Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Dj Sauron, 06/10/2013 23:29:
Vabbè ma che non siano proprio belle persone mi pare scontato, non è questo il punto. Solo non vedo questa connessione così stretta tra uno che guarda e chi lo produce, alla fine i primi danno sfogo in modo innocuo ad una deviazione altrimenti molto più pericolosa. Ma poi mica ho detto che non devono essere colpiti i consumatori, cioè chiaro che non deve essere permessa la diffusione, solo spesso si fa confusione tra "consumatore" e "spacciatore".
Ma poi sti video non sono in sharing tipo i porno standard? Chicazz'è che li va a pagare?
Innocuo per niente proprio, visto che non è che guardi un porno dove due o più attori adulti e consenzienti inscenano uno stupro o altre situazioni violente/degradanti, ma guardi un video dove un bambino è stato o rapito o venduto e viene costretto ad atti sessuali, spesso anche violenti. Qui il consumatore è consapevole di quello che sta acquistando. Certo, chi guarda il video non sta stuprando fisicamente quel bambino, sta solo guardando altri che lo stuprano.
Sinceramente non so come vengano diffusi questi materiali, ma contando che il tutto è spesso e volentieri nelle mani della criminalità organizzata mi riesce difficile credere che li mettano su un p2p di Tor, poi sicuramente i pedofili faranno anche scambi, ma la solfa non cambia, si stanno scambiando un crimine orrendo.
Come i clienti delle prostitute in strada, sono complici, sono il carburante di un immenso orribile crimine.
Se hai un'oretta di tempo guarda questo documentario, ci sono anche alcune immagini un po' forti, in particolare si vedono alcune foto del cadavere di un bambino morto dopo uno di questi video.
www.ceraunavolta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-e8882e6c-b826-4df6-8510-244eb70c26c0.html?...
Mae, una giovane prostituta thailandese morente a causa dell’Aids, racconta l’inferno della sua vita aprendo squarci impressionanti sulla realtà del turismo sessuale nel sudest asiatico, sulle reti pedofile, sui traffici di giovani vite e sul lucroso mercato della pedopornografia e della pornografia estrema, quella in cui la protagonista femminile, alla fine muore veramente.
Mae aveva appena tredici anni quando venne avviata alla prostituzione nell’area di Pattaya, una città thailandese di circa un milione e mezzo di abitanti, di cui ben 350.000 sono giovani donne e bambini in vendita esposti ad un flusso di turisti che raggiunge quasi i dieci milioni l’anno.
Di lei è stata venduta prima la verginità, poi il suo corpo bambino, in un crescendo di orrore, lo stesso che vivono quotidianamente tantissime giovanissime tra Thailandia, Laos, Cambogia, Vietnam e Birmania. Ma niente e nessuno è riuscito a piegarne l’anima.