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Storyline Matters Again

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2011 17:47
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"La storia per un lettore intelligente, ha un gran numero di implicazioni filosofiche e mitologiche tali da attirare fortemente, senza nulla togliere alla caratterizzazione più immediata, quella dell’avventura".

J.R.R. Tolkien




Certo che è curioso. Curioso che in questo preciso momento storico, le due federazioni mainstream più importanti sul suolo nord-americano prendano, almeno apparentemente, due strade così diametralmente opposte. E' infatti di pochi giorni (settimane), notizia abbastanza rilevante, che fa presagire quelli che saranno gli sviluppi e la strada da percorrere nel futuro prossimo sia della Total Nonstop Action, sia della World Wrestling Entertainment. E tutto a cominciare dai nomi.

Pare, e gli effetti sono già più che evidenti, che entrambe siano in odore di 'rivoluzione', o quanto meno di rebranding, a cominciare proprio dal nome che sino ad oggi le ha 'caratterizzate' e rese riconoscibili dai fan dello sport-entertainment tutto. Se infatti, la WWE ha deciso di abbandonare la denominazione per intero, affidandosi al solo logo, alla sola 'immagine', per distinguere il proprio prodotto, dall’altro lato della barricata, abbiamo una TNA decisa a lasciarsi alle spalle un acronimo ambiguo e passabile di doppi sensi imbarazzanti (quanto questo sia poi così veritiero è tutt'ora da certificare), per un 'impatto', sempre parlando di marchi, di ben altro effetto, implicitamente andando contro le scelte della propria rivale (che si allontana idealmente sempre di più, da ciò che l’ha vista nascere ed esplodere), facendo assumere in maniera preponderante alla parola IMPACT il ruolo di marchio effettivo della compagnia (tralasciando in secondo piano, sfocato e minuscolo, lo storico 'tna'), aggiungendo quella 'parolina magica' (ed una campagna pubblicitaria fortemente improntatavi), ovvero WRESTLING. E nel farlo, come dichiarazione d’intenti, a fugare qualsiasi dubbio, ci viene specificato anche che quel termine, wrestling, conta, eccome se conta.

Ed in un primo momento siamo proprio tentati a crederci. Siamo fiduciosi che, in un modo o nell’altro, la federazione di Orlando possa darci ciò che più bramiamo, ciò che dalle parti di Stamford, in maniera irragionevole e insensata (da quella che è la nostra personale, e tuttavia limitata, prospettiva), ci viene sadicamente negato, l’imprescindibile ragione che ci ha avvicinato sin da piccoli allo spettacolo, il confronto dinamico e potente tra due uomini su un ring, il buon caro vecchio wrestling.

Ecco, ma si tratta di questo? Si tratta davvero di lotta, pura e semplice? No, la questione non è così semplice.
Non per un tale che vive in Danimarca, e che al secolo risponde al nome di Rolf Jensen.

Jensen, direttore dell’Istituto per gli Studi sul Futuro di Copenaghen, in modo indiretto (ma neanche tanto) ci risponde su un libro illuminante (sia da un punto di vista prettamente sociologico, e mi pare abbastanza ovvio visto il legame vitale e conseguente, sia dal lato che più specificatamente ci interessa nello sviluppo del discorso, cioè l’importanza del racconto, della storia narrata), il cui titolo è : The Dream Society.

La tesi sviluppata, affascinante e sulla quale, dalla prospettiva da cui sto guardando ora, mi trova perfettamente d’accordo, è che si è entrati, volenti o meno, in questa prima decade di millennio, in un nuovo stadio evolutivo della società. Ciò che ci siamo lasciati alle spalle, e di cui ancora avvertiamo gli strascichi per così dire, è la così detta società dell’informazione, spinti verso quella che appunto lo scrittore danese definisce come società del sogno. E se ci si riflette sopra non è poi tesi tirata a campare, tutt’altro.
Le comunità umane, con l’evoluzione, sono arrivate a definire se stesse attraverso l’appartenenza. Che fosse questa ad un determinato gruppo o ad un determinato bene materiale. Io sono perché posseggo. Attraverso migliaia di anni si è giunti a quest'ultimo stadio prima del 'distacco'. Ultimo stadio che ha visto lo sviluppo esponenziale dei mezzi di comunicazione (internet, naturalmente), la nascita e l’affermazione di importantissime compagnie che hanno modificato radicalmente ciò che è il nostro quotidiano (Bill Gates e Microsoft), ed ora si sta piano piano avventurando nella società del sogno, ipotizzata appunto da Jensen (epigono di questa, non può che essere il padre dei social network, Mark Zuckerberg e il suo Facebook, oserei dire).

Ma perché? E soprattutto cosa centra? Secondo Jensen, il consumatore del nuovo millennio, dopo aver per anni cercato di definire se stesso attraverso l’acquisto e il possedimento di beni materiali, si interesserà al lato emotivo, al coinvolgimento (sempre più totale), nelle storie, alla ricerca spasmodica dell’emozione che in questi anni ha perso di vista. Il nuovo consumatore comprerà esperienze e sentimenti, non più cose.
Per renderci conto di ciò basta far mente locale e vedere quanta strada commerciale hanno fatto lo sviluppo della tecnologia 3D, o lo stesso sistema Wii per le console, che intrattengono in maniera sempre più interattiva il giocatore, che è letteralmente immerso e protagonista nelle storie che gioca. Il perché di questa ricerca di protagonismo ed emozioni dirette, è tutto ancora da analizzare (ed in una recente intervista il vecchio leone della regia, Woody Allen, ce ne dà una sua interpretazione, da cui non mi dissocio più di tanto), ma ciò che conta, ciò che evidenzia questo lungo discorso è il bisogno viscerale dell’uomo per le storie. Così è, sin dall’alba dei tempi.
Sempre Jensen infatti ci riporta la storia dei cubetti di ghiaccio dell’aeroporto di Copenaghen.
Nel 1996, una società produttrice di drink, importò blocchi di ghiaccio dalla Groenlandia. I cubi di ghiaccio furono trasformati, attraverso un’abile campagna pubblicitaria, in storia suggestiva con millenni d’età, che andava a colpire direttamente l’immaginario fantastico del consumatore. Infatti, l’aria presente nelle bolle dei cubi di ghiaccio, venne venduta come aria pura, lì intrappolata da prima delle piramidi. Aria pura insomma, per nuovi drink. Il regno delle possibilità per un prodotto di per sé insignificante: "Ordini un cubetto di ghiaccio dell’era glaciale e arriva con un drink!". Ecco che la storia era diventata il prodotto.
La ricerca del libro di Jensen, dimostra come la crescita maggiore nei consumi sarà di natura non materiale, rendendo importante il fatto che: "ora ogni compagnia si prepara per predisporre la crescita dei mercati emozionali".
Infine, il mercato globale del futuro sarà guidato dalle emozioni, le persone mireranno a ottenere la realizzazione emotiva che hanno sempre ricercato nelle storie.



Ed eccoci di nuovo a noi.
Ad inizio papiro, illustravo appunto come ora (non prima e non dopo), entrambe le compagnie (TNA e WWE), abbiano deciso di 'svoltare' verso qualcosa che, con la giusta prospettiva, sembra convergere verso lo stesso obiettivo, cioè 'coinvolgere' lo spettatore. Adottando metodi differenti, alcuni atti a disconoscere agli occhi del vecchio appassionato, il ruolo che la parte lottata ricopre all’interno della storia, altri a mettere l’accento proprio su questa, dando al confronto in-ring tutto lo spazio che questi merita. Almeno apparentemente.
Basta vedere in effetti nello specifico, che cosa in realtà accade, per renderci immediatamente conto che per assurdo, le due compagnie, al momento, fanno l’opposto di ciò che in realtà sembrava loro manifesto programmatico.
Guardiamo per un attimo alla WWE, che 'abbandonando il lottato', ci si aspetterebbe certamente più concentrata e attenta alla costruzione delle storie, al coinvolgimento narrato (producono, attraverso la WWE Films, cinema, e cosa c‘è di meglio della settima arte per raccontare una storia?).

La settimana passata abbiamo avuto una puntata di Raw dove, quasi unanimamente riconosciuto un po' da tutti, si è riscontrato un buon livello per i confronti in-ring, tutti o quasi però, senza giustificazione (storia) alcuna, salvo poi lasciare alla sola storyline principale, e al feud ‘minore’ dell‘ex-campione (in quella che ripeto, dovrebbe essere la compagnia per antonomasia dove ci si aspetta più lavoro in questo frangente), uno straccio di sviluppo in vista del PPV.

Ed ad Orlando cosa accade? L'IMPACT WRESTLING del 26 maggio ci dona un prodotto quasi perfetto, dove il lottato non è certamente sottovalutato, ma non al centro della puntata, casomai al servizio delle storyline. Ogni segmento è curato e logicamente sviluppa la storia come così dovrebbe essere (impegnando tutti i wrestler coinvolti), per motivare quello che in fine sarà il confronto, e non viceversa.
Semplicemente perché il 'viceversa' non è possibile, non è proponibile a lungo termine. Ecco dove wrestling matters, dove conta per davvero (di questa settimana è emblematica la risposta di Young ad Anderson nel lockeroom, riportiamo lo spettacolo ai vecchi tempi, quando il wrestling contava...).



"Wrestling is all about telling stories".

Conta infatti, solo e soltanto nella misura in cui è al servizio delle storie. Solo in questo caso riesce a trovare la sua ragion d’essere, e non semplice, per quanto meravigliosa (ma 'vuota'), esibizione d’abilità.
Dunque abbiamo due compagnie, dove si dice una cosa (e la si promuove con forza), ma si fa altro. Almeno per ora.
'Altro', che nel caso IMPACT WRESTLING, è sorta di compromesso che in fin dei conti non allontana ne tradisce, ma anzi recupera ciò che era già caratteristica della federazione di Orlando (alla faccia del rebranding, che è solo di marchio e confezione), e che nel caso della WWE ha visto, proprio questa settimana, dar dimostrazione di saper ancora coinvolgere con l’azione in-ring, è vero, ma smarrendo la strada per raccontare storie efficaci che vadano oltre il solo main eventing. Il che, per una compagnia che si avvicina all’entertainment in generale, mostra un lato troppo debole e che assolutamente va rafforzato, paradossale dirlo, proprio in quello che credono di saper far meglio, cioè raccontare storie (e la scelta di nomi come quello di Mike Mizanin a promuovere la compagnia, dovrebbe in linea teorica, essere figlia del ragionamento di Jensen).

Narrare sta diventando una parte importante delle strategie di business, ed entrambe le compagnie lo sanno bene. Chiunque, in futuro, racconti la storia migliore e chiunque la racconti nel migliore dei modi, vincerà. La palla, ancora una volta è in mano loro, ma grazie a questa concorrenza, saremo noi a decidere la partita.

Lascio infine, in linea con la tradizione meta-testuale che mi ha preceduto, con una provocazione.
Non me ne vogliate, sono riconoscente dello spazio che mi si è offerto, ma la critica è vitale, e se ho scritto ciò che ho scritto, è perchè infine mi importa.

Quanto su questi lidi (il Megaforum), wrestling matters again? Come la TNA, si vuole promuovere questa sezione, ma alla fine si rimane senza storie (pur possedendo grandi 'lottatori' per 'raccontarle'), e ci si concentra semplicemente su altro.
Dall’altra parte invece, come in WWE, non ci sono in media grandi narratori, e il livello generale delle 'storyline' è piuttosto basso, lo concedo, ma paradossalmente (o forse, come già dicevo tempo fa, si tratta di pura conseguenza fisiologica), di là mi sembra, storyline e wrestling contano ancora, nonostante tutto.

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09/06/2011 11:47
 
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Bello, molto bello , condivido tutto anche le critiche finali al forum
[Modificato da RedhotRaf91 09/06/2011 11:47]
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09/06/2011 11:55
 
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E' un riflessione interessante, perchè questioni formali a parte, la TNA pare che abbia finalmente dove deve "imitare" la WWE, su quale terreno può giocare la sua partita. Può trovare il giusto equilibrio tra differenziazione del prodotto e possibile concorrenza.

Allo stesso tempo, però, non mi pare che la WWE abbia intrapreso totalmente la strada da te tracciata. Perlomeno, non volontariamente. La differenza fondamentale ora come ora è che per la prima volta sembra che la TNA stia seguendo un piano a lungo termine per tutta la federazione, e che la WWE navighi a vista.
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09/06/2011 12:22
 
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I Capoversi [SM=x2584924]

Finora è il migliore.
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09/06/2011 13:39
 
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"Il nuovo consumatore comprerà esperienze e sentimenti, non più cose". ahime verissimo,e riallacciandomi al discorso della dipendenza di Greg, in questo momento mi riesce fin troppo facile vedere il wrestling come una sorta di morfina, da prendere di tanto in tanto nel corso della giornata.

spessissimo capita di trovarmi a seguire un telefilm o un film,a leggere un libro, con lo scopo neppure troppo latente di far scattare una scintilla. o più sempicemente di trovare all'interno del prodotto qualcosa che mi possa servire.
il mio approccio con il wrestling in fondo non è diverso da quello che ho con un telefilm. capita però che in alcuni casi il fulcro non sia la storia raccontata, ma quello a cui invece la storia riesce a farti pensare, "lo stimolo".

nel wrestling però è più difficle trovare un palese arricchimento, spesso e volentieri vivendo di rendita su storyline abbozzate e ppv costruiti in fretta e furia spesso e volentieri il tutto è limitato al semplice intrattenimento, delle volte persino fine a se stesso.

il salto di qualità nel prodotto sta proprio in questo. lo sviluppo dei personaggi e delle storie, i meccanismi di identificazione, la profondità di trame e identità personali. e tutto ciò che serve per far fare il salto di qualità. tutti fattori fondamentali per delimitare la differenza tra una grande storia, ed una mediocre.

in questo senso WWE e TNA devono fare strada. perchè oggi quello che tiene incollati più che il prodotto offerto, probabilmente resta la semplice passione. siamo figli di un prodotto che abbiamo amato e che ci ha fatto innamorare, abbiamo trovato negli anni tanti piccoli brividi che ci hanno tenuto saldi al wrestling anche quando i motivi per andarsene, erano superiori a quelli per restare,e credo sia stato irrazionale, oggi però non so dire quanto questo potrà andare avanti, se i motivi per restare sulla barca non verranno trovati nel "qui ed ora" piuttosto che restare perennemente attaccati ai ricordi.

concludo.

è triste vedere come un pezzo del genere, o anche il bellissimo pezzo di tributo di Greg su Macho Man, debbano trovarsi ad avere così poca visibilità e reply. tutto è perfetto, ma sarebbe bello che invece arrivassero a quanta più gente possibile. invece credo sia abbastanza chiaro visulalizzazioni alla mano, che la grande maggioranza del forum non entra neppure nella sezione wrestling per lurkare. l'impegno di James andrebbe premiato, anche solo in termini di gratificazione.

la divisione su Tuttowrestling e Megaforum ha finito per danneggiare tutti quelli che amavano parlare di wrestling, perchè oggi ci troviamo con due wrestling forum deboli da entrambe le parti. e con una povertà generale di stimoli.

mi manca Ektor, mi manca Greg,mi manca Rob, mi manca pure Ankie. ed in generale mi mancano tutti quelli che rendevano il forum piacevole. ci sono ancora lo so, ma di wrestling parlano poco, e quando lo fanno, parlano nel deserto. purtroppo

forse per molti la passione si sta spegnendo. ma forse in alcuni casi per riaccenderla basterebbe poco.


[Modificato da -CabaretVoltaire- 09/06/2011 13:42]
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09/06/2011 19:33
 
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Ovviamente ringrazio per i complimenti, come non potrei?
Ciò che mi premeva nella parte finale, vedo che è stato perfettamente inteso da CabaretVoltaire. Ancora una volta: ci si è mossi verso una nuova terra, e questa pare funzioni benissimo per carità, ma non è mai stata terra di chi del wrestling, ha ancora una passione mordente. Discorso trito e ritrito, ma a cui ancora nessuno di noi riesce a dare risposte. Non razionali e 'ideali', in questo siamo in molti e capaci, ma effettive, concrete. Dove prima c'era un nucleo saldo di utenti, pronti a stimolarsi a vicenda, sull'argomento centrale (e comune denominatore) del wrestling, ora si rimane, parafrasando la suggestiva immagine di CV, in un deserto per pochi.


Per Dario: la strada che la WWE ha intrapreso è evidentemente quella della centralità narrativa, o così ci vuol far credere. E dove sono stati capaci (complice anche la fase calda dell'anno, è vero), di dare alla luce alcuni piccoli gioielli narrativi, durante la Road To Wrestlemania (mi riferisco ai segmenti tra Miz e Cena, prima ancora dell'inserimento di Rocky), altrettanto si sono persi nel resto e nel dopo. Superficiali, superficialissimi nella gestione generale del roster, cosa che in TNA (o impactwrestling.com, adesso) non fanno. E non lo fanno, adottando un modello che ha i suoi padri nelle serie televisive di grande qualità (il più volte citato Bochco e il NYPD Blue, ad esempio). Lo ripeto, la narrazione avviene su due piani fondamentali: il segmento e l'azione in-ring. Su entrambi, come notato da tutti, allo stato attuale, la TNA sta facendo un buon lavoro globale, a partire (sfruttando a dovere) dal semi fittizio rebranding. In WWE non hanno ancora coscienza di questo, o semplicemente si è deciso per un altro modello (i guest-host per lungo tempo, sono stati l'indice di tale modello), che male si amalgama con la ragione principale, ovvero il narrare (oltre a generare una contraddizione da non poco). I segmenti extra, di backstage, sono stati, la maggior parte del tempo, terreno di promozione commerciale o di situation comedy, che si allontanano decisamente da ciò che Aristotele aveva in mente quando parlava di poetica del dramma (non utili dunque in questi termini alla ragione principale); il tutto è estremamente discordante con ciò che promuovono di loro stessi, ovvero di essere compagnia che fa entertainment, discostandosi dal 'semplice' lottato, arrivando a produrre cinema(?!) attraverso la WWE Films. E l'intrattenimento, l'oikéia edoné (non hai fatto il classico?), il piacere che è proprio del testo, nel nostro singolarissimo caso, non lo costruisci con la riproposta del Wheel of Fortune.
[Modificato da James Butler 09/06/2011 19:56]
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09/06/2011 20:43
 
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Bellissimo pezzo, forse il migliore per ora. [SM=x2584225]
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10/06/2011 13:13
 
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Re:
-CabaretVoltaire-, 09/06/2011 13.39:


è triste vedere come un pezzo del genere, o anche il bellissimo pezzo di tributo di Greg su Macho Man, debbano trovarsi ad avere così poca visibilità e reply. tutto è perfetto, ma sarebbe bello che invece arrivassero a quanta più gente possibile. invece credo sia abbastanza chiaro visulalizzazioni alla mano, che la grande maggioranza del forum non entra neppure nella sezione wrestling per lurkare. l'impegno di James andrebbe premiato, anche solo in termini di gratificazione.

la divisione su Tuttowrestling e Megaforum ha finito per danneggiare tutti quelli che amavano parlare di wrestling, perchè oggi ci troviamo con due wrestling forum deboli da entrambe le parti. e con una povertà generale di stimoli.

mi manca Ektor, mi manca Greg,mi manca Rob, mi manca pure Ankie. ed in generale mi mancano tutti quelli che rendevano il forum piacevole. ci sono ancora lo so, ma di wrestling parlano poco, e quando lo fanno, parlano nel deserto. purtroppo

forse per molti la passione si sta spegnendo. ma forse in alcuni casi per riaccenderla basterebbe poco.





Ma che ti cambia se li legge più gente?

E' finito il wrestling forum, almeno è finita un'era, dopo la mia venuta su TW quanti nuovi arrivati di lusso abbiamo avuto? Baboden e Butler. Basta.

Alla fine siamo sempre gli stessi e non c'è più molto da dire, e l'attualità wrestlinghiana di certo non aiuta.

La gente se ne va (KOK,Will, Roadie, sma, ecc.) e senza ricambio era inevitabile questo crollo che è cominciata nel 2008, nell'estate in cui fu creato il salotto, e a 3 anni di distanza ormai si è chiuso definitivamente un ciclo.

Non è il singolo che può risollevare la situazione, c'era un gruppo che per un motivo o per un altro non funziona più.

E' finita.

EDIT: Dimenticavo Pirola, vabbè...





[Modificato da ANKIE. 10/06/2011 13:14]
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10/06/2011 13:21
 
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L'inizio con la citazione mi ricorda qualcosa, anche se James è troppo "giovane", forumisticamente parlando, per saperlo.

Sulla provocazione mi trovo d'accordo, ma io ad esempio non posso più fare "quello che facevo una volta". Io sono soddisfatt oquando vedo numerosi utenti "citarmi", spesso neanche rendendosi conto che lo stanno facendo ma perchè citano concetti che sanno essersi "sediemntati" nel tempo, senza sapere che in realtà sono "frutto di numerose battaglie", ma quando sui forum compaiono gli sparrow, i dodv e i freak in genere non può e no ndeve intervenire Rob, devono intervenire dei nuovi Rob.

Io se si parla di wrestling in modo intelligente ci sono.

Perchè ad esempio posto ormai quasi solo nei topic di tennis e di basket? PErchè sul forum si parla in modo INTELLIGENTE di tennis e basket.


Sul contenuto del pezzo di James sono ovviamente d'accordissimo, non è un caso che spesso io e Butler fossimo gli unici a parlare di metastorie e di significati allegorici delle storyline. Per alcuni il wrestling è u nwrestler, per altri è mosse, per me e Butler è "storie che raccontano allegoricamente la vita".
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10/06/2011 14:00
 
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Re:
AngelieDemoni82, 10/06/2011 13.21:

L'inizio con la citazione mi ricorda qualcosa, anche se James è troppo "giovane", forumisticamente parlando, per saperlo.

Sulla provocazione mi trovo d'accordo, ma io ad esempio non posso più fare "quello che facevo una volta". Io sono soddisfatt oquando vedo numerosi utenti "citarmi", spesso neanche rendendosi conto che lo stanno facendo ma perchè citano concetti che sanno essersi "sediemntati" nel tempo, senza sapere che in realtà sono "frutto di numerose battaglie", ma quando sui forum compaiono gli sparrow, i dodv e i freak in genere non può e no ndeve intervenire Rob, devono intervenire dei nuovi Rob.

Io se si parla di wrestling in modo intelligente ci sono.

Perchè ad esempio posto ormai quasi solo nei topic di tennis e di basket? PErchè sul forum si parla in modo INTELLIGENTE di tennis e basket.


Sul contenuto del pezzo di James sono ovviamente d'accordissimo, non è un caso che spesso io e Butler fossimo gli unici a parlare di metastorie e di significati allegorici delle storyline. Per alcuni il wrestling è u nwrestler, per altri è mosse, per me e Butler è "storie che raccontano allegoricamente la vita".


certo che dare dei freak agli altri e non capire che tu stesso sei un freak ...
mister "misalvoiltuotopicsulnotepadsuldesktopeappenapossotelorinfacciomerdacaccapupù"
fa ridere... [SM=x2584918]

[Modificato da Show No Mercy 10/06/2011 14:00]
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Ecco, ad esempio questo è un chiaro esempio di "freak".

Non tutte le opinioni sono uguali. Non perchè le esprima Tizio piuttosto che Caio, ma perchè un conto è dire (chiunque sia a dirlo) che la Terra è sferica, un conto è dire (chiunque sia a dirlo) che la Terra è piatta.

Sempre stato un gran sostenitore dei test d'ingresso per Q.I. Su qualsiasi forum.
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Re:
James Butler, 09/06/2011 19.33:

Ovviamente ringrazio per i complimenti, come non potrei?
Ciò che mi premeva nella parte finale, vedo che è stato perfettamente inteso da CabaretVoltaire. Ancora una volta: ci si è mossi verso una nuova terra, e questa pare funzioni benissimo per carità, ma non è mai stata terra di chi del wrestling, ha ancora una passione mordente. Discorso trito e ritrito, ma a cui ancora nessuno di noi riesce a dare risposte. Non razionali e 'ideali', in questo siamo in molti e capaci, ma effettive, concrete. Dove prima c'era un nucleo saldo di utenti, pronti a stimolarsi a vicenda, sull'argomento centrale (e comune denominatore) del wrestling, ora si rimane, parafrasando la suggestiva immagine di CV, in un deserto per pochi.


Per Dario: la strada che la WWE ha intrapreso è evidentemente quella della centralità narrativa, o così ci vuol far credere. E dove sono stati capaci (complice anche la fase calda dell'anno, è vero), di dare alla luce alcuni piccoli gioielli narrativi, durante la Road To Wrestlemania (mi riferisco ai segmenti tra Miz e Cena, prima ancora dell'inserimento di Rocky), altrettanto si sono persi nel resto e nel dopo. Superficiali, superficialissimi nella gestione generale del roster, cosa che in TNA (o impactwrestling.com, adesso) non fanno. E non lo fanno, adottando un modello che ha i suoi padri nelle serie televisive di grande qualità (il più volte citato Bochco e il NYPD Blue, ad esempio). Lo ripeto, la narrazione avviene su due piani fondamentali: il segmento e l'azione in-ring. Su entrambi, come notato da tutti, allo stato attuale, la TNA sta facendo un buon lavoro globale, a partire (sfruttando a dovere) dal semi fittizio rebranding. In WWE non hanno ancora coscienza di questo, o semplicemente si è deciso per un altro modello (i guest-host per lungo tempo, sono stati l'indice di tale modello), che male si amalgama con la ragione principale, ovvero il narrare (oltre a generare una contraddizione da non poco). I segmenti extra, di backstage, sono stati, la maggior parte del tempo, terreno di promozione commerciale o di situation comedy, che si allontanano decisamente da ciò che Aristotele aveva in mente quando parlava di poetica del dramma (non utili dunque in questi termini alla ragione principale); il tutto è estremamente discordante con ciò che promuovono di loro stessi, ovvero di essere compagnia che fa entertainment, discostandosi dal 'semplice' lottato, arrivando a produrre cinema(?!) attraverso la WWE Films. E l'intrattenimento, l'oikéia edoné (non hai fatto il classico?), il piacere che è proprio del testo, nel nostro singolarissimo caso, non lo costruisci con la riproposta del Wheel of Fortune.




Come dici anche te, è un Entertainment di diverso livello. E la WWE alla fine rimane fedele alla E del suo nome, solo che, come ha già fatto in passato, ha deciso che non volendo (riuscendo?) più a fare Wrestling come nel passato, semplicemente ha riscritto le regole di cosa una Major deve fare. La speranza quindi rimane in questa nuova direzione della TNA, che a quanto pare ha deciso di non andarle dietro in questa politica.

Per ora.
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Re:
AngelieDemoni82, 10/06/2011 14.04:

Ecco, ad esempio questo è un chiaro esempio di "freak".

Non tutte le opinioni sono uguali. Non perchè le esprima Tizio piuttosto che Caio, ma perchè un conto è dire (chiunque sia a dirlo) che la Terra è sferica, un conto è dire (chiunque sia a dirlo) che la Terra è piatta.

Sempre stato un gran sostenitore dei test d'ingresso per Q.I. Su qualsiasi forum.




l'esempio chiaro sei tu.allo specchio. [SM=x2584930]
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Re: Re:
Darth_Dario, 10/06/2011 14.06:




Come dici anche te, è un Entertainment di diverso livello. E la WWE alla fine rimane fedele alla E del suo nome, solo che, come ha già fatto in passato, ha deciso che non volendo (riuscendo?) più a fare Wrestling come nel passato, semplicemente ha riscritto le regole di cosa una Major deve fare. La speranza quindi rimane in questa nuova direzione della TNA, che a quanto pare ha deciso di non andarle dietro in questa politica.

Per ora.



Vero. Come è vero che l'affezione non passa attraverso il semplice entertainment televisivo che ha nei suoi modelli The Wheel of Fortune, perchè se Jensen ha ragione (se non lui, Aristotele), questo format, preclude allo sviluppo narrativo.
Ben diverso il format dei serial (cosa in cui gli americani, eccellono davvero).
Ecco perchè continuo a sostenere che in WWE, sono i primi traditori di loro stessi.



ANKIE., 10/06/2011 13.13:



E' finita.




Questa è la tua prospettiva, e fino a quando sarà la prospettiva di uno, sarà prospettiva limitata dalle possibilità del singolo.
Il wrestling non è ancora morto, si fanno ancora cose interessanti, su cui vale la pena discutere; il pezzo, piaccia o meno è lì che lo dimostra, e non perchè l'ho scritto io (chi-se-ne-importa), ma perchè è la lampante dimostrazione che (come dice Rob, da sottoscrivere pienamente), se se ne vuole discutere intelligentemente, semplicemente si può fare, che se si cercano spunti interessanti su cui imbastire la discussione, di nuovo, si può fare. Che non si faccia, non è problema del 'mezzo' (che vive ancora, che cerca di vivere ancora con tutte le sue forze), ma di chi il 'mezzo' decide di usarlo e di come lo fa.
In parte comprendo le tue affermazioni, ed è vero che a questo punto (non qui), ci sarà un ricambio di utenza, e stanne certo, altri KOK, altri Will, altri Roadie ecc. (che citi e non conosco, ma che presumo fossero utenti ammirevoli), arriveranno, almeno sino a quando durerà la fascinazione per lo spettacolo, che il wrestling rappresenta.
Siamo testimoni della fine di un'era (perifrasi così di moda)? Possibile, ma non testimoni della fine del wrestling e di coloro che ne parlano.


Rob, la citazione era anche la citazione di una citazione.
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10/06/2011 16:03
 
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Caspita, allora ringrazio.

Comunque sono d'accordissimo col discorso generale: da cieco credente nelle magnifiche sorti e progressive, rido sempre quando leggo che nel wrestling "è già stato fatto tutto" o "è in una crisi irreversibile".

La realtà è che non può essere già stato fatto tutto nella vita o che il vivere sia "in crisi", quindi non può esserlo il wrestling.

Al massimo può essere chi lo propone a non saperlo proporre in modo accattivante alla generalità di persone che intende raggiungere, o può essere questa generalità di persone poco propensa ad occuparsi di tale modo di proporre la realtà.


La momentanea crisi dei forum indiscutibilmente è dovuta in parte alla recente frammentazione, ma probabilmente anche a due concause più strutturali quali la crisi qualitativa generalmente riconosciuta universalmente delle due federazioni principali nonchè alla minore diffusione televisiva, che rende più difficoltoso il "ricambio d'utenza" e quindi "i nuovi KOK o i nuovi Will".

Che poi, nonostante Ankie abbia sempre vissuto la pantomima della "ricerca dell'erede" come vanagloria mia personale in realtà era finalizzata propri oa far sì che si sedimentassero i concetti di cui spesso ora parla ad esempio un Butler. Che però lo fa' da mente illuminata di suo, ma nella generalità dei casi un forum che parla di wrestling dovrebbe essere come il celeberrimo mito della caverna di platonesca memoria.
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