Caro Federico sopporta ancora, cercano di cancellare e sminuire le 54 lesioni, la distruzione dello scroto, i due buchi sulla tua testa, le grida di basta e aiuto che tu imploravi. 54 processi sarebbero stati necessari, dirà il giudice Caruso, nelle motivazioni della sentenza di condanna di I° grado. Ora vogliono capire se tu sia morto di infarto o per compressione, come se quelle ferite non contassero niente, come anche i due anni di ricostruzioni processuali pesantissime per tutti e per le stesse istituzioni…. Dicono che saresti morto comunque. Chi li difende vuole dimostrare, attraverso le perizie…, che quegli agenti quella maledetta mattina, vigliacca, infame e assassina fecero solo il loro dovere. Saresti morto lo stesso comunque. Pazzesco e inaccettabile ai miei occhi. Quante persone affrontate in quel modo sarebbero morte? E tu non avevi commesso reati e non stavi per essere arrestato. Stavi andando per la tua strada e ammesso e concesso che tu ti saresti comportato in modo strano, non li giustificava certo di infierire su un ragazzino di 18 anni con tutta una vita davanti ed esistono i modi giusti, senza cercare affannosamente di arrampicarsi sugli specchi ogni volta, accusando la vittima della sua morte. E quella morte, per come avvenne può essere definita ai miei occhi di padre soltanto come un’uccisione terribile di un ragazzo che non stava facendo del male a nessuno e che quella mattina maledettamente incontrò quattro individui in divisa… In parole semplici semplici, al I° grado hanno subito una condanna, come se fossero passati con il rosso e investito qualcuno, ma quella mattina quei 4 individui passarono 54 volte mentre qualcuno li implorava di smetterla. Orribile. Altro che 3 anni e 6 mesi… io ora gli darei l’ergastolo… Siamo quasi alle fasi finali e questo mi conforta Federico. Va bene così, era il prezzo da pagare e fa parte delle regole. L’evidenza di quanto accaduto è palese e chiaro, ma le garanzie di legge, fino al III° grado di giudizio, così impongono. Tutti abbiamo bisogno di avere la certezza della responsabilità di chi poi dovrà pagare “il conto terreno” per il resto della sua vita, davanti agli uomini. Sono tranquillo e ho piena fiducia nei giudici e non solo, Poi non so…
Per chi non l’avesse ancora visto e ne avrà voglia, affinchè se ne faccia una propria idea senza condizionamenti, anche se gli atti processuali acquisiti nel mio cuore di padre e non solo… gridano giustizia, Sabato 21 maggio 2011, alle ore 23,35 Rai 3 manderà in onda il documentario di Filippo Vendemmiati premiato con il premio David di Donatello con i complimenti del Presidente della Repubblica. Grazie a chi ha restituito e continua a farlo, perché da soli non si va da nessuna parte, un filo di voce a Federico.
Un abbraccio speciale a tutti i querelati, sperando che questo scempio abbia fine, affinchè si possa tutti (quasi..) ritornare a respirare con serenità e pace, magari con un pensiero rivolto al cielo che avvolga con una luce d’amore il nostro piccolo e prezioso mondo, fino al giorno in cui da qualche parte ci ritroveremo.
Lino Aldrovandi, papà di Federico
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