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Ilva Taranto, gip dispone il sequestro Ottomila operai marciano verso la città

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2018 10:24
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15/11/2013 19:00
 
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Chissà che pensa Mickfoley82 però, ricordo che lo difendeva a spada tratta
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e non lo avrò mai.
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ma difendeva cosa....io voto per sel..a me di vendola nn è che fotta piu di tanto....

Le intercettazioni son abbastanza strumentalizzate nel caso specifico.

Ma in ogni caso,è meglio che si dimetta.

Sel cmq si sta spegnendo...al di la di questo.
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Ilva, Cassazione annulla sequestro: 8,1 miliardi restituiti a Riva Fire

Era stato uno dei sequestri più pesanti della storia italiana, ma ora le tasche dei Riva, sotto indagine per disastro ambientale nell’ambito dell’inchiesta Ilva, tornano piene. La Cassazione ha infatti annullato senza rinvio il sequestro preventivo per 8,1 miliardi di euro nei confronti della Riva Fire (Finanziaria industriale Riva Emilio), la holding che controlla l’Ilva spa. La sesta sezione penale ha accolto il ricorso presentato di legali dei Riva, Coppi e Paliero, e ha disposto la restituzione alle holding di tutti i beni. Il sequestro risale a sette mesi fa, ed era stato autorizzato dal gip di Taranto Patrizia Todisco. Il pool di inquirenti composto dal procuratore Franco Sebastio, dall’aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani, avevano chiesto il sequestro di denaro, conti correnti, quote societarie nella disponibilità della società Riva Fire in ottemperanza a quanto previsto dalla legge 231/01 che sancisce la responsabilità giuridica delle imprese per i reati commessi dai propri dirigenti.

Dal sequestro erano rimasti fuori la fabbrica di Taranto e i beni riconducibili alla società di Ilva spa. Il gip Todisco ha infatti chiarito che i beni della società potranno essere aggrediti solo nel caso in cui non siano strettamente indispensabili all’esercizio dell’attività produttiva nello stabilimento di Taranto. Una condizione necessaria, evidentemente dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito, dichiarando legittima la legge “salva Ilva”, il diritto alla produzione della fabbrica come condizione necessaria per sostenere le spese di risanamento degli impianti.


Porco dio
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22/01/2014 11:18
 
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Ilva, mandato d'arresto per Riva
Per centinaia di milioni. La richiesta di custodia cautelare per Fabio, figlio del patron dell'Ilva

E' stato emesso un mandato d'arresto, nell'ambito di una inchiesta della procura di Milano, per Fabio Riva, già coinvolto nell'inchiesta della Procura di Taranto sull'Ilva. Fabio Riva, da quanto si è saputo, si trova in Inghilterra.

Fabio Riva, figlio di Emilio, patron dell'Ilva di Taranto, viene contestata, da quanto si è saputo, una truffa ai danni dello Stato per centinaia di milioni di euro, per l'erogazione di contributi all'esportazione che sarebbe stata realizzata attraverso la holding Riva Fire. Per Fabio Riva sarebbe stato emesso un mandato d'arresto, dal momento che è residente a Londra. Altre due persone, invece, sono state arrestate: un dirigente della Riva Fire e un professionista. Indagata anche la società Riva Fire.

L'inchiesta è coordinata dai pm di Milano Stefano Civardi e Mauro Clerici. L'ordinanza di custodia cautelare a carico di Fabio Riva e di altre 2 persone è stata firmata dal gip Fabrizio D'Arcangelo. Per Fabio Riva è stato necessario però emettere un mandato d'arresto europeo perché si trova in Inghilterra. Da quanto si è saputo questa è una terza tranche di una inchiesta più ampia della procura di Milano su vicende finanziarie, societarie e fiscali del gruppo Riva, la famiglia proprietaria dell'Ilva di Taranto. In questa tranche, in particolare, i pm ipotizzano una truffa aggravata dello Stato per l'erogazione di contributi per l'esportazione. Una presunta truffa del valore di centinaia di milioni di euro. Da quanto si è appreso la Gdf di Milano starebbe eseguendo anche dei sequestri.

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E la Cancellieri cosa fa, dorme? [SM=x2584189] C'è un delinquente da salvare!!!! Che si sbrighi!!! [SM=x2584177]
[Modificato da AtomBomb 22/01/2014 11:18]
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30/04/2014 16:17
 
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Morto Emilio Riva, il patron dell'acciaio e dell'Ilva di Taranto

Aveva 88 anni e si è spento nella sua villa in provincia di Varese, dopo una lunga malattia. Dalla metà degli anni Novanta ha legato il suo nome all'Ilva di Taranto. La loro storia è poi sfociata nella bufera giudiziaria sui danni ambientali dell'acciaieria più grande d'Europa

MILANO - E' morto nella sua villa di Malnate (Varese), a 88 anni, Emilio Riva. Era il patron del gruppo omonimo dell'acciaio, che aveva acquisito a metà degli anni Novanta l'Ilva di Taranto, nota più che altro per le sue vicende giudiziarie legate ai danni per la salute dei cittadini e dei lavoratori pugliesi. L'azienda siderurgica è oggi commissariata e affidata alle cure di Enrico Bondi. Dopo Luigi Lucchini e Steno Marcegaglia, un'altra scomparsa illustre - dopo un lungo periodo di malattia, nel caso di Riva - sembra voler testimoniare la fine di un ciclo industriale. "Abbiamo perso un grande imprenditore - scrive in un messaggio rivolto alla famiglia il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi - un vero capitano d'industria, e non lo dico per dovere istituzionale, ma per il dovere morale di riconoscenza che, come operatore del settore, e, consentitemi di dirlo, come italiano, sento di dover esprimere nei suoi confronti".

Nel 2012, il patriarca di una delle famiglie più importanti della siderurgia italiana era stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito della maxi-inchiesta della procura ionica sull'inquinamento ed il disastro ambientale causato nell'area ionica dall'Ilva. In quel luglio, con un provvedimento destinato a segnare la storia industriale italiana, il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ha stabilito il sequestro senza facoltà d'uso dell'intera area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva, perché l'impianto ha causato e continua a causare "malattia e morte",

anche nei bambini, e "chi gestiva e gestisce l'Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza". A un anno di distanza, nel luglio del 2013, Emilio Riva - insieme al figlio Nicola - ha lasciato il regime detentivo al quale era stato condannato.

Il patron aveva a dire il vero lasciato la presidenza dell'Ilva oltre un anno prima che esplodesse l'inchiesta e gli era subentrato il figlio Nicola. Quest'ultimo è stato presidente sino ai primi di luglio 2012, quando già i provvedimenti della magistratura erano nell'aria e l'inchiesta in una fase molto avanzata. A Nicola Riva è subentrato ancora, come presidente dell'Ilva, l'ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, che ha gestito i momenti più difficili della vicenda e che poi si è dimesso dalla carica, insieme a tutto il cda, nel maggio del 2013, all'indomani del sequestro da 8,1 miliardi disposto dal gip di Taranto sui beni e sui conti della capogruppo Riva Fire. Dall'agosto del 2013 l'Ilva, l'acciaieria più grande d'Euopa, è stata affidata dal governo al commissario Enrico Bondi, che già in precedenza aveva svolto l'incarico di amministratore delegato.

Alla vicenda giudiziaria e ambientale di Taranto, per Emilio Riva si è intrecciata quella relativa a un'altra Procura, quella di Milano, dove il gup Anna Maria Zamagni lo ha rinviato a giudizio insieme a due ex dirigenti del gruppo e un ex manager della filiale di Londra di Deutsche Bank, in relazione a una maxi evasione fiscale da 52 milioni, che risale al 2007. Secondo l'accusa sarebbe stata creata una società ad hoc con sede in Svizzera, l'Ilva Sa, per aggirare la normativa (la 'legge Ossola') sull'erogazione di contributi pubblici per le grandi aziende che esportano all'estero.

Prima di questi ultimi risvolti giudiziari, la storia di Emilio Riva affonda negli anni Cinquanta, quando a Caronno Pertusella ha aperto il primo forno elettrico. Il 'ragiunatt' - come amava farsi indicare, anche se di recente aveva ricevuto una laurea ad honorem in ingegneria - aveva cominciato da raccoglitore di rottami di ferro, per poi diventare negli anni del boom economico un vero e proprio imprenditore dell'acciaio nel nord dell'Italia ed anche all'estero, con numerosi stabilimenti produttivi. L'acquisizione dell'Ilva di Taranto è avvenuta nel 1995, nell'ambito delle privatizzazioni dell'Iri, per una cifra molto discussa: 1.450 miliardi, un investimento che si è rivalutato di una decina di volte nel giro di una decina d'anni. Giusto per rendersi conto del peso dell'Ilva sul gruppo Riva, l'acquisizione portl nel giro di un anno a un balzo della produzione d'acciaio da 6 a 14,6 milioni di tonnellate e da 5 a 12,8 per i laminati. Oggi, nel complesso, il gruppo Riva dispone di una ventina di siti produttivi, di cui sei in Italia, per un giro d'affari da una decina di mil
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02/05/2014 16:14
 
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Era ora
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09/03/2018 09:34
 
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Ragazzi, parliamo un po' dell'Ilva?
Perché ci sono cose un questa storia che vanno approfondite, il movimento 5S lotta per la riconversione e bonifica. Il grosso dei Tarantini vota movimento. Una parte degli operai addirittura fa il tifo per la chiusura. Emiliano cerca consenso andando per ricorsi, la cordata di imprenditori che ha iniziato a metterci i soldi si sta innervosendo.


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Emiliano è una merda.
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il layout dio cane(lion)
12/03/2018 11:46
 
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Re:
Megablast, 09/03/2018 20.09:

Emiliano è una merda.




Io non ho una grande considerazione della classe politica italiana, ma uno come emiliano che OGNI VOLTA CHE APRE BOCCA dice una stronzata dovevo ancora vederlo.
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Re: Re:
pozzo5, 12/03/2018 11.46:

Megablast, 09/03/2018 20.09:

Emiliano è una merda.




Io non ho una grande considerazione della classe politica italiana, ma uno come emiliano che OGNI VOLTA CHE APRE BOCCA dice una stronzata dovevo ancora vederlo.



E pensa che qualcuno lo vorrebbe esponente del PD a livello nazionale.
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13/03/2018 19:54
 
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Emiliano è un imbecille, la cosa però che mi innervosisce è che tutte le sue posizioni siano in qualche maniera supportate da un suo elettorato. Insomma c’è anche altra gente dolosa come lui.
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14/03/2018 11:45
 
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prendersela oggi con Emiliano quando per DECENNI sull'Ilvia ci ha mangiato su qualsiasi amministrazione comunale/provinciale/regionale (+ i vari ministri) è onestamente ridicolo
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Re:
KaiserSp, 14/03/2018 11.45:

prendersela oggi con Emiliano quando per DECENNI sull'Ilvia ci ha mangiato su qualsiasi amministrazione comunale/provinciale/regionale (+ i vari ministri) è onestamente ridicolo



Io Emiliano non lo reputo un governatore mediocre solo per la gestione Ilva, ma anche per il TAP ed in generale per qualsiasi altra ragione per la quale viene coinvolto sulle tematiche di partito.


Costruisce la sua carriera sul sabotaggio.
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quello che sta succedendo è assurdo
[Modificato da The REAL Capt.Spaulding 11/05/2018 10:25]
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