Re:
rogerio guerrero, 23/02/2015 09:58:
Forse non é l´oratorio come istituzione che pensava ma il fatto di giocare in un luogo per tanto tempo fuori dal contesto puramente calcistico.
Mi spiego meglio. Ho l´impressione che i bambini/ragazzi non giochino piú "a pallone" in strada...e la strada é la migliore scuola calcio.
Oh spero di sbagliarmi e non voglio passare per nostalgico vintage...peró ecco, noi stavamo a giocare in strada praticamente sempre nel tempo libero...anche se vai alla scuola calcio ci giochi solo 4-8 ore alla settimana.
Probabilmente mi sbaglio. Anzi voglio sperare di aver detto una cazzata.
Anche io ho inteso subito che era questo che effettivamente voleva dire.
L'altro giorno sentivo un'intervista con Ulivieri che diceva proprio questa cosa, bisogna trovare strutture alternative alle normali scuole calcio così come sono intese oggi...faceva lo stesso esempio di un bambino che va all'allenamento, gioca due ore e poi torna a casa, e di uno che in un prato qualsiasi ci può giocare cinque ore al giorno...chi impara di più?
I problemi ovviamente sorgono nel tempo sottratto alla scuola, infatti servirebbe qualcosa di simile al modello olandese di "scuola di calcio".
Verso la fine delle scuole medie i calciatori più promettenti dovrebbero avere a disposizione scuole apposite come in quel paese, dove il tempo è organizzato in un certo modo: mattina divisa a metà fra studio e allenamento, e pomeriggio uguale, scuola di nuovo e ancora allenamento prima di cena.
Allo stesso tempo il tempo di gioco praticamente raddoppierebbe, e i giocatori avrebbero una formazione scolastica e culturale, cosa che in Italia avviene di rado, e che in Olanda dà un valore aggiunto dato che, faccio l'esempio dell'Ajax che d'accordo sarà un'eccellenza, ma vede nella dirigenza in aree come esperto di marketing o alla contabilità Van Der Saar o De Boer...e avere qualcuno del ramo dà sempre un vantaggio.
Senza contare che calciatori o dirigenti con una cultura avranno sempre un vantaggio decisionale su gente che non è mai uscita mentalmente dal campo.