Letta prepara i saldi d'autunno

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AtomBomb
00giovedì 19 settembre 2013 16:28
Roma, 19 set. (TMNews) - L'Italia "non è un outlet con prezzi da svendita, ma non è neanche Fort Apache a difendere il perimetro di tutto ciò che è italiano". Così il premier Enrico Letta spiega il piano Destinazione Italia approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri.

Nel piano ci sono "cose che è giusto privatizzare, non tanto per farlo perchè non è detto che il privato sia meglio del pubblico. Ma in alcuni casi è necessario approvare rapidamente percorsi di privatizzazione". L'obiettivo è "rendere più internazionale il modo di affrontare il mondo, per far arrivare investimenti esteri ma anche per far tornare investimenti italiani che se ne sono andati" grazie a "50 misure concrete" contenute nel Piano. "Abbiamo un drammatico bisogno di investimenti esteri: abbiamo scarsa capacità di attrazione e cifre troppo basse negli investimenti dall'estero. Vogliamo che crescano", ha concluso Letta.

Ne vedremo delle belle [SM=x3347036]
D Vaz
00giovedì 19 settembre 2013 17:39
chissà se noi ci vendono all'austria o alla slovenia...
captainkeane
00giovedì 19 settembre 2013 19:52
In sintesi semprr meno diritti per lavoratori e cittadini in generale vero?
AtomBomb
00giovedì 19 settembre 2013 20:12
Re:
captainkeane, 19/09/2013 19:52:

In sintesi semprr meno diritti per lavoratori e cittadini in generale vero?



Più che altro sono curioso di vedere a chi regaleranno quale azienda/proprietà di Stato [SM=x3045064]

Poi, naturalmente, col cervello che hanno, per "attirare investimenti stranieri" la strada più facile è colpire i lavoratori, benché ci sarebbero decine di altre strade :ranieri:
ShearerWHC
00giovedì 19 settembre 2013 20:19
Io dico INPS [SM=x3270180]
KaiserSp
00giovedì 19 settembre 2013 20:25


Letta nel pieno di una trattativa
-Voices-
00giovedì 19 settembre 2013 21:24
Che si arrivasse a privatizzare qualcosa era scontato, mo bisogna capire che cosa e a chi e sicuramente è lì che i finti rossi faran danni [SM=x2584190]
AtomBomb
00giovedì 19 settembre 2013 21:54
Rai venduta a De Benedetti per un casco di banane di un negozio equo e solidale

MPS nazionalizzata e ceduta a Della Valle per 6 lattine di Guaranito

Le proprietà del ministero dei beni culturali date in gestione alla Melandri in cambio di una festa dell'unità

ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/28/privatizzazioni-amato-assicura-ci-saranno-...

[SM=x3414924]
Rapper 30
00giovedì 19 settembre 2013 22:17
Vabbè che l'Italia sia ormai diventata una colonia della Germania e delle banche private europee mi sembra lapalissiano.
Queste privatizzazioni sono una perfetta indicazione dell'europa. Un governo anti-europeo o quantomeno popolare dovrebbe nazionalizzare ed espropriare le grandi aziende private, che cazzo li hanno messi a fare gli articoli 42 e 43 nella nostra costituzione se non vengono applicati neanche in questo periodo di crisi senza precedenti?
Il nostro governo antipopolare ovviamente procede nella direzione opposta [SM=x2584190]
Ci fosse almeno un partito anti-europeista forte del consenso elettorale [SM=x3381546]
Dj Sauron
00giovedì 19 settembre 2013 22:21
Espropriare le grandi aziende private? A te il comunismo ha fatto male
= Sean Mallory =
00giovedì 19 settembre 2013 22:56
Re:
Rapper 30, 19/09/2013 22:17:

Vabbè che l'Italia sia ormai diventata una colonia della Germania e delle banche private europee mi sembra lapalissiano.
Queste privatizzazioni sono una perfetta indicazione dell'europa. Un governo anti-europeo o quantomeno popolare dovrebbe nazionalizzare ed espropriare le grandi aziende private, che cazzo li hanno messi a fare gli articoli 42 e 43 nella nostra costituzione se non vengono applicati neanche in questo periodo di crisi senza precedenti?
Il nostro governo antipopolare ovviamente procede nella direzione opposta [SM=x2584190]
Ci fosse almeno un partito anti-europeista forte del consenso elettorale [SM=x3381546]




E dicci, Leo-Leo, da quali grandi aziende private partiresti col tuo piano di nazionalizzazioni? [SM=x3068860]

E una volta nazionalizzate cosa fai? [SM=x3068860]

A chi le dai in gestione? [SM=x3068860]

Spiegaci come sotto la lungimirante guida della politica le grandi aziende ex-private e ora nazionalizzate faranno ripartire il paese. [SM=x3182274]
Dead Man Drinking
00giovedì 19 settembre 2013 22:57
Re:
Dj Sauron, 19/09/2013 22:21:

Espropriare le grandi aziende private? A te il comunismo ha fatto male




se l'azienda vuol chiudere e andare in thilandia io la nazionalizzo per salvaguardare l'economia nazionale. [SM=x3045064]
= Sean Mallory =
00giovedì 19 settembre 2013 23:00
Re: Re:
Dead Man Drinking, 19/09/2013 22:57:




se l'azienda vuol chiudere e andare in thilandia io la nazionalizzo per salvaguardare l'economia nazionale. [SM=x3045064]




Fallo pure. Vediamo quanto dura. Tanto poi, se i tuoi prodotti sono fuori mercato e non li compra nessuno, potrai sempre fare un piano di nazionalizzazione delle scelte di consumo dei cittadini. [SM=x3037324]
Rapper 30
00giovedì 19 settembre 2013 23:02
Re: Re:
= Sean Mallory =, 19/09/2013 22:56:




E dicci, Leo-Leo, da quali grandi aziende private partiresti col tuo piano di nazionalizzazioni? [SM=x3068860]

E una volta nazionalizzate cosa fai? [SM=x3068860]

A chi le dai in gestione? [SM=x3068860]

Spiegaci come sotto la lungimirante guida della politica le grandi aziende ex-private e ora nazionalizzate faranno ripartire il paese. [SM=x3182274]




Fiat, Ilva, Alcoa e via dicendo. Salvaguardiamo i posti di lavoro e prendiamo gran parte dei profitti [SM=x3318589]

oppure le diamo in gestione ai lavoratori come ai bei tempi [SM=x2584254]

O è meglio raggiungere tutti gli anni il pareggio di bilancio tagliando la spesa pubblica, chiudendo ospedali, cancellando borse di studio e dimezzando il budget per i trasporti pubblici? [SM=x3025988]

te che sei economista di un pò che faresti [SM=x2584264]
Rapper 30
00giovedì 19 settembre 2013 23:03
Re:
Dj Sauron, 19/09/2013 22:21:

Espropriare le grandi aziende private? A te il comunismo ha fatto male




Detto da uno che vota berlusconi [SM=j3541058]
Dj Sauron
00giovedì 19 settembre 2013 23:42
Re: Re:
Rapper 30, 19/09/2013 23:03:




Detto da uno che vota berlusconi [SM=j3541058]




Ahahahahah mai votato in vita mia, ti piace pigiare tasti a caso? [SM=x2584272]
Rapper 30
00venerdì 20 settembre 2013 00:06
Re: Re: Re:
Dj Sauron, 19/09/2013 23:42:




Ahahahahah mai votato in vita mia, ti piace pigiare tasti a caso? [SM=x2584272]



eh come no. Ma hai idea di quanti soldi lo stato italiano ha regalato alla Fiat? (tanto per dirne una).
Dimmi perchè non si potrebbero applicare gli articoli 42 e 43 della costituzione
Dj Sauron
00venerdì 20 settembre 2013 00:44
Re: Re: Re: Re:
Rapper 30, 20/09/2013 00:06:



eh come no. Ma hai idea di quanti soldi lo stato italiano ha regalato alla Fiat? (tanto per dirne una).
Dimmi perchè non si potrebbero applicare gli articoli 42 e 43 della costituzione




Tanto per dirne una, o tanto per dire un unicum?
Dj Sauron
00venerdì 20 settembre 2013 00:46
Tra l'altro come no un gran cazzo, a differenza di altri qui dentro che millantano cose allucinanti solo per darsi un tono, a me del giudizio di altri utenti random non frega proprio un cazzo di niente, quindi di certo qui non vengo a dire puttanate e a giocare a chi la spara più grossa.
el_mariachi93
00venerdì 20 settembre 2013 01:38
poi l'italia ha una grande tradizione di azienda statale, vedasi il baraccone dell'iri
AtomBomb
00venerdì 20 settembre 2013 11:44
Intanto...

Più aumenti e meno efficienza, le Ferrovie italiane perdono il confronto con l’Europa

In sei anni - dal 2005 al 2011 - i biglietti italiani sono aumentati del 41% contro una media Ue del 28,4%. Ciononostante l'Italia resta fanalino di coda - dodicesima - tra i paesi sviluppati, mentre il bilancio di FS continua a contare per il 66% sui soldi dello Stato e Moretti annuncia un piano di bond per mezzo miliardo

www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/20/piu-aumenti-e-meno-efficienza-ferrovie-italiane-perdono-confronto-con-leuropa...
= Sean Mallory =
00venerdì 20 settembre 2013 12:20
Re:
AtomBomb, 20/09/2013 11:44:

Intanto...

Più aumenti e meno efficienza, le Ferrovie italiane perdono il confronto con l’Europa

In sei anni - dal 2005 al 2011 - i biglietti italiani sono aumentati del 41% contro una media Ue del 28,4%. Ciononostante l'Italia resta fanalino di coda - dodicesima - tra i paesi sviluppati, mentre il bilancio di FS continua a contare per il 66% sui soldi dello Stato e Moretti annuncia un piano di bond per mezzo miliardo

www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/20/piu-aumenti-e-meno-efficienza-ferrovie-italiane-perdono-confronto-con-leuropa...



Espropriamola e nazionalizzia... ops. [SM=x3017594]
Les grossman
00martedì 24 settembre 2013 14:15
via telecom agli spagnoli (alla faccia della crisi in spagna!)
ancora parlano di alitalia ai francesi (ah mò, ancora con sta storia, ma non era gia stata svenduta anni fa?)

vedremo che fine farà l'ilva e la riva, o quello che è.

ah già, dimenticavo della fiat a detroit.
AtomBomb
00martedì 24 settembre 2013 14:17
Re:
Les grossman, 24/09/2013 14:15:

via telecom agli spagnoli (alla faccia della crisi in spagna!)
ancora parlano di alitalia ai francesi (ah mò, ancora con sta storia, ma non era gia stata svenduta anni fa?)

vedremo che fine farà l'ilva e la riva, o quello che è.

ah già, dimenticavo della fiat a detroit.



Marchionne dovrebbe aver trovato l'accordo col sindacato americano per completare la fusione FIAT-Chrysler e quotare il tutto a Wall Street.
Les grossman
00martedì 24 settembre 2013 14:45
Re: Re:
AtomBomb, 24/09/2013 14:17:



Marchionne dovrebbe aver trovato l'accordo col sindacato americano per completare la fusione FIAT-Chrysler e quotare il tutto a Wall Street.



[SM=x2584265] w l'itaglia [SM=x3156162]

ma piuttosto la questione alitalia come è tornata in auge?

perfavore spiegamela in 2 righe come se la spiegassi a un bambino delle elementari ( [SM=x2584258] ), se hai voglia.
AtomBomb
00martedì 24 settembre 2013 16:03
Re: Re: Re:
Les grossman, 24/09/2013 14:45:



[SM=x2584265] w l'itaglia [SM=x3156162]

ma piuttosto la questione alitalia come è tornata in auge?

perfavore spiegamela in 2 righe come se la spiegassi a un bambino delle elementari ( [SM=x2584258] ), se hai voglia.



Da quello che ho capito, ci sono un sacco di debiti, non c'è redditività e quindi si va in giro col cappello in mano.


Air France presenterà proposte per una ristrutturazione del debito da 1,1 miliardi di Alitalia. Questa l'indiscrezione riportata dall'agenzia Bloomberg citando Les Echos, secondo il quale Air France ritiene che le necessità finanziarie di Alitalia non sono colossali.

Secondo Les Echos, la proposta di ristrutturazione del debito di Alitalia da parte di Air France sarebbe accompagnata da condizioni e termini precisi: "Per limitare i rischi, Air France-Klm sarebbe pronta a partecipare a una ricapitalizzazione di Alitalia e ad acquistare i titoli che non trovano acquirenti, in modo da assicurarsi il controllo della compagnia ma senza passare la soglia del 50%, al fine di non dover consolidare il debito di Alitalia".

Non si tratterebbe di cancellare il debito ma di renderlo più sopportabile. Sugli 1,1 miliardi di euro di debito, due terzi sono legati all'acquisto di aerei e, mette in evidenza Les Echos, potrebbero essere rinegoziati a condizioni più favorevoli nel quadro di un'integrazione in seno a Air France-Klm. Una tale revisione implicherà la revisione degli accordi conclusi nel 2008 con la società AP Fleet di Carlo Toto, con base in Irlanda, divenuta il maggiore fornitore di aerei Alitalia.





Sempre giovedì durante il cda di Alitalia che approverà la semestrale, verrà affrontato con decisione il nodo dell'aumento di capitale e della eventuale presenza in forze dei francesi. Se Air France dovesse rompere gli indugi accettando di "crescere" nei prossimi mesi dall'attuale 25% fino al 50,1%, Del Torchio potrebbe ottenere il sospirato via libera ad un prestito da almeno 250 milioni da parte delle banche italiane.

Gli altri 150 milioni necessari per sopravvivere e rilanciare le attività potrebbero giungere, invece, per mezzo di un nuovo aumento di capitale che Air France sottoscriverebbe a patto di una nuova governance del vettore romano.

Resta però irrisolto il problema del miliardo di perdite accumulate in 5 anni di attività della compagnia dei quali i francesi non vogliono farsi carico. Questa storia di amore industriale, mai esplosa per davvero, potrebbe dunque trasformarsi a breve in una acquisizione, con la bandiera tricolore francese piantata davanti all'ingresso del palazzo Alitalia di Fiumicino. Ieri sera il consiglio di amministrazione del vettore transalpino avrebbe affrontato anche i termini di una possibile salita di Air France nell'azionariato di Alitalia.



E aggiungo un Dagoreport sulla situazione generale

www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-se-vero-che-la-svendita-di-queste-ore-su-telecom-alitalia-e-finmeccanica-6...

1. SE È VERO CHE LA SVENDITA DI QUESTE ORE SU TELECOM, ALITALIA E FINMECCANICA E' LA DIMOSTRAZIONE PLASTICA DI UNA CLASSE POLITICA IMPOTENTE E SENZA COMPETENZE, È ALTRETTANTO VERO CHE LA VULNERABILITÀ DEL SISTEMA ITALIA, CHE FINO A VENTI ANNI FA ERA AL QUINTO POSTO NELLA CLASSIFICA DELLE NAZIONI PIÙ INDUSTRIALIZZATE, HA UNA CAUSA IMPORTANTE NEL FLOP DI UNA CLASSE IMPRENDITORIALE CHE SICURAMENTE NON HA SOLDI, MA ALTRETTANTO SICURAMENTE È PRIVA DI IDEE

2. A QUESTO PUNTO LA DOMANDA È D’OBBLIGO: QUALE RICCHEZZA E QUALE VALORE HANNO SAPUTO CREARE FRANCHINO BERNABÈ (TELECOM), ROBERTO COLANINNO (ALITALIA) E IL RAGIONIERE ALESSANDRO PANSA (FINMECCANICA)? LA RISPOSTA È CATEGORICA: NESSUNO

3. SI SONO SOLO PRESTATI E CONTINUANO A PRESTARSI AL GIOCO E AI GIOCHETTI DEI POTERI FORTI, DEI SALOTTI COME MEDIOBANCA DOVE OGGI SI FREGANO LE MANI PER AVER CEDUTO ALLO SPAGNOLO ALIERTA LA QUOTA DI TELCO CON UN UTILE DI 60 MILIONI


Prima di salire sulla limousine che lo porterà oggi nel palazzo del "Council of Foreign Relations" dalle parti di Park Avenue, Enrichetto Letta avrà sicuramente letto la rassegna stampa della Presidenza del Consiglio dove campeggiano i titoli dedicati alla scalata degli spagnoli di Telefonica su Telecom.

Scopo della sua missione che è stata battezzata "Destinazione Italia" è richiamare l'attenzione degli investitori americani sulle opportunità offerte dal nostro Paese. È facile immaginare che il premier farà un discorso tranquillizzante sull'inerzia della burocrazia che frena gli investimenti e sulla corruzione che con la condanna del suo predecessore a Palazzo Chigi ha avuto un epilogo importante.

Nonostante questi handicap Enrichetto spalmerà nella sala fialette di fiducia sulle virtù del Belpaese e per dare più forza alle sue tesi potrebbe snocciolare l'elenco di tutti i gioielli italiani che negli ultimi anni sono finiti in mani straniere.

Per fare qualche esempio, Letta potrebbe dire che aziende come Parmalat, Bulgari, Valentino e Loro Piana sono già nelle mani dei francesi e dei fondi arabi, poi potrebbe ricordare che sul turismo e gli hotel di lusso si sono scatenati gli appetiti di russi, arabi e cinesi, mentre le motociclette Ducati sono finite nelle mani dei tedeschi e gli yacht del Gruppo Ferretti hanno preso la strada di Pechino.

L'arrivo dei russi nella siderurgia di Lucchini e quel 70% straniero che ormai la fa da padrone dentro la chimica e la farmaceutica. Con un pizzico di ironia potrebbe avviare il suo speech verso la conclusione ricordando che perfino i thailandesi hanno messo i piedi dentro la Rinascente e hanno scucito 300 milioni per salvare dai guai l'Inter del giocherellone Moratti.

Il discorso va in direzione di Telecom Italia, Alitalia e Finmeccanica, tre medaglie che fanno gola in questa stagione di saldi dove per una manciata di dollari e di euro si possono portare a Madrid, Parigi e in Corea quelle che un tempo erano considerate le roccaforti del nostro sistema industriale.

Questo scenario rende problematico l'appello di Letta agli uomini che dopo il crollo di Lehman Brothers non sanno più dove mettere i soldi.

Se è vero infatti che gli ultimi episodi di queste ore su Telecom, Alitalia e Finmeccanica sono la dimostrazione plastica di una classe politica impotente e senza competenze, è altrettanto vero che la vulnerabilità del sistema Italia ha una causa importante nel flop di una classe imprenditoriale che sicuramente non ha soldi, ma altrettanto sicuramente è priva di idee. E qui bisognerebbe mandare a quel paese quei bocconiani come Fabrizio Onida che di fronte allo shopping degli stranieri dicono con insipienza: "è la globalizzazione, bellezza! e stavolta davvero possiamo vantare una competitività italica".

Verrebbe da dire "grazie al cazzo, caro professore", perché la competitività di imprenditori senza soldi e senza idee ha ormai distrutto quasi per intero la forza di un Paese che fino a venti anni fa era al quinto posto nella classifica delle nazioni più industrializzate. A questo esimio economista e a quei quattro straccioni dei suoi colleghi che impauriti dal voto tedesco pensano di uscire dall'euro, bisognerebbe ricordare che le operazioni in atto su Telecom, Alitalia e Finmeccanica somigliano maledettamente a quelle dei capitani di ventura del ‘500 che ingaggiavano truppe per servire i fabbisogni dei principi e dei potenti senza mai perdere di vista i loro interessi.

L'imprenditore diventa per definizione colui che detiene fattori produttivi e contribuisce a creare nuova ricchezza e nuovo valore sotto forma di beni e servizi utili alla collettività e alla società. A questo punto la domanda è d'obbligo: quale ricchezza e quale valore hanno saputo creare Franchino Bernabè, Roberto Colaninno e il super-ragioniere Alessandro Pansa? La risposta è categorica: nessuno.

Su di loro pesano come macigni l'incapacità di costruire un futuro e di salvare la forza delle loro aziende. Si sono prestati e continuano a prestarsi al gioco e ai giochetti dei poteri forti, dei salotti come Mediobanca dove oggi si fregano le mani per aver ceduto allo spagnolo Alierta la quota di Telco con un utile di 60 milioni.

E ancora: pagando parcelle mostruose a famelici consulenti hanno messo in piedi un carnevale dove i coriandoli sono caduti dentro piani industriali sbandierati per tenere a bada il parco buoi dei piccoli azionisti, dei dipendenti, e della stampa compiacente. Per nascondere la miscela di impotenza e incompetenza alcuni di loro continuano a sbandierare l'alibi della politica impotente e incompetente: un alibi che sicuramente ha pesato sulla volontà e sulle scelte, ma questo non basta a chiedersi come abbiano potuto restare incollati col mastice per tanti anni alle loro ricche poltrone. Non c'e' bisogno dei Savonarola dell'economia per dire che in qualsiasi azienda del mondo sarebbero stati cacciati a furor di popolo.

Sulla base di questo ragionamento i discorsi che oggi Enrichetto Letta farà ai tycoon e ai gestori di New York per "destinare" i loro investimenti in Italia, assumono un tono problematico. Per lui sarebbe molto più facile usare il linguaggio plebeo dei mercati ortofrutticoli dove si urla: "venghino, signori, venghino": il richiamo per un popolo che ha le pezze al culo e cerca di mettere insieme il pranzo con la cena.
AtomBomb
00martedì 24 settembre 2013 19:17

Ora tanti piangono lacrime di coccodrillo per la perdità dell'"Italianità" dell'Alitalia e di Telecom gli stessi che hanno nel caso dell'Alitalia impedito al governo Prodi di venderla ancora abbastanza bene, facendo perdere ai contribuenti 5 miliardi di euro...o vogliamo ancora parlare di Telecom? Ora che è spolpata, finita sotto una montagna di debiti, grazie agli imprenditori super-capaci e i loro amici politici, ora che cavolo vogliono ancora, questi politici? Buttarci altri miliardi? Soldi loro o dei contribuenti? Se è questa la politica industriale dell'Italia, meglio chiudere la baracca. Avete dimostrato ampiamente di valere uno zero in politica industriale. Mai era l'italianità delle aziende il vero obbiettivo di questi signori, ma sempre il controllo diretto o indiretto delle povere aziende per spolparli meglio. Ciò che temevano, era l'arrivo dello "straniero", ma non per salvare "l'Italia", ma perché un capitalista che ci mette i suoi soldi, non ha tanta voglia di pagare carrozzoni politici e sindacali, ha un interesse industriale, vuol vendere prodotti, non derubare i passanti.

The monster abyss 87
00martedì 24 settembre 2013 19:23
io nel dubbio ho iniziato 1 corso di tedesco [SM=x2584233]
TSEEMOD
00martedì 24 settembre 2013 19:49
Re:
Rapper 30, 19/09/2013 22:17:

Vabbè che l'Italia sia ormai diventata una colonia della Germania e delle banche private europee mi sembra lapalissiano.
Queste privatizzazioni sono una perfetta indicazione dell'europa. Un governo anti-europeo o quantomeno popolare dovrebbe nazionalizzare ed espropriare le grandi aziende private, che cazzo li hanno messi a fare gli articoli 42 e 43 nella nostra costituzione se non vengono applicati neanche in questo periodo di crisi senza precedenti?
Il nostro governo antipopolare ovviamente procede nella direzione opposta [SM=x2584190]
Ci fosse almeno un partito anti-europeista forte del consenso elettorale [SM=x3381546]




Dio santa madonna che mi tocca leggere.
AtomBomb
00venerdì 22 novembre 2013 13:04
Ed eccole qui, le famose privatizzazioni dell'Italietta legata mani e piedi alla Troika e agli interessi trans-nazionali. "Lo Stato vende per 12 miliardi", annuncia a tutta prima la Stampa, "dalle quote di Fincantieri al 3% di Eni, c'è il via libera alle dismissioni". C'era da aspettarselo: Bruxelles ha fatto rifare i compiti sulla Manovra ad Aspenio Letta e oggi non si poteva certo mandare il povero Saccomanni, detto Er Gelatina, a farsi massacrare dall'Eurogruppo.

Ora il dibattito si sposterà sull'annosa questione "svendere o non svendere" (Renzie ci si è già buttato sopra), ma è tempo perso perché lo sanno anche i pupi che se vendi in periodo di crisi, e con tutti i possibili compratori perfettamente a conoscenza del tuo stato di bisogno, sarai costretto a fare i saldi. Il governo sogna di incassare 12 miliardi, ma solo la metà andrà alla riduzione del debito pubblico (un modesto 0,35%), perché 6 miliardi andranno a finanziare i "piani industriali' della Cassa depositi e prestiti.

E allora, per capire chi si avvantaggerà del piano Letta, bisogna leggere con attenzione le ultime righe del pezzo di Alessandro Barbera sulla Stampa: "Parte di questi fondi serviranno ad aumentare le garanzie per le banche italiane dai rischi di crediti insoluti delle imprese: è quel che prevede uno degli emendamenti alla legge di Stabilità. Un modo per tentare di sostenere la crescita ed evitare alle banche gli ulteriori contraccolpi della crisi aiutandole ad aggirare le regole europee oltre che le nuove severissime regole sui requisiti di capitale. Ma così fan tutti, a partire dai tedeschi" (p. 3).

Allora, sommate queste cosiddette privatizzazioni alla rivalutazione delle quote di Bankitalia ed ecco che avrete la prova dell'ennesimo governo delle banche, affidato ad Aspenio Letta e al suo maestro Abramo Bazoli. E la domanda che andrebbe posta ai nostri augusti economisti da talk show è una sola, semplicissima: siamo di fronte a una crisi del debito pubblico o siamo di fronte a una crisi del debito privato?
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