Michele Santoro - Il ritorno

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castagnoli 91
00venerdì 9 settembre 2011 13:30

Michele Santoro sta per tornare. Domenica 11 settembre annuncerà ufficialmente il suo progetto nel corso della festa del Fatto quotidiano.

Si tratterà, come già abbiamo anticipato, di una trasmissione che dovrebbe, con ogni probabilità, andare “in onda” sul web e su vari canali del DTT, così come già accaduto con Raiperunanotte e con Tuttiinpiedi. E che si chiamerà, salvo ripensamenti o variazioni, Senzarete.

Nel frattempo, Santoro e i suoi hanno annunciato il ritorno con uno scarno messaggio sulla pagina Facebook di Annozero, che evidentemente è rimasta in gestione al gruppo di lavoro del giornalista e che ha già raccolto l’interesse di un congruo numero di “fan”, a riprova del fatto che un certo tipo di comunicazione televisiva è ormai decisamente e con convinzione affidata al popolare social network.

Il messaggio non racconta nulla, è semplicemente una specie di teaser-appello:

Ciao amici, ci stiamo preparando a tornare ma abbiamo bisogno del vostro aiuto… Ci siete?

Non resta, dunque, che attendere la presentazione di Santoro per sapere in concreto che cosa ha in programma l’ex giornalista Rai.

Ragionier Fantozzi
00lunedì 12 settembre 2011 16:39
“Gli amministratori della tv pubblica siano scelti dagli abbonati. La proposta di La7, con il controllo preventivo era inaccettabile. Che cosa farò? Quello che avete già visto con Raiperunanotte”. Michele Santoro arriva alla festa de Il Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta (video) e non delude le attese di migliaia di lettori in fila da questa mattina per trovare un posto nell’arena della Versiliana: “In tv ci vuole qualcuno che possa dire liberamente ‘Berlusconi fuori dalle balle’”.

Quale sarà il futuro televisivo di Santoro, dopo le stagioni di Annozero? ”Sono qua non per dire quello che faremo, per il semplice motivo che quello che faremo lo abbiamo già fatto vedere due volte a Bologna, con Raiperunanotte e Tuttinpiedi. Per cui se vi piacciono quei programmi realizzati in maniera indipendente e grazie al vostro aiuto, noi quei programmi vogliamo rifarli”. Nel corso del suo intervento, il conduttore ha rivelato il nome e le modalità del suo programma futuro: “Vi chiedo un po’ di fiducia. Bastano dieci euro e con l’aiuto di imprenditori qui presenti, del gruppo televisivo di Parenzo, del Fatto Quotidiano riusciremo a fare un programma che si chiamerà “Comizi d’amore”.

”Il programma dovrebbe partire a fine ottobre e faremo circa 25 puntate”, ha spiegato il giornalista parlando a margine dell’incontro. “Non è stato ancora deciso il giorno della settimana in cui trasmetterlo”, ha poi aggiunto. Santoro ha spiegato che “non c’è alcun accanimento nei confronti di nessuno degli altri protagonisti della scena. Ci piacerebbe andare in onda contro Vespa, ma non mi sembra adatto alla prima serata”. La trasmissione dovrebbe essere realizzata in uno studio a Roma, “anche se abbiamo una fortissima pressione bolognese per farne una sede fissa”, e contribuirà tutta la sua vecchia squadra, escluso Corrado Formigli passato a La7. Il programma sarà realizzato anche con “il contributo del pubblico, perchè con dieci euro si entra a far parte dell’associazione no profit ‘Servizio pubblico’, della quale farà parte anche ‘Il Fatto Quotidiano’”. Il giornalista ha aggiunto che “per realizzare la trasmissione serviranno circa 250mila euro a puntata, ma non saranno solo soldi pubblici, ma anche fondi nostri e poi ci sarà la pubblicità”.

“Vengo a rendere omaggio a un grande giornale libero”, ha detto il conduttore appena salito sul palco insieme ad Antonio Padellaro e Marco Travaglio. Il ragionamento parte dall’11 settembre2001, dieci anni fa: “Ci siamo sentiti tutti americani, ma sentirsi americani in quel momento significava guardare le cose da un solo punto di vista, quello dei pompieri morti nelle torri. Dei sopravvissuti ci siamo dimenticati. La realtà non è sempre la stessa, ma cambia con i racconti che se ne fanno. Sono le mie telecamere che danno un’angolazione ai fatti. Ed è importante che i punti di vista siano tanti. Ora, l’11 settembre ha segnato uno spartiacque: ci ha fatto dimenticare cosa voleva ottenere il terrorismo. Come se ci fosse un unico orizzonte. In Italia noi eravamo la sede del pacifismo. Poi, a un certo punto la guerra è sembrata, ci è stata fatta vedere, come l’unico strumento per risolvere i problemi del mondo”.

L’attacco a Berlusconi è frontale: ”C’è uno che ha detto che questo è un Paese di merda, che telefona con una sim colombiana, che si inventa appuntamenti inesistenti per non recarsi dal magistrato. Quando diremo basta, è finita, fuori dalle balle? Almeno uno dei nostri giornalisti può dire questo in una piccola tv? – ha chiesto il conduttore – Se questo non si può fare, vuol dire che stiamo cancellando un pezzo di opinione pubblica”. Il j’accuse santoriano è rivolto anche al centrosinistra: “E voi dell’opposizione cosa cavolo state facendo di fronte a questo scempio?”. E’ stato umiliante passare l’80% del tempo con gli avvocati, sentire quello che usciva dall’inchiesta di Trani: non può Berlusconi chiedere ad autorità, da lui stesso nominate, di chiudere un programma”.

Il discorso è proseguito con il ricordo delle censure del passato e di quelle più recenti. “L’editto bulgaro è intervenuto anche per non far parlare dell’intervento armato in Iraq. Non lo dico solo io, ma anche Obama che riconosce quel conflitto come fonte di tutti i guai. Io non credo alle teorie complottiste, ma credo che la guerra sia stata una scorciatoia per nascondere la crisi economica. La guerra ha presentato al mondo l’esistenza di un nemico. Ha obbligato noi a chiederci: ‘E noi dove stiamo?’ Stiamo in Occidente. Il mondo si è serrato intorno alla paura. Anche i media hanno smesso di rappresentare chi non aveva paura. E’ mancato un programma che veicolasse l’opinione contraria alla guerra. Siamo arrivati all’assuefazione”.

“Mi rivolgo – ha proseguito Santoro – ai colleghi di Libero e del Giornale che mi danno del “guru della sinistra”. Io voglio chiedere a questi miei colleghi una cosa semplice: “Questa gente che è seduta qui ad ascoltare, queste migliaia di persone che i partiti non riescono più a raccogliere, hanno diritto a essere rappresentati come opinione pubblica? I pacifisti non avevano diritto a esistere come opinione pubblica organizzata? Perché se questa opinione pubblica non ha diritto di essere rappresentata, questa non è democrazia”.

E perché, “se non si reagisce, succede quello che è successo con l’11 settembre. Ci si parla tra noi, ma la realtà scompare tanto che, per vedere un giovane “parlante” guardavamo il Grande fratello. Ma ora il pubblico ha imparato a scegliere, a cercare i canali dove la realtà viene rappresentata. E i programmi che stavano dentro la tv a raccontare la realtà hanno cominciato ad avere peso.

Il giornalista ha dedicato un passaggio alle ragioni del fallimento del suo passaggio a La7. “L’Ad di Telecom ha usato una bella metafora, quella dei macachi sul banano Rai. Ma sono state dette tante cose. Non so se è vero quello che ha scritto Dagospia, ossia che Berlusconi ha telefonato a Bernabè per non avermi in onda su La7. Ma perché un’azienda si tira indietro e l’ad tira fuori l’argomento della scaletta? Allora ridateci Masi! Come si fa a garantire l’autonomia del programma se l’amministratore decide la scaletta? E non viene nemmeno lui a dirlo, ma manda l’ufficio legale. E perché noi non reagiamo? Cosa ha detto Bersani? Bersani ha detto: “Santoro è come Balotelli! Prima o poi lo fanno giocare. Certo che gioco! Ma così abbiamo perso il servizio pubblico. E’ per questo che dobbiamo riprenderci il mercato e il servizio pubblico. Riprendiamoci la Rai, è nostra! Facciamo la battaglia e datemi fiducia come avete già fatto per gli altri eventi. Con dieci euro ciascuno possiamo fare una televisione veramente libera”.
Dead Man Drinking
00lunedì 12 settembre 2011 18:29
Vespa: «Io sono un angelo
Santoro? Incompatibile con Rai»




Di se stesso dice: «Sono un angelo. Sarò assunto in cielo con tutti i vestiti». Eppure, intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, nel numero in edicola domani, Bruno Vespa, che dal 20 settembre riparte con il suo Porta a Porta in seconda serata su Rai1, si lascia andare a una serie di giudizi, spesso pepati, sui colleghi telegiornalisti. Compreso Michele Santoro, che proprio ieri ha annunciato dalla Festa de Il Fatto Quotidiano il suo nuovo programma “Comizi d'Amore”: «È un signor professionista anche se io l'ho sempre considerato oggettivamente, serenamente, amichevolmente incompatibile con il servizio pubblico».

Di Alessio Vinci, suo diretto rivale con Matrix, Vespa dice: «È un gentiluomo. La differenza tra noi però è totale, generazionale e di formazione. Lui viene da un giornalismo anglosassone, io da uno mediterraneo. Lui dà news molto strette; io ho avuto la fortuna di partire dall'elenco degli spettacoli al Tempo de L'Aquila, per arrivare a Porta a porta. Ho fatto veramente tutto e ho un'esperienza più larga. Negli scontri diretti vinco larghissimamente io. Vado a memoria su quest'anno: 62 a 15 o a 13, contando due-tre pareggi». L'anchorman aquilano approva il cambio della guardia a In onda (La 7), dove Nicola Porro prenderà il posto di Luisella Costamagna accanto a Luca Telese: Lei funzionava, ma hanno fatto benissimo. La7 ultimamente scivolava un pò troppo a sinistra, ed essendo una rete in crescita, ha bisogno di ampliare il pubblico, ricollocarsi. Se fa trasmissioni più equilibrate, ha solo da guadagnare».

Il destino di Michele Santoro: «Sarà sempre in prima linea. Anche se ora inventa questa formula multimediale, non ha mai smesso di essere il trascinatore politico, colui che serve il popolo». Ce n'è anche per il botto di Enrico Mentana al tg di La7: «Meritato. Gli ho detto, e ha riconosciuto, di avere avuto l'intuizione giusta in un momento straordinariamente favorevole. Ha la fortuna di non dover fare un tg generalista. Al Tg1 non potrebbe mai mandare in onda quel tg, ma uno decisamente più noioso». Netto il giudizio su Gad Lerner: «Non mi pare che sia l'esempio luminoso da seguire citato in commissione di vigilanza: dovete fare come Lerner! Ha altre virtù, ma uno non spegne il televisore dicendo: oddio, non ho capito Lerner come la pensava, stasera».

E ancora, Giuliano Ferrara: «Giuliano è un campione assoluto, l'uomo più colto. Che però non fa più parlare come prima». E se il Giovanni Floris di Ballarò «fa una trasmissione a mio avviso non equilibratissima, ma importante», la rinuncia di La 7 ad Antonello Piroso «ha fatto triplicare gli ascolti alla rete. C'est la vie. Faccia altre cose». Cauto su Gianluigi Nuzzi e (forse) Filippo Facci a Omissis, su La7 («Bravi. Ma bisogna vedere come sarà il programma. Puoi essere una gran firma e non saper fare tv, o viceversa. Né Biagi né Montanelli hanno dato il meglio in video»). Chapeau, infine, per Antonio Ricci: «È il dominus della nostra tv. Più di così... Fa quello che vuole, come vuole, quando vuole. Ha il successo che si è guadagnato, che cosa gli puoi dire?».
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