Non biasimo le persone incazzate coi politici

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AtomBomb
00lunedì 1 ottobre 2012 13:14
Boniperti, recordman dei rimborsi in Piemonte, taglia i rimborsi agli altri. Con una proposta di legge

Stop con i rimborsi spese ai consiglieri regionali «per la partecipazione alle riunioni convocate da soggetti esterni». Anche il Piemonte prova a "moralizzare" la propria politica regionale con una proposta di legge draconiana presentata giovedì scorso, giusto un attimo prima che Regionopoli bussasse anche a Torino sotto forma di perquisizione da parte della Guardia di Finanza. Primo firmatario il presidente del consiglio regionale, Valerio Cattaneo, e tra i sostenitori anche Roberto Boniperti. Sì, proprio «superman», il maratoneta della politica che nel 2011 ha superato i 37mila euro di rimborsi totalizzando 40mila chilometri su e giù per il Piemonte.

Stupore? Fino a un certo punto, perché poche righe sotto, come in quasi tutte le leggi italiane, arriva la deroga. L'addio ai rimborsi, spiega infatti la proposta di legge, «non si applica ai componenti della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale». E chi c'è tra i salvati? Boniperti, appunto, che da vicepresidente del Consiglio potrà continuare il proprio pendolarismo con rimborso a piè di lista.

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Primo in rimborsi (e assenze)
«Vado a tre sagre al giorno»

Il piemontese Boniperti: non sono Fiorito, regalo soldi

NOVARA - Il tapinaccio è sempre in agguato. Egli cerca lavoro, chiede soldi, assilla con i suoi problemi. «Crede che io sia una agenzia di collocamento, pensi un po' che gente». È per questo che Roberto Boniperti non risponde mai al telefonino quando vede apparire numeri sconosciuti, per sventare la costante minaccia del «tapinaccio», come lo chiama lui.

Dopo innumerevoli tentativi a vuoto, il sofisticato sistema di sbarramento anti-tapini viene aggirato con un sms di presentazione, e il consigliere piemontese in moto perpetuo fissa l'appuntamento per parlare dei suoi rimborsi agostani, 22 nel mese in cui la Regione è chiusa per ferie. Uno per ogni giorno non coperto dall'indennità fissa, che prevede una settimana garantita a 122 euro netti, anche se si resta a casa. Nel 2009 arrivò 63° su sessantacinque consiglieri nella classifica delle presenze. «Anno sfortunato: mi hanno fatto passare per assenteista ma sono stato a casa solo un mese per assistere il papà. Non mi sembrava serio farmi vedere solo per firmare il foglio presenze. Guardi che io non sono il Fiorito del Nord. Vuole le prove? Così, a memoria: san Rocco è il patrono di Vicolungo, san Sereno è quello di Biandrate, quest'anno lo abbiamo festeggiato vicino al nuovo centro dell'Esselunga».

Segue lungo elenco di santi e sagre paesane. «Caro mio, bisogna saperle le cose. Guardi nel bagagliaio della mia Audi, cosa vede?». Due paia di scarpe, due completi giacca pantalone di diverso colore, due maglioni. «Appunto. Non è mica facile fare la mia vita. Io mi muovo, in estate anche tre eventi al giorno. Magari da una parte del lago d'Orta c'è il sole, dall'altra piove. Bisogna essere preparati. E io, modestamente, lo sono».

Roberto Boniperti, classe 1962, parla, si muove e si veste come Ezio Greggio negli anni Ottanta. Sembra un reperto storico della Milano da bere, ma nasce assicuratore in un paese a pochi chilometri da Novara. «Tutta la vita a combattere il razzismo dei torinesi che ci considerano dei lombardi. I miei problemi nascono da questa discriminazione».

Il destino da commesso viaggiatore della politica non è stato una scelta consapevole, ma un esilio. «Mi dipingete come un mostro per la faccenda dei rimborsi, dei 40.000 dichiarati in un anno. Si metta nei miei panni: una volta arrivati a Torino tutti i miei colleghi hanno avuto un posticino, la vicepresidenza di una commissione, un assessorato. Io nulla, nisba, due di picche. Sono un peperino, dico sempre le cose come stanno. E quindi il Pdl mi ha tagliato fuori».

A quel punto c'è solo la strada su cui può contare, la strada è l'unica salvezza, come cantava Giorgio Gaber. «Non lo conosco, ma sembra l'abbia scritta per me. Sono stato obbligato a mettermi in mezzo alla gente. A partire e correre, correre, per crearmi una rete di persone mie. Agosto è il mese delle feste patronali: piatto ricco mi ci ficco». Le polizze sono ormai un ricordo da evocare con nostalgia. «Passo nella mia bella agenzia una volta al massimo alla settimana, ma sono sempre connesso, si capisce».

Boniperti entra in politica nel 1995, candidato alle provinciali di Novara con Alleanza nazionale. Da allora non ne esce più. «Io sono un tipo very professional, mi applico a palla, anche se nessuno ha mai creduto in me, per ragioni che mi sfuggono».

Il paragone con il celeberrimo Fiorito non sta in piedi. Se il prototipo originale è grosso, lento, lui risulta sottile e veloce. Qualche affinità persiste invece a livello ideologico. Il Batman di Anagni sogna di essere il federale del suo borgo, Boniperti annovera un nonno che lo fu per davvero. Si illumina quando parla di Giorgio Almirante: «Il più grande politico della storia italiana, dubbi zero».


È stata dura, ci è voluto del tempo, ma anche Boniperti ha trovato qualcuno disposto a credere in lui. Da qualche mese è vicepresidente del Consiglio regionale. I rimborsi del 2012, garantisce, saranno per forza di cose meno elevati dei 37.000 euro percepiti lo scorso anno. La mistica della strada riemerge solo nei festivi, come oggi, inaugurazione della biblioteca di Ponio, seguirà premiazione al concorso di poesia a Pella, sempre dalle parti del lago d'Orta.

Dice che a differenza di Fiorito, lui vive del suo. I 164 mila euro all'anno dello stipendio da consigliere regionale se ne vanno tutti in politica. Alla levata d'orgoglio si aggiunge però un problema di contabilità. «Purtroppo la mia attività è fatta di spese non dimostrabili. Stare in mezzo alla gente ha i suoi costi». Il suo papà gli mostrava spesso le foto dei bambini «neri», nel senso della pelle. «A te ti abbiamo trovato nero, mi diceva, poi ti abbiamo dato una bella lucidata. Capito il senso?». Urge spiegazione della parabola familiare. «Sono sempre a tirare fuori soldi per dare qualcosa al tapinaccio di turno. Mi creda, è un assedio. Quello si avvicina, la mena che non ha più il lavoro. Io mi faccio prendere la mano, e sgancio. Mica posso fargli lo scontrino».

I magistrati cattivi sono avvisati: colpa del tapinaccio.

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KaiserSp
00lunedì 1 ottobre 2012 13:19
abbiamo buttato soldi, tempo e risorse eleggendo delinquenti e non facendo nulla per cacciarli

e giustamente ne paghiamo le conseguenze
martozen
00lunedì 1 ottobre 2012 13:31
Pensare che io i Boniperti in Piemenote li avrei epurati già da una trentina d'anni.
AtomBomb
00lunedì 1 ottobre 2012 15:09
Piemonte, rimborsi record per Boniperti: “Giusti, mi faccio il culo”

Il vice presidente del Consiglio regionale, ex Pdl e ora nel gruppo Progett'Azione, è primo nel 2011 come indennità di missione e degli indennizzi ricevuti con i suoi 37mila euro. I consiglieri regionali piemontesi hanno fatto lo scorso anno 256 mila e 984 chilometri: più o meno sette volte la circonferenza della terra. Ma c'è anche chi dice no ai soldi

Se non ci fossero i gettoni di presenza prenderei uno stipendio assolutamente non rapportato al culo che mi faccio”. Roberto Boniperti, novarese, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte (ex Pdl, ora Progett’Azione, costola locale del Centrodestra), non è mai stato così famoso come in questi giorni. Con 37 mila euro soltanto nel 2011 è il recordman delle indennità di missione e dei rimborsi chilometrici tra i membri del Consiglio regionale del Piemonte. Ma è in buona compagnia: c’è chi è andato alla sagra della rana di Vercelli, chi, come Maurizio Lupi, ha partecipato ad un evento culturale a Borgonato Alessandrino e chi, in un sussulto di antifascismo, si è gustato quattro o cinque spettacoli di “Voci dei Luoghi”, rassegna itinerante organizzata per celebrare la Resistenza. Poi si è fatto rimborsare il viaggio, più il gettone di presenza di 122 euro.

I primi dettagli emergono all’indomani della mossa della Guardia di finanza che, su mandato della Procura di Torino, si è fatta consegnare le carte relative ai conti dei partiti rappresentati a Palazzo Lascaris dal 2008 al 2011. L’obiettivo delle Fiamme Gialle è verificare come è stata utilizzata la massa di denaro che dal Consiglio fluisce ai gruppi consiliari in base alla loro consistenza numerica: si va dal milione e 200 mila euro destinati al Pdl ai 260 mila dei cosiddetti “monogruppi”, formati da un consigliere che è anche capo di se stesso. Ma nonostante tutto questo per Boniperti i rimborsi non sono affatto un privilegio: “È vero, il nostro stipendio è di 8.600 euro lordi al mese, ma con tutte le detrazioni alla fine te ne rimangono in tasca poco più di tremila”. Ma lei quanto guadagna? “Nel 2011, compresi i famosi 37 mila, ero intorno agli otto-nove mila netti al mese. Oggi, con l’indennità da vicepresidente arrivo a diecimila”.

Una bella cifra: “Certo, ma sta parlando con il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, non con il vicepresidente di una bocciofila. Io ad agosto sono andato quasi ogni giorno a Torino a firmare documentazione” . Agosto, appunto. Ha fatto scalpore la gran quantità di missioni nel mese di chiusura dei lavori del Consiglio Regionale: “Le missioni – risponde Boniperti – sono l’unico modo per fare realmente politica sul territorio”. Ma perché così tante ad agosto? Non sarà che qualcuno si fa pagare le ferie? “Io no di certo – risponde – agosto è un mese pieno di feste patronali, quale occasione migliore per invitare il consigliere regionale di zona?”. Riproviamo a chiedere se i rimborsi siano davvero così necessari, la risposta è laconica: “Già sono pochi quelli che si muovono, figuriamoci senza i gettoni e i rimborsi”. Se la politica si fa sul territorio, i consiglieri regionali piemontesi non si sono risparmiati: hanno fatto 256.984 chilometri (rimborsati) soltanto nel 2011. Che più o meno fanno sette volte la circonferenza del pianeta terra.

Ma invece che intorno al mondo, i politici piemontesi hanno attraversato in lungo e in largo la loro regione. Nel 2011 hanno fatto sette volte il giro del mondo rimbalzando tra le Alpi Marittime e il Gran Paradiso, tra la Valle del Po, le Langhe, le risaie del Vercellese e i laghi del Verbano. Sempre in missione per conto della Regione, con in tasca un bel gettone e il rimborso chilometrico. Il conto lo conosciamo già, quasi 600 mila euro per 12 mesi. Una pratica discutibile ma, fino a prova contraria, non illegale, trasversale tra le forze politiche ma non unanime. C’è infatti chi si è accontentato del suo già alto stipendio senza mai chiedere un euro in più: Davide Bono e Fabrizio Biolè del Movimento 5 Stelle, Artesio (Fds), l’ex presidente della regione Mercedes Bresso, Angelo Burzi del Pdl, il capogruppo di Sel Monica Cerutti, il moderato Michele Dell’Utri (soltanto omonimo), Michele Giovine dei Pensionati (condannato per le firme false della lista a favore di Cota), Mauro Laus, Gianna Pentenero, Aldo Reschigna e Wilmer Ronzani, tutti del Pd. Tra i recordmen del rimborso (31 mila euro) c’è anche Maurizio Lupi, che grazie ad alcune foto in compagnia di Lele Mora ha scavalcato in notorietà il secondo classificato (35 mila euro) Claudio Sacchetto, assessore all’Agricoltura.

Lupi è un professionista delle liste civetta. Il suo marchio è quello dei “Verdi Verdi”, ecologisti “di destra”. Una formazione politica che non risulta aver mai varcato i confini regionale ma che a Torino e dintorni è una presenza fissa. Nelle assemblee elettive (nel 2010 Lupi ha raccolto 33.411 voti, più del doppio dei Verdi doc) e nei tribunali. Quello che ha stupito sono le foto di Lupi in compagnia di Lele Mora e di alcune papi-girl, ma l’arcano è presto risolto. Nello staff di Lupi, infatti, prestò la sua opera di comunicatore tal Daniele Salemi, noto alle cronache dell’era del bunga-bunga come il “factotum torinese” di Mora. Salemi (più volte intercettato al telefono con Emilio Fede) portò ad Arcore Ambra Battilana e Chiara Danese, le due “pentite” delle festicciole eleganti chez B. Lui ieri prova a difendersi: “Serata estemporanea”. Poi, bontà sua: “Non sono stati usati i fondi consiliari”. E fa il pentito: “Basta con le autocertificazioni”.
AtomBomb
00venerdì 5 ottobre 2012 21:34
Tagli, polemica sull'assessore lombardo
Cattaneo: «Come faccio con 8mila euro?»

MILANO - «Ho letto il decreto sul taglio alle Regioni: drastica riduzione dell'indennità entro il 30.11 e nessuna pensione. Uno come me cosa deve fare?». Inizia così lo sfogo che l'assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, pidiellino e formigoniano di ferro, affida a Twitter, lamentando la "sforbiciata" ai costi della politica decisa dal governo Monti. «Non rubo - aggiunge - e quindi non ho tesori all'estero. Vivo di ciò che fra un mese mi verrà dimezzato e tra mutuo, rette, ecc. non so come fare». Poi, a stretto giro, l'assessore affida un'altra riflessione alla Rete: «Se fossi rimasto un dirigente guadagnerei già ora di più, figuriamoci dopo i tagli. Che faccio? Siamo sicuri che così la politica migliorerà?».

Cattaneo mette in guardia i cittadini: «Ogni dittatore - scrive - diventa tale a furor di popolo. È solo dopo che il popolo si accorge del mostro che ha generato! Attenzione! Chi ci va di mezzo è proprio chi lavora e fa politica sul serio».

Le reazioni. Ma la sua preoccupazione scatena il popolo di Twitter che, a colpi di cinguettii, gli fa notare che la stragrande maggioranza degli italiani è messa peggio di lui. A Davide D'Antoni, giornalista di Telelombardia che propone ironicamente una colletta, risponde: «Bravo! Vedo che ha colto perfettamente. Queste banalità porteranno il Paese a star meglio? Allora cancelliamo la democrazia». «Ora guadagno circa 8mila euro per 12 mensilità. Non è poco, è distante dai 14mila di cui si favoleggia. Dopo, circa la metà», aggiunge rispondendo a chi gli chiede quanto guadagni in Regione. Ma Cattaneo, come si legge dal suo sito web, oltre ad essere assessore è anche consigliere della Sea e membro del Consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa.
Rapper 30
00venerdì 5 ottobre 2012 22:01
Re:
AtomBomb, 05/10/2012 21.34:

Tagli, polemica sull'assessore lombardo
Cattaneo: «Come faccio con 8mila euro?»

MILANO - «Ho letto il decreto sul taglio alle Regioni: drastica riduzione dell'indennità entro il 30.11 e nessuna pensione. Uno come me cosa deve fare?». Inizia così lo sfogo che l'assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, pidiellino e formigoniano di ferro, affida a Twitter, lamentando la "sforbiciata" ai costi della politica decisa dal governo Monti. «Non rubo - aggiunge - e quindi non ho tesori all'estero. Vivo di ciò che fra un mese mi verrà dimezzato e tra mutuo, rette, ecc. non so come fare». Poi, a stretto giro, l'assessore affida un'altra riflessione alla Rete: «Se fossi rimasto un dirigente guadagnerei già ora di più, figuriamoci dopo i tagli. Che faccio? Siamo sicuri che così la politica migliorerà?».

Cattaneo mette in guardia i cittadini: «Ogni dittatore - scrive - diventa tale a furor di popolo. È solo dopo che il popolo si accorge del mostro che ha generato! Attenzione! Chi ci va di mezzo è proprio chi lavora e fa politica sul serio».

Le reazioni. Ma la sua preoccupazione scatena il popolo di Twitter che, a colpi di cinguettii, gli fa notare che la stragrande maggioranza degli italiani è messa peggio di lui. A Davide D'Antoni, giornalista di Telelombardia che propone ironicamente una colletta, risponde: «Bravo! Vedo che ha colto perfettamente. Queste banalità porteranno il Paese a star meglio? Allora cancelliamo la democrazia». «Ora guadagno circa 8mila euro per 12 mensilità. Non è poco, è distante dai 14mila di cui si favoleggia. Dopo, circa la metà», aggiunge rispondendo a chi gli chiede quanto guadagni in Regione. Ma Cattaneo, come si legge dal suo sito web, oltre ad essere assessore è anche consigliere della Sea e membro del Consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde Spa.



ma è un pazzo, questi non hanno idea di come viva la gente "normale", non se ne rendono cont proprio
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