Lotta di classe in Cina

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AtomBomb
00martedì 27 settembre 2011 14:25
Mentre i senza terra continuano le rivolte a Lufen, nel Guangdong, in una delle migliaia di periodiche violente crisi che vedono contadini in assetto di guerra ribellarsi agli sgomberi voluti da promotori immobiliari che intendono edificare sulle loro terre, i nuovi ricchi cinesi danno la scalata anche al potere politico, monopolizzato dal Partito comunista.

Ieri, la stampa cinese dava notizia della possibilità che Liang Wengen, 57 anni, l'uomo più ricco della Cina (con una fortuna stimata a 9,3 miliardi di dollari), sia accolto fra i trecento membri del Comitato Permanente del Partito Comunista Cinese nel corso del Congresso che si terrà il prossimo anno.

Se questo avvenisse, come lascia pensare l'annuncio di ieri secondo cui la procedura per il suo ingresso nella «stanza dei bottoni» è già ben avviata, sarebbe la prima volta che un imprenditore privato è accolto nei ranghi dell'élite di Partito più esclusiva. Liang deve la sua fortuna alla sua azienda Sany, che produce macchinari per la costruzione immobiliare, uno dei settori che hanno maggiormente beneficiato del boom economico cinese degli ultimi anni.

Ma la Cina odierna è una società divisa, come mostrano le rivolte di Lufen, e il risentimento nei confronti dei nuovi ricchi non è un mistero per nessuno; in particolare non lo è per chi frequenta le chat room o i servizi di microblogging tipo Twitter cinesi. In questi giorni, una delle vicende che maggiormente infiammano i media cinesi riguarda il caso dei «Quattro playboy della capitale»: ricchissimi, dai 29 ai 36 anni, figli di imprenditori e imprenditrici e che dalla nascita a oggi hanno conosciuto solo un tenore di vita da nababbi, che si trovano ora a capo di importanti aziende create dai genitori, ma che si sono resi noti in particolare per le loro numerose fidanzate nel mondo della moda e dello spettacolo.

I quattro - Wang Yu, Wang Xiaofei, Wang Shuo e Wang Ke (hanno tutti lo stesso cognome pur non essendo parenti) - appartengono a quella «seconda generazione» di danarosi, detestata dall'opinione pubblica cinese ancor più che non la prima: se i loro genitori si sono arricchiti se non altro facendo qualcosa (pur prendendosi molte libertà con la legge) i loro rampolli sono semplicemente stati depositati nei privilegi dalla cicogna, e il loro stile di vita non ha fatto nulla per far perdonare loro questi natali fortunati.

I peggiori dei quattro, al momento, sono considerati Wang Ke (nella finanza) e Wang Shuo (nell'immobiliare). Lo scorso dicembre i due erano impegnati in un duello automobilistico per le vie di uno dei quartieri ricchi di Pechino, intorno a Wangfujin, dove giocavano a rincorrersi con le loro macchine di lusso senza troppo badare alla possibilità di investire dei passanti. Quando entrambi hanno sbandato, Wang Shuo ha fatto retromarcia andandosi a scontrare contro l'auto di Wang Ke, che si è incendiata.

Wang Shuo a questo punto avrebbe minacciato Wang Ke con una pistola, e avrebbe poi incaricato il servizio di sicurezza della sua azienda di andare a distruggere le immagini registrate dalle videocamere per la strada (onnipresenti nelle città cinesi). A rendere più piccante l'intero episodio è stato che l'Audi di Wang Ke aveva una targa militare, mentre l'auto di Wang Shuo ne aveva una governativa - entrambe targhe privilegiate, non accessibili alle masse.

Ma questa volta, nonostante il sangue blu dei rampolli coinvolti, è stato aperto un caso giudiziario. Una perquisizione a casa di Wang Shuo ha fatto rinvenire pistole e proiettili, e il dorato «gentiluomo» adesso dovrà comparire davanti al tribunale. Prima d'ora, Wang Shuo era arrivato sulle pagine dei giornali per un breve fidanzamento con l'attrice Zhou Xun, per la quale aveva speso una fortuna in fuochi d'artificio al di lei compleanno (anche se i fuochi d'artificio privati sono illegali in Cina).

Wang Yu, figlio dell'ex sindaco di Shanghai, e Wang Xiaofei, figlio dell'imprenditrice Zhang Lan, creatrice di catene di ristoranti di prestigio, a parte i loro amori pubblici e glamour sono meno scandalosi, ma il Web non li esonera: in uno dei Paesi a maggior inegualità al mondo, essere ricchi come lo sono loro, e per merito dei genitori e delle loro connessioni importanti, è visto con ovvio rancore.

Così, quando Wang Xiaofei è rimasto implicato nello scandalo dell'olio di scolo (olio tossico recuperato dalle immondizie, purificato e rivenduto ai ristoranti), il Web non ha esitato ad attaccarlo: dapprima, si è difeso negando, poi dicendo che l'olio di scolo riciclato era utilizzato solo per i pasti dei dipendenti, e non quelli dei clienti. E non sorprenderà che gli agguerriti netizen cinesi non l'hanno ancora perdonato, malgrado il suo favoloso matrimonio con Barbie Hsu, un'incantevole attrice taiwanese.

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Chissà cosa ne pensano gli sfruttatori del lavoro di schiavi che "investono" in Cina.
The monster abyss 87
00martedì 27 settembre 2011 14:27
Re:
AtomBomb, 27/09/2011 14.25:




Chissà cosa ne pensano gli sfruttatori del lavoro di schiavi che "investono" in Cina.




se ne strasbattono i coglioni
AtomBomb
00martedì 27 settembre 2011 14:31
Re: Re:
The monster abyss 87, 9/27/2011 2:27 PM:




se ne strasbattono i coglioni


Intendo, fino ad oggi hanno giovato di una dittatura che col pugno di ferro deportava milioni di persone dalle campagne alle città, obbligandoli a lavorare come schiavi, una dittatura che toglieva i terreni dati precedentemente ai contadini per regalarli a degli stranieri, il tutto facendo in modo che i cinesi non fiatassero; se invece i cinesi iniziano a protestare, per la situazione di disuguaglianza immensa che esiste nel paese, per il fatto di essere costretti a lavorare come bestie per una persona che diventa ricchissima, gli equilibri potrebbero cambiare, anche per i negrieri occidentali.

The monster abyss 87
00martedì 27 settembre 2011 14:32
Re: Re: Re:
AtomBomb, 27/09/2011 14.31:


Intendo, fino ad oggi hanno giovato di una dittatura che col pugno di ferro deportava milioni di persone dalle campagne alle città, obbligandoli a lavorare come schiavi, una dittatura che toglieva i terreni dati precedentemente ai contadini per regalarli a degli stranieri, il tutto facendo in modo che i cinesi non fiatassero; se invece i cinesi iniziano a protestare, per la situazione di disuguaglianza immensa che esiste nel paese, per il fatto di essere costretti a lavorare come bestie per una persona che diventa ricchissima, gli equilibri potrebbero cambiare, anche per i negrieri occidentali.





conoscendo il tipo di gente se proprio in Cina quel sistema fallità come spero , proveranno a farlo da qualche altra parte [SM=x2609528]
AtomBomb
00martedì 27 settembre 2011 14:35
Re: Re: Re: Re:
The monster abyss 87, 9/27/2011 2:32 PM:




conoscendo il tipo di gente se proprio in Cina quel sistema fallità come spero , proveranno a farlo da qualche altra parte [SM=x2609528]



Resta solo l'Africa, visto che dal sud america, o almeno dalla maggior parte dei paesi, sono stati sbattuti fuori a calci nel culo [SM=x2584269] , oppure i PIIGS [SM=x2634433]
John Locke.
00martedì 27 settembre 2011 14:43
Re: Re: Re:
AtomBomb, 27/09/2011 14.31:


Intendo, fino ad oggi hanno giovato di una dittatura che col pugno di ferro deportava milioni di persone dalle campagne alle città, obbligandoli a lavorare come schiavi, una dittatura che toglieva i terreni dati precedentemente ai contadini per regalarli a degli stranieri, il tutto facendo in modo che i cinesi non fiatassero; se invece i cinesi iniziano a protestare, per la situazione di disuguaglianza immensa che esiste nel paese, per il fatto di essere costretti a lavorare come bestie per una persona che diventa ricchissima, gli equilibri potrebbero cambiare, anche per i negrieri occidentali.





In Cina non c'è un tale malcontento per cui questo possa accadere. Senza contare che chi si trova nelle città non si cura molto di chi sta in campagna.
AtomBomb
00martedì 27 settembre 2011 14:53
Re: Re: Re: Re:
John Locke., 9/27/2011 2:43 PM:




In Cina non c'è un tale malcontento per cui questo possa accadere. Senza contare che chi si trova nelle città non si cura molto di chi sta in campagna.


Nelle campagne il malcontento è alto. Così come sta crescendo, in generale, quello verso i nuovi ricchi. Non dimentichiamoci che parliamo di un popolo sottoposto a 50 anni di propaganda comunista, non vedono tanto di buon occhio certe cose.

John Locke.
00martedì 27 settembre 2011 15:00
Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 27/09/2011 14.53:


Nelle campagne il malcontento è alto. Così come sta crescendo, in generale, quello verso i nuovi ricchi. Non dimentichiamoci che parliamo di un popolo sottoposto a 50 anni di propaganda comunista, non vedono tanto di buon occhio certe cose.





E' vero, nelle campagne c'è, infatti la cosa la si cerca di alleggerire con l'urbanizzazione. Le città crescono perché molti vengono dalle campagne. E molti li mandano all'estero. Il problema è che campagne e città sono due mondi differenti. Io le volte che mi son spostato dai grossi centri alle zone rurali mi sembrava di aver cambiato paese. C'è malcontento, è vero, ma non hanno abbastanza coscienza di come vadano le cose per pensare di ribellarsi. Anche perché comunque non avrebbero l'appoggio del resto della popolazione. Io credo che la Cina continuerà così per almeno altri 20-30 anni, poi credo che la differenza la farà l'inevitabile contaminazione dall'esterno.
pjorn e stambeit
00martedì 27 settembre 2011 15:01
Quando la Cina cambierà governo e istituzioni mezzo mondo lo prenderà "dentro nel sedere (.cit)"
AngelieDemoni82
00martedì 27 settembre 2011 15:20
Re:
AtomBomb, 27/09/2011 14.25:

Chissà cosa ne pensano gli sfruttatori del lavoro di schiavi che "investono" in Cina.




Più che altro ora è il contrario.
Chi pensate abbia comprato i BOT italiani?
AtomBomb
00martedì 27 settembre 2011 15:31
Re: Re:
AngelieDemoni82, 9/27/2011 3:20 PM:




Più che altro ora è il contrario.
Chi pensate abbia comprato i BOT italiani?



Lo so che li hanno comprati loro, anche perché nessuno che investe per guadagnare si sognerebbe mai di comprarceli. [SM=x2634433]
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