Processo Ruby: "testimonianza" Berlusconi

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Ronald Jeremy Hyatt
00venerdì 19 ottobre 2012 15:33
non capisco un cazzo di legge (e non solo quello) ....ma mi spiegate per quale principio Berlusconi oggi si è presentato in aula e invece di essere interrogato ha blaterato davanti alla corte per 30 minuti sparando cazzate a destra e manca e insinuando il dubbio di accanimento contro di lui e di una giuria prevenuta e ostile?
La Vostra
sanchez_79
00venerdì 19 ottobre 2012 15:37

Caso Ruby: Berlusconi 'Bunga-bunga è battuta, mai fatto sesso con Ruby'

MILANO - Silvio Berlusconi, imputato a Milano al processo Ruby, arrivato in aula per rendere dichiarazioni spontanee, ancor prima che si aprisse l'udienza, ha stretto la mano al procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini che insieme al Pm Antonio Sangermano rappresenta la pubblica accusa. Berlusconi ha reso dichiarazioni spontanee stando seduto, dal banco in prima fila, con a fianco i suoi avvocati.

Al temine delle sue dichiarazioni, Berlusconi prima di lasciare l'aula, ha stretto di nuovo la mano ai due magistrati, scambiando con loro un paio di battute.

LE DICHIARAZIONI SPONTANEE DI BERLUSCONI
'MAI AVUTO RAPPORTI INTIMI CON RUBY' - "Posso escludere con assoluta certezza che si siano mai svolte scene di natura sessuale" a Arcore. Lo ha spiegato Silvio Berlusconi leggendo una memoria in sede di dichiarazioni spontanee.

"Non ho mai avuto rapporti intimi di qualsiasi tipo" con Ruby, e poi "ero convinto avesse 24 anni, come lei aveva detto".

Quando Ruby venne identificata alla Questura di Milano e Nicole Minetti chiamò l'ex premier "e mi disse che era minorenne e marocchina, la notizia mi lasciò di stucco, perché capii che si era costruita una seconda identità, forse per coprire la sua condizione miserevole". Ha raccontato Berlusconi nelle dichiarazioni spontanee al processo.

"L'espressione bunga-bunga nasce da una battuta che ho ripetuto più volte e che è stata riportata anche dalla stampa".

"Non ho mai esercitato pressioni sui funzionari della questura di Milano", ha affermato Berlusconi. L'ex premier è accusato di concussione e prostituzione minorile. "Si è favoleggiato molto sulle serate nella mia residenza privata con chiari intenti diffamatori e con una intrusione nella vita privata di un cittadino". E' quanto ha affermato Silvio Berlusconi in sede di dichiarazioni spontanee nel processo milanese sul caso Ruby.

Le serate ad Arcore si svolgevano con delle "cene in una grande sala da pranzo, nelle quali io ero al centro della tavola e monopolizzavo l'attenzione cantando, parlando di sport, di politica e di gossip". Così Berlusconi ha spiegato davanti ai giudici del processo sul caso Ruby come andavano le serate nella sua residenza di Villa San Martino.

Berlusconi contattò, la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 la questura di Milano, nei cui uffici si trovava Ruby "per evitare complicazioni diplomatiche" perché "volevo aiutare" la ragazza. L'ex premier ha spiegato che quella sera, quando contattò gli uffici di via Fatebenefratelli, si trovava a Parigi dove ricevette la telefonata di Miram Loddo che lo avvisava.

Dopo un incontro a Villa Madama con il presidente egiziano "rimasi nel convincimento che Ruby avesse un legame parentale con Mubarak". Lo ha chiarito Silvio Berlusconi nel corso del processo con al centro la giovane marocchina e le serate ad Arcore.

Berlusconi ha spiegato di aver letto su alcuni giornali "che questo tribunale avrebbe già deciso per la mia condanna". E ha aggiunto in sede di dichiarazioni spontanee: "Spero non sia così, altrimenti questo sarebbe un paese incivile e barbaro".

"Ipotizzare che volessi tenere segreto il contenuto delle serate della mia residenza di Arcore é risibile". E' un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese oggi in aula da Silvio Berlusconi al processo Ruby. L'ex premier ha spiegato che nel processo "l'erroneo e pretestuoso filo conduttore" sono le feste a villa San Martino.

Nel corso delle sue dichiarazioni spontanee nel processo sul caso Ruby, Silvio Berlusconi ha ripetuto l'ormai celebre espressione "l'Italia è il Paese che amo" che pronunciò quando scese in campo. "In Italia, che è il Paese che amo - ha detto l'ex premier - deve esserci la certezza sull'imparzialità dei giudici".

"Non ho mai avuto timore che i miei ospiti raccontassero di accadimenti indecenti nella mia abitazione". Così Berlusconi spiegando lo svolgimento delle feste ad Arcore. L'ex premier ha spiegato di "escludere con assoluta tranquillità" che a Villa San Martino "si siano mai svolte scene di natura sessuale".

"Una mostruosa opera di diffamazione nei miei confronti e nei confronti delle mie ospiti".

"Non c'é mai stata da parte mia una dazione di denaro per rapporti intimi con le mie ospiti. E le mie ospiti non potevano essere considerate delle escort, come poi avvenuto creando danni alla loro vita".

"La decisione di contattare la Questura di Milano mi fu suggerita dall'onorevole Valentino Valentini e da un caposcorta che diceva che poteva prendere contatti con un funzionario". L'ex premier ha definito quella decisione "una scelta doverosa per evitare un incidente diplomatico
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