Dukan radiato dall’Ordine dei medici

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AtomBomb
00mercoledì 16 maggio 2012 22:51
Il suo metodo alimentare iperproteico, ormai diffuso a livello planetario, è fortemente criticato per gli squilibri che può causare. Carruba (Università di Milano): "Dieta scorretta e rischiosa, soprattutto per i reni"

Pierre Dukan, il nutrizionista più famoso del momento, è stato radiato dall’Ordine dei Medici. Il dietologo, ‘inventore’ di una dieta iper-proteica di grande successo ma anche molto controversa, aveva richiesto egli stesso la radiazione il 19 aprile scorso: una mossa che secondo i responsabili dell’Albo, che lo accusano di violare il codice deontologico sospinto da avidità di denaro, puntava ad evitare i due procedimenti disciplinari nei suoi confronti. Procedimenti che però, ha già fatto sapere il presidente dell’Ordine di Parigi, Irene Kahn-Bensaude, non saranno comunque sospesi perché precedenti alla radiazione.

L’accusa a Dukan è di aver mancato di prudenza nelle sue affermazioni, di essersi fatto promozione personale e di esercitare la medicina come un mestiere. Il suo libro ‘Je ne sais pas maigrir’ (“Non so perdere peso”), pubblicato nel 2000, ha venduto 4,5 milioni di copie solo in Francia e il suo metodo alimentare, basato sull’abolizione di zuccheri e carboidrati, è ormai diffuso a livello planetario ma fortemente criticato per gli squilibri alimentari che può causare. Dukan ha inoltre proposto un’opzione anti-obesità per il ‘baccalaureato’, che ha suscitato un nuovo vespaio di polemiche. In sostanza propone agli studenti laureandi di guadagnare punteggio se non avessero guadagnato peso negli ultimi due anni. Un’idea per cui il ministero dell’Istruzione lo ha accusato di aver fatto “discriminazione fisica senza saperlo”, e il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Medici lo ha accusato di non aver misurato l’impatto su adolescenti fragili, anoressici o in sovrappeso.

Per l’Ordine dei Medici Dukan non ha rispettato “il codice etico, secondo cui un medico deve essere prudente nelle sue affermazioni pubbliche” e ha ipotizzato che il dietologo abbia violato il principio in base al quale “la medicina non deve essere esercitata come un mestiere”. La radiazione però non avrà impatto sulla sua attività professionale: è in pensione dal 2008, svolge una ridotta attività di consulenza e rifiuta nuovi pazienti. Quanto alla sua attività di comunicazione pubblica, potrà comunque dirsi ‘dottore’ in quanto il titolo è dovuto a un diploma di Stato.

Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università di Milano, concorda con la decisione di radiarlo dall’ordine. ”Dukan usava un approccio con una dieta iperproteica – afferma il professor Carruba – che fa perdere peso perché produce un accumulo di corpi chetonici, e questo provoca nausea e riduce l’appetito. Le persone a questo punto non mangiano perché hanno disgusto del cibo, inoltre i corpi chetonici sono dannosi per i reni e alla lunga possono procurare danni reali”. In più, prosegue l’esperto, una dieta iperproteica può essere efficace nel breve periodo, perché favorisce un rapido calo di peso, ma “un approccio di questo tipo non educa a una dieta corretta” . Normalmente infatti, chi perde peso con una dieta di questo tipo “lo fa per 2-3 settimane, poi si stufa e riacquista il peso perduto. Se si continuasse più a lungo, i rischi sarebbero più marcati, specie quello di avere problemi renali”.

Un altro problema del metodo è la mancata sperimentazione perché “funziona nel breve periodo ma nessuno va a vedere statisticamente com’è la funzionalità dei reni dopo 2-3 settimane. Molti dietologi inventano una dieta e la applicano sui pazienti senza vederne l’efficacia e gli effetti collaterali”
. Una fama quindi immeritata? “La dieta ha avuto questa popolarità perché molto pubblicizzata, per imitazione. Ma è una dieta squilibrata, tutte le ricerche dicono che una dieta deve rispettare la proporzione tra macronutrienti, il 60% deve venire da carboidrati, il 30% da grassi e il resto da proteine. Una dieta iperproteica significa facilitare la chetosi, ovvero l’alterazione del metabolismo degli acidi grassi”. La radiazione, conclude Carruba, “mi sembra opportuna: esiste una scienza della nutrizione e chi ha una laurea in medicina ha il dovere di documentarsi. Se qualcuno non lo fa e usa approcci innovativi senza averli sperimentati, mette a rischio la salute dei pazienti”.
MasslessMeson
00giovedì 17 maggio 2012 00:47
G O D O.
Y2J the best
00giovedì 17 maggio 2012 00:59
Su un sito ho trovato questo, che ne dici Massless?



È possibile che lo abbiate già sentito dire. Questo mito trae origine dal fatto che di solito si prescrivono diete povere di proteine ai soggetti con problemi ai reni (disfunzioni). Questo perché i reni si affaticano filtrando molte sostanze, tra le quali i nutrienti e l'urea (un sottoprodotto del metabolismo proteico). Il colmo è che quasi nessuno sa che i malati di reni all'ultimo stadio, i dializzati, devono perlopiù seguire diete ricche (e non povere) di proteine. Ignorando tutto ciò, molte persone ritengono che gli alimenti ricchi di proteine diano problemi ai reni perché si dice di evitarne il consumo ai malati di reni.

Ecco come nasce il mito. Non è una conclusione logica. Sarebbe come dire che siccome chi ha malattie a carico della muscolatura non dovrebbe sollevare carichi pesanti, l'allenamento con carichi pesanti comporta malattie a carico della muscolatura. Da pazzi no? Beh, è lo stesso ragionamento viziato di prima.

Non solamente questo mito diffuso è contrario alla logica, ma è anche privo di fondamento scientifico. Vi interesserà sapere che la scienza dimostra tutto il contrario: le diete iperproteiche non creano alcun problema a carico dei reni nei soggetti sani.

Uno studio eseguito di recente presso l'Università di Brussels, in Belgio, ha esaminato gli effetti delle diete iperproteiche in atleti allenati coi pesi.1 I dati hanno rivelato che nonostante concentrazioni maggiori di acido urico e calcio, i valori relativi all'eliminazione della creatinina, dell'urea e dell'albumina erano nella norma. Il bilancio azotato era positivo quando la quota proteica giornaliera superava 1,26 g per kg di peso corporeo ma non c'era alcuna correlazione tra la quota proteica e la clearence della creatinina, il tasso di escrezione dell'albumina e quello del calcio.

I ricercatori hanno concluso che quote proteiche anche fino a 2,8 g per kg di peso corporeo non creano problemi per la funzionalità renale in atleti ben allenati come indicato dai valori della funzionalità renale presi in considerazione per questo studio. Perciò, secondo lo studio, un atleta può consumare in tutta sicurezza anche 2,8 g di proteine per ogni chilogrammo di peso corporeo. In pratica un uomo di 90 kg può ingerire fino a 252 g di proteine al giorno senza temere di affaticare i reni.

Nonostante l'evidenza gli scettici chiederanno: "E se fosse uno studio isolato?". La risposta è un bel no. Ci sono dozzine di studi sulla sicurezza e sulla necessità delle diete iperproteiche per atleti sani che si allenano intensamente. Gli scettici possono leggersi le ricerche di M. A. Tarnopolsky o di Peter Lemon, due ricercatori universitari di fama mondiale che hanno dedicato gran parte del loro tempo a determinare il preciso fabbisogno dietetico degli atleti. Soprattutto Peter Lemon è un vero pioniere nel settore. Ogni atleta dovrebbe leggere i suoi articoli.
Bazinga!
00giovedì 17 maggio 2012 01:13
Puzzava di truffatore a me che non ne capisco nulla di diete, quindi figurarsi...
The monster abyss 87
00giovedì 17 maggio 2012 09:12
bene così
martozen
00giovedì 17 maggio 2012 11:47
Re:
AtomBomb, 16/05/2012 22.51:


Per l’Ordine dei Medici Dukan non ha rispettato “il codice etico, secondo cui un medico deve essere prudente nelle sue affermazioni pubbliche”




Però secondo questa affermazione andrebbero radiati tutti i medici italiani che vanno in tv parlando di miracoli.
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