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Sport americani per chi non ne capisce una mazza

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2018 17:16
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Malinwa o Morte!
18/01/2018 18:24
 
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Già che ci sono ne approfitto per approfondire la mia conoscenza, ad oggi quasi nulla, sulle logiche degli sport oltre oceano. Ci sono alcune cose che non capisco, quindi vediamo un po' chi mi illumina.

- Vedo che esiste il salary cap in praticamente tutti gli sport, no? Ecco, quindi in pratica diciamo che tutte le squadre hanno 100 da spendere, ripartendole tra le varie rose (a prescindere dallo sport, mi pare di capire). Questo aumenta la competizione nei fatti? Ossia, tutte le squadre hanno reali chances di vittoria finale per il fatto che ai nastri partono da situazioni identiche?

- Il draft. Ogni anno si sorteggia la squadra che pesca per prima dalle università, è corretto? Che è un po' come se da noi ci fosse una prelazione per pescare dalle giovanili, anche se è chiaramente una cosa diversa. Ma un giocatore è dunque obbligato ad accettare l'offerta di una squadra sfigata? Se io so che comunque potrei andare a giocare per una squadra migliore perché dovrei accordarmi con una squadra che ha fatto male l'anno prima?

- Il mercato. Si scambiano giocatori in base a determinate regole, rispettando sempre il tetto salariale, no? Anche qui, i giocatori ceduti o comunque in procinto di essere ceduti possono fare le bizze e rifiutare le destinazioni?

Altre domande mi verranno in mente, è che proprio ignoro i meccanismi e di fatto non so se davvero vincono un po' tutti a turno [SM=x2609528]
18/01/2018 18:37
 
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Topic interessante ne so poco anche io.

Però credo che il draft sia deciso in base alla classifica della stagione precedente. Con la peggiore che ha la prima scelta e così via.
Salvo ovviamente scambi con giocatori
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18/01/2018 18:49
 
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Ti rispondo per quello che so e solo riguardo alla nba

-Uguali uguali no,perchè nei fatti un big market come LA o NY attrae più di minneapolis o orlando,ma a quello non ci puoi porre rimedio.
Però si,in genere se un front office lavora bene i risultati si vedono nel tempo e non rischi di vederti arrivare uno squadrone a portarti via il giocatore migliore.
i warriors sono la squadra più forte di sempre i cmq una delle prime 5 tranquille e sono una franchigia storicamente perdente,di quelle spesso ridicole,per farti capire.

-tu atleta ti dichiari per entrare al draft entro una certa data,facendolo accetti di essere scelto da una qualunque franchigia.una volta scelto puoi giocare solo per la franchigia che ti ha scelto che detiene i tuoi diritti nba per tot anni.
se non hai voglia di andarci semplicemente non giochi in nba(è successo con alcuni europei scelti che hanno preferito restarsene in europa)

-no,non possono,se firmi un contratto hai l'obbligo di giocare per la squadra a cui sei stato tradato,è una cosa che accetti nel momento stesso in cui metti piedi nella lega e firmi un(remunerativo)contratto.
ovviamente poi ci sono i casi speciali,tipo superstar che fanno capire che una destinazione non è gradita e possono permettersi di scegliere,però siamo al di fuori della normalità
18/01/2018 18:55
 
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- Il Salary Cap regola il monte stipendi e questo influisce sulla competizione, perché “scambiando” i contratti e non “comprando” i giocatori devi essere bravo, oltre a scegliere bene chi mettere in squadra a livello di talento e funzionalità, devi anche giostrare col tetto ingaggi in maniera previdente. Di norma comunque le franchigie storiche restano forti o tornano forti ciclicamente perché hanno sempre appeal, però non sono escluse da questa giostra e possono anche passare anni di anonimato e cazzi in faccia annessi

- Tutte le squadre partecipano al draft, con le peggiori che si giocano alla lotteria la prima scelta e via a scalare. Più hai fatto schifo durante la stagione più hai chances di essere sorteggiato per la prima scelta (hai più palline nel cestone) ma non è detto che ciò avvenga. Questo per evitare che le squadre giochino palesemente a perdere per avere la certezza della prima chiamata.

- Vengono scambiati i contratti, quindi fondamentalmente i giocatori sono carne da cannone che possono finire ovunque tramite trade. Ovviamente i grossi hanno “diritto” di veto sulla destinazione, e qui torniamo al punto iniziale, ovvero che dal nulla, con incastri vari, possono nascere squadre da titolo, acuendo la competizione.


Tutto questo moooooooolto rapidamente e con qualche errore sparso probabilmente.
Lascio la parola ai più esperti.
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18/01/2018 20:08
 
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Che il sistema americano sia una delle robe più democratiche mai viste nello sport mondiale è risaputo. Poi si, è chiaro che i mercati incidono. Ma nonostante ciò franchigie importanti (mi limito a parlare dell'Nba che conosco meglio) come Lakers e Celtics per anni hanno fatto (o continuano a fare) enorme fatica. Per non parlare di altri sport come ad esempio l'Nhl dove i Maple Leafs, che credo siano uno dei maggiori mercati dell'hockey, non vincono dalla notte dei tempi. Nel calcio, italiano specialmente ma non solo, una cosa del genere non è immaginabile. Se la juventus floppasse per 2-3 anni stai sicuro che al 4 torna a vincere.

Nel suo complesso il sistema americano a me piace molto. Certo, ci sono delle cose che non mi piacciono (eccessiva spettacolarizzazione, regole di gioco un po' diverse rispetto all'europa, calendari troppo fitti per accontentare le tv) però tutto viene messo in secondo piano dalla considerazione principale, e cioè che è un sistema dove davvero tutti possono vincere se sanno programmare bene. E scusate se è poco.
[Modificato da Il Feda 18/01/2018 20:09]
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18/01/2018 20:22
 
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Ti rispondo per la NHL che conosco bene:

- Sicuramente con l'introduzione del Salary Cap c'è molto equilibrio, soprattutto nella prima 20ina di squadre, tanto che una discreta fetta di tifosi si lamenta di questa situazione.
Però come in tutti gli sport, il management fa la differenza, non basta avere soldi da spendere, ma serve molta competenza.
Inoltre è vero che ci sono grossi mercati (NY, LA, Chicago, Toronto, Montreal) che attraggono maggiormente i giocatori, ma spesso i mercati minori hanno una tassazione più favorevole, che aiuta a compensare l'appetibilità.

- le squadre eliminate dai playoff si giocano la lotteria per poter scegliere prima i giocatori elegibili per il draft, peggio di classifichi, maggiori percentuali hai di vincere la lotteria.
Con le regole attuali la squadra detiene i diritti su un giocatore scelto al draft per 4 anni, per cui anche se tecnicamente sarebbe possibile rifiutare, di fatto vorrebbe dire bruciarsi la carriera (oltre a perdere diversi milioni).

- Sì, quando si scambiano i giocatori, bisogna sempre che alla fine dello scambio il Salary Cap sia rispettato, perché i giocatori vengono ceduti con il contratto in essere, che rimane tale fino alla scadenza (il rinnovo può avvenire solamente 364 giorni prima della scadenza, e comunque entra in vigore una volta terminato quello in essere).
Il 90% dei giocatori non ha alcun diritto di veto, solo pochi hanno questa clausola inserita nel contratto (mentre altri possono indicare una lista limitata di squadre a cui poter essere ceduti).
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18/01/2018 20:26
 
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Hai 4 tentativi per portare quella fottuta palla avanti di 10 yards.
And that's all [SM=x4217107]
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18/01/2018 20:30
 
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Comunque nel 1988, quando ancora non c'era la lotteria, Eric Lindros (probabilmente il prospetto migliore della storia) dichiarò pubblicamente prima del draft che non sarebbe mai andato a giocare a Quebec (che aveva la prima scelta), perché odiava i francesi.

Quebec lo scelse lo stesso, e lo vendette nel girò di pochi minuti in cambio di diversi giocatori di assoluto livello e 15 milioni di dollari (all'epoca si poteva ancora pagare).
18/01/2018 20:54
 
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Re:
John Locke., 18/01/2018 18.24:

Già che ci sono ne approfitto per approfondire la mia conoscenza, ad oggi quasi nulla, sulle logiche degli sport oltre oceano. Ci sono alcune cose che non capisco, quindi vediamo un po' chi mi illumina.

- Vedo che esiste il salary cap in praticamente tutti gli sport, no? Ecco, quindi in pratica diciamo che tutte le squadre hanno 100 da spendere, ripartendole tra le varie rose (a prescindere dallo sport, mi pare di capire). Questo aumenta la competizione nei fatti? Ossia, tutte le squadre hanno reali chances di vittoria finale per il fatto che ai nastri partono da situazioni identiche?

- Il draft. Ogni anno si sorteggia la squadra che pesca per prima dalle università, è corretto? Che è un po' come se da noi ci fosse una prelazione per pescare dalle giovanili, anche se è chiaramente una cosa diversa. Ma un giocatore è dunque obbligato ad accettare l'offerta di una squadra sfigata? Se io so che comunque potrei andare a giocare per una squadra migliore perché dovrei accordarmi con una squadra che ha fatto male l'anno prima?

- Il mercato. Si scambiano giocatori in base a determinate regole, rispettando sempre il tetto salariale, no? Anche qui, i giocatori ceduti o comunque in procinto di essere ceduti possono fare le bizze e rifiutare le destinazioni?

Altre domande mi verranno in mente, è che proprio ignoro i meccanismi e di fatto non so se davvero vincono un po' tutti a turno [SM=x2609528]



1)A parte che esiste la Luxury Tax per le franchigie che vogliono andare oltre il cap. Di certo ha evitato che i migliori si limitassero a giocare tutti in poche squadre (anche se ovviamente ci sono delle eccezioni come potevano essere gli Heat dei big 3). Ma comunque di questo non ci capisco un cazzo. Di certo gente come MR.HHH in materia è sicuramente più ferrato e saprà spiegare meglio.
2) Certo che si. Devi accettare di andare nella franchigia che ti sceglie. Tu giocatore devi stare zitto e giocare. E la logica del draft è appunto quella di far andare dei potenziali giovani campioni nelle franchigie al momento più deboli.
3) I gioctori non hanno voce in capitolo negli scambi (sono pochi i casi in cui un giocatore per contratto può rifiutare il trasferimento). Vanno dove le franchigie decidono di mandarti. Che poi si scambiano i contratti e quindi i vari salari. Non è come nel calcio dove le società vengono pagate.
[Modificato da patriots88 18/01/2018 21:00]
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18/01/2018 21:05
 
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Per quanto riguarda l'nfl:

1. Diciamo che c'e' piu' alternanza tra squadre sempre medio-forti sul lungo periodo. Squadre che fanno cagare da una vita (vedi Cleveland) ci sono e ci saranno sempre.

2. No, anche a parita' di record, ci sono modi per calcolare l'ordine finale di arrivo, non c'e' lotteria. Un giocatore una volta scelto e' di quella squadra..se non lo accetta mi sa che come minimo deve stare fuori un anno. Oppure deve cercare di fare magheggi (vedi Eli Manning e forse quest'anno Josh Rosen).

3. Certo che fanno le bizze, posso anche decidere di stare fuori squadra (non pagati) mentre sono in attesa di rinnovo (in determinate circostanze).

3.
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18/01/2018 21:05
 
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Grazie a tutti. Ora che ci penso c'era la questione che i giocatori più che alla squadre appartengono alla lega, dico un'eresia? Questo spiega perché alla fine l'importante è giocare, il dove è secondario [SM=x3409402]


Di conseguenza capita realmente che squadre che per anni sono andate molto male di colpo si ritrovano un team che può lottare per vincere? Sempre tenendo conto della competenza e quant'altro, sebbene la competenza non può arrivare ovunque, specie se il fenomeno del college viene scelto da una squadra del menga. No?



Sta di fatto che è un sistema molto interessante, come se qui i tifosi del Chievo sognassero una vittoria prima o poi.
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18/01/2018 21:16
 
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D'altra parte il presidente del Chievo potrebbe svegliarsi un giorno, mettere tot milioni sul piatto della lega, trovare tot altri proprietari d'accordo con lui, prendere i Chievo Little Donkeys e farli diventare i Bari Little Donkeys perche' quello e' un mercato piu' appetibile.
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18/01/2018 21:32
 
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I giocatori hanno potere decisionale solamente quando scade il loro contratto ed entrano nella free agency, un periodo in cui possono incontrarsi con le dirigenze delle squadre per poi decidere dove andare (ovviamente nessuno incontra le dirigenze di tutte le squadre, di solito si sceglie tra 3/4 opzioni in base anche allo spazio salariale che hanno a disposizione)

Inoltre (qui parlo esclusivamente di NBA, non so se anche nelle altre leghe è così) a livello economico è premiata la fedeltà e l'appartenenza ad un determinata franchigia, perché se resti con la squadra con cui giochi da tot anni puoi firmare un contratto più lungo e più remunerativo.
Esempio: tizio gioca da 8 anni con una squadra, gli scade il contratto e diventa un free agent.
Restando con quella squadra può firmare un contratto di 5 anni a 200 milioni, mentre se vuole cambiare deve "accontentarsi" di uno di 4 anni a 120 milioni.




18/01/2018 21:37
 
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Re:
John Locke., 18/01/2018 21.05:


Di conseguenza capita realmente che squadre che per anni sono andate molto male di colpo si ritrovano un team che può lottare per vincere?


si. Guarda gli Warriors odierni, oppure gli Spurs che grazie al saper scegliere al draft hanno creato una franchigia in grado di restare ad alti livelli per 15 anni.
ma anche i Celtics che con la programmazione e le scelte al draft stanno tornando alla ribalta dopo anni di anonimato.

[Modificato da patriots88 18/01/2018 21:38]
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Re:
John Locke., 18/01/2018 21.05:

Grazie a tutti. Ora che ci penso c'era la questione che i giocatori più che alla squadre appartengono alla lega, dico un'eresia? Questo spiega perché alla fine l'importante è giocare, il dove è secondario [SM=x3409402]


Di conseguenza capita realmente che squadre che per anni sono andate molto male di colpo si ritrovano un team che può lottare per vincere? Sempre tenendo conto della competenza e quant'altro, sebbene la competenza non può arrivare ovunque, specie se il fenomeno del college viene scelto da una squadra del menga. No?



Sta di fatto che è un sistema molto interessante, come se qui i tifosi del Chievo sognassero una vittoria prima o poi.





Di solito per passare da una squadra perdente a una da titolo ci vuole almeno un periodo di transizione, però in teoria se azzecchi tutte le mosse puoi anche cambiare completamente faccia da un anno all'altro.

I Celtics nel 2007 ebbero il second peggior record di tutta la lega, l'anno dopo vinsero il titolo.
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