Sulla morosità delle mense scolastiche

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AtomBomb
00giovedì 11 aprile 2013 21:49
Dimostrazione che negare pasti ad minchiam non è la soluzione
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Mense scolastiche: scatta l'operazione anti furbetti

La giunta ha già recuperato parte dei debiti: restano 99 irriducibili

Novara - Stanare i furbetti delle mense scolastiche: è questa la “missione” che la giunta comunale di Novara si è data. Ed è pronta a tutto per ripristinare «giustizia ed equità rispetto a chi invece ha sempre pagato con regolarità». Un obiettivo nato dall’esigenza di «rispettare quanto scritto nella nostra Costituzione - ha detto il sindaco Andrea Ballaré illustrando i dettagli dell’operazione di giustizia contro i furbetti che non pagano - ovvero che tutti siamo tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della capacità contributiva: non è più accettabile che ci siano novaresi in grado di pagare ma che non pagano. Ogni cittadino ha i suoi diritti, vero, ma ha anche doveri. Ovvero quello di partecipare alle spese dei servizi: chi può pagare deve farlo. Così da poter aiutare chi davvero non può pagare». La delibera di giunta che detta gli indirizzi sulla materia è pronta e prevede una serie di step superati i quali si arriva alla "soluzione finale" che è quella di non accettare l'iscrizione alla mensa scolastica (dall'anno scolastico prossimo) del bambino.

Il pacchetto dei furbetti della mensa scolastica vale la bellezza di 450 mila euro accumulatisi negli ultimi anni. «Dal nostro insediamento ci siamo subito impegnati per mettere un freno a questa situazione – ha aggiunto l’assessore comunale Margherita Patti – In un anno siamo riusciti a contattare i circa 2800 morosi attuali riuscendo ad incassare parte dei debiti e a strappare l’impegno a farlo nei prossimi mesi anche con piani rateali». Ma resta il problema dei cosiddetti irriducibili: famiglie che nonostante i solleciti e le lettere di richiamo se ne sono “fregate” e hanno impunemente continuato ad usufruire dei servizi mensa pur non pagando. Un mini esercito che conta 99 furbetti. In alcuni casi il debito accumulato per una sola famiglia arrivava a 2000 euro: che considerando il costo massimo di un buono mensa, 4,80 euro, per otto mesi di scuola, è come dire che per due anni di fila non ha mai pagato un solo pasto. «Abbiamo verificato ogni singola situazione – ha aggiunto Patti – e continueremo a farlo. Concluso un lungo iter che prevede una serie di solleciti, poi di incontri e di verifiche costanti sulla condizione economica della famiglia avviseremo le famiglie irriducibili che negheremo, per l’anno prossimo, l’iscrizione del figlio al servizio mensa. Non vogliamo come qualche comune ha fatto intervenire subito con esclusioni o altri provvedimenti che andrebbero solo a danneggiare il piccolo. Ma vogliamo che a queste persone sia chiaro il messaggio: non è più accettabile pensare di mangiare gratis a scuola. Soprattutto se chi non paga avrebbe invece possibilità di farlo. Capiamo i disagi crescenti e per questo abbiamo allargato la fascia di esenzioni: ma qui parliamo di persone con situazione economiche stabili o solide che per volontà non pagano».

Da parte sua il vice sindaco Nicola Fonzo ha ribadito che «nessun bambino rimarrà a pane e acqua». Ad oggi l’impegno di spesa il fornire il servizio mense a 5.263 iscritti vale un impegno di spesa sul bilancio comunale di 1,8 milioni di euro, in aumento di 350 mila euro rispetto all’anno precedente proprio a causa del crescente disagio economico delle famiglie. Gli esenti sono 774 e quelli iscritti in fascia alta (che pagano la tariffa più alta) sono 2.241. L’azione di risanamento messa in atto dalla giunta Ballarè ha già prodotto la drastica riduzione dei “furbetti” colpevoli o incolpevoli passando da una percentuale del 50% all’attuale 2%. «Ma vogliamo che anche questi ultimi irriducibili abbiamo presente lo scenario al quale vanno incontro – ha concluso Patti – Nei prossimi giorni li contatterò ed è mia intenzione incontrarli per capire la loro situazione ed illustrare i nostri piani. Solo nel caso queste procedure non portassero risultati positivi scatterà il rifiuto dell’iscrizione del figlio alla mensa». Ma non basta: tra le armi in mano alla giunta c’è la (eventuale) comunicazione alla Guardia di Finanza e pure al Tribunale dei minori per le negligenze riscontrabili nel rapporto coi figli.
ZX24
00venerdì 12 aprile 2013 11:50
Io non arriverei mai alla privazione del pasto (e del momento del pasto) ai bambini, loro colpe non ne hanno e non devono pagare le conseguenze; prima di quello deve esserci la "comunicazione alla Guardia di Finanza e pure al Tribunale dei minori per le negligenze riscontrabili nel rapporto coi figli".
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