Re:
Greg Valentine, 04/08/2014 18:44:
Solito articolo da fine della civiltà. Già visto, già letto, 'ste cose le abbiamo pensate un po tutti almeno una volta. La cultura, il senso critico o di più la voglia di conoscere non si possono massificare. Si può aumentare l'istruzione media, l'alfabetizzare, ma gli eruditi sono sempre stati e saranno sempre una minoranza, aldilà delle ore di programmazione colta che trasmettono sulla tv generalista (che poi prima c'era Quark, oggi ci sono Focus, National Geo, History, Science, oggi ci sarebbe pure più scelta), e del numero crescente di opportunità per informarsi. La tv spazzatura non c'entra niente.
I complottismi, le teorie strapalate e la gente che crede a tutto, sono solo fasi di intermezzo dell'alfabetizzazione. Internet stesso comincia ad essere diffuso su larga scala da nemmeno 5 anni, molta gente non capisce che qualsiasi idiota può scrivere un articolo e non bisogna credere a tutto ciò che si legge. Ci vuole tempo, come per tutto.
Per quanto l'autore sia uno che studia scienze politiche due anni fuori corso alla Sapienza, e dalle interazioni che abbiamo avuto su facebook non è propriamente brillante ( è admin su Gravita Zero, probabilmente giusto perché collabora con il corriere), quindi non esattamente il massimo della qualifica per parlare di divulgazione scientifica "alta", secondo me hai mancato il suo punto, che effettivamente è sensato.
Il punto (IMHO) è il cinismo, e più specificamente lo spingere giù gli altri per sollevare se stessi, più o meno da tutte le parti. A me non piacciono quelle sparate che di solito finiscono con "..ma se tutti noi riuscissimo nel nostro piccolo a fare X allora il mondo sarebbe un posto migliore, laviamoci la coscienza e blablabalb", come un genitore che con condiscendenza e superiorità cristiana dice "piccolo complottaro, cerca di essere più aperto e curioso verso il mondo, e converti il tuo odio in amore" e poi si gira dall'altra parte "e tu piccolo debunker, ritrova la tua fiducia nell'umanità e combatti con amore la tua santa battaglia" ma mi sembra che un po' tutta la cultura pop negli ultimi anni sia intrisa di questo cinismo nei confronti delle persone che, anche al netto di "o tempora o mores" si è fatto sicuramente più rumoroso.
Penso alla chiara moda degli zombies che da quello che era con Romero è diventata l'inconscia manifestazione dell'altro come una mindless and overwelming menace, in un mondo in cui l'uomo è piccolino e sovrastato da sfide globali principalmente abiotiche come il riscaldamento globale e roba del genere, su cui si sente di non aver controllo.
L'idea che la "scienza" (nel senso più propriamente etimologico) sia collegata al progresso e al bene di tutti è una roba che raramente è esistita nel corso della storia e direi mai prima dell'illuminismo; da allora è un pendolo che oscilla tra rigetto romantico e positivismo, tra postmodernismo e scientismo transumanista.
Credo, ricollegandomi all'accenno degli zombie, che molto sull'attitudine delle persone nei confronti del futuro e della loro ambivalenza si possa vedere da come la cultura pop tratta il futuro. E mi sembra che negli ultimi anni ci sia una risorgenza di survivalismo post-apocalittico mica male.
L'ambivalenza con la scienza come cosa pericolosa c'è sempre stata, dai tempi di Godzilla metafora della bomba atomica fino al virus T. Ma è sempre stata ambivalenza: c'era HP Lovecraft dove il sapere era male e portava alla follia ma anche il futurismo rosa delle macchine volanti e delle pillole alimentari; per ogni Rocky IV con Drago cattivo che si allena con la scienza malvagia c'è uno Star Trek, e blabla. C'è qualcosa nella cultura pop moderna mainstream il cui messaggio è (anche solo pseudo)positivista? Perché a me non viene in mente nulla.
Ocio, prima di dire "la tv non c'entra un cazzo blabla" che sto dicendo che la tv è l'effetto, non la causa; un sintomo, se preferisci la metafora.
versione tldr: fumetto tratto da una storia vera:
dresdencodak.com/2009/09/22/caveman-science-fiction/