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Ultimo Aggiornamento: 06/07/2018 13:56
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Re:
Dj Sauron, 03/08/2017 01.47:

Ma in sostanza...... Tutto il problema di fondo del Cap..... Perché?

Non riesco a comprendere a pieno un opera giapponese perché non so cosa vuol dire essere giapponese? E sticazzi, che me ne frega. Lo analizzo secondo i miei parametri, se mi fa cagare perché non rientra nei miei canoni pazienza, per me farà cagare. Non lo posso giudicare a 360 gradi, quindi non sarà un giudizio completo.

Cosa stracazzo vuoi che fotta ad un giapponese di capire l'importanza della madonna nella cultura cristiana, quando viene a vedere la Pietà. La guarda per quello che è, svincolata dalla cultura di riferimento (quantomeno almeno un po').

Mi sembra lo spezzone di Fantozzi sulla corazzata Potemkin, dove nessuno riusciva a capire la bellezza del film. Era una merda in senso assoluto? Probabilmente no, per la loro cultura sarà anche stato bello, la rivoluzione e bla bla bla, ma per averne una bella opinione se lo guardi chi ne fa parte o ne è appassionato, non è roba per l'italiano medio.

Che poi, in ogni caso, come potrei conoscere tutte le culture del mondo per apprezzarne le relative opere?



Non è questo il punto, il discorso a monte stava nel fatto di fare o non fare battezzare i figli. La mia perplessità, da laico ed emancipato dalla religione, è la seguente: può una persona che non ha una formazione cattolica apprezzare appieno cose come la Divina Commedia o l'opera di Pasolini?
Secondo Rust Cohle e se non ho capito male anche secondo Chaos sì, mentre io ho dei forti dubbi.

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PIU' EBREO DEGLI EBREI VERI
03/08/2017 10:12
 
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Io sono d'accordo con il Cap, al 100%
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sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?
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03/08/2017 10:30
 
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Re:
.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




:stankovic:

o un tedesco :papa:
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Re:
.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




guarda, inconsapevolemente hai fatto un'esempio perfetto, secondo Art Spiegelman, figlio di scampati all'olocausto, premio Pulitzer per MAUS, i due film da te citati sono un grave errore della cimatografia, perchè prendono la Shoah e la utilizzano per raccontare una storia, svalutando implicitamente il significato della Shoah.

Cito quello che ha su Benigni, ma disse una cosa simile anche su Spielberg:


Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.

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Re:
.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




in un certo senso sì, alcune sfumature non si riescono a capire fino in fondo se non hai vissuto sulla tua pelle quel periodo storico. non a caso le testimonianze migliori, le più profonde e veritiere, vengono dai sopravvissuti.
se ci pensi vale anche per la lingua: riuscirai mai a padroneggiare (esempio) l'inglese come un madrelingua? probabilmente no.

il capitano allarga questo ragionamento in maniera più alta, ed ha ragione.
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Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 10.33:




guarda, inconsapevolemente hai fatto un'esempio perfetto, secondo Art Spiegelman, figlio di scampati all'olocausto, premio Pulitzer per MAUS, i due film da te citati sono un grave errore della cimatografia, perchè prendono la Shoah e la utilizzano per raccontare una storia, svalutando implicitamente il significato della Shoah.

Cito quello che ha su Benigni, ma disse una cosa simile anche su Spielberg:


Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.





ho usato La vita è bella per semplificare, lo so che è un film facilone (poi gli Usa che liberano Auschwitz, certo certo).
Però il concetto rimane e sarà anche ovvio, resta il fatto che per far capire a mio figlio appieno la divina commedia devo fargli frequentare un posto di merda con princìpi di merda popolato da creduloni che nel 2017 credono ancora agli asini che volano mi pare un pò eccessivo..
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Qui si continua con gli esempi quando il problema è concettuale, l'identità può essere il principale criterio di riconoscimento?
per la maggior parte dei filosofi è così, ma la maggior parte della filosofia ha portato ai totalitarismi del '900.
Il problema non è quello che abbiamo sempre pensato, il problema è cambiare come la pensiamo.
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Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 10.33:

.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




guarda, inconsapevolemente hai fatto un'esempio perfetto, secondo Art Spiegelman, figlio di scampati all'olocausto, premio Pulitzer per MAUS, i due film da te citati sono un grave errore della cimatografia, perchè prendono la Shoah e la utilizzano per raccontare una storia, svalutando implicitamente il significato della Shoah.

Cito quello che ha su Benigni, ma disse una cosa simile anche su Spielberg:


Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.




E allora fanculo, basta fare film o scrivere libri inerenti la storia, a meno di non esserci stati o di far parte della cultura corrispondente

Chissà che roba verrà Dunkirk allora
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Re:
@Chaos@, 03/08/2017 10.57:

Qui si continua con gli esempi quando il problema è concettuale, l'identità può essere il principale criterio di riconoscimento?
per la maggior parte dei filosofi è così, ma la maggior parte della filosofia ha portato ai totalitarismi del '900.
Il problema non è quello che abbiamo sempre pensato, il problema è cambiare come la pensiamo.




ci sono stati anche totalitarismi in cui l'identità veniva annichilita.
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Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 11.08:




ci sono stati anche totalitarismi in cui l'identità veniva annichilita.




no veniva promossa l'identità nazionale oppure quella "del popolo".
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Re: Re: Re:
Dj Sauron, 03/08/2017 11.06:



E allora fanculo, basta fare film o scrivere libri inerenti la storia, a meno di non esserci stati o di far parte della cultura corrispondente

Chissà che roba verrà Dunkirk allora




scusa, ma credo che tu non stia capendo un cazzo. Provo a fartelo capire.


Io leggo Mishima, ok? Lo leggo con i miei occhi, dal mio punto di vista, lo leggo conoscendo sommariamente la cultura che lo ha prodotto e decido che mi piace. Quello che scrive Mishima lo valuto importante.


L'ultimo atto di Mishima, che mi è parso di capire tu non conosca, è stato occupare un ministero con alcuni suoi discepoli nel 1970, tenere un discorso nazionalista alla nazione di fronte alla TV, sventrarsi con un coltello mentre il suo discepolo (e probabilmente amante) cercava, senza successo, di decapitarlo per 3 volte di fatto rendendogli atroce la morte. In seguito pure il suo discepolo si uccise per la vergogna.




Ecco, io da occidentale, leggo le motivazioni di quel gesto, apprendo il contesto storico, ma la spiegazione che mi do' è che comunque questo era probabilmente depresso e con ogni probabilità aveva qualche disturbo maniacale.

Un giapponese oltre a vedere quello che vedo io, sicuramente gli da anche un valore culturale e religioso che io non posso dargli perché non ne ho i mezzi.

Sono stato più chiaro ora?






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Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 11.16:




scusa, ma credo che tu non stia capendo un cazzo. Provo a fartelo capire.


Io leggo Mishima, ok? Lo leggo con i miei occhi, dal mio punto di vista, lo leggo conoscendo sommariamente la cultura che lo ha prodotto e decido che mi piace. Quello che scrive Mishima lo valuto importante.


L'ultimo atto di Mishima, che mi è parso di capire tu non conosca, è stato occupare un ministero con alcuni suoi discepoli nel 1970, tenere un discorso nazionalista alla nazione di fronte alla TV, sventrarsi con un coltello mentre il suo discepolo (e probabilmente amante) cercava, senza successo, di decapitarlo per 3 volte di fatto rendendogli atroce la morte. In seguito pure il suo discepolo si uccise per la vergogna.




Ecco, io da occidentale, leggo le motivazioni di quel gesto, apprendo il contesto storico, ma la spiegazione che mi do' è che comunque questo era probabilmente depresso e con ogni probabilità aveva qualche disturbo maniacale.

Un giapponese oltre a vedere quello che vedo io, sicuramente gli da anche un valore culturale e religioso che io non posso dargli perché non ne ho i mezzi.

Sono stato più chiaro ora?









SI ma quel giudizio che gli da il giapponese oggi probabilmente cambierà domani cambiando insieme al suo sistema di valori.
Allora ti devi chiedere è quanto vale quel sistema di valori e quanto è importante rispetto al giudizio espresso?
Ha senso pensare che un'analisi sia più veritiera in base alla prossimità dell'osservatore?O ha senso pensare che il linguaggio e di conseguenza il sistema di valori che crea il linguaggio sia il principio primo di riconoscibilità verso l'esterno?

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Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 03/08/2017 11.25:



Ha senso pensare che un'analisi sia più veritiera in base alla prossimità dell'osservatore?





Sì!


O ha senso pensare che il linguaggio e di conseguenza il sistema di valori che crea il linguaggio sia il principio primo di riconoscibilità verso l'esterno?



Sì anche qui! Se ho capito cosa intendi non vedo perchè una cosa debba escludere l'altra.
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 11.30:




Sì!


O ha senso pensare che il linguaggio e di conseguenza il sistema di valori che crea il linguaggio sia il principio primo di riconoscibilità verso l'esterno?



Sì anche qui! Se ho capito cosa intendi non vedo perchè una cosa debba escludere l'altra.



Perché l'esistenza e l'identità sono concetti effimeri che hanno senso solo nel presente.

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