Re:
zimbabwe, 28/09/2016 07.55:
Non esistono partiti che rappresentano quelle lotte e quei valori, ma in linea di massima "esistono".
E a proposito di Stati uniti, c'è mai stato un candidato nella storia degli Usa un dandidato così di sinistra come sanders vicino a poter essere eleggibile come presidente del paese?
Possiamo parlare di uno slittamento dell'asse verso destra (il pd è un partito di centro-centrodx di fatto)
mickfoley82, 28/09/2016 10.02:
La Furia è migliorato tantissimo come utente,veramente bravo si vede che ti piace quello che studi.(al netto che non son daccordo con quello che hai scritto).
Saro' banale ma per me l'ideologia esiste ancora,semplicemente il Liberalismo per mantenerci sulle macro macro ideologie seppur nella sua chiave piu aggressiva e destrorsa (liberismo condito da reazioarismi) ha battuto nel cammino storico il Socialismo ed oggi stiamo assistendo non al sorpassamento delle ideologie,ma alla vittoria politica e storica di un certo tipo di ideologia liberale/ista/reazionaria.
Questo ha portato ad azzerare i partiti socialisti,di rendere partiti liberal democratici i partiti social democratici e all'esplosione dei populismi nelle democrazie occidentali...
Destra e sinistra non esiste è un pensiero di destra,anche se chi lo commenta di destra non è.
Dopo le rivoluzini sette/ottocentesche e dopo le lotte di classe e dopo l'avvento della democrazia totale,pensare che un gruppo ideologico sia sorpassato è impossibile,semplicemente ha perso.
Dunque, secondo me il concetto di ideologia può essere visto come un modo attraverso il quale, storicamente, alcuni soggetti collettivi hanno cercato di autorappresentare riflessivamente la coerenza del loro sistema di fini e scopi, contrapponendo il loro sistema ai sistemi altrui (e dunque contrapponendo la presunta "razionalità" del proprio sistema all'irrazionalità degli altri).
Quando nasce l'ideologia? Grossomodo la sua nascita è da rinvenire nel periodo illuminista , dove però il concetto di ideologia indicava non un sistema di pensiero, ma un vero e proprio "studio scientifico" delle idee (da qui il termine ideologia: ideo-logia, logica razionale delle idee). L'intento di questa scienza era quello di sviluppare un modo di "pensare il pensiero" tale da chiarire modi, cause e contesti in cui questo assume una forma fallace. Insomma, l'ideologia doveva fornire un punto di vista che ci permettesse di smascherare il nostro interlocutore della falsità del suo pensiero. Il tutto, appunto, attraverso la razionalità. Il nostro interlocutore, fatto notare l'errore, sarebbe dovuto essere in grado di ricredersi a riguardo delle sue erronee convinzioni, poiché anch'esso un essere razionale. Era un modo di pensare completamente diverso da quello dell'ideologia moderna, poiché in questo caso si seguiva la politica dell' "oggi sbagli tu, domani sbaglio io, ma nessuno dei due possiede il punto di vista definitivamente corretto".
Solo più tardi, con Marx, viene introdotta la "concezione totale" di ideologia. In questo caso lo "smascheramento" di cui stavo parlando prima, si esercita su un intero modo di pensare, così da screditare tutti coloro che fanno proprio un certo modo di vedere la realtà. Con questa nuova ideologia, il nostro interlocutore (in questo caso il borghese) non sta soltanto commettendo un errore (come nel caso dell'ideologia illuminista), ma non è proprio in grado di pensare correttamente: io ho la pretesa di credere che il mio punto di vista sia l'unico ad essere veramente giusto. Se prima i contendenti condividevano un comune criterio di verità (che uno dei due temporaneamente ignorava/negava/dimenticava), ora ogni contendente (o meglio, ogni classe sociale) ha la propria verità da imporre a tutti gli altri senza appello alcuno. Facendo così, si arriva ad una situazione in cui tutti smascherano tutti: alla fine nessun sistema di pensiero riesce ad essere in sintonia con l'universale e ogni soggetto sociale deve accontentarsi della sua inevitabile parzialità.
Quali sono le ideologie? Molti sociologi e politologi sono concordi sul fatto che queste siano da ricollegare alle tre grandi visioni del mondo tipiche delle tre classi sociali protagoniste dell'epoca moderna: nobiltà (conservatorismo), borghesia (liberalismo/capitalismo) e classe operaia (comunismo/socialismo). Pensare che la struttura di classe tipica della prima modernità sia rimasta invariata è pura utopia. Oggi queste distinzioni sono molto più fluide ed instabili. Per carità, non sono del tutto scomparse le disuguaglianze "di classe" (sempre che con queste si voglia intendere che i processi di globalizzazione e il neo-liberismo stanno creando nuove forme di povertà, nuove barriere sociali, nuove forme di esclusione), ma tali questioni necessitano di essere elaborate con un linguaggio nuovo: se da un lato è ad esempio vero che la classe operaia esiste ancora, dall'altro lato sarebbe assurdo aspettarsi che questa abbia la stessa appartenenza di classe di una volta.
Attenzione, dire che le ideologie siano lentamente scomparse non vuol dire che con queste siano scomparsi anche i loro valori. Le ideologie sono la traduzione di teorie socio-politiche capaci di entrare in sintonia con la divisione di classe della società e di fungere da modelli interpretativi del conflitto sociale e politico che si genera all'interno delle società stesse. Il fatto che oggi si assista ad un cambiamento della struttura della differenziazione sociale, implica che ci debba essere una ristrutturazione sia delle forme di pensiero sia della società. Se però prima, nel rapporto tra politica e società, era la politica a dettare alla società i valori di riferimento con cui "indottrinare" le masse, ora è il contrario. La produzione di valori e idee è passata da una centralità politica ad una centralità sociale (in cui i nuovi soggetti di riferimento sono movimenti, comunità locali, associazioni, ecc.).
E' per questo che io parlo di "ideali", più che di "ideologia". Mentre l'ideologia è un prodotto che si riversa dalla politica alla società in un processo up-bottom, l'ideale è un prodotto autonomo della società, che poi detterà valori e linee di pensiero alla politica stessa (quindi bottom-up). Ma questa non è soltanto l'unica differenza: l'ideologia ad esempio impone un coeso ed organico sistema di pensiero, l'ideale è più eterogeneo, non presuppone un'identità sociale precisa e spesso, anzi, raggruppa soggetti sociali diversissimi tra loro. Possiamo dire che esista un'ideologia (ed una conseguente classe) ambientalista, pacifista, femminista, giovanile, no global? Assolutamente no. Se prendiamo come esempio il comunismo, possiamo vedere quanto questo consentisse di dare un senso all'azione sociale in modo specifico: il fine ultimo era qualcosa di concreto e specifico (dittatura del proletariato, abolizione della proprietà privata, distruzione del capitalismo). La situazione è totalmente diversa se si prende in esame un ideale: permane uno slancio utopico al cambiamento, ma i valori non sono direttamente realizzabili in sé e costituiscono, appunto, un ideale verso cui muovere.
Il sistema politico si è dovuto plasmare in base a questo nuovo tipo di società, cercando di tradurre gli ideali (più generali, blandi, eterogenei) in vere e proprie identità politiche. Al giorno d'oggi essere di sinistra non significa più abbracciare in toto l'ideologia socialista, ma significa condividerne alcuni ideali (non necessariamente tutti). La politica di oggi sta semplicemente provando ad adattarsi a questo forte cambiamento, in un mondo in cui ormai è assurdo definirsi socialisti o liberalisti. Il M5S in questo caso ha saputo districarsi più che bene, dato che è stato in grado di fornire una valida scelta a tutti coloro che ormai non riescono a vedersi inseriti nella classica dicotomia destra/sinistra a cui eravamo abituati. I giovani, ad esempio, sono i più divincolati dai tentacoli di questa vecchia concezione di politica: non è un caso che siano proprio i giovani a costituire una larga fetta dell'elettorato dei 5 stelle.
Il nuovo fine della politica è quello di conciliare valori (a volte inconciliabili) dentro un sistema il più possibile coerente di fini e scopi, in modo da costituire un progetto d'azione politica di medio-lungo periodo che sia riconoscibile da tutti. Non si tratta più di fornire valori identitari, ideologie, dogmi, ma di costruire progetti di azione politica in grado di rappresentare spezzoni significativi della nostra società civile.
Almeno io la vedo così.
PS: Ti ringrazio Mick per i complimenti!