Re:
Our lady peace, 18/11/2011 12.13:
Quando hai cominciato a viaggiare on the road? C'è qualche aneddoto particolare legato a questa decisione?
bohh.. io sono di base un provincialotto, da bambino i miei quando mi portavano fuori mi andavamo a fare villeggiatura sull'appennino romagnolo (LE BALZE), da ragazzino andavo in giro avanti e indietro per cesenatico con un zip (NON TRUCCATO) con gli adesivi appiccicati sopra. All'università andai a Forlì perchè ero sicuro che mi sarei ritirato in quanto il liceo l'avevo fatto a calci nel culo e non avevo il cuore di chiedere i soldi ai miei genitori per farmi andare a Bologna. Avevo avuto una prima morosina un pò tardi, poi la prima storia un pò seria a 21 anni. Anche lei era romagnola ed era molto carina, non facevamo altro che mangiare e scopare. Se non fossi partito starei ancora con lei, ne sono abbastanza sicuro. In pratica a 22 anni a parte un viaggio a Praga con amici non avevo mai messo il naso fuori casa. Invece mi è venuta una voglia assurda e immotivata di vedere qualcosa di nuovo. Lei lo capì, iniziammo a litigare e poi la mollai. Pochi mesi dopo ero partito per il servizio civile internazionale. Borsoni e autobus della EUROLINES per un viaggio di 12 ore RIMINI - BRATISLAVA. A casa mia piangevano tutti, io ero solo in mezzo a colf e puttanoni che se ne tornavano in patria, mi rideva anche il buco del culo.
una volta trasferitomi in Slovacchia non avevo più limiti, 3 ore di autobus ed ero in republica Ceca, 4 ed ero in Polonia, 6 in Ucraina, una e mezzo ero in Ungheria, 2 ero a Vienna.
Le Eurolines erano diventate la mia droga, la stazione dei treni di Vienna la mia casa. Durante la settimana andavo in giro per locali (le discoteche aprivano alle 10 di sera, all'una si svuotavano), il venerdì decidevo in quale direzione sconfinavo e il sabato ero sull'autobus. Non avevo bisogno di fare 15 telefonate per organizzare una birra al pub, non avevo bisogno di convincere gli amici della compa per andare in un nuovo locale, non avevo bisogno di nessuno. Chiedevo alla mia coinquilina francese, oppure a Jozef, un ragazzo slovacco. Ci servivano 5 minuti per metterci d'accordo e quando gli altri non c'erano partivo da solo.
In giro incontravo chiunque, ci si scambiava la mail e dopo un mese te lo ritrovavi in casa, oppure tu andavi a trovare loro. i costi in pratica erano completamente nulli. Tuttora posso dormire sui divani di mezza europa grazie a questo periodo.
Ad un certo punto incontrai la ragazza di cui parlavo nella prima pagina, anche lei era fatta della mia medesima pasta. Abitavamo a 1300 km di distanza, ma nonostante ciò ogni volta ci incontravamo in una città diversa, Santiago, Madrid, Bratislava, Cracovia, Lublin, Varsavia, Cesenatico, era sul serio un sogno, dai 22 ai 25 ho vissuto un sogno, talmente drogato di me stesso che ad un certo punto scappai letteralmente da casa ed andai ad abitare da lei. Non mi fregava nulla degli amici, poco della famiglia, io avevo tutto quello che mi serviva. Mia madre mi chiamava piangendo ogni giorno, mia sorella non mi parlava, poi i genitori di questa ragazza polacca mi presero e mi convinsero a tornare. il mio progetto era finito.
Tornai in Italia a Novembre ed ero uno zombie, mesi senza uscire e rifiutando qualsiasi serata. In questo periodo strinsi con un ragazzo che nemmeno era simpatico, ma aveva anche lui una vita strana, era partito a studiare in francia a 16 anni, poi fece l'erasmus in spagna a 22, a 24 era in Canada per l'overthesea, poi in svizzera per uno stage. Mi prese e mi disse:
- quelli che partono si dividono in 2 tipi di persone, quelli che tornano, stanno male e poi si riabituano, e quelli che ripartono subito dopo.
feci domanda Erasmus immediatamente, la vinsi e ripartì. Anche quella volta, finita l'esperienza, invece di tornarmene a casa mi fermai per una ventina di giorni a Brno da una ragazza slovacca con cui mi ero fidanzato. Lei, slovacca studiava in republica ceca, la conobbi in polonia durante un corso di polacco, si trasferì in Danimarca con una borsa di studio e poi partì per la Cina.
al ritorno mi decisi di smettere di fare il coglione e finire gli studi, ma contemporaneamente è stato anche il periodo in cui viaggiavo con più convinzione. Davo un esame e il giorno dopo ero sul treno per vienna, da lì in giro a trovare vecchi amici. Costava pochissimo ed io avevo tanto tempo.
Poi ho trovato questo lavoro e nonostante la crisi, le grane, le cappelle, i pochi soldi, le incazzature, non credo che questa sia l'unica soluzione che mi permetta di coniugare la famiglia con il viaggio compulsivo.
Note di colore:
la ragazza polacca con cui stavo, oggi abita in Portogallo, prima era partita grazie allo SVE in Scozia dove conobbe il tipo per il quale mi lasciò, da lì andarono assieme in Francia a lavorare per 2 anni, poi appunto il Portogallo.
la mia ex coinquilina francese, Blandine, dopo la Slovacchia andò nelle Filippine per un anno, poi trovò un buon lavoro vicino a casa, ma non ci stava dentro e si licenziò, si spostò in Brasile per qualche mese ed oggi lavora a Ginevra in Svizzera per una multinazionale della cellulosa brasiliana.
Jozef, il ragazzo slovacco, era un poco di buono senza un soldo, a 24 anni senza un lavoro che non fosse rubare macchine, laureato in "germanologia", comprò un libro di spagnolo e lo imparò autodidatta, partì per la Spagna dove fece per 2 anni il giardiniere, poi per l'inghilterra a lavorare come cameriere ed ora abita a Bratiaslava dove prende 20.000€ l'anno per una ditta spagnola che ha delocalizzato lì.
tutto questo per dire che probabilmente non è stata una decisione, è semplicemente questione di carattere, tutti questi personaggi sono della stessa mia pasta, diversissimi tra loro, lingua e storie diverse, ma con gli stessi risultati.