Flessibilità nel mercato del Lavoro

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Alez_89
00sabato 26 novembre 2011 19:03
Ciao ragazzi, è da tempo che non usavo il mio account di freeforum,mi ero iscritto ancora su TW, ora vedendo che il mio profilo è ancora attivo e leggendo spesso il vostro forum, vorrei unirmi come utente ;)
Comunque presentazione a parte vorrei fare una domanda: Cosa si intende per flessibilità nel mercato del lavoro, voglio dire, siamo arrivati in una situazione brutta situazione a livello lavorativo con molti "contratti atipici" che tolgono molti diritti ai lavoratori a discapito di un loro utilizzo "usa e getta" (passatemi il brutto termine), ed ancora si sente per i vari media parlare di amplificare questa flessibilità per far fronte alla cris. Il punto è questo, dove si vuole arrivare con questo metodo se ciò a portato in parte al fallimento dell'Italia?
@Chaos@
00sabato 26 novembre 2011 20:11
Re:
Alez_89, 26/11/2011 19.03:

Ciao ragazzi, è da tempo che non usavo il mio account di freeforum,mi ero iscritto ancora su TW, ora vedendo che il mio profilo è ancora attivo e leggendo spesso il vostro forum, vorrei unirmi come utente ;)
Comunque presentazione a parte vorrei fare una domanda: Cosa si intende per flessibilità nel mercato del lavoro, voglio dire, siamo arrivati in una situazione brutta situazione a livello lavorativo con molti "contratti atipici" che tolgono molti diritti ai lavoratori a discapito di un loro utilizzo "usa e getta" (passatemi il brutto termine), ed ancora si sente per i vari media parlare di amplificare questa flessibilità per far fronte alla cris. Il punto è questo, dove si vuole arrivare con questo metodo se ciò a portato in parte al fallimento dell'Italia?




La flessibilita' del mercato del lavoro e' un'espressione che pone in contrapposizione il nuovo modello di mercato con il modello tradizionale novecentesco.
Il sistema di produzione classico novecentesco in tutte le sue forme (fordismo, toyotismo etc.) era caratterizzato da una forma di occupazione che prevedeva un impiego orario in base a una retribuzione fissa, non a caso molte grandi battaglie dei lavoratori nel 900 si concentrarono sull'orario di lavoro (fino all'ultima famosa per le 35h settimanali).
Con le nuove tecnologie, con la messa a produzione dell'immateriale (come ad esempio le conoscenze), con l'aumento del numero di servizi sia in ambito pubblico che in ambito privato, si e' passati rapidamente (20-30 anni) almeno nei paesi ricchi dalla predominanza del settore secondario a quello del terziario, in particolare in europa e negli USA del terziario avanzato (IT, industria dell'intrattenimento, turismo etc).

Il cambiamento della tipologia di lavoro ha cambiato anche la societa' che e' diventata una societa' a 24/7 dove i tempi di lavoro e di vita si mischiano continuamente e mentre un tempo le ore di vita erano completamente distaccate dalle ore di lavoro (si parlava infatti di tempo di svago) oggi non solo il lavoro entra in casa ma anche tutta una serie di attitudini personali (skill, emozioni, background culturale) che un tempo erano della sola sfera privata oggi fanno parte del CV del nuovo lavorate.

In se questo cambiamento non e' per forza un male, la societa' si evoluta cambiando il proprio paradigma lavorativo, e il superamento del lavoro come unico obbiettivo e dovere della vita deve passare necessariamente per l'assunzione del fatto che noi siamo animali produttivi (e generiamo profitti) in qualsiasi secondo passiamo svegli e non solo quando siamo nelle ore lavorative.
Il problema fondamentale e' che a questo cambiamento cioe' alla flessibilizzazione dell'orario di lavoro non e' seguito in egual misura la capicita' del lavoro di essere agente del proprio destino, cioe' di essere capace di dettare quando e come gestire la propria flessibilita'.
Invece oggi abbiamo una flessibilita' indotta che si trasforma in quella che viene chiamata "precarieta'" cioe' appunto l'incapacita' del lavoratore di ottenre un equilibrio fra tempo di lavoro e tempo di vita, fra equo compenso e conoscenze spese, fra il mantenere i propri diritti e averne di nuovi.

E' importante pero' che sia chiaro che un obiettivo veramente importante per l'avanzamento e il superamento di questa crisi che e' sistemica e non cercare di riottenere la vecchia equazione lavoratore=contratto per tutta la vita ma invece quello di superare questo stato delle cose e cercare di avere una nuova equazione in l'uomo non sia piu' considerato tale solo se lavora.
mickfoley82
00domenica 27 novembre 2011 00:55
Chiedo a Chaos ma a chiunque voglia e sappia rispondere.
Uno dei problemi dell'Italia non è che c'è stata una falsa virata verso il terziario e il terziario avanzato..quando in realta' è ancora il secondario a farla da padrone...mi spiego meglio 20-30 anni fa per esempio all'interno dell'azienda veniva fatto il servizio della contabilita' e in particolare della produzione delle buste paghe.I dipendenti di queste mansioni erano dipendenti delle aziende e quindi contati come lavoratori del secondario,mentre oggi gran parte di questi servizi son stati delegati a servizi di consulenza esterni ecc....di fatto questi lavoratori sono iscritti nel terziario,ma fannoo a tutti gli effetti il lavoro che 20 anni fa facevano quelli di prima.
Il problema italiano è anche questo secondo me,una mancata innovazione,la mancata nascita di un vero terziario avanzato eccc....questo a catena ha prodotto le pecche del nostro mercato del lavoro eccc..
The REAL Capt.Spaulding
00domenica 27 novembre 2011 11:29
la tanto citata "piccola e media impresa italiana" è terziario avanzato. secondo me il problema non è quello che dici tu. io do la colpa del precariato quasi interamente alla cosi detta legge Biagi.
mickfoley82
00domenica 27 novembre 2011 11:42
Re:
The REAL Capt.Spaulding, 27/11/2011 11.29:

la tanto citata "piccola e media impresa italiana" è terziario avanzato. secondo me il problema non è quello che dici tu. io do la colpa del precariato quasi interamente alla cosi detta legge Biagi.




Giuridicamente sicuramente.
Pero' abbiamo proprio un sistema fermo in tutti i sensi....cmq la piccola media-impresa italiana in maggior parte non è terziario avanzato secondo me,qua da noi non c'è traccia.
@Chaos@
00domenica 27 novembre 2011 11:47
Re:
The REAL Capt.Spaulding, 27/11/2011 11.29:

la tanto citata "piccola e media impresa italiana" è terziario avanzato. secondo me il problema non è quello che dici tu. io do la colpa del precariato quasi interamente alla cosi detta legge Biagi.




<no la piccola e media impresa in senso classico in italia e' industria manifatturiera per cui direi che e' secondario.
l'esercito dei partita iva che invece fa parte delle PMI dipende com'e' collocato ma puo' stare nel terziario avanzato.
@Chaos@
00domenica 27 novembre 2011 11:54
Re:
mickfoley82, 27/11/2011 00.55:

Chiedo a Chaos ma a chiunque voglia e sappia rispondere.
Uno dei problemi dell'Italia non è che c'è stata una falsa virata verso il terziario e il terziario avanzato..quando in realta' è ancora il secondario a farla da padrone...mi spiego meglio 20-30 anni fa per esempio all'interno dell'azienda veniva fatto il servizio della contabilita' e in particolare della produzione delle buste paghe.I dipendenti di queste mansioni erano dipendenti delle aziende e quindi contati come lavoratori del secondario,mentre oggi gran parte di questi servizi son stati delegati a servizi di consulenza esterni ecc....di fatto questi lavoratori sono iscritti nel terziario,ma fannoo a tutti gli effetti il lavoro che 20 anni fa facevano quelli di prima.
Il problema italiano è anche questo secondo me,una mancata innovazione,la mancata nascita di un vero terziario avanzato eccc....questo a catena ha prodotto le pecche del nostro mercato del lavoro eccc..




ok l'esternalizzazione e' un processo della compartimentalizzazione del lavoro che e' causata dalla sua specializzazione.
In ogni caso la produzione industriale in italia rimane in piccole sacche (Emilia Romagna, Veneto, Marche, Toscana) e anche in quei luoghi sta via via sparendo perche' e' piu' conveniente spostare la produzione da altra parti, gli stessi colossi industriali (fiat, acciaierie, cartiere etc.) sono in una fase di crisi sistemica e sono destinati a sparire, l'operaio non e' piu' il simbolo del lavoratore italiano e' stato sostituito dal precario.
Alez_89
00domenica 27 novembre 2011 16:07
Re: Re:
@Chaos@, 26/11/2011 20.11:




La flessibilita' del mercato del lavoro e' un'espressione che pone in contrapposizione il nuovo modello di mercato con il modello tradizionale novecentesco.
Il sistema di produzione classico novecentesco in tutte le sue forme (fordismo, toyotismo etc.) era caratterizzato da una forma di occupazione che prevedeva un impiego orario in base a una retribuzione fissa, non a caso molte grandi battaglie dei lavoratori nel 900 si concentrarono sull'orario di lavoro (fino all'ultima famosa per le 35h settimanali).
Con le nuove tecnologie, con la messa a produzione dell'immateriale (come ad esempio le conoscenze), con l'aumento del numero di servizi sia in ambito pubblico che in ambito privato, si e' passati rapidamente (20-30 anni) almeno nei paesi ricchi dalla predominanza del settore secondario a quello del terziario, in particolare in europa e negli USA del terziario avanzato (IT, industria dell'intrattenimento, turismo etc).

Il cambiamento della tipologia di lavoro ha cambiato anche la societa' che e' diventata una societa' a 24/7 dove i tempi di lavoro e di vita si mischiano continuamente e mentre un tempo le ore di vita erano completamente distaccate dalle ore di lavoro (si parlava infatti di tempo di svago) oggi non solo il lavoro entra in casa ma anche tutta una serie di attitudini personali (skill, emozioni, background culturale) che un tempo erano della sola sfera privata oggi fanno parte del CV del nuovo lavorate.

In se questo cambiamento non e' per forza un male, la societa' si evoluta cambiando il proprio paradigma lavorativo, e il superamento del lavoro come unico obbiettivo e dovere della vita deve passare necessariamente per l'assunzione del fatto che noi siamo animali produttivi (e generiamo profitti) in qualsiasi secondo passiamo svegli e non solo quando siamo nelle ore lavorative.
Il problema fondamentale e' che a questo cambiamento cioe' alla flessibilizzazione dell'orario di lavoro non e' seguito in egual misura la capicita' del lavoro di essere agente del proprio destino, cioe' di essere capace di dettare quando e come gestire la propria flessibilita'.
Invece oggi abbiamo una flessibilita' indotta che si trasforma in quella che viene chiamata "precarieta'" cioe' appunto l'incapacita' del lavoratore di ottenre un equilibrio fra tempo di lavoro e tempo di vita, fra equo compenso e conoscenze spese, fra il mantenere i propri diritti e averne di nuovi.

E' importante pero' che sia chiaro che un obiettivo veramente importante per l'avanzamento e il superamento di questa crisi che e' sistemica e non cercare di riottenere la vecchia equazione lavoratore=contratto per tutta la vita ma invece quello di superare questo stato delle cose e cercare di avere una nuova equazione in l'uomo non sia piu' considerato tale solo se lavora.



Grazie per la risposta, volgio soffermarmi sull'ultimo pezzo, se non erro, il futuro dell'Italia e anche del resto del mondo probabilmente, si baserà su questo tipo di lavoro, ovvero ti assumo quando mi servi e quando c'è meno lavoro o stai a casa o lavori di meno,però allo stesso tempo c'è una retribuzione inadeguata ed un sistema inefficace, che permetta al lavoratore di vivere anche nei periodi di non lavoro (tra l'altro nemmeno durante il periodo di lavoro si sopravvive). Ora mi chiedo una cosa, se non si fanno delle vere riforme sul lavoro, continuando con questo sistema si continuerà ad avere dei lavoratori che non sono in grado di consumare, quindi far girare l'economia, ed allo stesso tempo si hanno le imprese che per contenere i costi ed avere un maggiore profitto, vanno a produrre all'estero, togliendo il lavoro in Italia, queste due cose combinate fan si che non ci sia crescita per questo paese portandolo alla recessione, ma tutto ciò a chi porta guadagno(perchè anche l'imprenditore che produce all'estero non riuscendo a vendere rischia di chiudere la baracca)?

@Chaos@
00domenica 27 novembre 2011 16:17
Re: Re: Re:
Alez_89, 27/11/2011 16.07:



Grazie per la risposta, volgio soffermarmi sull'ultimo pezzo, se non erro, il futuro dell'Italia e anche del resto del mondo probabilmente, si baserà su questo tipo di lavoro, ovvero ti assumo quando mi servi e quando c'è meno lavoro o stai a casa o lavori di meno,però allo stesso tempo c'è una retribuzione inadeguata ed un sistema inefficace, che permetta al lavoratore di vivere anche nei periodi di non lavoro (tra l'altro nemmeno durante il periodo di lavoro si sopravvive). Ora mi chiedo una cosa, se non si fanno delle vere riforme sul lavoro, continuando con questo sistema si continuerà ad avere dei lavoratori che non sono in grado di consumare, quindi far girare l'economia, ed allo stesso tempo si hanno le imprese che per contenere i costi ed avere un maggiore profitto, vanno a produrre all'estero, togliendo il lavoro in Italia, queste due cose combinate fan si che non ci sia crescita per questo paese portandolo alla recessione, ma tutto ciò a chi porta guadagno(perchè anche l'imprenditore che produce all'estero non riuscendo a vendere rischia di chiudere la baracca)?





infatti ci vuole unr eddito slegato dalla prestazione lavorativa, fisso e per tutta la vita.
funziona per il capitalista (a breve termine ma tanto e' destinato a scomparire) e funziona per il lavoratore
Alez_89
00domenica 27 novembre 2011 16:26
Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 27/11/2011 16.17:




infatti ci vuole unr eddito slegato dalla prestazione lavorativa, fisso e per tutta la vita.
funziona per il capitalista (a breve termine ma tanto e' destinato a scomparire) e funziona per il lavoratore




Un reddito fisso non sarebbe del tutto male, perchè permetterebbe una maggiore equità tra il popolo, ed allo stesso modo anche in tempi di crisi, il paese reggerebbe meglio al periodo.
Megablast
00lunedì 28 novembre 2011 10:39
Io direi che una legge sul lavoro che si rispetti dovrebbe tagliare le gambe aalle aziende, imponengogli (con un certo margine di errore...) di assumere a tempo, non dico indeterminato, ma almeno superiore ai 3 anni, chi viene inizialmente viene preso con un contratto precario, e al contemopo obbligando le banche a fornire credito a tutti quei soggetti che hanno dei redditi "certi" di questa durata minima.

Quando leggo che la riforma del mercato del lavoro non sarà basata su questo problema rabbrividisco, perchè il problema attuale viene quasi unicamente da questo.
Alez_89
00lunedì 28 novembre 2011 19:10
Re:
Megablast, 28/11/2011 10.39:

Io direi che una legge sul lavoro che si rispetti dovrebbe tagliare le gambe aalle aziende, imponengogli (con un certo margine di errore...) di assumere a tempo, non dico indeterminato, ma almeno superiore ai 3 anni, chi viene inizialmente viene preso con un contratto precario, e al contemopo obbligando le banche a fornire credito a tutti quei soggetti che hanno dei redditi "certi" di questa durata minima.

Quando leggo che la riforma del mercato del lavoro non sarà basata su questo problema rabbrividisco, perchè il problema attuale viene quasi unicamente da questo.



Concordo, non sarebbe male come idea, oltre al fatto che la ristretezza economica delle banche, nel non dare crediti in questi ultimi anni, di certo non ha aiutato il paese, anzi l'ha ulteriormente fatto inabissare....


Megablast
00martedì 29 novembre 2011 08:55
Re: Re:
Alez_89, 11/28/2011 7:10 PM:



Concordo, non sarebbe male come idea, oltre al fatto che la ristretezza economica delle banche, nel non dare crediti in questi ultimi anni, di certo non ha aiutato il paese, anzi l'ha ulteriormente fatto inabissare....






Ormai le banche non fanno più le banche.
In The Company Men il presidente della società dice "Noi ormai lavoriamo per gli azionisti", è quello il problema.
Non si crea valore per i vari portatori d'interessi dell'azienda, ma per gli azionisti, che sono solo una delle categorie.
Zio Rude
00martedì 29 novembre 2011 10:30
io son già a 90° gradi, più flessibile di così mi chiudo a metà come una sdraio da spiaggia
Alez_89
00mercoledì 30 novembre 2011 22:54
Re: Re: Re:
Megablast, 29/11/2011 08.55:




Ormai le banche non fanno più le banche.
In The Company Men il presidente della società dice "Noi ormai lavoriamo per gli azionisti", è quello il problema.
Non si crea valore per i vari portatori d'interessi dell'azienda, ma per gli azionisti, che sono solo una delle categorie.



Ovvero lavorano solo con lo scopo di lucro, detta volgarmente...


Alez_89
00mercoledì 30 novembre 2011 22:55
Re:
Zio Rude, 29/11/2011 10.30:

io son già a 90° gradi, più flessibile di così mi chiudo a metà come una sdraio da spiaggia




Purtroppo è una situazione quasi comune...
@Chaos@
00giovedì 1 dicembre 2011 00:30
Re:
Megablast, 28/11/2011 10.39:

Io direi che una legge sul lavoro che si rispetti dovrebbe tagliare le gambe aalle aziende, imponengogli (con un certo margine di errore...) di assumere a tempo, non dico indeterminato, ma almeno superiore ai 3 anni, chi viene inizialmente viene preso con un contratto precario, e al contemopo obbligando le banche a fornire credito a tutti quei soggetti che hanno dei redditi "certi" di questa durata minima.

Quando leggo che la riforma del mercato del lavoro non sarà basata su questo problema rabbrividisco, perchè il problema attuale viene quasi unicamente da questo.



si ma ci vuole anche una politica di redistribuzione senno' non si va da nessuna parte.
Megablast
00giovedì 1 dicembre 2011 13:22
Re: Re:
@Chaos@, 12/1/2011 12:30 AM:



si ma ci vuole anche una politica di redistribuzione senno' non si va da nessuna parte.




In che senso chaos?
@Chaos@
00giovedì 1 dicembre 2011 14:05
Re: Re: Re:
Megablast, 01/12/2011 13.22:




In che senso chaos?




nel senso che e' evidente che il reddito da lavoro (ma io direi anche il massimo dell'occupazione impiegabile) non puo' piu' sostenere i consumi che reggono questo sistema, quindi due le cose o si diminuiscono i consumi o si trova una politica equa di redistribuzione dei profitti per mantenere i consumi su questo livello.
Megablast
00giovedì 1 dicembre 2011 17:42
Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 12/1/2011 2:05 PM:




nel senso che e' evidente che il reddito da lavoro (ma io direi anche il massimo dell'occupazione impiegabile) non puo' piu' sostenere i consumi che reggono questo sistema, quindi due le cose o si diminuiscono i consumi o si trova una politica equa di redistribuzione dei profitti per mantenere i consumi su questo livello.




Cioè tu parli del sussidio da disoccupazione? Io quello lo metterei, con quello per gli studenti.

Sul reddito da non lavoro non sono d'accordo, sai che c'è differenza tra disoccupati e non occupati, bisogna privilegiare i primi, non i secondi, per me.

Anche dei sistemi mutualistici potrebbero abbattere il bisogno di reddito e modificare le modalità di consumo, in fondo le cooperative, che oggi sono un'altra roba, servivano proprio a questo.
@Chaos@
00giovedì 1 dicembre 2011 17:54
Re: Re: Re: Re: Re:
Megablast, 01/12/2011 17.42:



Sul reddito da non lavoro non sono d'accordo, sai che c'è differenza tra disoccupati e non occupati, bisogna privilegiare i primi, non i secondi, per me.





si e sono daccordo infatti i sussidi da disoccupazione dovrebbero sempre essere superiori ai sussidi di cittadinanza, detto cio' e' evidente l'universalita' dei profitti oggi non e' tutta composta da profitti derivanti dal lavoro, per esempio i profitti derivati dal fatto che un certo numero di persone indossa la tua marca di giacchetti in bella vista in centro citta' tu come la corrispondi? il fatto che un tuo libro di una determinata casa editrice venda di piu' perche' se ne parla online? etc. etc.
Ora visto che e' evidente che i profitti oggi si creano anche al di fuori della sfera lavorativa bisogna che in qualche maniera quei soldi vengano redistribuiti altrimenti si crea solo speculazione.


Per quanto riguarda le cooperative sono daccordo ma ci sono evoluzioni del concetto molto piu' all'avanguardia oggi del sistema cooperativo ottocento-novecentesco.
Megablast
00venerdì 2 dicembre 2011 10:33
a ci sono studi o qualcosa sulla sostenibilità dei sussidi di cittadinanza? Perchè quelli di disoccupazione a quanto ne so esistono da tempo nei paesi del nord, quelli dello studente so di per certo che ci sono in Germania, ma quelli di cittadinanza?

Sulle cooperative, ovvio, parlavo solo di mutualismo. Per dirne una, tutti quei progetti di car sharing vanno alla grande, e di fatto costano pochissimo. Se si facessero cose del genere anche a livello pubblico, e non solo privato...
@Chaos@
00venerdì 2 dicembre 2011 13:20
Re:
Megablast, 02/12/2011 10.33:

a ci sono studi o qualcosa sulla sostenibilità dei sussidi di cittadinanza? Perchè quelli di disoccupazione a quanto ne so esistono da tempo nei paesi del nord, quelli dello studente so di per certo che ci sono in Germania, ma quelli di cittadinanza?



il tuo amico Boeri lo sistemizza da un po' di tempo anche rispetto alla linea di fondi reperibile, mi pare che l'ultimo calcolo l'abbia fatto che si stava gia' in crisi, mi pare che il costo per l'Italia si aggiri fra i 4 e gli 8 miliardi annui dipende dal tipo di applicazione , in ogni caso neanche una gran cifra, per un reddito di 400 euro mensili.
Ah pure la Fornero ha parlato di RMG...
@Chaos@
00lunedì 5 dicembre 2011 14:33
Re:
Megablast, 02/12/2011 10.33:

a ci sono studi o qualcosa sulla sostenibilità dei sussidi di cittadinanza? Perchè quelli di disoccupazione a quanto ne so esistono da tempo nei paesi del nord, quelli dello studente so di per certo che ci sono in Germania, ma quelli di cittadinanza?
.




ah mi sono scordato la francia ha un sussidio di cittadinanza che viene erogato anche se lavori, l'effetto dumping e' evitato con un reddito salariale orario minimo fissato.
AtomBomb
00lunedì 5 dicembre 2011 14:38
Re: Re:
@Chaos@, 12/2/2011 1:20 PM:



il tuo amico Boeri lo sistemizza da un po' di tempo anche rispetto alla linea di fondi reperibile, mi pare che l'ultimo calcolo l'abbia fatto che si stava gia' in crisi, mi pare che il costo per l'Italia si aggiri fra i 4 e gli 8 miliardi annui dipende dal tipo di applicazione , in ogni caso neanche una gran cifra, per un reddito di 400 euro mensili.
Ah pure la Fornero ha parlato di RMG...



Non l'aveva fatto Boeri, l'avevo fatto io [SM=x2659655]

Boeri aveva tentato di quantificare la spesa per i sussidi di disoccupazione, circa 15 miliardi, e non aveva contanto la cassa integrazione, io ho preso come riferimento quel dato, calcolato il numero di disocuppati, usando le cifre sulla popolazione in età da lavoro e i dati sulla disoccupazione, assegnato a tutti un reddito di 400€ al mese, si spendeva meno, quasi 10 miliardi.

AtomBomb, 11/23/2011 4:52 PM:



en.wikipedia.org/wiki/Basic_income

A basic income guarantee (or basic income) is a proposed system of social security, that regularly provides each citizen with a sum of money.

Al momento, se in Italia dessimo un reddito minimo garantito di 400€ mensili a tutti i disoccupati, spenderemmo meno che con gli ammortizzatori sociali che abbiamo.

Per dirlo mi baso su una ricerca di Tito Boeri.

L'Italia spende circa 15,5 miliardi di € l'anno per i sussidi di disoccupazione, considerato che la forza lavoro teorica in Italia equivale al 43% della popolazione, che secondo i dati ISTAT è di 60 milioni, quindi circa 25,800,000 unità di forza lavoro, considerati i più recenti dati ISTAT sulla disoccupazione, 8,3%, cioè 2,141,400 persone disoccupate, calcolando un basic income di 400 € mensili, lo Stato spenderebbe 10,278,720,000 €, un risparmio di 5 miliardi.

Sono dati 2009 quelli citati da Boeri, nel 2009 la disoccupazione era 8,2%, oggi è 8,3%, quindi la spesa è praticamente identica.

Spero di non aver pezzato i calcoli.

@Chaos@
00lunedì 5 dicembre 2011 14:53
Re: Re: Re:
AtomBomb, 05/12/2011 14.38:

Boeri aveva tentato di quantificare la spesa per i sussidi di disoccupazione, circa 15 miliardi, e non aveva contanto la cassa integrazione, io ho preso come riferimento quel dato, calcolato il numero di disocuppati, usando le cifre sulla popolazione in età da lavoro e i dati sulla disoccupazione, assegnato a tutti un reddito di 400€ al mese, si spendeva meno, quasi 10 miliardi.




diciamo che quindi un sussidio per tutti non 600 come in franciama da 500-550 mensile per tutti (aldila' di redditi da pensioni o lavoro) e' fattibile con una spesa identica a quella dei sussidi+cassa integrazione, somma al quale mancano ancora le spese relative alla mobilita' che sono circa altri 300 milioni di euro l'anno...
AtomBomb
00lunedì 5 dicembre 2011 15:06
Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 12/5/2011 2:53 PM:




diciamo che quindi un sussidio per tutti non 600 come in franciama da 500-550 mensile per tutti (aldila' di redditi da pensioni o lavoro) e' fattibile con una spesa identica a quella dei sussidi+cassa integrazione, somma al quale mancano ancora le spese relative alla mobilita' che sono circa altri 300 milioni di euro l'anno...


Quella cifra di 15,5 miliardi mi sembra che non conteggiava la cassa integrazione, ma solo i sussidi di disoccupazione.

Dando 400€ al mese, che comunque possono aiutare e permetterti di non essere costretto ad accettare condizioni lavorative ignobili, risparmieresti parecchio.

Con 500 spenderesti 12,848,400,000

Con 550 spenderesti 14,133,240,000

Con 600 spenderesti 15,418,080,000

Anche dando 600€ al mese a tutti i disoccupati spenderesti (poco) meno di quello che si spende attualmente solo per i sussidi di disoccupazione, rimarco, senza contare mobilità e cassa integrazione.
@Chaos@
00lunedì 5 dicembre 2011 15:06
in realta' ho fatto un errore nella lettura dei dati riferiti al costo della mobilita' (300 milioni mi sembravano un po' pochi) e' molto complicato legge i rapporti fine anno INP, ma in qualche modo al numero ci arrivo.
@Chaos@
00lunedì 5 dicembre 2011 15:10
Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 05/12/2011 15.06:


Quella cifra di 15,5 miliardi mi sembra che non conteggiava la cassa integrazione, ma solo i sussidi di disoccupazione.

Dando 400€ al mese, che comunque possono aiutare e permetterti di non essere costretto ad accettare condizioni lavorative ignobili, risparmieresti parecchio.

Con 500 spenderesti 12,848,400,000

Con 550 spenderesti 14,133,240,000

Con 600 spenderesti 15,418,080,000

Anche dando 600€ al mese a tutti i disoccupati spenderesti (poco) meno di quello che si spende attualmente solo per i sussidi di disoccupazione, rimarco, senza contare mobilità e cassa integrazione.




si ma non puoi legare il sussidio di cittadinanza allo stato di disoccupazione senno' incentivi il lavoro nero in Italia, devi per forza agganciare reddito unico per tutti con salario orario minimo e lotta al lavoro nero.
cmq so cose che volendo si fanno l'hanno fatto in francia, e il salario orario minimo c'e' anche negli USA che non mi sembrano esattamente un paese socialista.
Megablast
00lunedì 5 dicembre 2011 15:33
Re: Re:
@Chaos@, 12/5/2011 2:33 PM:




ah mi sono scordato la francia ha un sussidio di cittadinanza che viene erogato anche se lavori, l'effetto dumping e' evitato con un reddito salariale orario minimo fissato.




Ecco, mi interessava sapere che nella realtà fosse stato applicato.

Però ci vuole una contemmporanea lotta al lavoro nero, se no un domani anche un lavoratore avrebbe interesse a non dichiararsi lavoratore, avendo già un altro stipendio, no?
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