00 14/06/2019 14:32
Re: Re: Re:
Rapper 30, 14/06/2019 11.39:




Il revisionismo [SM=j5608894]

Non c'entra nulla Stalin con Mussolini. Non è che possiamo giudicare tutti i personaggi storici nel complesso, vanno analizzati uno a uno.

L'Unione Sovietica del 1948 era un paese straordinariamente migliore dell'URSS del 1922.
L'Italia del 1948 è un paese devastato e colonizzato, messo molto peggio del 1922.
Basterebbe questo per riconoscere uno statista da un dittatore ridicolo.

Anche le teorie politico-economiche alla base delle loro azioni sono agli antipodi.
Mussolini seguì i dettami degli industriali del nord, e abbracciò le peggiori cause dell'epoca.
Stalin costruì un paese medievale, devastato da 21 eserciti nemici, da una guerra mondiale, da una guerra civile e dalla guerra con la Polonia e gli altri popoli nazionalisti dell'area. Tolse milioni di persone povere dalle campagne e le portò a lavorare nelle città. Vinse la lotta di classe prima e la guerra al nazifascismo poi.

Sui metodi usati per vincere entrambe possiamo discutere, su un probabile esito diverso delle due senza quei metodi, pure.



Guarda che nel mio post non volevo paragonare i due dittatori ma la somiglianza tra il discorso di fondo che hai tratto su Stalin ("ha fatto anche cose buone") e quello che impunemente espongono i simpatizzanti fasci quando parlano di Mussolini.
In entrambi i casi il fine non giustifica i mezzi, nel pieno significato che Machiavelli voleva dare ne Il Principe, spesso mal interpretato: "il fine giustifica i mezzi AGLI OCCHI DEL POPOLO". In queste situazioni i mezzi (le oppressioni, la mancanza di libertà ecc.) non vengono giustificati dal fine (evoluzione dello stato) in una società di metà ventesimo secolo. Figurati trasfigurare questo discorso nel ventunesimo.