Re:
{DeeP}, 02/01/2012 20.34:
Lungi da me inneggiare ai CIE o alle condizioni in cui versano gli individui al loro interno, ma credo che le leggi che regolamentano l'immigrazione vadano rispettate e l'esistenza del CIE stesso sia quantomeno "legittima", per l'appunto.
Vabbè con la storia del "legittima" come dice Chaos erano legittime le leggi razziali in quanto legge, l'apartheid idem, la pena di morte e così via potrei continuà per centinaia di righe.
Il punto è questo: i flussi migratori esistono, potremmo fare un discorso infinito sui perchè ci sono così come poterli semplicemente giustificare come "fenomeno umano". E' però chiaro che in un sistema capitalistico come quello che viviamo il flusso migratorio va controllato e soprattutto trasformato in forza lavoro. Da qui nascono le piccole schiavitù moderne per i più "fortunati" (parlo di casi limite, c'è sempre "chi ce la fa". E' il sogno americano) e i grandi lager come CIE. Questi uomini e queste donne non vengono presi perchè compiono reati, ma perchè non hanno un permesso di soggiorno. Ora il tempo per "l'identificazione" è salito a 18 mesi: ovvero 18 mesi dentro un carcere, perchè di questo si tratta, senza aver commesso nessun reato. Quantomeno in Italia. E quantomeno anche l'avessero compiuto non è per quello che si trovano lì. 18 mesi di condizioni igieniche assenti, percosse, stupri sulle detenute da parte delle guardie, cibo scadente e spesso imbottito di tranquillanti, mancanza di un sistema sanitario adatto, compagni di cella che si suicidano per la disperazione e tentativi (sacrosanti) di rivolta ed evasione repressi nel sangue. Ho ancora negli occhi le scene di una nostra protesta sotto al CIE di Ponte Galeria con gli immigrati che salgono sul tetto e danno fuoco a dei materassi per protesta, tutt'attorno uno sbarramento di fdo che manco al g8, e una serie di celerini che salgono sul tetto malmenando queste persone disarmate che davano sfogo alla loro disperazione con manganellate, calci e chissà che altro fra le mura nascoste.
Ah, ovviamente senza permessi speciali difficili da avere ne parlamentari ne giornalisti possono accedere ai CIE. Quel che si sa è tutto frutto del lavoro dei compagni e delle compagne a contatto con i / le detenuti e detenute.