Guzzanti shock su “Il Giornale”: “No tasse ai ricchi, la povertà è una punizione di Dio”

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santiago60
00venerdì 12 agosto 2011 12:15
Guzzanti shock su “Il Giornale”: “No tasse ai ricchi, la povertà è una punizione di Dio”

Poveri ricchi. Tutti a dargli addosso, a condannare la loro opulenza, a mettere alla gogna chi rivendica, semplicemente, il proprio “diritto primario” alla felicità. Come se non bastasse quel passaggio del Vangelo che recita impietosamente: “Entra più spe­ditamente il filo nella cruna dell’ ago che un ricco in paradiso”. Eppure, non c’è voce che si levi contro questa “crociata banale”, contro il ”pogrom ideologico di una società fragile che ha nel suo Dna ”Masaniello e Cola di Rienzo, Savonarola e l’assalto ai forni, gli untori e la colonna infame”. Parole del senatore Paolo Guzzanti (del gruppo dei Responsabili) che oggi su “Il Giornale” si fa in quattro per spiegare perché la patrimoniale proprio non va: “In una società laica, scrive Guzzanti- se uno vuol spendere quel che ha per un bagno nello champagne, nessuno dovrebbe avere il diritto di impicciarsi e sanzionare una tale frizzata abitudine.” E’ preoccupato, Guzzanti, per quel che accade in Italia, per quella abominevole tendenza pauperistica a “tassare chi ricerca il piacere”, a vessarlo con una “macchina fiscale intimidatoria”, facendo leva sull’ideologia della rabbia tipica dei poveri che vuol ghettizzare la ricchezza nei lager. Maledetti poveri: in una società liberale, ricorda Guzzanti, “al povero si dovrebbe chiedere: che cosa hai fatto dunque di male se Dio ti punisce con il sudiciume della povertà, anziché con l’ordinato lindore del benessere?“. E invece no “da noi si capovolge la domanda e si chiede conto a chi produce o possiede ricchezza, del sudiciume del suo denaro. È ovvio -ammette a malincuore Guzzanti- che in una società in cui molti sono ricchi per traffici illegali, un’aura di sospetto aleggi su chiunque abbia denaro ma allo stesso modo la giustizia dovrebbe garantire che fasce più o meno larghe della popolazione non vivessero di stipendi gonfiati, pensioni di invalidità non dovute” . Insomma, piantiamola di assaltare gli yacht, e andiamo seriamente a stanare quei pezzenti che aspirano impropriamente all’uso della sopravvivenza. E soprattutto piantiamola di “far credere sempre che le difficoltà, le crisi, le pestilenze e i crolli in borsa, siano opera della losca confraternita dei borghesi produttori di profitto, che vanno prima di tutto additati al pubblico disprezzo in un clima di intimidazione”. Così parlò Max Weber o forse Briatore.


forza morte [SM=x2601644]
Fight 4 Your Freedom!
00venerdì 12 agosto 2011 12:21
[SM=x2584183]
it.wikipedia.org/wiki/Voto_di_povert%C3%A0

Ma i figli che dicono di lui, per sapere?
santiago60
00venerdì 12 agosto 2011 12:23
Re:
Fight 4 Your Freedom!, 12/08/2011 12.21:

[SM=x2584183]
it.wikipedia.org/wiki/Voto_di_povert%C3%A0

Ma i figli che dicono di lui, per sapere?[/QUOTE]


forza morte? [SM=x2601644]
AtomBomb
00venerdì 12 agosto 2011 12:27
Come è facile e (banale) la crociata contro i ricchi

La crisi dei mercati riporta in voga un’ideologia cieca che condanna l’opulenza. Ma negare il diritto alla felicità materiale ci riporta al clima oscuro del Medioevo

Tutto è nato probabilmente da un rozzo errore di traduzione, perché kàmelos in greco vuol di­re sia cammello sia filo, sicché la celebre frase del Vangelo suona­va in origine così: «Entra più spe­ditamente il filo nella cruna dell' ago che un ricco in paradiso». Come dire: non tutte le ricchez­ze e no­n tutti i ricchi sono in rego­la con la morale e qualcuno sten­ta a passare. Mentre la ridicola versione secondo cui un ricco ha meno probabilità di entrare in paradiso di quante ne abbia un cammello di passare attraverso la cruna d'ago, significa che nessun ricco e nessuna ricchezza sono moralmente accettabili. Mai e in nessun caso.

E c'è voluta la rivoluzione religiosa di Calvino per riabilitare la ricchezza benedetta da Dio che ne fa il marchio di fabbrica: Iddio arricchisce i suoi prescelti. Ma un tale criterio è conosciuto da noi in Italia, dove il calvinismo non è mai approdato e dove la saldatura micidiale fra comunismo pauperista e cattolicesimo anabattista ha ghettizzato la ricchezza nel lager «sterco del diavolo»: se tutto il denaro è sterco del diavolo, allora tutti i ricchi sono da biasimare e, quando se ne presenta l'occasione, da espropriare, non da tassare soltanto. Il criterio fu del resto applicato per secoli agli ebrei: esclusi per legge dalle libere professioni e condannati a commerciare valuta e oro, erano prima coperti di disprezzo, poi espropriati e se necessario liquidati con igienici pogrom di cui la Shoà fu soltanto l'infame vetta tecnologica.

È l'antica radice di questo cupo pregiudizio (che precede nel tempo e sbarra la strada alla borghesia produttiva e moderna) che trasforma Paesi come l'Italia in territori sempre inclini al pogrom ideologico nei confronti dei «ricchi», includendo in questa categoria sia chi ha di che vivere sia chi spende il suo denaro per il superfluo. Se vivessimo in una società fiscalmente perfetta, una volta stabilito quanto ciascuno deve alla collettività, dovrebbe poi essere ovvio che quel che resta nelle sue tasche è soltanto suo e che lo può spendere come vuole, senza dover essere tassato una seconda volta secondo un criterio morale (cioè ideologico) e non contabile, che pretende di condannare le sue scelte e castigarlo. In una società laica se uno vuol spendere quel che ha per un bagno nello champagne, nessuno dovrebbe avere il diritto di impicciarsi e sanzionare una tale frizzate abitudine.

Perché questo possa accadere è necessario che venga mantenuto eccitato un sistema di pseudovalori moralisti che fondati sul principio secondo cui non soltanto chi ha di più contribuisce di più, ma che chi spende in maniera voluttuaria debba pagare due volte. Per mantenere in piedi una tale macchina fiscale intimidatoria occorre alimentare una ideologia in grado di alimentare la rabbia e che ridicolizzi il buon senso. Ora, è ovvio che se c'è da tirare la cinghia, chi ha di più debba dare di più, proprio perché chi ha di meno deve usare una quota molto alta delle sue entrate per provvedere al necessario.

Ma quel che accade in queste settimane in Italia va molto oltre un banale criterio di buon senso e sta assumendo in maniera allarmante proprio un carattere ideologico che prevede, nella prima fase preparatoria, la gogna per tutto ciò che ha a che fare con l'uso del benessere: se tu comperi generi di lusso, vuol dire che non ti ho tolto abba-stanza, sicché se ti applico maggiori tasse tutti saranno d'accordo nel dire che questo è etico, perché avrò fatto passare il principio secondo cui non è soltanto la quantità del denaro che va tassata, ma la tua attitudine laica a cercare il tuo piacere, «the pursuit of happiness», il diritto alla felicità materiale che nella Costituzione americana è un diritto primario come quelli alla vita e alla libertà.

Questo è infatti il senso ideologico di ogni forma di «patrimoniale »: io vengo a casa tua a prendermi la tua argenteria, entro nel tuo orto ad espiantare le tue rose, ti confisco il tuo benessere non importa se già a netto di quanto dovevi alla collettività. Nelle civiltà cresciute nel calvinismo, chiunque faccia denaro illegalmente va in galera, ma chi lo fa secondo le regole è più vicino a Dio e questo principio è alla base del famoso saggio di Max Weber sull'etica protestante e lo spirito del capitalismo. In quelle società, al povero si dovrebbe chiedere: che cosa hai fatto dunque di male se Dio ti punisce con il sudiciume della povertà, anziché con l'ordinato lindore del benessere?

Da noi si capovolge la domanda e si chiede conto a chi produce o possiede ricchezza, del sudiciume del suo denaro. È ovvio che in una società in cui molti sono ricchi per traffici illegali, un'aura di sospetto aleggi su chiunque abbia denaro. Ma è compito della giustizia garantire che ogni ricchezza è legittima. Allo stesso modo la giustizia dovrebbe garantire che fasce più o meno larghe della popolazione non vivessero di stipendi gonfiati, pensioni di invalidità non dovute, privilegi ed evasione. Invece oggi qualsiasi artigiano e spesso molti professionisti applicano due tariffe: una leggera e illegale; e una pesante con fattura. In una società fragile che ha nel suo Dna Masaniello e Cola di Rienzo, Savonarola e l'assalto ai forni, gli untori e la colonna infame, è un gioco da ragazzi far credere sempre che le difficoltà, le crisi, le pestilenze e i crolli in borsa, siano opera della losca confraternita dei borghesi produttori di profitto, che vanno prima di tutto additati al pubblico disprezzo in un clima di intimidazione alimentato da nuove scoperte di depositi di brioches, occultati alle plebi costrette ai crackers ipocalorici....

[SM=x2584916]

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AngelieDemoni82
00venerdì 12 agosto 2011 12:38
MAnco merita risposta.

Vada a conoscere quei ragazzi che per ricevere un'istruzione si mantengono all'università scaricando cassette alle 5 del mattino o facendo i lavori più umili.

O si faccia un giro in quei quartieri in cui, se nasci lì, non diventi ricco neanche se sei Einstein.

Siamo un Paese in cui un Lapo Elkann è ricco, e i ricercatori che scoprono cure per l'HIV sono costretti ad emigrare in Svizzera per lavorare come maestri elementari, e lui si chiede perchè il popolo non mangia brioches visto che non c'è pane.

Non posso avere rispetto per un uomo così.
pizzo83
00venerdì 12 agosto 2011 12:51
No, ma aspettate un attimo. ma sto coglione cosa ha mai prodotto in vita sua?
Niente.
I suoi figli?
Niente.
la sua famiglia?
Niente.
Ecco, io per primi tasserei alla morte i coglioni pieni di soldi come questo che oltre a non fare una beata minchia dalla mattina alla sera guadagnano una sbrega di soldi.
E generalmente tutti i multimilionari non sono gente dedita alla produzione, quindi allo sviluppo di un paese.
99 su cento sono stronzi arricchiti da patrimonii familari oppure da rendite finanziarie acquisite o conquistate.
Questa gente andrebbe spremuta fino all'ultima goccia di sangue.
AtomBomb
00venerdì 12 agosto 2011 12:53
Re:
AngelieDemoni82, 8/12/2011 12:38 PM:

MAnco merita risposta.

Vada a conoscere quei ragazzi che per ricevere un'istruzione si mantengono all'università scaricando cassette alle 5 del mattino o facendo i lavori più umili.

O si faccia un giro in quei quartieri in cui, se nasci lì, non diventi ricco neanche se sei Einstein.

Siamo un Paese in cui un Lapo Elkann è ricco, e i ricercatori che scoprono cure per l'HIV sono costretti ad emigrare in Svizzera per lavorare come maestri elementari, e lui si chiede perchè il popolo non mangia brioches visto che non c'è pane.

Non posso avere rispetto per un uomo così.



Se fossimo nell'OT di un altro forum che frequento arriverebbero gli integralisti capitalisti a dirti che ha ragione, che se uno produce ha diritto di godersi i soldi, che se uno è bravo emerge sempre, in ogni caso, che se uno è povero è solo colpa sua perché la società ti mette a disposizione tutti i mezzi per arricchirti, è colpa sua quindi se non ha voluto studiare o non ha voglia di lavorare. [SM=x2584916]
pizzo83
00venerdì 12 agosto 2011 12:59
Re: Re:
AtomBomb, 12.08.2011 12:53:



Se fossimo nell'OT di un altro forum che frequento arriverebbero gli integralisti capitalisti a dirti che ha ragione, che se uno produce ha diritto a godersi i soldi, che se uno è bravo emerge sempre, in ogni caso, che se uno è povero è solo colpa sua perché la società ti mette a disposizione tutti i mezzi per arricchirti, è colpa sua quindi se non ha voluto studiare o non ha voglia di lavorare. [SM=x2584916]




No, ma aspetta un attimo Atom. Il concetto sarebbe anche giusto di per se, solo che
- sto coglione è ricco sfondato ma non produce assolutamente NULLA, ZERO, NADA, UNCAZZO
- normalmente chi produce qualcosa, salvo casi rari (in Italia), non arriva mai a guadagnare delle cifre assurde (i milioni di euro per intenderci.
A me quella di sto pirla apre più un tentativo di salvare la sua posizione di paraculato ricco tirando dentro altra gente (quelli che producono) che però con sto cinema centrano solo marginalmente.
AtomBomb
00venerdì 12 agosto 2011 13:03
Re: Re: Re:
pizzo83, 8/12/2011 12:59 PM:




No, ma aspetta un attimo Atom. Il concetto sarebbe anche giusto di per se, solo che
- sto coglione è ricco sfondato ma non produce assolutamente NULLA, ZERO, NADA, UNCAZZO
- normalmente chi produce qualcosa, salvo casi rari (in Italia), non arriva mai a guadagnare delle cifre assurde (i milioni di euro per intenderci.
A me quella di sto pirla apre più un tentativo di salvare la sua posizione di paraculato ricco tirando dentro altra gente (quelli che producono) che però con sto cinema centrano solo marginalmente.


Il concetto non è giusto perché, come hai detto tu, oggi chi è ricco è perché ha trovato un patrimonio che ha affidato a qualche gestore di fondi di investimento, quindi di fatto non produce niente, anzi, è un parassita sul lavoro di altri, tipo i locatori e in generale i redditieri, chi produce ed è ricco lo è perché 99 su 100 sfrutta sistemi privi di diritti umani, o profondamente corrotti, in giro per il mondo, è sbagliato perché se si facesse una passeggiata in periferia nel giro di 10 minuti scoprirebbe centinaia di modi in cui le cose possono andarti male o situazioni dalle quali uscire è quasi impossibile.

@Chaos@
00venerdì 12 agosto 2011 13:07
questi non si rendono conto che se il tea party in un paese bigotto come gli states e' ridicolo, qui una cosa di quel genere non fa altro che alimentare i sentimenti forcaioli della popolazione contro la classe politica.
Che non sia quello l'obiettivo?
santiago60
00venerdì 12 agosto 2011 13:10
Re:
@Chaos@, 12/08/2011 13.07:

questi non si rendono conto che se il tea party in un paese bigotto come gli states e' ridicolo, qui una cosa di quel genere non fa altro che alimentare i sentimenti forcaioli della popolazione contro la classe politica.
Che non sia quello l'obiettivo?




speriamo l'autunno si avvicina
pizzo83
00venerdì 12 agosto 2011 13:13
Mi stavo giusto chiedendo come mai gli inglesi, gli spagnoli e i greci abbiano mosso il culo e gli italiani ancora no..
tevildo75
00venerdì 12 agosto 2011 13:40
Ricordiamoci, che stiamo parlando de Il Giornale.
TheProfKiller
00venerdì 12 agosto 2011 13:45
Re:
pizzo83, 12/08/2011 13.13:

Mi stavo giusto chiedendo come mai gli inglesi, gli spagnoli e i greci abbiano mosso il culo e gli italiani ancora no..




The Real Deal
00venerdì 12 agosto 2011 13:47
Ora più che mai [SM=x2601644]

Solo odio per Guzzanti padre
Dead Man Drinking
00venerdì 12 agosto 2011 13:53
[SM=x2601644]
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