Sondaggio sull'Euro

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mickfoley82
00domenica 15 dicembre 2013 19:35
Visto che la maggior parte dei partiti si appresta a intraprendere una campagna elettorale all'insegna dell'euroscettismo,fino ad arrivare alla richiesta di uscita dall'euro.
Com'è la posizione dei megaforumisti a riguardo?Uscireste dalla zona Euro?
Jake"thesnake"Roberts
00domenica 15 dicembre 2013 19:42
Ma perchè quando erano scettici sull'euro quelli del M5S venivano additati come una manica di coglioni e adesso tutti gli altri partiti fanno la stessa cosa e nessuno dice loro niente?
mickfoley82
00domenica 15 dicembre 2013 20:14
Re:
Jake"thesnake"Roberts, 15/12/2013 19:42:

Ma perchè quando erano scettici sull'euro quelli del M5S venivano additati come una manica di coglioni e adesso tutti gli altri partiti fanno la stessa cosa e nessuno dice loro niente?




per prendere i voti jake,quelli del cinque stelle e gli astenuti......pensano che il tema no euro possa portare loro dei voti,quindi dei posti nel palazzo ecc...
AtomBomb
00domenica 15 dicembre 2013 20:15
Re:
Jake"thesnake"Roberts, 15/12/2013 19:42:

Ma perchè quando erano scettici sull'euro quelli del M5S venivano additati come una manica di coglioni e adesso tutti gli altri partiti fanno la stessa cosa e nessuno dice loro niente?


Io definisco coglioni anche gli altri, o meglio, chi ci crede visto che è mera propaganda elettorale, un po' come il vecchio "1 milione di posti di lavoro".

Per rispondere al topic: no, abbandonare l'Euro è follia pura.

E dico brevemente perché, sostanzialmente 2 motivi: import e debito pubblico (la nuova moneta varrebbe sicuramente meno dell'Euro, quindi nella nuova valuta il debito sarebbe praticamente triplicato), ci sarebbe anche il discorso del sistema bancario che detiene i nostri titoli che si deprezzerebbero, ma non ne parlo, tanto abbiamo visto che, aiutato o non aiutato, l'impatto sull'economia reale è nullo [SM=x3467786]

TSEEMOD
00domenica 15 dicembre 2013 20:26
Tutti quelli che vedono l'€ come la causa fondante di tutti i problemi nel 2013 mi fanno una gran paura.
La pancia del popolo che crede che con la Lira tutto sarebbe andato meglio.


Paura totale.
Peese
00domenica 15 dicembre 2013 20:41
Che poi non capisco come uscire dall'Euro e basta possa essere la via di uscita.
Ma sopratutto noi importiamo quasi tutto, dall'energia alle materie prime. Ci costerebbe un occhio della testa.
Ma un eventuale Referendum sarebbe costituzionale? [SM=x3055628]
La Furia
00domenica 15 dicembre 2013 20:45
a 'sto punto credo davvero che il popoletto pensi davvero che con il ritorno alla lira, il fatto che 1€ diventi 2.000£ sia simbolo di "più soldi in tasca".
sicuramente è stato vero il contrario, nel senso che con l'introduzione dell'euro abbiamo assistito ad un vero e proprio raddoppiamento dei prezzi, mentre gli stipendi venivano mutati al loro effettivo valore.
non a caso l'euro ha attorno a sè un astio incredibile, dettato appunto dall'abbassamento del valore di acquisto in concomitanza con il suo avvento.
in realtà credo che anche con la lira sarebbe successa la stessa cosa, ma che l'italia abbia afferrato la palla al balzo per rendere meno palese quest'innalzamento dei prezzi rispetto al PIL.
con un ritorno alla lira, la nuova moneta nascerà svalutatissima, e credo che entrino anche in ballo spese notevoli come il prezzo stesso della stampa di nuove monete alla zecca.
ma parlo da profano.
PedigreeRules!
00domenica 15 dicembre 2013 21:42
uscire dall'euro serve solo se vogliamo diventare la prima potenza africana, visto che al limite con quelli potremo competere.


captainkeane
00domenica 15 dicembre 2013 21:53
Re: Re:
AtomBomb, 15/12/2013 20:15:


Io definisco coglioni anche gli altri, o meglio, chi ci crede visto che è mera propaganda elettorale, un po' come il vecchio "1 milione di posti di lavoro".

Per rispondere al topic: no, abbandonare l'Euro è follia pura.

E dico brevemente perché, sostanzialmente 2 motivi: import e debito pubblico (la nuova moneta varrebbe sicuramente meno dell'Euro, quindi nella nuova valuta il debito sarebbe praticamente triplicato), ci sarebbe anche il discorso del sistema bancario che detiene i nostri titoli che si deprezzerebbero, ma non ne parlo, tanto abbiamo visto che, aiutato o non aiutato, l'impatto sull'economia reale è nullo [SM=x3467786]




purtroppo hai ragione.
alla fine nell'euro non avremmo dovuto entrarci o avremmo cmq dovuto gestire meglio il tutto.
non siamo stati in grado di gestire la transizione da moneta nazionale a unitaria, non siamo stati in grado di tutelare i nostri interessi (vedi il farci travolgere dai prodotti cinesi a scapito di quelli nostri) a causa del nostro scarso peso politico e abbiamo un margine di manovra ridottissimo a causa dei paletti imposti dall'europa
è una situazione di merda, cmq non possiamo uscire e hai ben spiegato il perchè
Deadly Vomby
00domenica 15 dicembre 2013 21:55
Atom, cosa ne pensi di Barnard?
AtomBomb
00domenica 15 dicembre 2013 21:58
Re:
Deadly Vomby, 15/12/2013 21:55:

Atom, cosa ne pensi di Barnard?



Non lo seguo [SM=x3017591]
Deadly Vomby
00domenica 15 dicembre 2013 22:34
Re: Re:
AtomBomb, 15/12/2013 21:58:



Non lo seguo [SM=x3017591]




Eccheccazzo. [SM=x3414866]
captainkeane
00domenica 15 dicembre 2013 22:56
è quel babbo che ha scritto il libro "il più grande crimine" mi sembra, un complottista a livelli assurdi sul quale però non riesco a reperire molte info in merito
_Doko_
00domenica 15 dicembre 2013 22:57
Re:
Peese, 15/12/2013 20:41:

Che poi non capisco come uscire dall'Euro e basta possa essere la via di uscita.
Ma sopratutto noi importiamo quasi tutto, dall'energia alle materie prime. Ci costerebbe un occhio della testa.
Ma un eventuale Referendum sarebbe costituzionale? [SM=x3055628]




assolutamente no
= Sean Mallory =
00domenica 15 dicembre 2013 23:22
Re:
Deadly Vomby, 15/12/2013 21:55:

Atom, cosa ne pensi di Barnard?




Barnard :giurato:

La MMT :giurato: :giurato:
Uno/Due
00lunedì 16 dicembre 2013 00:14
cazzata sarebbe uscirne
ormai sto euro viene usato come scusa per non dire alla gente "la colpa della crisi è nostra, che abbiamo fatto un mucchio di danni all'economia e non solo"
Greg Valentine
00lunedì 16 dicembre 2013 01:05
Non avendo i mezzi per spiegarmi la crisi (come tanti qui dentro presumo abbiano) tendo a non escludere niente. Trovo sciocco sia pensare che i problemi dell'Italia siano derivanti solo dall'Euro, che irritante il popolismo al contrario che fa dell'esterofilia la propria bandiera, per cui saremmo il peggior popolo del mondo, e meritiamo di morire (gli altri invece sempre un modello di riferimento).

Corruzione, evasioni, fughe di capitali, malapolitica, mafia, cialtroni (e chi ne ha più ne metta) li abbiamo da sempre, o volete dire che durante la DC, PSI, DS non ci fossero questi problemi? Eppure una spirale recessiva di questa dimensioni non ha precedenti, e la crescita bene o male aveva alti e bassi. Ergo, non bastano per spiegare le dimensioni di questa crisi. O qualcuno che ha nozioni economiche solide mi spiega il perché tutti i paesi dell'Euro sono nelle medesima reazione a catena, o siete sempre popolismo, più istruito magari, ma sempre populismo.

Uscire dall'Euro è ovviamente una scelta estrema e azzardata, ma c'è sicuramente bisogno di riconsiderare tutto, perché di sto passo è una lenta agonia che porta alla stessa fine.
Angle 4ever
00lunedì 16 dicembre 2013 01:20
Re:
Greg Valentine, 16/12/2013 01:05:

Non avendo i mezzi per spiegarmi la crisi (come tanti qui dentro presumo abbiano) tendo a non escludere niente. Trovo sciocco sia pensare che i problemi dell'Italia siano derivanti solo dall'Euro, che irritante il popolismo al contrario che fa dell'esterofilia la propria bandiera, per cui saremmo il peggior popolo del mondo, e meritiamo di morire (gli altri invece sempre un modello di riferimento).

Corruzione, evasioni, fughe di capitali, malapolitica, mafia, cialtroni (e chi ne ha più ne metta) li abbiamo da sempre, o volete dire che durante la DC, PSI, DS non ci fossero questi problemi? Eppure una spirale recessiva di questa dimensioni non ha precedenti, e la crescita bene o male aveva alti e bassi. Ergo, non bastano per spiegare le dimensioni di questa crisi. O qualcuno che ha nozioni economiche solide mi spiega il perché tutti i paesi dell'Euro sono nelle medesima reazione a catena, o siete sempre popolismo, più istruito magari, ma sempre populismo.

Uscire dall'Euro è ovviamente una scelta estrema e azzardata, ma c'è sicuramente bisogno di riconsiderare tutto, perché di sto passo è una lenta agonia che porta alla stessa fine.



Intanto iniziamo da questo.

Link

Ottaviano penso abbia basi economiche sufficientemente solide.
Greg Valentine
00lunedì 16 dicembre 2013 01:35
Re: Re:
Angle 4ever, 16/12/2013 01:20:



Intanto iniziamo da questo.

Link

Ottaviano penso abbia basi economiche sufficientemente solide.



Condividiamo a questo punto (traduzione Google ma con un po di sforzo si capisce).


Produttività in Italia : Il grande disimparare

Fadi Hassan , Gianmarco I.P. Ottaviano , 30 novembre 2013


La stagnazione di lunga durata in Italia è stato spesso spiegato con il paese di perdita di competitività , ma concentrarsi sulla produttività totale dei fattori è stata scarsa . Questa colonna discute l'effetto della capitale e lavoro cattiva allocazione sul rallentamento della produttività . Tale cattiva allocazione non poteva derivare da rigidità del lavoro , ma potrebbe essere dovuto a investimenti nelle TIC limitata e penetrazione. Pratiche rigidi di gestione non meritocratici possono influenzare notevolmente lo sfruttamento delle TIC , e successivamente - la crescita complessiva della produttività .

Le radici della stagnazione italiana
Paolo Manasse

Cosa sta tenendo l'Italia indietro?
Daniel Gros


L'Italia è spesso considerato come la bella addormentata d'Europa - un paese ricco di talento e di storia , ma soffre di una stagnazione di lunga durata . Italiano reddito pro - capite in percentuale della media UE15 è costantemente diminuita dal 1994 , raggiungendo il 84 % della media UE-15 nel 2012 . Tuttavia, questo modello è una novità rispetto ai precedenti decenni . L'Italia è stato il miglior performer di crescita tra i principali partner europei negli anni '70 e '80 , ma negli anni '90 e il 2000 si è rivelato essere il peggiore performer . Perché è successo ?

La risposta a questa domanda è complessa e abbraccia molte dimensioni socio -economici . Tuttavia , una delle cause principali prevalentemente sottolineato nel dibattito pubblico è che l'Italia ha rifiutato perché ha perso la sua competitività. Il focus sulla competitività è così forte che le linee guida per l' italiano 2014 Bilancio evidenziano due priorità :
• Rafforzare la ripresa attuale e
• intervenire sui fattori che limitano la competitività .

Disimparare per produrre

Le linee guida sono sorprendentemente in silenzio su quello che è probabilmente il principale motore delle due priorità - la crescita della produttività . La Figura 1 mostra una contabilità decomposizione di crescita per l'Italia negli ultimi quarant'anni . Produttività totale dei fattori ( PTF) la crescita si è ridotto nel corso dei decenni , trasformando negativo nel 2000 . Poiché le misure TFP quanto efficientemente dato somme di capitale e lavoro sono usati , la sua crescita negativa segnala una riduzione senza precedenti nella capacità di Italia a trasformare le proprie risorse produttive in valore aggiunto .

Figura 1 . Contributo alla crescita del valore aggiunto , Italia


Dati : EU - Klems .

Le dinamiche della TFP nel settore manifatturiero è abbastanza emblematico del declino italiano . La Figura 2 mostra un rallentamento drammatico della crescita TFP sin dalla metà degli anni Novanta per l'Italia rispetto a Francia e Germania .

Figura 2 . TFP e la produttività del lavoro nei paesi selezionati , 1970-2010



Dati : EU - Klems .

cattiva allocazione delle risorse

Un altro messaggio di figura 2 è che lo stock di capitale e lavoro continuava a crescere . Quindi , la stagnazione italiana deve essere dovuto alla loro allocazione errata attraverso usi alternativi . La figura 3 mostra che, in effetti , tra il 1995 e il 2006 l'Italia ha investito di più in settori che hanno registrato una crescita TFP inferiore , mentre è successo il contrario in Germania. Questo è prima facie della cattiva allocazione delle risorse durante il periodo di osservazione .

Un'ulteriore prova sperimentale di cattiva allocazione delle risorse può essere desunta dal combinando i dati della TFP , con informazioni su prestiti privati ​​per branca di attività economica , raccolti dalla Banca d' Italia . Questo rivela praticamente alcuna correlazione tra la crescita degli impieghi e la crescita della PTF in tutti i settori tra il 1999 e il 2007 ( il coefficiente di correlazione a livello settoriale a due cifre è 0,07) .

Figura 3 . Investimenti e TFP Crescita, Italia vs Germania (1995-2006 , 2 settori manifatturieri cifre )



Dati : EU - Klems .

Come costosa potrebbe essere tale cattiva allocazione ? Un tentativo di risposta può essere data con lo zoom in produzione , e l'applicazione di una procedura standard a causa di Olley e Pakes ( 1996) dati a livello di impresa a di Bartlesman , Haltiwanger , e Scarpetta (2009 ) . Questo rivela che in Italia , l'indice di TFP nel settore manifatturiero è inferiore 5,77 % che se le risorse produttive sono state assegnate in modo casuale tra le imprese . In altre parole , prendendo capitale e lavoro lontano da aziende e poi gettare di nuovo a imprese a caso , la produttività del manifatturiero italiano aumenterebbe di quasi un pesante 6 % . Questa è una prova ulteriore della considerevole cattiva allocazione delle risorse .

Perché non è la rigidità del mercato del lavoro ?

Una spiegazione popolare di cattiva allocazione delle risorse è la rigidità del mercato del lavoro . L' idea è che un mercato del lavoro rigido influenza la produttività ostacolando la riallocazione del lavoro verso imprese e settori più produttivi . Tuttavia, questa è una dimensione in cui l'Italia ha sostanzialmente intervenuta negli ultimi venti anni. Secondo l' indice sintetico OCSE , la rigidità del mercato del lavoro in Italia è in costante calo a partire dalla metà degli anni '90 ( esattamente quando la crescita TFP inizia a ristagnare ) , ed è ora inferiore a quello di Germania e Francia ( Figura 4) . Quindi , questo aspetto è improbabile che sia la causa principale del rallentamento della produttività mostrato sopra .

Figura 4 . Rigore della protezione globale dell'occupazione



Dati : OCSE .

Pratiche di gestione inadeguati e il divario digitale

Vi è un consenso generale che l'intensità ICT è uno dei principali fattori di accelerazione della produttività che gli Stati Uniti vissuto con rispetto all'Europa a partire dalla metà degli anni Novanta (ad esempio van Ark , O'Mahony , e Timmer 2008). Così , un motivo alternativo perché la crescita della produttività italiana ha raggiunto un punto morto negli stessi anni potrebbe essere limitata penetrazione delle TIC . Figura 5 riporta la quota degli investimenti ICT su investimento totale per l'Italia , la Francia e la Germania per gli anni disponibili . Esso mostra chiaramente che dalla metà degli anni Novanta l'Italia non ha più tenuto il passo degli altri paesi .

Figura 5 . Quota di investimenti in TIC nella formazione non residenziale capitale fisso



Dati : OCSE - database di produttività .

Perché quello che è successo non è ancora chiaro . Una possibile ragione è la capacità del management di adattarsi alla nuova economia . Ad esempio , Bloom , Sadun e Van Reenen ( 2012) mostrano che le pratiche di gestione influenzano notevolmente la penetrazione delle TIC e lo sfruttamento . Ciò è particolarmente vero nel caso di pratiche relative alle risorse umane .

Figura 6 trame la probabilità di scegliere casualmente una società in un dato livello di intensità ICT misurata dal numero di computer per dipendente . La figura mostra che la probabilità di scegliere a caso una società con una bassa intensità ICT è maggiore in Italia che in Francia , e più alto in Francia che in Germania. Viceversa , la probabilità di scegliere a caso una società con elevata intensità di TIC è minore in Italia che in Francia , e più basso in Francia che in Germania .

Figura 6 . Computer per dipendente , distribuzione di densità livello di impresa



Dati : Bloom , Sadun , Van Reenen ( 2012) .

Figura 7 guarda a ciò che Bloom , Sadun e Van Reenen ( 2012) chiama "Z -score " , catturando la qualità delle pratiche di gestione dal punto di vista della gestione del personale , come ad esempio la gestione del capitale umano , premiando ad alte prestazioni , eliminando artisti poveri , e la promozione di alte performance . La figura mostra che l'Italia ha nettamente inferiori z-score a causa di alcuni fatti :
• imprese italiane promuovono i lavoratori principalmente sul possesso , piuttosto che identificare e promuovere attivamente top performer ;
• I manager tendono a premiare le persone allo stesso modo, indipendentemente dal livello di prestazione , piuttosto che fornire bersagli con responsabilità e premi di performance ;
• esecutori poveri sono più raramente rimossi dalle loro posizioni , e
• I senior manager , anziché essere valutata sulla forza del pool di talenti costruiscono attivamente , hanno maggiori probabilità di non vedere attrarre e sviluppare talenti come una priorità .

Figura 7 . Persone pratica di gestione , distribuzione di densità a livello d'impresa



Dati : Bloom , Sadun , Van Reenen ( 2012) .

I tipi di pratiche di gestione delle imprese italiane sbagliare sono proprio quelli che Bloom , Sadun e Van Reenen ( 2012) hanno dimostrato di ostacolare la penetrazione delle TIC e lo sfruttamento . In combinazione con il ruolo preminente che l'ICT ha avuto sulla crescita della produttività negli ultimi 20 anni , questo può essere una spiegazione rilevante per la stagnazione italiana . Ridurre la rigidità del mercato del lavoro non è sufficiente in presenza di pratiche rigide gestione non meritocratici . L'Italia è disimparare a produrre perché sembra di non gestire correttamente il cambiamento .

riferimenti



La parte in grassetto è quella che mi fa più riflettere, ma in generale scelte sbagliate sulla produttività, o la scarsa meritocrazia nel lavoro quanto spiegano di un fenomeno così esteso?

A me pare (modestissimo parere di uno che non capisce nulla di economia) che la spinta recessiva viene da una forza maggiore, e che in questo clima, che richiedeva rigidità e organizzazione solida, son venuti fuori tutti i difetti e gli anacronismi del nostro sistema economico. Un'ipotesi non esclude l'altra.
TSEEMOD
00lunedì 16 dicembre 2013 09:50
Greg la recessione negli ultimi 30 anni s'è semplicemente spostata di settore in settore.
I prodromi della crisi c'erano. Che poi sia esplosa in questo modo ed abbia portato a questo no, quello non era pronosticabile.

Poi va beh, sul mercato del lavoro che dire: in Italia é così...non che altrove (tra cui in Germania) siano messi così nettamente meglio.

Il sunto finale del monetarismo ha portato a questo.
Deadly Vomby
00lunedì 16 dicembre 2013 11:33
Invece di fare la faccine, siete così gentili da spiegarmi in due righe perché è -senza ombra di dubbio- un babbo di minchia?
Io non ho idee sul tizio, l'ho solo visto su youtube dopo che un conoscente mi ha fatto una testa così.
Vorrei approfondire, senza rischiare di cascare un tesi faziose.
Grazie.
Mein Teil
00lunedì 16 dicembre 2013 13:16
Con la moneta unica uno dei principali Svantaggi prr un paese come il nostro e il non Poter svalutate la moneta, che bene o male ci ha "protetto" dalle scorse crisi.


E poi c e anche da dire che a livello produttivo iamo sostanzialmente statici, produciamo sempre le stesse cose senza aver adehuatamente investito in settori nuovi.
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