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A Marchionne "era stato diagnosticato tempo addietro un sarcoma alla spalla, piuttosto invasivo, e nell'occasione gli erano stati addirittura manifestati alcuni dubbi sull’efficacia dell’operazione, ritenuta ad alto rischio". Di tutto questo, "anche John Elkann sarebbe stato all'oscuro, nonostante gli fosse evidente lo stato di prostrazione in cui l'amministratore delegato di Fca versava negli ultimi tempi". Non era solo stress, e peraltro "per non destare sospetti" Marchionne aveva confermato tutti gli appuntamenti in agenda dopo l'intervento nella clinica di Zurigo. "Al suo presidente aveva motivato la breve assenza con la scusa di un check up di routine".

L'operazione, però, è degenerata nel dramma: "Marchionne nel pieno dell'intervento sarebbe stato colpito da embolia cerebrale precipitando in coma. E a nulla sono valsi i disperati interventi dell'équipe medica per rianimarlo. I danni cerebrali avrebbero reso la situazione irreversibile, e da quel momento il manager è tenuto in vita artificialmente dalle macchine". A Elkann non sarebbe stato nemmeno concesso di vedere il manager e amico, in condizioni ormai irreversibili.