Fear and Spear, 27/05/2011 10.17:
Ebbene sì, sono il direttore juventino e traditore additato al pubblico ludibrio da Aurelio De Laurentiis nella sua iperbolica intervista. Non commento l'ennesima esternazione presidenziale perché si commenta da sola. Confesso che alle sue intemperanze, assolutamente gratuite, ormai ho fatto il callo: recentemente ci ha accusato addirittura di "dividere l'Italia". Bum! A quando la responsabilità della monnezza per le strade? Vorrei solo rassicurare i napoletani nostri lettori su alcuni punti di fatto che mi stanno a cuore. 1) La Gazzetta dello Sport campa, e bene, da 115 anni perché non tifa per nessuno, racconta e apprezza i valori dello sport e si emoziona per le grandi imprese. Proprio per questo dedica al Napoli tanta attenzione, molte prime pagine tinte d'azzurro e persino un libro che celebra la squadra e il suo "presidente da Oscar". Per la verità lo ha fatto anche in periodi in cui il sole non sorrideva sul Golfo e sul San Paolo con tanta dovizia. State sicuri, continuerà a farlo nella buona e nell'avversa sorte. 2) Vedremo come andrà a finire la vicenda Hamsik. Lo abbiamo detto, tutto è ancora possibile. Ma quanto pubblicato ieri dalla Gazzetta tra conferme sostanziali e smentite di circostanza (siamo in tempo di ballottaggi o no?) è assolutamente vero. 3) Un paio di mesi fa ho scritto che proprio dai successi di Cavani, Lavezzi e compagni veniva alla città un segnale di riscossa. E che De Laurentiis aveva grandi meriti. Confermo, nonostante gli insulti. In cambio suggerisco al presidente di considerare i rischi che la retorica, diciamo così, lineare comporta in un mondo pieno di curve e di passioni troppo spesso esacerbate. Nessuno lo obbliga ad amare il giornale più letto d'Italia. Gli si chiede solo di garantire e tutelare il lavoro dei giornalisti, ottimi peraltro, che seguono la squadra. E' un suo dovere, e forse sarà bene che qualcuno glielo ricordi. Perché se lui si è graziosamente "rotto i coglioni" (testuale) deve sapere che pure la nostra pazienza ha un limite.
Andrea Monti
Direttore La Gazzetta dello Sport
Ieri Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato a una radio locale dichiarazioni particolarmente gravi e diffamatorie nei confronti della Gazzetta dello Sport e dei colleghi che seguono la squadra azzurra. Tra i giudizi espressi dal signor De Laurentiis spiccavano: «La Gazzetta dello Sport è guidata da uno juventino, il giornalista che ci segue è un tifoso della Juve. Potrei pure pensare che stia camuffando il gioco per portare Hamsik alla Juve». Non è la prima volta che accade: in passato lo stesso presidente aveva accusato la Gazzetta, tra l’altro, di «dividere l’Italia». Questo in spregio a 115 anni di storia spesi nel segno dell’obiettività e della correttezza verso i lettori e tutto il mondo sportivo. Il Comitato di redazione di questo giornale considera le affermazioni false ed estremamente pericolose, soprattutto perché pronunciate dal proprietario di un club importante del calcio italiano. Proprietario chiamato a rispettare i valori dello sport, che di sicuro non contemplano la violenza e le offese. Purtroppo minacce verbali e aggressioni hanno colpito, anche di recente, altri nostri colleghi a causa del loro lavoro. Per queste ragioni chiediamo innanzitutto l’intervento della Federazione nazionale della stampa a difesa dei colleghi, quello della Federcalcio nei confronti del tesserato De Laurentiis, affinché sia richiamato ai suoi doveri di lealtà sportiva. E invitiamo con decisione l’Rcs Quotidiani, editore della Gazzetta dello Sport, a tutelare l’immagine della testata e i suoi giornalisti nei modi e nelle forme che riterrà più opportuni.
comitato di redazione gazzetta dello sport
levati dal cazzo ora e vai a sognare tevez che non verrà mai.