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Le Iene contro Fabrizio Corona
21/04/2012 - In un video il pregiudicato dà ordini a un carabinieri
Le Iene contro Fabrizio Corona. In un video pubblicato sul sito della trasmissione Mediaset si vede il pregiudicato chiamare al telefono un carabiniere e dirgli: «Comandante ho bisogno di lei, urgentemente — dice — . Venga al “ristorante Le Langhe” tra dieci minuti, in divisa ». Scrive Repubblica:
Quello che Andrea Agresti, la “Iena” autore del servizio, definisce erroneamente nel servizio la “linea diretta con il comandante della questura di Milano” è in realtà una telefonata al comandante della stazione dei carabinieri di via Moscova, Enrico Guastini. Il militare si presenta nel ristorante e si trova di fronte il video della discordia: la denuncia di un autonoleggiatore che si è visto riconsegnare un’auto dall’ex agente dei vip, ad agosto, dopo 25 giorni invece dei tre pattuiti, con un danno di circa diecimila euro, multe comprese.
Una lite da cui è nata una denuncia penale:
«C’è reato?» chiede Corona a Guastini. Lui prima risponde che «la sua difesa la farà il suo avvocato », poi si lascia scappare un «secondo me, non c’è reato». Una frase che scatena la furia contro Agresti, travolto da urla, spintoni, tavoli che volano, pugni davanti a una telecamera sempre più traballante. «Io c’ho venticinque anni di galera» ripete urlando Corona, riferendosi alle condanne che rischiano di portarlo dietro le sbarre.
Il video scatena le polemiche. Sull’atteggiamento di Corona, ma anche verso il militare:
Interrogazioni al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola partono dal deputato Pd Dario Ginefra e dal collega dell’Udc Mauro Libè. «Mi auguro che ci sia un’indagine interna per chiarire i fatti» chiede Ginefra che contesta l’atteggiamento «remissivo» del comandante della Moscova e il fatto che paia «indifferente» all’aggressione dell’inviato di Italia 1. «Non credo — dice invece Libè — che sia una prassi normale che un cittadino convochi un carabiniere per rappresentare le proprie ragioni su una denuncia penale».
Contattato da Repubblica, il comandante Guastini si difende:
«Quando Corona mi ha chiamato, ho capito che stava combinando qualcosa di potenzialmente pericoloso» si giustifica. «Lui ha il mio numero perché gli ho notificato già a novembre un provvedimento, altre volte è stato molto difficile rintracciarlo. Non si fa trovare. Prima della sua telefonata, eravamo in attesa da quattro mesi. Così ho deciso di intervenire. Ho capito di aver sbagliato — continua Guastini — quando ha perso il controllo avventandosi contro quel ragazzo. Ma se non fossi andato e lo massacrava di botte, magari qualcuno avrebbe detto che i carabinieri non sono interventi».