Detroit è fallita

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
LightJotun91
00giovedì 5 dicembre 2013 19:49
È il più grande processo per bancarotta della storia negli Usa e probabilmente nel mondo.
da wired.it


È ufficiale: la città di Detroit è fallita. Steven Rhodes, un giudice federale statunitense, ha emesso ieri una sentenza destinata a fare storia. Si tratta infatti del più grande processo di bancarotta che sia mai stato avviato da una municipalità degli Stati Uniti. L’amministrazione pubblica di Detroit ha un buco da 18 miliardi di dollari che devono essere restituiti a più di 100mila creditori infuriati, tra investitori, cittadini, pensionati e imprenditori.

Intendiamoci, che Detroit fosse con l’acqua alla gola lo si sapeva da tempo. Le origini dell’emergenza risalgono al alla crisi dei mutui subprime e al crollo del mercato automobilistico internazionale. La città è (o è stata) la Motor City d’America, con le sue fabbriche e gli stabilimenti di General Motors, Ford e Chrysler, le “Big three” dell’auto made in Usa. Tra il 2007 e il 2010, con il declino delle vendite, le grandi fabbriche che davano lavoro a centinaia di migliaia di professionisti si sono ritrovate a essere drammaticamente sovradimensionate. Si stima che in quei tre anni siano andati perduti 150mila posti di lavoro. Il 25% della popolazione si è trasferita verso lidi migliori, facendo crollare il valore delle case di Detroit. Nel 2011, più della metà dei proprietari immobiliari della città non è stata in grado di pagare le tasse municipali, peggiorando il bilancio dell’amministrazione pubblica.

Ma la colpa non è soltanto dell’economia reale. Anche i diversi sindaci che si sono succeduti negli ultimi 30 anni non hanno certo fatto del loro meglio per controllare il bilancio pubblico. Alla fine degli anni ’50, il debito della città valeva l’equivalente di 3,3 miliardi di dollari di oggi. Nel 1985, una serie di gestioni oculate e di tagli drastici al personale pubblico avevano ridotto il buco a 1,4 miliardi di dollari. Poi l’impennata: nel giro di 20 anni, il debito è salito a oltre 9 miliardi di dollari, di cui 6 miliardi circa spesi per la ristrutturazione delle infrastrutture idriche della città. Sommando il debito delle pensioni pubbliche, della sanità e degli interessi sui bond, si arriva al totale record di 18 miliardi di dollari.

Così, il 18 luglio 2013, l’amministrazione di Detroit, guidata dal sindaco Dave Bing e dal commissario d’emergenza Kevin Orr, ha avviato le pratiche per la bancarotta. I sindacati e i fondi pensione si sono opposti, ritenendo che gli amministratori pubblici non avessero agito in buona fede nelle trattative con i creditori e che non meritassero, quindi, di accedere alle procedure agevolate offerte dalle corti americane. Oggi, il giudice Rhodes ha scartato tali obiezioni: buona o cattiva fede non importa, in entrambi i casi le trattative con oltre 100mila creditori sarebbero state troppo complesse per l’amministrazione municipale.

E così Detroit dà il via al suo processo di bancarotta, che porterà a un piano per tentare di salvare in extremis le finanze della città privatizzando o vendendo diverse strutture municipali. A farne le spese, però, saranno anche i dipendenti pubblici, che si vedranno probabilmente tagliare le pensioni e dei servizi di welfare sanitario.

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:57.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com