Monti: Con lo Statuto dei lavoratori meno posti di lavoro

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Dead Man Drinking
00giovedì 13 settembre 2012 16:15
ROMA - I danni e le distorsioni introdotte nel mercato del lavoro dallo Statuto di lavoratori. La poca pragmaticità di politiche economiche del passato, dannose perché troppo attente a fare bene anche dal punto di vista etico, civile e sociale. Il senso delle durissime misure imposte al Paese per il suo bene. La necessità di restare nell'euro. Il futuro personale e quello politico dell'Italia. Soprattutto di questo ha parlato il presidente del Consiglio Mario Monti intervenendo in teleconferenza al XXVI Convegno della Società Italiana di Scienza Politica, all'Università Roma Tre.

La dichiarazione più forte, sullo Statuto dei lavoratori. "Alcune sue disposizioni, ispirate a un intento nobile di difendere i lavoratori hanno determinato un'insufficiente creazione di posti di lavoro" ha affermato il premier, che ha puntato l'indice contro "certe decisioni di politica economica" che in passato "si sono rivelate poco efficaci". Parole che provocano la dura replica di Susanna Camusso: "Eco del peggior liberismo - ha denunciato la leader Cgil -. In realtà, il governo non ha una sola idea per la crescita. E siccome non c'è nulla si reinventa una logica contro i lavoratori".

Monti ha dedicato un passaggio anche ai tanti interrogativi che percorrono la politica circa il suo domani 1, una volta scaduta la legislatura. Ancora una volta, il capo del governo tecnico dà l'idea di volersi scrollare di dosso ogni appartenenza, anche futura, di carattere politico. "E' più facile conquistare e mantenere prestigio a 360 gradi se si è al di fuori della politica - ha spiegato Monti - e io non ho mai aspirato al ruolo di tecnico di area. Lo considero l'unione di due mali". "E spero - ha chiuso l'argomento Monti con una battuta - di non aver perso questo prestigio in questo breve periodo al governo".

"Sono molto sereno e spero che l'agenda Monti si trasformi entro la fine del governo in una serie acta Monti - ha aggiunto il premier -. Quando ci sarà un altro governo sarò lieto se le cose nelle quali abbiamo creduto possano avere pieno sviluppo, con tutte le correzioni che saranno dovute". Quanto alle decisioni per il Paese e alle riforme che saranno prese dopo il voto, "saranno i futuri parlamenti e gli stessi futuri governi a metterle a punto".

Il premier ha quindi lodato Pd, Pdl e Udc, forze della maggioranza che sostiene l'esecutivo tecnico e le sue riforme, così dure per il Paese. "Hanno dato alta prova di senso di responsabilità. Un sostegno sofferto ma sistematico. Se c'è un aspetto di cui sono orgoglioso - ha detto Monti - è di essere riuscito a far cooperare tre partiti che si erano combattuti aspramente, e qualche volta incivilmente, fino al giorno prima".

"Con Statuto meno posti". "Da studioso - ha premesso il premier -, prima di avere questa occasione di chiamata in servizio, ho osservato uno scarto tra l'etica delle intenzioni e l'etica delle responsabilità: alcuni dei danni maggiori arrecati al Paese sono derivati dalla speranza di fare bene anche dal punto di vista etico, civile e sociale, ma con decisioni di politica economica che spesso non erano caratterizzate da pragmatismo e valutazione degli effetti".

Poi, l'affondo di Monti sullo Statuto dei lavoratori. "Certe disposizioni intese a tutelare le parti deboli nei rapporti economici - ha spiegato il presidente del Consiglio - hanno finito, impattando sul gioco del mercato, per danneggiare le stesse parti deboli che intendevano favorire". E affermando questo il capo del governo tecnico ha chiarito che il suo riferimento è esteso "anche a certe disposizioni dello Statuto dei lavoratori".

"Con la lira prezzi ancora più alti". Nel suo intervento, Monti ha anche giustificato l'aumento dei prezzi derivante dall'azione del governo ricollegando quest'ultima alla strenua difesa dell'Eurozona e alla necessità per l'Italia di fare tutto per restarvi, nell'interesse dei cittadini.

"Per evitare il tracollo finanziario l'Italia ha imposto provvedimenti che stanno portando prezzi alti per cittadini e imprese. Provvedimenti che sono stati presi su proposta del Governo con l'appoggio del Parlamento e dei gruppi che ci sostengono". Ma, ha aggiunto Monti, "se non fossimo passati all'euro, i prezzi di beni e servizi in Italia sarebbero più alti di quelli che sono. Dalla lira all'euro, il meccanismo di creazione dell'inflazione si è modificato in modo meno inflazionistico".

"Il passaggio all'euro - ha scandito Monti - non è solo un cambio di moneta ma anche un cambio di metodo di governo, con una politica monetaria condotta in modo indipendente dalla banca centrale, con provvedimenti considerati a volte eccessivi ma che hanno impedito l'aumento dei disavanzi pubblici".

"Evitato il commissariamento del Paese". Grazie alla durezza, ma anche alla serietà delle misure adottate, l'Italia si è sottratta a quello che Monti ha definito un vero e proprio "commissariamento". "Ho cercato di evitare che l'Italia avesse bisogno di un tipo di aiuto e di programma che comportano una ulteriore, asimmetrica, pesante cessione di sovranità - ha spiegato il primo ministro, sottolineando appunto che tale cessione avrebbe avuto il senso di una "sorta di commissariamento".

"Governo dei banchieri? Caccia alle streghe". Monti ha voluto rispondere anche a quei "blog" che lo accusano quotidianamente di essere a capo di un "governo dei banchieri", al servizio di un settore a cui sono addossate gran parte delle responsabilità della crisi finanziaria internazionale. "Inviterei coloro che coltivano questa suggestiva caccia alle streghe a guardare in faccia i provvedimenti - ha affermato il presidente del Consiglio -. Esiste un provvedimento del decreto 'Salva Italia' che impedisce ai componenti di un Cda di sedere nel Cda di banche e assicurazioni concorrenti. Il Financial Times ha dedicato un'intera pagina alla cosa".

Un provvedimento per il quale Monti ha raccontato di aver ricevuto i complimenti di Angela Merkel. "La cancelliera mi ha chiamato e mi si è complimentata per l'approvazione di un provvedimento che ha definito 'molto forte e coraggioso, che anche noi dovremmo adottare'".

"Grave l'ostilità tra i popoli". Monti è tornato anche sulla questione delle spinte disgregative nell'ambito dell'Unione europea. Esiste, ha insistito il premier, una "crisi di rigetto dell'integrazione, accelerata dalle misure per rendere efficace la governance dell'euro, su cui i capi di governo devono intervenire". Proprio per questo Monti ha spiegato di aver proposto al presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, un incontro affinché si discuta "come la politica possa atteggiarsi in modo diverso per affrontare i problemi di fondo tra i cittadini dell'Ue. Quando le ostilità sono tra i popoli questo è grave".

"Commissione Ue non perda imparzialità". Mario Monti si è detto contrario all'ipotesi che la Commissione europea assuma un ruolo troppo parziale e possa riprodurre le dinamiche della politica interna dei vari Paesi. Partendo da un commento alla proposta del presidente della commissione europea, Barroso, che accresce il ruolo della Commissione, Monti ha sottolineato che "servirebbe una maggiore vicinanza percepita tra chi guida l'Europa e i cittadini. Tuttavia la Commissione ha il ruolo di guardiana del Trattato: se diventasse più 'partisan' attraverso elezioni dirette, forse perderebbe il suo ruolo di imparzialità. Non credo si debba replicare troppo a livello di Europa lo schema di destra e sinistra che vige nella politica nazionale. Semmai, la Commissione dovrebbe avere il ruolo di guida di un partito dell'integrazione".

LE REAZIONI

Camusso: "Statuto dannoso? Monti non ha idee su crescita". "La ripetizione di un film già visto. Penso che sia esattamente la dimostrazione che questo governo non abbia un'idea di cosa fare per lo sviluppo e la crescita. Pare che abbia esaurito qualunque spinta propulsiva. Si continua a riproporre ricette che hanno già dimostrato la loro fallimentarità, oppure si butta la palla in un altro campo, come hanno fatto sulla questione della produttività. Monti ci dica invece cosa vuol fare per la crescita". E' la risposta del leader della Cgil, Susanna Camusso, alle parole pronunciate dal premier circa lo Statuto dei lavoratori.

Il leader della Cgil ricorda come proprio sugli attacchi allo Statuto dei lavoratori e ai contratti "abbiamo passato cinque mesi tra Palazzo Chigi e ministeri a discutere, e mi pare che tutto il mondo, compreso quello delle imprese, abbia dimostrato che quello non era il problema. Niente di nuovo". Il timore è che "siccome non c'è un'idea su nulla ci reinventiamo una logica contro i lavoratori. Mi pare abbiano fatto abbastanza contro i lavoratori". Per Camusso, le parole del premier suonano come l'eco del "peggiore liberismo, quello che ha teorizzato che la diseguaglianza abbia fatto crescere il mondo. Sono quattro anni che il mondo non sa uscire da una crisi determinata esattamente da quella logica lì".

Fornero: "Più posti con modifiche all'Art.18". "Penso che la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sia una buona premessa per creare più posti di lavoro, più occupazione". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, commentando le affermazioni di Monti sullo Statuto quale freno dell'occupazione. Fornero ha precisato che "non sono previsti ora nuovi ritocchi allo Statuto. Lascio a Monti le sue parole, quello che abbiamo fatto non è stato fatto a caso. La modifica dell'articolo 18 non è punitiva ed è stata fatta tenendo conto anche del resto, come la flessibilità in entrata".

Bonanni: "Art. 18 migliorato dalla riforma". "C'è stato un buon assestamento, come si sa in Parlamento, grazie alla nostra iniziativa. L'articolo 18 non è stato toccato anzi, è stato perfino migliorato in alcuni aspetti". Così il leader Cisl, Raffaele Bonanni, commentando la proposta di referendum sulle modifiche apportate all'articolo 18. "Come per esempio - ha spiegato Bonanni - il raffreddamento possibile attraverso la conciliazione e l'arricchimento di norme di regolazione, quelle contrattuali inserite nella legge. Chi si occupa di questo sa che quel che dico è vero, chi invece deve preparare la campagna elettorale ha bisogno di polverone".

Vendola: "Ancor più convinto del referendum". "Il mio pensiero diverge radicalmente da quello del presidente Monti e questa riflessione mi spinge ancora di più a militare nel campo del referendum". Lo ha detto il leader di Sinistra Ecologia e Libertà e Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, promotore con Idv della raccolta di firme per una consultazione popolare sull'abrogazione delle modifiche all'Art.18. "Che alcuni articoli dello Statuto dei lavoratori, ispirati da nobili principi, abbiano reso più difficile costruire posti di lavoro penso sia una rappresentazione errata, un gigantesco equivoco. Vero il contrario: quanto più il lavoratore è stato tutelato con certezza del proprio posto, stabilità, reddito migliorato, condizioni di salubrità e di tempo più decenti, tanto più quel lavoratore è stato in grado di far vincere la sfida dell'Italia". "E' fondamentale - ha concluso Vendola - mobilitare l'Italia per chiedere che al centro della nostra civiltà giuridica ci sia non il diritto dell'impresa a licenziare, ma il diritto del lavoratore al suo posto di lavoro".

Di Pietro: "Monti copre il suo fallimento". "Le parole di Monti sullo Statuto dei lavoratori sono una provocazione per coprire il totale fallimento della sua politica economica e sociale". Lo affermano, in una nota congiunta, il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi. Idv considera altri i freni all'economia (investimenti stranieri bloccati dall'enorme burocrazia, gigantesca corruzione, elevata tassazione su imprese e lavoro, enorme evasione fiscale, esportazione dei capitali all'estero), ma "la politica lacrime e sangue dei professori, con il taglio drastico delle pensioni, la legge sui licenziamenti facili della Fornero, l'aumento spropositato delle tasse e la mancanza di provvedimenti per la crescita, ha portato a zero risultati sull'economia". Anche Di Pietro si dice ancor più convinto ad "andare avanti con la raccolta firme sui referendum che partirà il prossimo 12 ottobre".

Alfano: "Sullo Statuto la penso come Monti". "Monti dice cose giuste sullo Statuto dei lavoratori. La Cgil e la Camusso lo attaccano. Noi e Monti sull'argomento abbiamo le stesse idee". Così, su Twitter, il segretario del Pdl Angelino Alfano.

Della Vedova: "Con Statuto mercato inefficiente e iniquo". "Sullo Statuto dei lavoratori Monti ha detto ciò che tutte le analisi nazionali e internazionali dimostrano: regole datate e astrattamente immodificabili sono una delle cause che hanno reso il mercato del lavoro inefficiente e sommamente iniquo nei confronti, in particolare, di giovani e donne. Un mercato del lavoro che resta drammaticamente a doppio binario sul fronte delle garanzie". Lo dichiara in una nota il capogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova.
martozen
00giovedì 13 settembre 2012 17:14
preme per far avere schiavi gratis ai suoi padroni.
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