Re:
rogerio guerrero, 13/06/2014 18:23:
Innanzitutto Foucault.
poi eh, chiedi troppo...non é una cosa che si spiega in 5 minuti. Fai delle domande e dei dubbi e vediamo cosa succede.
....certo se mi fai un bonifico, posso mandarti una FFZ dettagliata
il problema è che non ci vedo differenze tra il suo metodo archeologico che (se ho capito bene) dovrebbe scavare sotto quelle verità date per ovvie e autoevidente e far emergere così quelle strutture latenti che le hanno determinate; queste strutture, che si affermano per un lungo periodo di tempo, determinano le regole e gli oggetti dei discorsi delle varie discipline, ma soprattutto gi epistemi, che sono infrastrutture mentali che condiziionano il nostro pensare e la nostra esperienza; infrastrutture sulle quali noi basiamo le nostre conoscenze, teorizzazioni e quant'altro.
Col metodo archeologico Foucault quindi ci dice che le strutture (longe durèè) determinano cosa viene percepito come vero e cosa falso dagli individui e determinano anche il significato delle pratiche e dei concetti del nostro mondo.
Il suo metodo genealogico, ereditato e influenzato da Nietzsche, afferma che i significati dei concetti e delle pratiche (e dunque anche dei valori) non sono universali e costanti ma variano nel corso delle epoche, per via delle lotte di potere; ergo il potere è intrecciato con il sapere, in quanto quest'ultimo è espressione del potere ma al tempo stesso il sapere impone nuove forme di controllo(quindi potere);solo che determinanti concetti stabilendosi per lungo periodo vengono percepiti come ovvi e naturali dalle persone.
Dunque storia è segnata da delle discontinuità dove ad un certo punto valori, morale e quant'altro cambiano il loro significato; si oppone dunque a una visione romanzata della storia, come lineare e che protende verso un fine ultimo.
Io non riesco a capire qual'è la differenza.