Il calcio scientifico e i pallottolieri danesi

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Blaze of Glory
00lunedì 16 marzo 2015 14:00
Matthew Benham è uno che ha fatto i soldi con i numeri - cioè con le scommesse sul calcio. In questo momento ha due club: il Brentford, che gioca in Championship quest'anno, e il Midtjylland.
Ha fatto rumore in UK la notizia che il Brentford dall'anno prossimo abbandonerà il modello inglese di manager onnipotente:


As part of a remodelling of the Club’s football management, a Head Coach will be appointed to work alongside a new Sporting Director. There will also be a new recruitment structure using a mixture of traditional scouting and other tools including mathematical modelling. As part of the new recruitment structure, the Head Coach will have a strong input in to the players brought in to the Club but not an absolute veto.



Other tools including mathematical modelling è la parte che ha fatto sghignazzare la stampa inglese. Però guardiamo l'esempio del Midtjylland. Chiaro, campionato danese, ma una squadra da quinto-sesto posto. Quest'anno, con un modello di coaching basato sui numeri, sono primi in carrozza.

Il Guardian scrive di loro:



“When I am being provocative I tell people that our coach, Glen Riddersholm, will never be sacked based on our league position,” Ankersen [il chairman del club] says. Instead Ankersen tells him he will be judged on whether he achieves certain key performance indicators (KPIs) which, over the long term, the club believes are more indicative of success.

Ankersen won’t reveal everything about the club’s use of data, but does say that Midtjylland pay particular attention to what he calls “dangerous situations” in games. Interestingly, they are a client of E4talent, which tracks shots in the “danger zone” – an area that stretches from the start of the six-yard box to the edge of the penalty area – from which 77% of Premier League goals are scored.

Set pieces are another focus. Midtjylland have scored 15 goals from set pieces from 17 games, an average of 0.88 per game, the second highest in Europe [il dato è ulteriormente migliorato nel frattempo]. Only Atlético Madrid, with an average of 1.04 a game, are more prolific. The highest in the Premier League are Arsenal with 15 in 26 games, an average of 0.57.

Data also informs what Midtjylland’s coaches say to the players and the press. As Ankersen explains, at half-time the coaches are sent texts before they speak to players outlining how the team are measuring up to certain key metrics. “These effective KPIs give a more accurate message to the players and the press,” he insists.

Too often in football, the result determines the narrative – for managers, reporters and fans. Ankersen dismisses this as facile. “For instance, when we played at home against the bottom team, we won 2-1,” he says. “But our model massively downgraded us because we were super lucky. A lot of people said well done but it was a terrible performance – that is the message we should convey. No one wants to say they were lucky when they win. But in football success turns luck into genius.”

www.theguardian.com/football/blog/2015/feb/22/brentford-mathematical-modelling...



Il lato più eclatante e visibile sono appunto i calci da fermo:

www.dr.dk/Sporten/Fodbold/Superliga/2015/03/14/130929.htm

Qui tutti i gol segnati. Non hanno giocatori particolarmente alti, semplicemente provano mille situazioni diverse.


Ovviamente non è terra dei numeri e basta. Da una decina d'anni il Midtjylland investe sulla sua accademia, che ha prodotto Kjaer per citare un nome noto qui, e nella squadra attuale ci sono giovani interessanti - probabilmente quello di cui si parla di più è Pione Sisto, lo cercavano in estate anche Napoli e Juventus. Per cui anticipo il sano, giustissimo e ovvio eh ma servono i giocatori.

Alcune cose tra l'altro sono un po' forzate, gli sms con le statistiche per parlare alla stampa probabilmente non sono necessari. E il fatto che la squadra abbia fatto più della metà dei gol (22 su 43) da palla da fermo dice quello che già sappiamo, cioè che più un'azione va avanti e più i dati si incasinano, perché il calcio non ha nemmeno la barriera dei 24 secondi che rende possibile (anche se non facile) semplificare il basket con i numeri.

In realtà la cosa più interessante è la gestione dell'allenatore, sono primi e dicono fondamentalmente "crediamo di poter misurare se la squadra gioca bene, quindi ci basiamo su quello e non sui risultati". Poi certo sfruttare le palle inattive è un plus, visto che il 95% delle squadre fa delle robe indecenti (tipo guardate i corner battuti in serie A).

Bon, questa è la storiella.
Zubizarreta in presa alta
00lunedì 16 marzo 2015 14:31
dopo lo leggo meglio
The REAL Capt.Spaulding
00lunedì 16 marzo 2015 14:33
potrebbe essere interessante
= Nicky Santoro =
00lunedì 16 marzo 2015 17:13
Applicare la "scienza", nello specifico i numeri, al calcio come modello principale non mi sembra una cosa facilmente replicabile, in se con i numeri da soli non ci fai nulla, è ovviamente un complesso di cose, la maggioranza delle statistiche applicate al calcio non sono utilissime anche se possono dare un idea [sicuro non quelle che vengono calcolate ad esempio nei sommari della CHL].

I calci piazzati invece sono una risorsa fondamentale, ma lo sono anche in Serie A, basta guardare gli esempi di Empoli e Torino. Ma anche l'Atletico Madrid in Spagna. Su questo aiuta spesso la totale noncuranza nei piazzati difensivi delle formazioni, il Milan ha certi problemi da 15 anni, li aveva pure quando alzava le Coppe Campioni, pensa nel campionato danese quanto in media si probabile che le avversarie possono essere preparate.

Se persino tra le big l'importanza delle palle ferme è sottovalutata vuol dire che stanno principalmente sfruttando una falla del sistema, come appunto fanno regolarmente Glik, Godin, Rugani o Tonelli [per quanto si, tra questi ci sono ottimi saltatori, tra cui forse il migliore in assoluto al Mondo].

Negli ultimi anni ricordo solo due big aver pensato a soluzioni da calcio d'angolo ad esempio, Atletico appunto e Barcelona [unica squadra al Mondo che aveva senso battesse i corner corti per motivi abbastanza scontati].

Fight 4 Your Freedom!
00lunedì 16 marzo 2015 17:50
Mondo con la M maiuscola
Blaze of Glory
00lunedì 16 marzo 2015 18:11
Diciamo che ad oggi non sembra replicabile perché stiamo usando (noi pubblico, non i club) strumenti crudissimi, è come costruire l'atomica con un bastone, una pietra ed uno spago. Se pensi che il guardiolismo è stato ridotto a "tot per cento di possesso palla" (che ha poi portato Pep a dire "odio il tiki taka e tutto quello che rappresenta"), è come giudicare una squadra di basket in base a quanti passaggi fa.
Oggi siamo a "tracciare i movimenti della palla con il mouse" (seriamente, non è una battuta). Quando ad esempio le statistiche ci diranno l'efficacia dei movimenti senza palla (e non c'è dubbio che possano farlo, almeno indirettamente, da qui a cinque anni) avremo in mano degli strumenti utili per capire il bel calcio. Ora come ora mi sembra che si possa ricavare molto (ancora non abbastanza, ma molto) analizzando la partita di un giocatore nel dettaglio, cioè non passaggi giusti/tiri/chilometri percorsi, mentre per le squadre manca uno step tecnologico che al momento in pochi hanno voglia di spingere.
E' garantito che arriverà, eh, Moneyball è del 2003 e in 12 anni la diffusione dei sabermetrics nel baseball è stata capillare, non dobbiamo pensare che gli sport americani siano il paradiso della tecnologia, fino all'anno scorso i coach in NFL si facevano stampare in tempo reale le azioni per rivedere le posizioni, ora stanno capendo che possono fare lo stesso con tablet e software ma sono tradizionalisti.
= Nicky Santoro =
00lunedì 16 marzo 2015 18:44
Re:
Blaze of Glory, 16/03/2015 18:11:

Diciamo che ad oggi non sembra replicabile perché stiamo usando (noi pubblico, non i club) strumenti crudissimi, è come costruire l'atomica con un bastone, una pietra ed uno spago. Se pensi che il guardiolismo è stato ridotto a "tot per cento di possesso palla" (che ha poi portato Pep a dire "odio il tiki taka e tutto quello che rappresenta"), è come giudicare una squadra di basket in base a quanti passaggi fa.
Oggi siamo a "tracciare i movimenti della palla con il mouse" (seriamente, non è una battuta). Quando ad esempio le statistiche ci diranno l'efficacia dei movimenti senza palla (e non c'è dubbio che possano farlo, almeno indirettamente, da qui a cinque anni) avremo in mano degli strumenti utili per capire il bel calcio. Ora come ora mi sembra che si possa ricavare molto (ancora non abbastanza, ma molto) analizzando la partita di un giocatore nel dettaglio, cioè non passaggi giusti/tiri/chilometri percorsi, mentre per le squadre manca uno step tecnologico che al momento in pochi hanno voglia di spingere.
E' garantito che arriverà, eh, Moneyball è del 2003 e in 12 anni la diffusione dei sabermetrics nel baseball è stata capillare, non dobbiamo pensare che gli sport americani siano il paradiso della tecnologia, fino all'anno scorso i coach in NFL si facevano stampare in tempo reale le azioni per rivedere le posizioni, ora stanno capendo che possono fare lo stesso con tablet e software ma sono tradizionalisti.





Ecco, sul singolo posso essere in parte d'accordo, calcolare le variabili dei movimenti di squadra tramite processo scientifico per me è impossibile.

Si possono usare per studiare giocatore per giocatore alcuni aspetti [non tutti ovviamente], ma serve comunque a dare un idea, ci sono un mare di variabili mentali incalcolabili, l'aspetto mentale è troppo importante per essere ridotto a numeri. E in ogni caso anche il movimento del singolo va sempre collegato a quello dei compagni, essendo l'aspetto corale fondamentale.

Ad esempio calcolare il numero di passaggi di un Marchisio o di un Sergi B con Pirlo o Xavi è un conto, non serve una macchina per dirmi che con un altro con caratteristiche diverse che non ti viene sempre in appoggio a darti il passaggio sicuro ne faranno assai probabilmente molti meno, e con meno precisione.

Cosi come dei passaggi un conto è calcolarne il numero e la %, un conto è da quel numero selezionare la zona di campo, l'utilità di quel passaggio e tutto. Processo che peraltro puo' in parte banalizzare un certo tipo di calcio secondo me, anche se magari fra dieci anni ogni top team avrà in squadra un esperto del genere.

Ma dubito che i grandi allenatori si faranno mai prendere più di tanto.



Tufio
00lunedì 16 marzo 2015 18:50
Il baseball applicato al calcio?

cambridge79
00lunedì 16 marzo 2015 19:51
fico. Quando la tecnologia sarà sufficientemente avanzata, potremo far fare dei test specifici ai giocatori per quantificare numericamente le loro abilità ( tipo i giocatori di PES e Fifa ) e poi le partite le simuliamo direttamente senza manco più giocarle.
Blaze of Glory
00martedì 17 marzo 2015 03:54
Re: Re:
= Nicky Santoro =, 16/03/2015 18:44:


Ecco, sul singolo posso essere in parte d'accordo, calcolare le variabili dei movimenti di squadra tramite processo scientifico per me è impossibile.

Si possono usare per studiare giocatore per giocatore alcuni aspetti [non tutti ovviamente], ma serve comunque a dare un idea, ci sono un mare di variabili mentali incalcolabili, l'aspetto mentale è troppo importante per essere ridotto a numeri. E in ogni caso anche il movimento del singolo va sempre collegato a quello dei compagni, essendo l'aspetto corale fondamentale.

Ad esempio calcolare il numero di passaggi di un Marchisio o di un Sergi B con Pirlo o Xavi è un conto, non serve una macchina per dirmi che con un altro con caratteristiche diverse che non ti viene sempre in appoggio a darti il passaggio sicuro ne faranno assai probabilmente molti meno, e con meno precisione.

Cosi come dei passaggi un conto è calcolarne il numero e la %, un conto è da quel numero selezionare la zona di campo, l'utilità di quel passaggio e tutto. Processo che peraltro puo' in parte banalizzare un certo tipo di calcio secondo me, anche se magari fra dieci anni ogni top team avrà in squadra un esperto del genere.

Ma dubito che i grandi allenatori si faranno mai prendere più di tanto.



Ma guarda che molto grande calcio si basa proprio su calcoli "a occhio", Guardiola si è posto di fronte alla partita come un problema da risolvere e ha deciso quali numeri alzare e quali abbassare. Ed è proprio su questa teoria che ci troviamo d'accordo, è chiaro che un excel non ti dirà mai come giocare, devi fare scelte sensate, ragionate, provate ma pur sempre ideologiche.

Per cui penso che molti allenatori saranno felici degli strumenti per decidere. E non capisco quel mix di nervosismo e derisione dei calciofili (non tu, gli altri qua).
cambridge79
00martedì 17 marzo 2015 13:38
Re: Re: Re:
Blaze of Glory, 17/03/2015 03:54:


Per cui penso che molti allenatori saranno felici degli strumenti per decidere. E non capisco quel mix di nervosismo e derisione dei calciofili (non tu, gli altri qua).



Nessuno dice che i numeri non aiutano ( il contrario vorrebbe dire fare le cose a caso ) ma che in un gioco complesso come il calcio il loro peso complessivo, almeno al momento sia comunque limitato, più un informazione in più a disposizione del coach per preparare un match che uno strumento che da solo possa condizionare il risultato di una partita.
Prendi Kasparov vs Deep Blue. Se in un gioco che è praticamente matematica e logica pura come gli scacchi l'essere umano può ancora fare la differenza, figurati in un gioco come il calcio.

piuttosto mi domando come mai nel calcio nessuno abbia mai provato a introdurre i playbook come nell'NFL. Nell'NFL hanno playbook di 700 pagine.
Ora capisco che nell'NFL si parta sempre da una posizione "statica" di attacco e difesa mentre nel calcio la situazione sia più dinamica ma da qui a quei tre quattro schemi che si usano ci sarebbe tutto un universo da esplorare.
Blaze of Glory
00martedì 17 marzo 2015 14:26
Ma infatti mancano al momento dei dati chiave per poter usare i numeri in modo "assoluto" (che comunque non è l'obiettivo, francamente). Onestamente è vero che da situazione a situazione ci sono troppe variabili, ma non è così a livello di tendenze generali, la stragrande maggioranza dei calciatori fa sempre gli stessi movimenti per dire. Quando si dice "usiamo la statistica" non diciamo "mettiamo un macbook in panchina e vediamo se vince", diciamo "vediamo quanto si può migliorare se si riescono a quantificare delle variabili al momento astratte". E altri sport, pur avendo avviato questo percorso da tempo, rimangono lontani da una rappresentazione numerica fedele (per dire, il PER nel basket NBA è crudele con i difensori efficaci, motivo per cui Grantland ha studiato un'analisi sui tiri concessi). Non voglio scoprire che Chris Paul è un fenomeno difensivo o che con Thiago Silva giochi meglio, voglio sapere perché, cioè qual è l'effetto concreto nel lungo periodo. L'osservazione umana è facilmente fuorviabile, per questo ci si appella ai numeri.

D'accordissimo sui playbook, in Serie A a parte 2-3 squadre si muovono tutti a caso, è irritantissimo da vedere.
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