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Se noi non stiamo bene, non è che in Spagna se la passino benissimo....

Ultimo Aggiornamento: 23/08/2011 13:51
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23/08/2011 13:48
 
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Crisi economica inside
La Liga - Sponsor, ridono solo Real e Barcellona


Sono 9 le formazioni spagnole attualmente senza marchio sulle maglie. Tra queste, ci sono anche Atletico Madrid, Villarreal e Siviglia. Che è stato oggetto di una proposta piuttosto curiosa da un'agenzia che si occupa di incontri on-line. FOTO tratta da MARCA.COM


..Facciamo fatica a capire se la notizia vera sia che, in Spagna, siano ben 9 i club senza sponsor sulle proprie divise ufficiali o che l’Ashley Madison, agenzia che i occupa di far conoscere gente e creare potenziali coppie on-line, abbia offerto dei bonus molto particolari alSiviglia, al di là dei 2.5 milioni di fisso previsti dal contratto di sponsorizzazione. 50.000 di premio offerti per ogni giocatore cacciato per infedeltà matrimoniale e 150.000 per ciascun calciatore pronto ad autodenunciarsi.

Verrebbe da ridere di fronte ad indiscrezioni di questo tipo. Ma la verità è che episodi come questo descrivono in maniera piuttosto chiaro lo stato di crisi in cui versi anche un campionato prestigioso come la Liga. In tempi di sciopero per i debiti accumulati da molte società nei confronti dei giocatori (fenomeno che assume connotati drammatici nelle serie inferiori), fa specie che club del calibro di Siviglia, Villarreal e Atletico Madrid rischino di giocare un’intera stagione con la maglia totalmente vuota.

I nostalgici appassionati del calcio di una volta apprezzeranno, dopo aver accolto con sdegno l’arrivo di uno marchio commerciale sulla camiseta illibata del Barcellona. Ma, ragionando in maniera più cinica, la crisi economica globale non ha risparmiato proprio nessuno e il rischio concreto, soprattutto per le formazioni meno blasonate e ricche, di avere dei bilanci ancora più in passivo nei prossimi tempi. Con la conseguenza inevitabile di un ulteriore inasprimento della querelle riguardante il rinnovo del contratto collettivo che ha già causato il rinvio delle prime due giornate di campionato.

Esclusi i soliti Real Madrid e Barcellona, che confermano di vivere una realtà tutta loro con i 30 milioni annuali che Bwin e Qatar Foundation versano nelle loro casse, l’ultima speranza delle altre è di puntare su un settore in espansione come quello delle scommesse o... sperare nelle scappatelle extra-coniugali dei propri calciatori.

Ecco l'attuale situazione nel campionato spagnolo:

CLUB SPONSORIZZATI

Barcelona (Qatar Foundation): 30

Real Madrid (bwin): 25+5

Athletic (Petronor): 2

Sporting (Gijón/Asturias) 2

Levante (Comunitat Valenciana) 1,5

Real Sociedad (Guipuzkoa) 1,2

Getafe (Burger King): 1

Betis (CIRSA) 1

Mallorca (Bet-at-home) 0,8

Racing (Chorizo Palacios) 0,4

Granada (CajaGranada) Non concluso

CLUB SENZA SPONSOR

Valencia

Villarreal

Atlético

Sevilla

Málaga (UNESCO per 4 anni, non paga in quanto ente no-profit)

Zaragoza

Osasuna

Rayo Vallecano

Espanyol
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La Liga - La Spagna sciopera, ma sul serio


Salta sicuramente la prima giornata, forse anche la seconda della Liga: a differenza dell'Italia, però, i calciatori hanno intenzione di scioperare sul serio, come i normali lavoratori, e pertanto i match non disputati non saranno recuperati


..E' bufera in Italia, ma anche in Spagna. Anzi, di più, perché i calciatori hanno intenzione di fare davvero sul serio. Così il paventato sciopero è stato proclamato e la prima giornata della Liga, in programma questo weekend, salta. Ma salta sul serio.

Già, perché se in Italia il progetto è quello di far semplicemente partire il campionato in ritardo, con l'idea di recuperare le partite perse in un secondo momento, il progetto spagnolo è invece quello di far proprio annullare almeno la prima giornata di campionato, cui farà probabilmente seguito la seconda, e pertanto i match non saranno recuperati, ma le squadre partiranno con una base di sei punti virtuali in meno a disposizione.

A questo punto la situazione si fa seria, perché non giocare alcuni match, che nel computo totale del campionato potrebbero rivelarsi decisivi, rischia in qualche modo di condizionare la classifica (per non parlare addirittura di campionato falsato).

Possono infatti risultare importanti sia alcuni match per la lotta-salvezza, sia eventuali scontri diretti per le prime posizioni. Nella prima giornata, per esempio, la gara d'apertura sarebbe stata Levante-Saragozza: sono dunque coinvolte due squadre che potrebbero incontrare qualche difficoltà nel torneo e quindi giocarsi già questi punti l'una contro l'altra potrebbe essere importante.

Nella seconda giornata si va invece già su una partita di cartello come Barcellona-Villarreal, mentre lo stesso Saragozza potrebbe risultare avvantaggiato rispetto alle altre "piccole" perché, se lo sciopero fosse davvero indetto anche per il trittico 27-28-29 agosto, eviterebbe di vedersela con il Real Madrid.

Le posizioni delle due parti, calciatori e AFE, si sono comunque ammorbidite, ma l'accordo non è stato ancora raggiunto. Sabato mattina si riprenderà con i lavori ed eventualmente si proseguirà lunedì, sempre di mattina, per provare a trovare un punto d'incontro.

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Pare che da loro sia critica sul serio perché in alcuni casi gli stipendi non arrivano da 14 mesi, mica come i nsotri pirla... [SM=x2584917]


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L'interpretazione dell'articolo 7: calciatori cattivi o cattivi dirigenti?


C'è ancora un po' di tempo per trattare, e ce n'è ancora parecchio per capire. Capire, da una parte, che lo sciopero dei calciatori italiani non ha le stesse motivazioni dei colleghi spagnoli, alcuni dei quali non vedono uno stipendio da 14 mesi e che globalmente vantano un credito dalle società di quasi 50 milioni di euro di stipendi e contributi mai pagati; e non è neppure quello degli operai che si arrampicano sulle gru pretendendo che la dignità delle proprie famiglie non passi sotto la forca dei destini di un'azionista straniero o di qualche multinazionale che non sa nemmeno più quante aziende ha nel suo carnet.

Fare demagogia su questo argomento è semplicissimo: sono dei ricchi, sono dei privilegiati, sono dei viziati. In qualche caso è vero: ma non sempre e comunque. E per altro bisogna anche capire chi li ha viziati, chi li ha privilegiati, chi li ha arricchiti: e perché.

Dai, siamo in Italia...: la patria del lavoro in nero e del 'sommerso'. Ma abbiamo idea di quanti soldi girano intorno al calcio la cui destinazione e provenienza è quanto meno curiosa?

Qui invece siamo a discutere sull'interpretazione del cosiddetto articolo 7 del contratto collettivo di lavoro dei calciatori: letteralmente l'articolo dice che "in ogni caso il calciatore ha il diritto di partecipare agli allenamenti e alla preparazione pre-campionato con la prima squadra salvo l'esclusione per motivi disciplinari".

E' quel 'salvo' che si presta a molteplici interpretazioni: facciamo un esempio concreto... Il presidente ti vuole cedere, ma tu, calciatore, non te ne vuoi andare perché hai un contratto da sogno che un dirigente ti ha fatto perché ti ha comperato come se fossi un fenomeno. E invece sei un pippone; pazienza, 10 milioni di euro se ne sono andati, ma ora il presidente, che deve pagarti anche due milioni e mezzo di euro all'anno per altri tre anni (cinque lordi), dice all'allenatore che tu non devi giocare. Dunque l'allenatore, che per altro non ti considera un pippone ma non vuole perdere il posto, non ti fa giocare mai, o ti fa entrare un minuto a partita; al quarto ingresso dalla panchina lo mandi a quel paese e sei fuori rosa per motivi disciplinari fino alla fine dell'anno. Se il club non ti cede, o chiedi di essere ceduto, ti riduce al minimo lo stipendio, e in ogni caso salva parte del danno.

L'articolo 7 risale agli anni '80 quando la rosa di una squadra era di 20-22 giocatori; ora che le rose sono di 36-40 giocatori i presidenti vorrebbero cancellare la norma e mettere fuori rosa i giocatori che non riescono a vendere o che sono già in fase di rescissione contrattuale. I casi di abuso ci sono stati (Pandev, ma anche Marchetti) e sono ingiustificati.

All'interno della Lega di Serie A, ci sono molte divisioni e disaccordi: alcuni presidenti firmerebbero subito a fronte di un impegno, comune, al contenimento dei costi e un altrettanto comune intendimento a una più equa suddivisione dei ricavi. Altre squadre, quelle con i conti più gonfi e qualche vuoto a perdere del quale disfarsi, fanno la voce grossa. Sono i club che hanno maggiore peso commerciale e che possono vantare una relazione privilegiata con le distribuzioni televisive e che possono anche permettersi il lusso di saltare la prima giornata. Perché se in Spagna le giornate saranno cancellate in Italia verranno invece rinviate, e recuperate.

Chi se ne frega? Prima o poi quei soldi entreranno, e prima o poi quelle partite si giocheranno. Il problema insomma non arriva dal Chievo, e forse nemmeno da Siena e Cesena.

Quanto all'articolo 7 il problema sono e restano le rose di 40 giocatori, e non il fatto che i calciatori si allenino o meno con la prima squadra composta anche da giocatori comperati per sbaglio, o per tenere calma una piazza affamata di nomi dei quali, dopo tre mesi, i tifosi nemmeno si ricordano più. Ma che bisogna pagare. A meno che... non facciano i cattivi, e vadano fuori rosa per motivi disciplinari

Cattivi i giocatori, o cattivi i dirigenti?

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Premetto: ho postato l'articolo solo per la questione spagnola, quella italiana non mi interessa prenderla in considerazione.
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