“Sposati da 60 anni, vogliamo morire insieme”: in Belgio il primo caso di eutanasia di coppia

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La Furia
00sabato 27 settembre 2014 20:39
Francois e Anne, 89 e 86 anni, hanno scelto il suicidio assistito per paura di rimanere vedovi. Anche i figli sono d’accordo e li hanno aiutati nel trovare una clinica disposta ad effettuare la procedura. Ma la loro decisione riaccende la polemica sui requisiti di accesso al trattamento.


Morire insieme, dopo una vita trascorsa fianco a fianco. Fa discutere in Belgio la storia di Francois e Anne, coppia ottuagenaria che ha deciso di rivolgersi all’eutanasia, pur in assenza di una vera e propria malattia che comprometta permanentemente la qualità della vita. “Siamo soddisfatti del tempo vissuto, siamo stati sempre insieme. Se uno dei due morisse sarebbe impossibile per l’altro andare avanti: non vogliamo affrontare la sofferenza della solitudine”, hanno spiegato al quotidiano belga Moustique.

Originari di Bruxelles, 89 anni lui, 86 anni lei, Francois e Anne progettano di essere il primo caso al mondo di eutanasia di coppia. Entrambi ricevono i trattamenti medici tipici di persone in età avanzata, come ad esempio assistenza nell’alimentazione e nelle uscite. Lui da vent’anni si cura per un cancro alla prostata, e non può fare a meno di una dose quotidiana di morfina. Lei è parzialmente cieca e quasi totalmente sorda. Ma sono comunque autosufficienti, in grado di continuare a vivere regolarmente. Escono anche a fare la spesa ogni giorno, rigorosamente insieme “per il timore che l’altro possa non tornare”. Adesso però, un po’ per paura del futuro, un po’ per gli acciacchi del presente, hanno deciso di farla finita.

Anche i figli adulti sono d’accordo: “Non avremmo la possibilità di prenderci cura di nostro padre o nostra madre, una volta vedovi. È giusto che possano morire insieme, se è quello che vogliono. È la soluzione migliore”, ha confermato Jean-Paul, 55 anni, il maggiore dei tre figli. È stato proprio lui ad occuparsi degli aspetti pratici della vicenda: un primo tentativo è caduto nel vuoto qualche mese fa, quando un dottore si è rifiutato di procedere all’eutanasia per mancanza di condizioni. È andata meglio al secondo approccio, stavolta in una clinica delle Fiandre, regione dove viene praticato l’82% dei casi di suicidio assistito nel Paese.

Come in altri Stati d’Europa (Olanda, Svizzera, Svezia, Finlandia, Norvegia, Francia, Ungheria), dove sono ammesse varie forme di eutanasia attiva, passiva o suicidio assistito, in Belgio la “dolce morte” è stata legalizzata nel 2002, e anzi si tratta di uno dei Paesi con la normativa più avanzata in materia. Proprio in Belgio, infatti, nel 2013 è stato registrato il dato record di 1807 eutanasie, con una media di cinque al giorno. E nel 2012 c’era stato un altro caso di suicidio“duplice”, richiesto dai gemelli Verbessem a cui era stata diagnosticata una malattia che gli avrebbe portati in breve tempo alla cecità completa. Stavolta per ottenere il via libera la coppia di ottuagenari ricorrerà al concetto di “sofferenza psichica”, in questo caso dovuta alla paura di rimanere soli.

Si tratta di una possibilità ammessa dalla legge e che viene utilizzata sempre più di frequente. L’anno scorso la transessuale Nancy Verhelst, 44 anni, si era uccisa attraverso un’iniezione letale dopo che i dottori avevano bocciato la sua richiesta di un’operazione per cambiare sesso. E qualche settimana fa Frank Van Den Bleeken, stupratore e omicida, è stato il primo detenuto ad avere diritto all’eutanasia per la sua “condizione psichica”. Proprio lo sdoganamento di questo genere di motivazione ha però rinfocolato la polemica sull’eutanasia, specie nei Paesi (come il Regno Unito) in cui ancora si discute se introdurre o meno una normativa a riguardo. “L’eutanasia si sta trasformando in qualcos’altro: ci vogliono delle maggiori restrizioni sui requisiti per accedere al trattamento”, protestano le associazioni contrarie.

Ma, incuranti delle polemiche generate dalla loro scelta, Francois e Anne si preparano alla fine. “Sono felici, parlano della loro morte come se stessero pianificando una vacanza”, afferma la figlia della coppia. L’appuntamento è fissato al tre febbraio del prossimo anno, giorno del loro 62esimo anniversario di matrimonio. L’ultimo di un’intera vita affrontata insieme, anche nella morte.


lastampa.it


Personalmente mi turba abbastanza sto fatto che le persone, a prescindere dalla propria età e dal proprio status, vogliano morire in anticipo, ma chi siamo noi per impedire a delle persone di suicidarsi senza deturpare il proprio corpo soffrendo?
Non so... Sono sempre stato favorevole all'eutanasia, ma per casi che riguardavano soggetti come Eluana Englaro, o malati terminali che comunque morirebbero da lì a qualche mese.
Se effettivamente dessero il nullaosta anche per quello che effettivamente sarebbe un suicidio dettato dalla mera voglia di morire in assenza di vere cause cliniche, pensate che si avrebbero ripercussioni in un futuro anche più anteriore?
Sinceramente sotto quest'aspetto sarei più per una politica del "non expedit" riguardo certi casi particolari... Anche se, effettivamente, chi siamo noi per impedire alla gente di morire? Da come la mette questo articolo pare che sti due vecchietti quasi non vedano l'ora di tirare le cuoia...
@Chaos@
00sabato 27 settembre 2014 20:50
beh cmq a 89 e 86 anni se te sei rotto il cazzo c'hai pure ragione, poi meglio cosi' che ammazzasse co la varichina.
NowSayMyName
00domenica 28 settembre 2014 13:39
Sono d'accordo.

Se uno condivide 3/4 della sua vita con una persona e questa viene a mancare tutto perde di significato, tra cui l'esistenza stessa...
liliripes
00domenica 28 settembre 2014 14:06
Re:
La Furia, 27/09/2014 20:39:

pensate che si avrebbero ripercussioni in un futuro anche più anteriore?




io penso che in un futuro anteriore si saranno avute delle ripercussioni [SM=x2584914]

comunque finché l'eutanasia riguarda il soggetto che decide di suicidarsi e non gente che lo vuole "suicidare" per me va benissimo. [SM=x3929505]
El Scorcho
00domenica 28 settembre 2014 14:17
Non ho letto tutto e non entro nello specifico, ma l'eutanasia con queste motivazioni è al limite del capriccio.
@Chaos@
00domenica 28 settembre 2014 15:43
Re:
El Scorcho, 28/09/2014 14:17:

Non ho letto tutto e non entro nello specifico, ma l'eutanasia con queste motivazioni è al limite del capriccio.




ma anche fosse, che poi mi pare invece una situazione piuttosto comprensibile, tu in realta' stai etichettando capriccio quello che per la razza umana e' un tabu', cioe' il suicidio, il tabu del suicidio e' legato alla credenze soprannaturali, nel momento in cui l'uomo si rende conto della vita e della morte associa i due stati alla concessione degli stessi da parte di poteri sovrannaturali.
In realta' la vita e' sacra come insegna Carlin e' un concetto di merda, la vita' e' sacra per chi vuole vivere e il termine sacro e' relativo, la vita e' in realta' importante per chi vuole vivere in quanto serve appunto a tenersi in vita, per chi vuole morire la vita non e' importante ma diventa importante terminarla.
Questa frase sopra sembra una banalita' ma e' il concetto stesso della vita come massima proprieta' individuale, e' importante fino a quando la reputi importante te, e quando non la reputi piu' importante e perche' non ti deve venire concedessa una morte dignitosa piuttosto che un brutto suicidio?
NowSayMyName
00domenica 28 settembre 2014 16:04
Re: Re:
@Chaos@, 28/09/2014 15:43:




ma anche fosse, che poi mi pare invece una situazione piuttosto comprensibile, tu in realta' stai etichettando capriccio quello che per la razza umana e' un tabu', cioe' il suicidio, il tabu del suicidio e' legato alla credenze soprannaturali, nel momento in cui l'uomo si rende conto della vita e della morte associa i due stati alla concessione degli stessi da parte di poteri sovrannaturali.
In realta' la vita e' sacra come insegna Carlin e' un concetto di merda, la vita' e' sacra per chi vuole vivere e il termine sacro e' relativo, la vita e' in realta' importante per chi vuole vivere in quanto serve appunto a tenersi in vita, per chi vuole morire la vita non e' importante ma diventa importante terminarla.
Questa frase sopra sembra una banalita' ma e' il concetto stesso della vita come massima proprieta' individuale, e' importante fino a quando la reputi importante te, e quando non la reputi piu' importante e perche' non ti deve venire concedessa una morte dignitosa piuttosto che un brutto suicidio?




Evento più unico che raro, ma lo devo ammettere: sono totalmente d'accordo con te.

Il valore intrinseco della sacralità della vita è un dogma calato dall'alto, che risuona nelle nostre orecchie fin da quando abbiamo memoria della nostra esistenza.
Al di là del dogmatismo religioso, il discorso panglossiano secondo il quale viviamo nel migliore dei mondi possibili è piuttosto discutibile, per non dire che è proprio una cazzata come già ben espresse Voltaire nel suo Candido.
Se la vita dunque, estrema proprietà personale, non è ritenuta tale da essere vissuta dal vivente, chi sono io per impedirgli di porle fine?
El Scorcho
00domenica 28 settembre 2014 17:03
Re: Re:
@Chaos@, 28/09/2014 15:43:




ma anche fosse, che poi mi pare invece una situazione piuttosto comprensibile, tu in realta' stai etichettando capriccio quello che per la razza umana e' un tabu', cioe' il suicidio, il tabu del suicidio e' legato alla credenze soprannaturali, nel momento in cui l'uomo si rende conto della vita e della morte associa i due stati alla concessione degli stessi da parte di poteri sovrannaturali.
In realta' la vita e' sacra come insegna Carlin e' un concetto di merda, la vita' e' sacra per chi vuole vivere e il termine sacro e' relativo, la vita e' in realta' importante per chi vuole vivere in quanto serve appunto a tenersi in vita, per chi vuole morire la vita non e' importante ma diventa importante terminarla.
Questa frase sopra sembra una banalita' ma e' il concetto stesso della vita come massima proprieta' individuale, e' importante fino a quando la reputi importante te, e quando non la reputi piu' importante e perche' non ti deve venire concedessa una morte dignitosa piuttosto che un brutto suicidio?



Scrivendo "Non entro nello specifico [riguardo all'eutanasia]" era proprio per evitare di fare discorsi, beh, ovvi.

Riguardo a questa situazione, appunto, il discorso che farei è molto più terra terra. Due ultra-ottantenni ancora autosufficienti (pare), che verosimilmente stanno ancora più che bene insieme ma, per questo, vogliono farla finita insieme, pensando innanzitutto a porre fine alla vita del coniuge piuttosto che alla propria... non è un capriccio? Che non è mica un "giudizio" sull'eutanasia in sè. Poi hey, contenti loro, contenti tutti. Ad 80 anni, del resto...
MatthewDeschain
00domenica 28 settembre 2014 21:06
Per come la vedo io se uno non è contento della sua vita può benissimo farla finita. Non vedo davvero il problema nel rompere il cazzo agli altri, quando sento l'aggettivo sacro mi si infiammano le palle, è il modo migliore per limitare le libertà.
King of OWW
00lunedì 29 settembre 2014 15:44
Re:
MatthewDeschain, 28/09/2014 21:06:

Per come la vedo io se uno non è contento della sua vita può benissimo farla finita. Non vedo davvero il problema nel rompere il cazzo agli altri, quando sento l'aggettivo sacro mi si infiammano le palle, è il modo migliore per limitare le libertà.




completamente d'accordo.
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