" sul nome del candidato sono sempre mostruosamente inferiori alle "X" sui simboli, questo perché è un'impresa disperata fare in modo che un elettore "normale" si prenda anche la briga di scrivere il tuo nome.

Stessa cosa vale per i sindaci, qui il sindaco che abbiamo è un commercialista, ma al di fuori della cerchia dei clienti, partiti, parenti e amici non lo conosceva nessuno, l'hanno votato perché era il sindaco del centro-sinistra, idem con Giordano (Lega) che s'era fatto 2 mandati, avvocato, giovane, ma la prima volta nessuno sapeva neanche chi fosse.

Per completare. La persona conta se si tratta di lista civica, non avendo alle spalle un simbolo che porta voti devi saperci fare tu, infatti il fare la lista civica è il modo migliore per chi è dissidente dalla dirigenza locale del partito, ti metti in gioco, rischi tutto, soldi, faccia, carriera, però dimostri che vali tot voti, e avrai anche voce in capitolo, ovvio che se floppi puoi considerare chiusa la tua carriera in quel partito, e in alcuni casi anche in politica.
[Modificato da AtomBomb 31/05/2012 18:04]
31/05/2012 18:35
 
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Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 31/05/2012 16.23:



I tecnici non fanno gli schiavi dei partiti, in una gerarchia da potere forte i tecnici che conosciamo ora sono al secondo posto, subito dopo i proprietari, i politici vengono dopo i tecnici.

Quelli che vediamo al governo ora non sono altro che i padroni di quelli che c'erano prima, ha ragione Chaos.

Per la scuola, un popolo in maggior parte ignorante è solo un bene per i politici, Berlusconi e Grillo lo dimostrano.




Sarà anche un bene, ma come può l'umanità progredire senza che le nuove leve conoscano la termodinamica ? O la meccanica? O la chimica? O la biologia?
Citando il mio professore di fisica "ci divertiremo quando nel futuro moriranno centinaia di persone perché sarà crollato un ponte o si spenderanno milioni di euro in dispositivi infattibili perché ci sarà un seguace del buffone al potere" .
Eeh ma poi per migliorare la scuola fanno un percorso per "imparare a conoscersi tra docenti e genitori" [SM=x2596167]


In effetti Monti mi ha deluso, parecchio. Ha fatto qualcosa ma pensavo fosse più sveglio. Quindi o avete ragione tu e chaos oppure la situazione era talmente disastrosa che ha fatto il possibile, ma penso più la prima che la seconda.
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Re: Re: Re: Re: Re:
(Voices 93), 31/05/2012 18.35:




Sarà anche un bene, ma come può l'umanità progredire senza che le nuove leve conoscano la termodinamica ? O la meccanica? O la chimica? O la biologia?
Citando il mio professore di fisica "ci divertiremo quando nel futuro moriranno centinaia di persone perché sarà crollato un ponte o si spenderanno milioni di euro in dispositivi infattibili perché ci sarà un seguace del buffone al potere" .
Eeh ma poi per migliorare la scuola fanno un percorso per "imparare a conoscersi tra docenti e genitori" [SM=x2596167]


In effetti Monti mi ha deluso, parecchio. Ha fatto qualcosa ma pensavo fosse più sveglio. Quindi o avete ragione tu e chaos oppure la situazione era talmente disastrosa che ha fatto il possibile, ma penso più la prima che la seconda.


Vedi, ma a chi rappresenta un'élite non gliene frega niente che il figlio di quello che legge i contatori del gas diventi ingegnere, o che il figlio del magazziniere diventi medico, gli frega solo che l'élite che rappresenta possa continuare ad esercitare il suo potere e mantenere i suoi privilegi, e questo lo raggiungi facendo in modo che l'accesso all'istruzione di livello e di qualità sia difficoltoso per chi non fa parte di quell'élite, cioè togliendo i fondi alla scuola pubblica la rendi scadente, favorisci la privata, chi non fa parte di quell'élite non potrà andare alla privata e con l'istruzione della pubblica non potrà aspirare a molto nella vita, di modo che in futuro i posti importanti, con potere esecutivo e decisionale, o anche prestigiosi, continuino ad essere nelle mani degli eredi di questa élite.

Questo è il sistema che c'è negli Stati Uniti, la scuola e l'università pubblica vanno bene per non finire a prendere 200$ a settimana lavorando come dei somari, ma se vuoi raggiungere posizioni importanti, prestigiose e ben pagate, devi andare nelle università private, e se non hai i soldi indebitarti per una somma più simile a un mutuo che un prestito.
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Re: Re:
AtomBomb, 31/05/2012 16.22:



Purtroppo chi è al di fuori della politica non conosce la differenza fra "fare politica" e "amministrare"




E non solo al di fuori della politica non lo sanno... [SM=x2871306]
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L'appello di Grillo al Colle: "Abolire il reato di vilipendio al Capo dello Stato"

Il leader del MoVimento 5 Stelle crede che il reato sia ormai anacronistico: "Richiama l'assolutismo monarchico e viene usato a scopi politici"

Un reato "che richiama l'assolutismo monarchico e la figura di Luigi XIV". Sul suo blog, Beppe Grillo se la prende stavolta con il vilipendio al presidente della Repubblica.

Per questo il leader del Movimento 5Stelle si rivolge proprio a Giorgio Napolitano, ormai alla fine del suo mandato, perché abolisca o quantomento depenalizzi questo reato considerato anacronistico.

Il codice penale parla chiaro, come ricorda Grillo: "Chiunque offenda l'onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni", recita l'articolo 278. Del resto secondo il comico ai tempi di internet è davvero difficile trovare chi si macchia di vilipendio e anche definire cosa lo sia e cosa no: "Io dovrei aver già accumulato una decina di ergastoli", sostiene, "Il confine tra satira, critica e vilipendio è materia più indefinibile del sesso degli angeli". E non solo: perché punire chi offende il Capo dello Stato più di chi offende un qualsiasi cittandino? "Il presidente della Repubblica sarà il primo dei cittadini, ma sempre cittadino rimane, non può essere più uguale degli altri di fronte alla legge".

Grillo poi sottolinea anche come il reato non sia solo formale, ma sia stato spesso usato a fini politici. Ad esempio, "Giovannino Guareschi fu condannato a otto mesi per una vignetta in cui il presidente Luigi Einaudi sfilava, invece che tra i corazzieri, tra bottiglioni di Nebiolo della sua tenuta, impreziositi dall'etichetta Presidente della Repubblica Italiana".
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Interessante articolo di Pansa
Grillo e Casaleggio? Ecco perché il movimento finirà

Beppe e il suo guru rivaleggiano nel rilasciare interviste e rivendicare la paternità del Movimento 5 Stelle. Che è nato vecchio (e già un po' Casta)

Del primo guru, ossia Beppe Grillo, sappiamo già tutto o quasi. È un personaggio che non mi è mai piaciuto. Non sopporto i dilettanti, anche quelli della carta stampata. Parlano o scrivono di faccende che non conoscono. Copiano i compiti in classe degli altri. Spesso sono ignoranti, ma fanno di tutto per sembrare il contrario. In sostanza, si prendono gioco di chi li segue. È così anche Grillo?

Sul conto del leader di Cinque Stelle ormai esiste una letteratura che si avvia a diventare sterminata. Pagine e pagine che lo dipingono con tutti i colori possibili. Ho spulciato gran parte dello zibaldone. E mi sono reso conto che si va da un eccesso all’altro. Grillo è il messia che può salvare l’Italia dalla crisi che strazia la politica professionale, restituendo il potere all’uomo della strada. Grillo è soltanto un comico furbastro e villano che cerca di conquistare i media, spacciando idee pericolose capaci di produrre soltanto disastri.

Esiste una via di mezzo? Penso di sì. Può essere bonaria e, al tempo stesso, schietta. L’opinione del Bestiario è che Grillo sia soltanto un sognatore. Ne ho conosciuti tanti come lui. Il primo l’ho incontrato nella mia città natale. Era un professore di matematica che lavorava da anni a una formula capace di garantire al mondo un futuro di pace e di prosperità.

In proposito aveva scritto un paio di libri che nessuno gli pubblicava. Teneva conferenze davanti a sale vuote. Neppure in casa la moglie e la suocera gli davano retta. Era un tipo alla Grillo. Sessantenne, tozzo, barbuto. Se nell’Italia del primo dopoguerra fosse esistito un sistema mediatico simile a quello d’oggi, forse lo sfortunato professore sarebbe diventato famoso.

Il megafono dei media - I media odierni sono molto forti e democratici. Nel senso che possono elevare dalle stalle alle stelle un signore qualsiasi che buca il video e nelle interviste ai giornali le spara grosse. In molti casi, quando i media si stancano e guardano altrove, l’eroe del momento viene dimenticato. E dalle stelle ritorna nelle stalle. È quel che accadrà anche a Grillo?

Ecco una domanda che oggi, non ha risposta. Però quanto vedo e leggo mi induce a pensare che il leader stellare sia un sognatore piuttosto debole perché è superficiale. Il tipo tutto chiacchiere e vecchie idee. Lo rivela la maxi intervista concessa a un giornalista sveglio come Gian Antonio Stella e pubblicata venerdì da Sette. Un fiume di parole che distrugge Grillo. Succede spesso così quando i giornali danno molto spago a un tizio sulla cresta dell’onda. Risposta dopo risposta, lo spago rischia di diventare una corda alla quale l’intervistato finisce con l’impiccarsi da solo.

Grillo si è dipinto come il vecchio professore della mia città. Il suo messale sa di stantio. Passa da una promessa all’altra, secondo lo stile polveroso della Casta. Voglio che cambi la società intera. Vogliamo una rivoluzione culturale. La democrazia diretta. Senza partiti né gerarchie. Porto in politica i boyscout. Loro salveranno l’ambiente. Con la raccolta differenziata dei rifiuti. I pannelli solari. Le automobili a idrogeno. Il risparmio energetico. I referendum popolari. Un salario di cittadinanza per tutti. Insomma, promette ancora Grillo, costruiremo «l’iper-democrazia».

È un guru, questo? Oppure è soltanto un chiacchierone diluviale che sfrutta il disprezzo di molti italiani per la partitocrazia odierna? Proviamo a immaginare che la Casta vada a carte quarantotto. Che cosa faranno il leader stellare e i suoi boyscout? Tenteranno di governare la crisi italiana con l’iper-democrazia? Ma a quel punto il sogno, o il bluff, finirà. E ci ritroveremo tutti con le chiappe per terra.

Poi c’è il secondo guru: Gianroberto Casaleggio, 58 anni, sei meno di Grillo che in luglio ne farà 64. Il successo delle Cinque stelle ha portato anche lui alla ribalta. Forse ne avrebbe fatto volentieri a meno, perché la notorietà non reca soltanto vantaggi. A quel punto ha commesso un primo errore marchiano. Invece di tutelarsi con l’aria di mistero che lo proteggeva, si è deciso a dire la sua attraverso una lunga lettera spedita al Corriere della sera. E pubblicata il 30 maggio, con un giorno di anticipo sulla smisurata intervista di Grillo. Casaleggio sarà di certo un grande esperto di computer e di web, ma ha commesso un secondo errore: rivelare che le Cinque stelle non sono un movimento monocratico, con un solo leader. No, i capi supremi sono due. Uno è Grillo, l’altro è lui. Il guru bis rivendica i propri meriti. Sono il cofondatore stellare. Ho scritto anch’io le regole per la certificazione delle liste elettorali. Ho organizzato la raccolta delle firme per l’iniziativa di legge popolare. Ho studiato come abolire i finanziamenti all’editoria ed eliminare i contributi statali ai partiti. Il libro di Grillo, «Siamo in guerra», ha pure me come autore. Non sono il «piccolo fratello» di Beppe, ma un fratellone a pari merito.

Diarchia impossibile - Perché il Casaleggio dalla lunga chioma ha sbagliato nel presentarsi così al pubblico? Si può sapere tutto della Rete, essere convinti che «stia cambiando ogni aspetto della società» e tentare «di prevederne gli effetti», e nello stesso tempo ignorare l’abc della politica. La gente stufa della Casta va in cerca di un capo, non di due. Le diarchie vengono sempre guardate con sospetto. Oggi i leader sono una coppia, domani potrebbero essere cinque, dopodomani diventare dieci. La Casta si è fottuta così, con troppi capi fatalmente indotti a litigare, a dividersi, a combattersi.

Forse è per fugare questi sospetti che la coppia G&C, dopo il successo elettorale nelle amministrative, si è data un tono autoritario. Mettendo bocca nelle scelte dei pochissimi sindaci Cinque stelle. Soprattutto a Parma, l’unico grande centro conquistato dal movimento. Con esiti fastidiosi. E non soltanto per il giovane sindaco Federico Pizzarotti. Lui si è visto imporre Tizio piuttosto che Caio come assessore o addirittura come city manager alla guida della burocrazia comunale.

Il fastidio provato dai Pizzarotti si è subito rovesciato sui due guru. Accusati di essere assai meno iper-democratici di quanto vogliano apparire. E di comportarsi da arroganti impiccioni, da maestroni boriosi, convinti di saperla più lunga dei loro militanti. Ossia della truppa volontaria che sta in trincea, ci mette la faccia e si sfianca in campagne elettorali dalla povertà francescana.

Per i due guru può essere un brutto segnale. La coppia Beppe e Gianroberto dovrebbe conoscere a fondo una verità: la Rete è volubile. I tanti che bruciano la giornata a cliccare sul computer per apparire in Facebook, o dire la loro su Twitter, possono anche cambiare idea e distruggere i miti che hanno creato.

Nel pianeta di Internet non c’è costanza di scelte.
Grillo, che non è uno sciocco, lo sa bene. Lo stesso vale per l’altro guru. Non è un reato pensare di cambiare il mondo con una rivoluzione culturale. Ma può accadere che a questo compito vengano delegati altri signori.

Proviamo a dirla in soldoni: i veri padroni di Grillo e di Casaleggio sono i milioni di tizi qualsiasi che li hanno fatti diventare grandi. Nulla vieta di pensare che possano anche farli ritornare piccoli. Quella dei boyscout è una compagnia di infaticabili. Non stanno mai fermi. Ne inventano sempre una. Basta aspettare e vedremo quanto i due guru riusciranno a durare.

di Giampaolo Pansa
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Una della analisi più azzeccate, complimenti al solito ottimo pansa. Penso che la cosa che riassume di più il tutto sia l'ultima riga, ovvero aspettiamo e vediamo come si evolverà la situazione. Da una parte si ha voglia di un cambiamento radicale, dato che l'idea comune è "tanto peggio di così non può andare"(?); dall'altra invece c'è il rischio di mettersi nelle mani di gente non competente (io questo non lo so, ma si diceva che il partito si circondava di gente capace) e che facciano la fine di quei partiti che tanto criticano ora.
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GIAMPAOLO PANSA

Beppe? Un piccolo Grillo dalla zucca vuota

Il bestiario. Presuntuoso, banale e illusionista: si crede un grand'uomo ma è un politico come gli altri

Mi sta diventando simpatico, o quasi, Beppe Grillo. Lui si crede un grand’uomo, del tutto diverso e assai più astuto degli omuncoli blindati nella Casta. Anche molti italiani lo considerano un Superman della politica e dichiarano che lo voteranno con entusiasmo. In realtà il leader delle Cinque stelle è un politico come tanti altri. Ha gli stessi difetti, le medesime debolezze e le stesse loffiaggini di quelli che vorrebbe mandare a casa.

Avevo sempre pensato che fossero dei mediocri, lui e la sua controfigura, Gianroberto Casaleggio. Ma adesso ne abbiamo una prova: la sterminata intervista concessa da Grillo a Marco Travaglio per il «Fatto quotidiano».
E pubblicata in vista vision, su due paginate, mercoledì 13 giugno.

«Libero», per la penna aguzza di Filippo Facci, ha sostenuto che Travaglio ha condotto l’intervista in ginocchio, comportandosi da zerbino di Grillo. Il Bestiario non la pensa come Facci. Sento dire che il vice direttore del «Fatto» è un tifoso del capo stellare. Se è così, in quel colloquio si è comportato da amico del giaguaro, giocando a Grillo un pessimo scherzo. Lo ha lasciato parlare, straparlare, sproloquiare senza limiti. Presentandolo al pubblico come un ridicolo bufalibron.

Bufalibron è una vecchia parola di slang padano, soprattutto pavese. Indica un tizio che non sa un cavolo di niente, non s’intende di nulla, non ha mai aperto un libro, ma si è limitato a soffiare sulle pagine per farle scorrere e dare la sensazione di averle lette e meditate.
Mi suggerisce questo l’identikit di Grillo tracciato da Travaglio. E adesso lo andiamo a vedere.

Grillo è un presuntuoso, tanto da presentarsi ai lettori del «Fatto» come il Grande Sterminatore che sta ammazzando i partiti. Con una forza e una velocità tali da costringerlo a suggerire alla Casta di suicidarsi con più lentezza: «Sono anni che dico che i partiti sono morti, ma adesso spariscono troppo rapidamente. Fate con calma, non esagerate a prendermi alla lettera».

La presunzione lo spinge a dare di sé un ritratto irreale: «Sono vent’anni che giro il mondo, visitando laboratori, intervistando ingegneri, economisti, ricercatori, Premi Nobel. Ho rubato conoscenze ai grandi della terra. Mi sono informato, mi sono fatto un culo così, anche se molti mi prendono per un cialtrone improvvisatore. E adesso i partiti pensano di metter su movimenti in quattro e quattr’otto!».

Qualche riga dopo, il leader stellare cambia tono e si mostra impaurito: «La liquidazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e di non trovare più nulla. E poi come si fa? Noi non siamo pronti a riempire un vuoto così grande».


Già, chi colmerà questa assenza? Ecco una domanda che Travaglio poteva fare a Grillo. Anche presentandogli qualche ipotesi. Un potere davvero imbattibile? Le truppe della Nato? Una forza militare interna, per esempio i carabinieri? L’invasione di milioni di cinesi, già presenti sul territorio con nutrite avanguardie?

La debolezza di Grillo emerge quando descrive come sarà il Parlamento bonificato da lui. Ne esce un bordello terrificante. Rappresentanti di liste civiche. Movimenti di gente perbene. Ragazzi. Professori. Esperti. Gli eletti delle Cinque stelle. I No-Tav. Quelli dell’acqua pubblica e dei beni comuni. I referendari. «Magari ci troviamo il povero Di Pietro, mi sa che stavolta non lo vuole nessuno».

Grillo ritorna a spaventarsi. Non è nato ieri e sa bene che con questa Armata neo Brancaleone sarà impossibile governare. Infatti dichiara che si guarderà bene dall’andare a Palazzo Chigi: «L’ho detto e lo ripeto: io nel palazzo non ci entro, non mi lascio ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. E poi ci inventeremo un meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini».

La paura di cimentarsi come uomo di governo spinge Grillo a diventare banale: «I ministri devono essere esperti nelle loro materie. Ci vuole una selezione molto stringente». Travaglio gli chiede chi deciderà se mantenere o no l’euro, sulla politica estera, sul diritto di cittadinanza, sull’immigrazione, sulla bioetica… Pensando a se stesso, Grillo replica: «Sono questioni troppo grandi perché possa decidere un non-leader. Faremo dei referendum popolari propositivi. In Svizzera fanno così da duecento anni. Lo so, è difficile. Ma è difficile anche continuare così».

È assai più facile rifugiarsi nelle illusioni. Siamo alla scappatoia di Grillo: «Destra e sinistra sono etichette preistoriche. Dobbiamo ricostruire un’identità, una comunità locale e nazionale. Se i cittadini, e non più i partiti, diventano lo Stato, anche nazionalizzare diventa una bella parola. In Italia ci sono un milione di volontari. Io ne vorrei 60 milioni. Il mio dentista, per qualche ora la settimana, dovrà operare gratis chi ha bisogno».

Grillo adesso ritorna allo stile che conosciamo: superficiale, semplicione, da chiacchiera al bar. La mitica spending review, il taglio della spesa pubblica, si può realizzare in un batter d’occhio. La Tav non serve, è sufficiente cancellarla e si risparmiano venti miliardi. Idem per i caccia bombardieri: aboliti, risparmio di quindici miliardi. Anche le province eliminate con un tratto di penna. Niente pensioni superiori ai tremila euro. I rifiuti delle grandi città? Meglio spedirli in Germania: «È un paese ecologicamente avanzato dove si brucia la minima parte, il resto viene separato, riciclato o va in discarica».

Il Napoleone delle Cinque stelle ha un solo momento di sincerità e proprio nel finale del colloquio con Travaglio: «Per salvare l’Italia la gente si dia da fare, partecipi, rompa i coglioni, s’impegni. E io sarei il nuovo Mussolini? Più democratico di me non c’è nessuno. Lo so benissimo che non posso salvare l’Italia: io getto le basi, faccio il rompighiaccio, dissodo il terreno… Poi ogni cittadino deve camminare con le sue gambe. Io il mio lavoro l’ho fatto. Ora tocca agli italiani».

E infatti molti italiani sembrano disposti a votarlo. Così sostengono i sondaggi. Danno le Cinque stelle al 21 per cento, una previsione che fa venire la pelle d’oca anche ai partiti più grandi. Il Bestiario considera questi sondaggi e la relativa strizza un regalo della Provvidenza. Guai se non ci fossero. E se non avessero questi risultati. L’arroganza della Casta non mostrerebbe nessuna crepa. I partiti butterebbero nel guardaroba dei cani anche la più piccola delle riforme.

Eppure l’Italia ha bisogno dei partiti. Certo, debbono essere migliori di oggi, però una democrazia non può farne a meno. In Europa è iniziata la Terza guerra mondiale. Non ci bombardano le Fortezze volanti, ma i mercati internazionali. L’unica nostra difesa è di essere conservatori intelligenti. Anche augurarsi di continuo la morte del governo guidato da Mario Monti o di ritornare alla lira sono atteggiamenti suicidi.

I professori hanno gettato le basi di un lavoro immane per rifondare l’Italia. Sostenere che si muovano con lentezza è privo di senso. Non esistono soluzioni semplici e rapide per questioni complesse che da anni nessuno affrontava. Dobbiamo essere pazienti. Ma non nei confronti della Casta che rallenta il cambiamento. Ecco il nostro muro di Berlino. E per farlo cadere non dobbiamo impiegare decenni.

L’unica soluzione che non produrrebbe nulla, e molto rischiosa, sarebbe affidarsi a un piccolo demagogo con la zucca vuota. Come questo Grillo straparlante. Un signore dannoso anche a se stesso.

di Giampaolo Pansa
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