TAV e 'ndrangheta

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00mercoledì 2 luglio 2014 13:48
Tav e autostrada, 'ndrangheta in Valsusa

Le cosche volevano inserirsi nei lavori della Torino-Lione. Indagato il capo dell'Italcoge, azienda operante nel cantiere di Chiomonte. Uno degli arrestati ha ottenuto appalti sulla A32 e dal Comune di Torino. I particolari dell'operazione "San Michele"

In Val di Susa la ‘ndrina dei Greco, attraverso i suoi uomini, «voleva spartirsi la torta» di tutti i lavori di trasporto dei materiali che passavano nel cantiere di Chiomonte. E' quanto emerge dall'operazione "San Michele" condotta stamane dai Ros dei carabinieri disposta dalla Procura distrettuale Antimafia di Torino. Giovanni Toro, titolare della Toro srl e amico dei Greco, raggiunto oggi dal provvedimento cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa, era riuscito ad appropriarsi di una cava in una zona strategica della Val di Susa, tra i comuni di Chiusa di San Michele e Sant’Ambrogio. La cava era pronta per essere usata per lavori legati al cantiere della Tav. Ma anche per altri traffici. Come quello dei rifiuti pericolosi. Proprio per questo è indagato a piede libero l’imprenditore valsusino Ferdinando Lazzaro, coinvolto nei lavori della Tav: avrebbe chiesto a Toro di poter usare la sua cava per nascondere tonnellate di rifiuti. Ma i carabinieri sono riusciti a bloccare un camion carico di detriti, pronto per essere svuotato. «L’imprenditore indagato – precisa il procuratore Ausiello – non c’entra nulla con l’organizzazione mafiosa smantellata e i rifiuti non provenivano dal cantiere della Torino-Lione». Restano, però, da approfondire le relazioni tra lui e Toro. Tra le commesse lavorative più ricche che Toro aveva ottenuto, ci sono anche la ristrutturazione della galleria Prapontin, sull’autostrada Torino Bardonecchia, un lavoro connesso con la costruzione della Torino-Lione, i lavori di pulizia e di sgombero neve della A 32 e dell’aereoporto di Caselle.

Secondo le indagini della Dda di Torino, il sodalizio mafioso era attivo nei settori del commercio e dei lavori pubblici e privati, nella gestione di servizi per le amministrazioni pubbliche tra cui lo smaltimento dei rifiuti e la manutenzione stradale. Insomma la cosca era inserita organicamente nel tessuto pubblico e privato nel quale agiva. L’operazione dei Ros è stata denominata San Michele e a Chiusa San Michele aveva sede la Toro Srl, azienda del già citato Toro.

Attraverso le sue società, e avvalendosi della complicità di altri imprenditori del settore, Toro era riuscito a ottenere ingenti commesse lavorative, tra cui i lavori in subappalto per la ristrutturazione della galleria A32 Prapontin, sull’autostrada Torino-Bardonecchia e per le opere di pulizia e sgombero neve della stessa arteria autostradale, gestita dalla società pubblico-privata Sitaf, già al centro di una serie di polemiche per il presunto legame tra politica e affari. Nel 2011 la Toro Srl si aggiudicò anche un appalto da 288.960 euro dal Comune di Torino per una serie di “Interventi straordinari sulle pavimentazioni delle vie, strade e piazze della città”. (http://bit.ly/1rhSgZg) L’anno seguente, la stessa azienda aveva provato ad aggiudicarsi un bando per l’attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi nel Comune di Sant’Ambrogio, ma in quel caso la Provincia di Torino ne bloccò l’affidamento. (http://bit.ly/1jJaGL7)

Di seguito tutti gli arrestati dell'operazione San Michele:

Angelo Greco (classe 65) domiciliato a Venaria
Mario Audia (classe 61) residente a Volpiano
Domenico Greco (classe 56), residente a Robassomero
Donato Vincenzo (classe 66), residente a Venaria
Greco Luigino (classe 68), residente a Venaria
Greco Roberto (classe 83) residente a Rivalta
Sisca Gregorio (classe 62) residente a Giaveno
Mirante Nicola (classe 66) residente a Torino
Donato Antonio (classe 76) residente a Pianezza
Gatto Francesco (classe 85) residente a Rho
Donato Gianluca (classe 84) residente a San Benigno
Cizza Alberto (classe 64) residente a Scandale (KR)
Liberti Rosario (classe 74) residente a Venaria
Crea Adolfo (classe 71) residente a Torino
Losurdo Giacomo (classe 73) residente a Torino
Toro Giovanni (classe 67) residente a Castelletto Ticino (NO)
Ardis Giovanni (classe 67) residente a Cumiana
Toroddo Gabriella (classe 49) residente a Torino

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Appalti e ‘ndrangheta, 20 arresti

I tentacoli in Piemonte della cosca crotonese “Greco”. Le accuse sono associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e traffico illecito di rifiuti.
In manette Gianni Toro, impresario con base in Valsusa: lavori anche per il Comune di Torino, puntava a Tav

I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione dalle prime luci del giorno a una ventina di ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte della Procura distrettuale Antimafia di Torino nei confronti di altrettante persone accusate di fare parte di un sodalizio di ‘ndrangheta infiltrato nel tessuto economico del capoluogo piemontese, in particolare negli appalti pubblici. Lavori affidate direttamente o in subconcessione dalle amministrazioni comunali, anche se il boccone più succulento a cui miravano gli affiliati pare fosse la Tav: tentativo, a giudizio degli inquirenti, sventato.

L'attività d'indagine ha consentito di comprendere come i vertici dell''ndrina distaccata siano Mario Audia e Domenico Greco, in stretto collegamento con analoghe strutture 'ndranghetiste insediate in Piemonte ossia la locale di Volpiano ed il Crimine di Torino. Il sodalizio, dalle indagini, è risultato costantemente sottoposto alla supervisione del capocosca Angelo Greco, stanziale prima a San Mauro Marchesato e, a partire dal giugno 2013, a Venaria Reale.

La connotazione mafiosa del gruppo criminale è emersa altresì dal diffuso utilizzo del metodo intimidatorio quale mezzo per il conseguimento dei propri scopi, sia nelle attività apparentemente lecite sia nella commissione di delitti, in particolare estorsioni ed usura, che vedevano, tra gli autori, non solo aderenti al medesimo sodalizio, ma anche esponenti di altre entità criminali 'ndranghetiste (come ad esempio l'attività estorsiva compiuta da Luigino Greco in concorso con Adolfo Crea e Giacomo Lo Surdo).

L'organizzazione era armata e tendeva al continuo approvvigionamento di armi da fuoco, come emerso nel corso della trattativa per la compravendita di una pistola tra Gregorio Sisca e Antonio Capellupo, quest'ultimo arrestato a seguito di un'ulteriore vendita di armi durante l'inchiesta.

Il profilo apparentemente lecito assunto dai sodali Domenico Greco, Vincenzo Donato e Nicola Mirante, in virtù dell'attività imprenditoriale svolta nel settore delle costruzioni, ha permesso al gruppo criminale di interfacciarsi con soggetti appartenenti o contigui alle istituzioni. In questo contesto un ruolo fondamentale è stato interpretato da Giovanni Ardis, investigatore privato al servizio della cosca, tratto in arresto per concorso esterno che, a sua volta, intratteneva rapporti con un carabiniere al fine ottenere informazioni riservate. Tra i 20 tratti in arresto stamani anche Roberto Greco, classe 83, residente a Rivalta, Antonio Donato, classe 76 di Pianezza, Francesco Gatto (85) di Rho, Gianluca Donato (84) di San Benigno, Alberto Cizza (64) di Scandale (Crotone), Rosario Liberti (74) di Venaria e Gabriella Toroddo (49) di Torino.

Il tentativo di infiltrazione negli appalti della Torino-Lione sarebbe stato attuato, secondo quanto appreso, mediante l’imprenditore catanzarese Giovanni, detto Gianni Toro, già arrestato dal Ros nel marzo 2013 e colpito anche dall’odierno provvedimento cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa. Dalle attività investigative effettuate dai carabinieri, è emerso come, avvalendosi di una cava con annesso impianto di frantumazione collocato in Val di Susa, a Chiusa San Michele, e gestito proprio da Toro, il sodalizio ‘ndranghetista avesse manifestato l’interesse a infiltrarsi nei lavori per la realizzazione della Tav per le ingenti commesse che riteneva di poter ottenere. Toro, attraverso le sue società ed avvalendosi della complicità di altri imprenditori del settore, era già riuscito ad ottenere ingenti commesse lavorative, tra cui i lavori in subappalto per la ristrutturazione della galleria A32 Prapontin (tratta Torino - Bardonecchia) e le opere di pulizia e sgombero neve della stessa arteria autostradale e dell'aeroporto torinese di Caselle.

I militari hanno eseguito i provvedimenti anche a Milano, Genova e Catanzaro: le accuse contestate sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e traffico illecito di rifiuti; eseguito anche un sequestro preventivo di società e beni per un valore di 15 milioni di euro. In particolare, sono state sequestrate – secondo quanto si apprende – 18 società, 145 immobili, 25 autovetture, conti correnti e uno yacht.

Al centro dell’operazione, battezzata “San Michele”, un’organizzazione ritenuta la proiezione in Piemonte della cosca Greco di San Mauro Marchesato (in provincia di Crotone). Al centro dell’indagine, affidata ai pm Roberto Sparagna e Antonio Smeriglio, figura Angelo Greco, considerato il capo cosca, residente a Venaria, emigrato da poco dalla Calabria, che avrebbe svolto una parte centrale nei collegamenti con il “locale” di Volpiano, una delle strutture territoriali scoperte da Minotauro.

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Rapporto Commissione Antimafia bit.ly/1mjYJkG
Deadly Vomby
00mercoledì 2 luglio 2014 15:46
Bello come scoprano l'acqua calda.
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