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Paese di merda

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2017 20:52
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Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo". Con queste parole Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni ha annunciato il decesso di
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Marco Cappato ✔ @marcocappato
Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo.
11:45 - 27 Feb 2017 · Switzerland
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"Ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato", ha raccontato Cappato che ha annunciato: "Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità". Il reato che si configurerebbe per l'esponente dei Radicali sarebbe quello di 'aiuto al suicidio', ha detto. "Rischia 12 anni di carcere", ha detto a Sky Tg24 Filomena Gallo, segretaria della'associazione Coscioni sottolineando come Cappato si sia "preso la responsabilità" di tale atto e ha ricordato come molti malati siano "costretti ad emigrare per ottenere l'eutanasia e ciò è discriminatorio anche per i costi che ciò richiede, fino a 10mila euro".

Dopo anni di terapie senza esito, Fabo aveva chiesto alle Istituzioni di intervenire per regolamentare l'eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere fino alla fine. Di qui un video-appello al presidente della Repubblica, realizzato grazie all'aiuto della sua fidanzata e dell'Associazione.

LEGGI - Fine vita, l'appello dei medici: "L'ultima parola ai pazienti"

"Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l'aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille", era stato il suo ultimo messaggio arrivato via Twitter, attraverso l'associazione Coscioni, di Fabo che parlava dalla Svizzera dove era ricoverato in una clinica per ricevere il suicidio assistito.
L'ultimo appello di dj Fabo: "Sono giunto in Svizzera senza l'aiuto dello Stato"


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Oggi era in programma un'ultima visita medica e psicologica per confermare la sua volontà. Con Fabo c'era Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, che attraverso il social aveva risposto risponde: "Grazie a te Fabo".

"Fabo è libero, la politica ha perso", hanno detto Marco Cappato e Filomena Gallo della Associazione Luca Coscioni. "L'esilio della morte è una condanna incivile - affermano - Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall'impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente".

"Fabiano era un uomo circondato dall'amore, l'amore della fidanzata, della famiglia, degli amici sempre presenti.
Ma non ne poteva più, non riusciva più a vivere in quelle condizioni - ha aggiunto Gallo - Fabo è morto un'ora fa e siamo ancora sconvolti. Ce lo aspettavamo, certo, ma è triste che un italiano debba andare all'estero per affermare la propria libertà".

Fabo, dal suo primo appello a Mattarella era diventato un simbolo: "Ha voluto lui così, ci ha cercato e ha scelto di condurre una battaglia pubblica. Ha chiesto l'aiuto di Marco Cappato per arrivare in Svizzera, per affermare il diritto inalienabile alla libertà individuale". Anche di fronte, attacca Gallo, "a un Parlamento che sceglie di non scegliere, che neanche discute le proposte di legge per l'eutanasia legale, e costringe un italiano ad andare a morire da solo, senza il suo Stato". Le ultime parole di Fabo sono state comunque di gioia: "Ci ha detto che si sentiva finalmente libero, e ci era arrivato con le sue forze, con la sua tenacia, la sua dignità".

"Sono tanti - ha spiegato Gallo - gli italiani che ci chiedono informazioni su come fare: dal 2015 sono stati 225. Di questi, 117 hanno deciso di andare in Svizzera. Non tutti sono morti: alcuni, dopo i test che hanno dato il nulla osta dei medici, hanno scelto comunque di rientrare in Italia. Avuta la certezza che si può fare, hanno deciso di pensarci ancora".

"Non solo per lavorare con dignità, ma anche per morire con dignità bisogna emigrare dall'Italia. E Fabo è morto in esilio perchè il suo Paese, il nostro Paese, non ha ascoltato il suo appello", scrive su Facebook, Roberto Saviano dopo l'annuncio della morte di dj Fabo. "'Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato con le mie forze e non grazie all'aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha voluto salvarmi da questa vita, un inferno di dolore, di dolore, di dolore'. La persona che Fabo ringrazia - prosegue Saviano - è Marco Cappato, politico, difensore di diritti. Cappato, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, spiega come in Svizzera non si pratichi eutanasia a chiunque lo chieda, ma c'è assistenza medica che valuta le condizioni che effettivamente consentano di accedere alla morte volontaria. In Svizzera, appunto. In Italia, invece, nel Paese di cui parlar sempre bene, tutti sordi all'appello di Fabo. Questa è l'Italia, una bella cartolina. Un Paese in cui la vita deve scorrere senza impedimenti di sorta, senza intoppi apparenti".

"Tu Fabo hai potuto chiedere di finire la tua vita con umanità e hai potuto farlo con la tua voce - sottolinea Saviano -.
Ti abbiamo sentito distintamente chiedere una morte dignitosa, non esiste giustificazione possibile al silenzio che hai ottenuto in risposta. Non esiste giustificazione e urgenza possibile per la mancanza di empatia, di attenzione e di umanità del Parlamento e del Paese in cui ti è toccato in sorte di nascere e dal quale sei stato costretto ad auto esiliarti per morire. Perdonaci per aver reso la religione che crediamo di osservare talmente vuota da non saper più riconoscere un Cristo quando lo abbiano di fronte".

"In Italia la libertà di scelta è violata. I continui rinvii del parlamento sul testamento biologico evidenziano una mancanza di volontà politica a riconoscere e affermare i diritti delle persone. Rendere impossibile l'eutanasia significa violare il diritto più importante: quello di decidere della propria vita e porre fine al proprio dolore", aveva scritto Saviano in mattinata. "Ancora una volta il Parlamento italiano dimostra di non essere all'altezza dei suoi compiti
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27/02/2017 19:03
 
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da sempre favorevole all'eutanasia

abbiamo il diritto di vivere

ma non siamo "condannati a vivere"
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In queste cose si dovrebbe sempre essere laici (laddove per laico si intende avere e lasciare agli altri la libertà su questioni simili).
Qui non si tratta di proporre l'istituzione di un partito dei pedofili o di permettere la zoofilia (roba da "evoluti" stati nordeuropei) ma di decidere da sè se voler continuare o meno a vivere.
Solo pietà (nell'accezione positiva) verso questo pover'uomo.
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facessero un referendum passerebbe con percentuali bulgare. come con il divorzio o l'aborto. Ma finchè decidono "i nostri rappresentanti" cercheranno di convincerci che non vogliamo quello che vogliamo.
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cambridge79, 27/02/2017 19.28:

facessero un referendum passerebbe con percentuali bulgare. come con il divorzio o l'aborto. Ma finchè decidono "i nostri rappresentanti" cercheranno di convincerci che non vogliamo quello che vogliamo.


Sulle percentuali bulgare non saprei, troppi anziani e cattolici.
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Stesso discorso già fatto altre volte dai tempi di Welby in avanti (almeno da quando ho memoria io ovviamente, la questione è molto più vecchia) ma non si capisce perchè ogni volta in questo paese è come se l'argomento fosse nuovo e si ricomincia sempre daccapo.
Ognuno è proprietario della PROPRIA vita. Né lo Stato, né la Chiesa, né tantomeno quelli che si permettono di giudicare pretendendo di essere proprietari anche delle vite altrui. Massimo rispetto per chi si ritrova suo malgrado a vivere una non-vita e sceglie di non soffrire oltre, la scelta condivisibile o meno è esclusivamente sua.
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Re:
TheProfKiller, 27/02/2017 19.39:


Sulle percentuali bulgare non saprei, troppi anziani e cattolici.




E soprattutto teste di minchia alla Adinolfi
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Re:
TheProfKiller, 27/02/2017 19.39:


Sulle percentuali bulgare non saprei, troppi anziani e cattolici.



Gli anziani ed i cattolici "timorati di Dio" erano di più all'epoca del referendum pro-aborto e divorzio (che sono stati legalizzati).
In quest'epoca moderna, dove ateismo, relativismo, scarsa fiducia nella religione ecc. galoppano potenti, credo che l'eutanasia sarebbe anch'essa legalizzata...non con percentuali bulgare magari, ma passerebbe.
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Re:
Rust Cohle, 27/02/2017 19.41:

Stesso discorso già fatto altre volte dai tempi di Welby in avanti (almeno da quando ho memoria io ovviamente, la questione è molto più vecchia) ma non si capisce perchè ogni volta in questo paese è come se l'argomento fosse nuovo e si ricomincia sempre daccapo.
Ognuno è proprietario della PROPRIA vita. Né lo Stato, né la Chiesa, né tantomeno quelli che si permettono di giudicare pretendendo di essere proprietari anche delle vite altrui. Massimo rispetto per chi si ritrova suo malgrado a vivere una non-vita e sceglie di non soffrire oltre, la scelta condivisibile o meno è esclusivamente sua.



la cosa più assurda è che in italia per esempio abbiamo dagli anni 60 una legge sull'aborto, che eticamente è un argomento più controverso del fine vita.

E il motivo è presto detto, le correnti cattoliche sono aggrappate al potere, cedere terreno su certe tematiche significa mostrare di non essere più rilevanti come una volta, mostrare di non essere più rilevanti significa rendersi attaccabili.
Concederti oggi una legge laica sul fine vita potrebbe aprire il piede domani a dover rinunciare per esempio all'otto per mille o altri privilegi. Queste sono cose che il popolo deve prendersi con la forza ( non parlo di rivoluzioni molotov e forconi, ma di proteste, mozioni popolari e referendum ) perché non gli verranno mai date spontaneamente.
l'unica altra speranza sarebbe che l'europa ce lo chiedesse a gran voce ma probabilmente già la fanno solo che su queste tematiche facciamo sempre finta di non sentirci, tipo come per i matrimoni gay.

[Modificato da cambridge79 27/02/2017 20:26]
27/02/2017 23:34
 
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Nel paese dove sta il papa fanno il referendum sull eutanasia

Come no
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Re:
patriots88, 27/02/2017 23.34:

Nel paese dove sta il papa fanno il referendum sull eutanasia

Come no


Beh, come già detto, lo han fatto (con esito positivo) per divorzio ed aborto (che sono argomenti anticattolici quanto l'eutanasia) in un'epoca in cui di certo più italiani rispetto ad oggi davano credito ai dettami cattolici. [SM=x2609528]

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Re:
patriots88, 27/02/2017 23.34:

Nel paese dove sta il papa fanno il referendum sull eutanasia

Come no



nel paese dove sta il papa 50 anni fa han fatto il referendum su divorzio e aborto e ha vinto nonostante nelle chiese, allora frequentatissime, i preti fossero stati istruiti esplicitamente a spingere i fedeli a boicottare il referendum.

oggi non si fa perchè la gente non è più abituata a lottare e scendere in piazza per i propri interessi e anche grazie alla gente che dice "ma figurati se nel paese dove sta il papa fanno il referendum sull eutanasia" oltre al fatto che come argomento è poco sentito dalla gente visto che chi ne ha realmente bisogno non ha la forza di scendere in piazza e chi al momento non ne ha bisogno ha una lista di problemi più importanti a cui pensare e non si batte per quel tipo di campagna.
[Modificato da cambridge79 27/02/2017 23:52]
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Re: Re:
Rust Cohle, 27/02/2017 19.42:




E soprattutto teste di minchia alla Adinolfi




guarda, su alcune cose Adinolfi ha ragione, questi c'hanno messo in piedi un business, ci portano a casa i soldi con la disperazione della gente.
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Re:
patriots88, 27/02/2017 23.34:

Nel paese dove sta il papa fanno il referendum sull eutanasia

Come no




Occhio che c'era pure la DC allora, che era il braccio politico (e armato) della Chiesa. Eppure abbiamo avuto le nostre vittorie.

Il problema vero è che la morte è un tabù più grande e con molte più implicazioni etiche rispetto al divorzio ed in misura minore l'aborto. Ed infatti quest'ultimo nella maggioranza dei casi è un calvario, osteggiato dal 90% degli enti ospedalieri.
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dare il diritto ai malati di "morte assistita" presuppone che qualcuno negli ospedali avrà l'obbligo/dovere di sottoporre la "morte assistita" negli ospedali.

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