Trovato morto Myka Myllylä

Myllylä, star dimenticata
Trovato morto a 41 anni

Misterioso decesso della leggenda finlandese dello sci nordico. Nella sua carriera 6 medaglie olimpiche e una positività al doping nel 2001

MILANO, 5 luglio 2011 - L’orso finlandese se n’è andato nel silenzio, nel mistero, nella solitudine. Se n’è andato a 41 anni, un’età in cui ancora si gareggia sulla neve. tra gli sci stretti. La polizia ha trovato Myka Myllylä nella sua casa di Kokkola, nel nord ovest della Finlandia, che lo aveva dimenticato dopo i famigerati e dopati Mondiali di Lahti 2001, dopo i quali Myka s’era perso per sempre, affogando nell'alcol la sua depressione post sport e post squalifica biennale.

idolo caduto — Dall’altare alla polvere: perché prima era l’idolo dei finnici, e Myka era stato designato come erede di due mitici condottieri dello sci di fondo come Eero Mantyranta e Kalevi Oikarainen. Lui aveva vinto l’oro (il primo dei 4) ai Mondiali di Trondheim 1997, ed era stato eroico a Ramsau 1999, vincendo la 50 km — la sua specialità preferita — dopo la 30 km olimpica di Nagano.

imperturbabile — Partito da Haapajarvi (al confine con la Svezia), Myllylä amava confondere i curiosi seminando incertezze continue. Per una birra di troppo era pronto a rinunciare a una gara: qualcosa più di una fede. Tre anni fa era stato condannato da un tribunale finlandese per guida in stato di ebbrezza e eccesso di velocità. Due giorni dopo la condanna era stato fermato nuovamente con un tasso alcolico nel sangue superiore al consentito. Il tribunale aveva stabilito una condanna a 3 mesi e 10 giorni con sospensione della pena, oltre al ritiro della patente per otto mesi. Ma ormai sportivamente era finito. Era un meditatore solitario per il quale contavano solo la moglie Suvi, conosciuta al liceo, e i figli. Myllylä il pensatore era abituato a pesanti recuperi: abbassava il capo, quasi un calvario in gara, e viveva vere torture interiori, fisiche e mentali, trasformandole in felicità discreta, impassibile dopo il traguardo. La sua casa era trasformata in una camera ipobarica. Quando fu trovato positivo nella staffetta ai Mondiali 2001, non esitò ad ammettere che aveva fatto uso di epo. Fu con l’alcol la sua vera condanna. Ma non era un campione maledetto.

Ma diciamo che quella positività mise anche dubbi sulla sua precdente carriera... forte era forte, tacnicamente era molto valido come tutti i nordici del resto, però lui stesso ammise l'uso di doping già da qualche anno dopo che lo beccarono...

Comunque dispiace, rip.