Wikipedia oscura le proprie pagine

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FBI83
00martedì 3 luglio 2018 09:34

Wikipedia:Comunicato 3 luglio 2018


Cara lettrice, caro lettore,

Il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se accelerare l'approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet.

Anziché aggiornare le leggi sul diritto d'autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell'informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all'accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere.

La proposta ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee (qui), 169 accademici (qui), 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica (qui) e di Wikimedia Foundation (qui).

Per questi motivi, la comunità italiana di Wikipedia ha deciso di oscurare tutte le pagine dell'enciclopedia. Vogliamo poter continuare a offrire un'enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l'attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall'abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l'estensione della libertà di panorama a tutta l'UE e la protezione del pubblico dominio.

meta.wikimedia.org/wiki/SaveYourInternet

La comunità italiana di Wikipedia



[SM=j5608912]
The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 09:38
per quel che mi riguarda Internet per come doveva essere è già defunto da mo.
quello che abbiamo ora è già abbastanza mediocre, non vedo questa normativa come una minaccia a questa mediocrità.
Giamma V1.0
00martedì 3 luglio 2018 14:51
cheppalle oggi mi serviva
drugodavide
00martedì 3 luglio 2018 15:58
Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/07/2018 09.38:

per quel che mi riguarda Internet per come doveva essere è già defunto da mo.
quello che abbiamo ora è già abbastanza mediocre, non vedo questa normativa come una minaccia a questa mediocrità.




per come lo uso io a me va benissimo


The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 16:11
Re: Re:
drugodavide, 03/07/2018 15.58:




per come lo uso io a me va benissimo






appunto
-Voices-
00martedì 3 luglio 2018 17:04
Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/07/2018 09.38:

per quel che mi riguarda Internet per come doveva essere è già defunto da mo.
quello che abbiamo ora è già abbastanza mediocre, non vedo questa normativa come una minaccia a questa mediocrità.




ahahah
@mad4thrash@
00martedì 3 luglio 2018 17:07
net neutrality [SM=j5608994]
FBI83
00martedì 3 luglio 2018 17:08
Finchè non ti fanno pagare per condividere ogni cosa non tocca mai nessuno
The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 17:19
Re:
FBI83, 03/07/2018 17.08:

Finchè non ti fanno pagare per condividere ogni cosa non tocca mai nessuno




non ho capito per quale ragione tu non debba pagare la condivisione di un articolo. magari levando la firma. come fa repubblica quando pesca foto nel web, magari quelle che hai scattato tu che fai il fotografo di professione.


non ho capito perchè io, che pago l'abbonamento al sole 24 on-line, poi mi veda l'articolo per cui ho pagato incollato su un post a caso di FB e questa cosa mi possa andare bene.



avete accettato TUTTI di pagare un abbonamento per le serie TV on line, un abbonamento (magari in pubblicità) per tutta la musica on line, un abbonamento per leggere libri on line. non capisco per quale ragione vi dia fastidio pagare per leggere giornalismo on line.



ragionate come se fosse il 1997, ma la realtà è che l'utente Drugo, che è lo stesso tipo di utente che siete voi e me. questa cosa non cambia di una virgola Internet per come è adesso.
@mad4thrash@
00martedì 3 luglio 2018 17:25
cap al solito tu ragioni sugli esempi che ti fanno comodo, come per la net neutrality. c'è di più in ballo che la questione abbonamento al sole24
The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 17:34
Re:
@mad4thrash@, 03/07/2018 17.25:

cap al solito tu ragioni sugli esempi che ti fanno comodo, come per la net neutrality. c'è di più in ballo che la questione abbonamento al sole24




sì, è vero, c'è molto di più lì dietro, io la faccio semplice, ma pure voi non scherzate, perchè l'attitudine alla quale ci si approccia a questa normativa è quella del PARTITO DEI PIRATI, è quella del Di Maio che vuole Internet gratis mezzora al giorno. Ma questi discorsi pronunciati oggi sono tutta fuffa. Megaupload è chiuso. Kim dotcom è in galera o quasi. Napster è solo una storiella da raccontare agli adolescenti annoiati di oggi. I forum sono un ritrovo per vecchi scorreggioni. Ad usare SOULSEEK credo di essere rimasto io solamente. Emule nemmeno so se funziona ancora.

Come fate a parlare del pericolo della condivisione a pagamento quando già tutti voi* avete accettato di pagarla, per altro ben volentieri.


Tra l'altro nel particolare si parla di pagare la condivisione delle informazioni e, viva dio, credo sia una cosa AUSPICABILE. L'informazione gratis, non professionale è stata la vera rovina degli ultimi 10 anni. Non e' giusto che tutti possano essere esperti di tutto, senza autorevolezza riconosciuta. Senza nulla in cambio se non del click bait. Pagare il professionismo è la via per riconoscerlo.













*dico voi perchè io non ho ne Netflix, ne spotify, non per snobberia, ma perchè ancora affezionato ai vecchi supporti



FBI83
00martedì 3 luglio 2018 17:38
Libertà di impresa, poiché le aziende che operano online dovranno fare i conti con ulteriori spese per adeguare i propri sistemi ai nuovi obblighi, che comportano “falsi positivi” nelle procedure di identificazione di contenuti in presunta violazione del copyright.
Diritto alla privacy, perché la direttiva obbliga al controllo generalizzato dei contenuti immessi dagli utenti al fine di riconoscere quali contenuti sono in violazione del copyright.
Libertà di espressione e di informazione, in quanto le aziende preferiranno rimuovere tutti i contenuti dubbi o semplicemente segnalati da aziende di grandi dimensioni e che comunque possono avviare azioni legali, così determinando un aumento esponenziale delle rimozioni anche solo per non correre il rischio di dover rispondere di contenuti altrui.
Presunzione di innocenza, poiché la direttiva non prevede alcun sistema di bilanciamento e risarcimento per le rimozioni avvenute in assenza di violazioni del copyright, considerando tutti gli utenti dei potenziali violatori delle leggi.

www.valigiablu.it/direttiva-copyright-diritti-critiche/


Ti basta?
The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 17:44
Re:
FBI83, 03/07/2018 17.38:

Libertà di impresa, poiché le aziende che operano online dovranno fare i conti con ulteriori spese per adeguare i propri sistemi ai nuovi obblighi, che comportano “falsi positivi” nelle procedure di identificazione di contenuti in presunta violazione del copyright.
Diritto alla privacy, perché la direttiva obbliga al controllo generalizzato dei contenuti immessi dagli utenti al fine di riconoscere quali contenuti sono in violazione del copyright.
Libertà di espressione e di informazione, in quanto le aziende preferiranno rimuovere tutti i contenuti dubbi o semplicemente segnalati da aziende di grandi dimensioni e che comunque possono avviare azioni legali, così determinando un aumento esponenziale delle rimozioni anche solo per non correre il rischio di dover rispondere di contenuti altrui.
Presunzione di innocenza, poiché la direttiva non prevede alcun sistema di bilanciamento e risarcimento per le rimozioni avvenute in assenza di violazioni del copyright, considerando tutti gli utenti dei potenziali violatori delle leggi.

www.valigiablu.it/direttiva-copyright-diritti-critiche/


Ti basta?




a me bastava il tuo post precedente
Eksistensens jeger
00martedì 3 luglio 2018 17:47
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/07/2018 17.34:




sì, è vero, c'è molto di più lì dietro, io la faccio semplice, ma pure voi non scherzate, perchè l'attitudine alla quale ci si approccia a questa normativa è quella del PARTITO DEI PIRATI, è quella del Di Maio che vuole Internet gratis mezzora al giorno. Ma questi discorsi pronunciati oggi sono tutta fuffa. Megaupload è chiuso. Kim dotcom è in galera o quasi. Napster è solo una storiella da raccontare agli adolescenti annoiati di oggi. I forum sono un ritrovo per vecchi scorreggioni. Ad usare SOULSEEK credo di essere rimasto io solamente. Emule nemmeno so se funziona ancora.

Come fate a parlare del pericolo della condivisione a pagamento quando già tutti voi* avete accettato di pagarla, per altro ben volentieri.


Tra l'altro nel particolare si parla di pagare la condivisione delle informazioni e, viva dio, credo sia una cosa AUSPICABILE. L'informazione gratis, non professionale è stata la vera rovina degli ultimi 10 anni. Non e' giusto che tutti possano essere esperti di tutto, senza autorevolezza riconosciuta. Senza nulla in cambio se non del click bait. Pagare il professionismo è la via per riconoscerlo.













*dico voi perchè io non ho ne Netflix, ne spotify, non per snobberia, ma perchè ancora affezionato ai vecchi supporti







stai generalizzando cap.
spotify mai usato, mi fa cagare usufruire della musica in quel modo. preferisco comprare vinili e cd. le serie tv per fortuna non le seguo e le librerie non hanno ancora chiuso in favore di ebook e cazzi vari.
si parla di libertà d'espressione e libera informazione, non mi dire che non sei mai andato a spulciare wikipedia... se passasse la normativa assurda di cui si parla in questo topic qualsiasi fonte d'informazione gratuita rischierebbe di scomparire, proprio perché incapaci di stabilire regole costruttive e specifiche riguardo il giornalismo online.
fosse come dici te staremo ancora qui a credere che nel wrestling ci si picchia per davvero.
The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 17:52
Re: Re: Re:
Eksistensens jeger, 03/07/2018 17.47:




stai generalizzando cap.
spotify mai usato, mi fa cagare usufruire della musica in quel modo. preferisco comprare vinili e cd. le serie tv per fortuna non le seguo e le librerie non hanno ancora chiuso in favore di ebook e cazzi vari.
si parla di libertà d'espressione e libera informazione, non mi dire che non sei mai andato a spulciare wikipedia... se passasse la normativa assurda di cui si parla in questo topic qualsiasi fonte d'informazione gratuita rischierebbe di scomparire, proprio perché incapaci di stabilire regole costruttive e specifiche riguardo il giornalismo online.
fosse come dici te staremo ancora qui a credere che nel wrestling ci si picchia per davvero.




su wikipedia ci vado in continuazione. ma la normativa non tocca l'enciclopedia on-line (come ha più volte sottolineato Bruxelles). D'altronde non è un caso se solo Wikipedia Italia (paese di analfabeti digitali) ha messo in scena la protesta.
Eksistensens jeger
00martedì 3 luglio 2018 17:58
Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/07/2018 17.52:




su wikipedia ci vado in continuazione. ma la normativa non tocca l'enciclopedia on-line (come ha più volte sottolineato Bruxelles). D'altronde non è un caso se solo Wikipedia Italia (paese di analfabeti digitali) messo in scena la protesta.




ci sarà un blog al quale sei affezionato, qualcuno che ti piace leggere?
ecco quello rischia di chiudere baracca e burattini, perché questo è il punto di partenza per rendere invincibili i grandi editori, saranno loro a guadagnarci.
la normativa comunque non è chiara, risulta confusionaria ed estremamente fraintendibile. una roba del genere non può passare, dai.
The REAL Capt.Spaulding
00martedì 3 luglio 2018 18:00
Re: Re: Re: Re: Re:
Eksistensens jeger, 03/07/2018 17.58:




ci sarà un blog al quale sei affezionato, qualcuno che ti piace leggere?
ecco quello rischia di chiudere baracca e burattini, perché questo è il punto di partenza per rendere invincibili i grandi editori, saranno loro a guadagnarci.
le normative comunque non sono chiare, risultano confusionarie ed estremamente fraintendibili. una roba del genere non può passare, dai.




i blog che seguo io sono tutti tenuti da persone che scrivono i loro articoli, non c'è nulla di riportato. questi non temono alcunché.
Sinceramente spero passi la legge così che chiuda "tuttiicriminidegliimmigrati"







“Il testo della commissione” affari giuridici dell’Europarlamento, si legge nel comunicato stampa dell’istituzione Ue relativo al voto del 20 giugno, “specifica anche che caricare contenuti su enciclopedie online in modo non commerciale, come Wikipedia, o piattaforme di software in open source come GitHub, saranno automaticamente escluse dal requisito di rispettare le regole sul copyright” del controverso articolo 13 che riguarda un sistema di verifica ex ante dei materiali coperti da copyright e caricati sulle grandi piattaforme a scopo di lucro. Per quanto riguarda la posizione adottata dal Consiglio il 25 maggio, ritorna ugualmente l’esplicita esclusione dalle nuove norme sui diritti d’autore per le enciclopedie online, insieme a siti di compravendita online, servizi di cloud, musei, biblioteche, archivi, insegnamento e il data mining per la ricerca scientifica. L’articolo 13, spiega quindi la portavoce al mercato unico digitale della Commissione Ue, si rivolge a quei servizi che riguardano “grandi quantità di contenuti protetti da copyright che sono stati caricati da utenti che ne non possiedono i diritti”. Un caso diverso, quindi, quello per esempio di Youtube da quello di Wikipedia. “I contributori a Wikipedia sono in primo luogo tutti creatori che possiedono i diritti per i loro contributi che rendono disponibili sotto la licenza creative commons”, quindi, sottolinea la portavoce, “anche se qualche contenuto di parti terze può essere usato in questi contributi, per esempio foto, per illustrare un articolo, la quantità di questo contenuto appare essere limitata e quindi Wikipedia e le altre enciclopedie online non rientrerebbero nell’ambito della proposta della Commissione”. Questo in quanto “sarà considerato che non danno accesso a grandi quantità di contenuti protetti non autorizzati”




(ecco, questo per esempio non potrei più farlo, ovvero incollare un pezzo di articolo preso dal fatto quotidiano)
Eksistensens jeger
00martedì 3 luglio 2018 18:08
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/07/2018 18.00:




i blog che seguo io sono tutti tenuti da persone che scrivono i loro articoli, non c'è nulla di riportato. questi non temono alcunché.
Sinceramente spero passi la legge così che chiuda "tuttiicriminidegliimmigrati"







“Il testo della commissione” affari giuridici dell’Europarlamento, si legge nel comunicato stampa dell’istituzione Ue relativo al voto del 20 giugno, “specifica anche che caricare contenuti su enciclopedie online in modo non commerciale, come Wikipedia, o piattaforme di software in open source come GitHub, saranno automaticamente escluse dal requisito di rispettare le regole sul copyright” del controverso articolo 13 che riguarda un sistema di verifica ex ante dei materiali coperti da copyright e caricati sulle grandi piattaforme a scopo di lucro. Per quanto riguarda la posizione adottata dal Consiglio il 25 maggio, ritorna ugualmente l’esplicita esclusione dalle nuove norme sui diritti d’autore per le enciclopedie online, insieme a siti di compravendita online, servizi di cloud, musei, biblioteche, archivi, insegnamento e il data mining per la ricerca scientifica. L’articolo 13, spiega quindi la portavoce al mercato unico digitale della Commissione Ue, si rivolge a quei servizi che riguardano “grandi quantità di contenuti protetti da copyright che sono stati caricati da utenti che ne non possiedono i diritti”. Un caso diverso, quindi, quello per esempio di Youtube da quello di Wikipedia. “I contributori a Wikipedia sono in primo luogo tutti creatori che possiedono i diritti per i loro contributi che rendono disponibili sotto la licenza creative commons”, quindi, sottolinea la portavoce, “anche se qualche contenuto di parti terze può essere usato in questi contributi, per esempio foto, per illustrare un articolo, la quantità di questo contenuto appare essere limitata e quindi Wikipedia e le altre enciclopedie online non rientrerebbero nell’ambito della proposta della Commissione”. Questo in quanto “sarà considerato che non danno accesso a grandi quantità di contenuti protetti non autorizzati”




(ecco, questo per esempio non potrei più farlo, ovvero incollare un pezzo di articolo preso dal fatto quotidiano)




tecnicamente non si potrebbe fare neanche adesso, i testi giornalistici sono tutelati dal diritto d'autore:

Testi, scritti, articoli, e-mail - Ogni forma di testo, anche breve, è tutelata dalla normativa sul diritto d'autore e non può essere copiata, riprodotta (anche in altri formati o su supporti diversi), né tantomeno è possibile appropriarsi della sua paternità. L'unica eccezione prevista dalla legge (art. 70 l. 633/41) è quella di consentire il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o parti di opere letterarie (ma non l'intera opera, o una parte compiuta di essa) a scopo di studio, discussione, documentazione o insegnamento, purché vengano citati l'autore e la fonte, e non si agisca a scopo di lucro, sempre che tali citazioni non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera stessa. Solo in questa particolare ipotesi si può agire senza il consenso dell'autore.



non sono sicurissimo sia così lineare la faccenda comunque.
@mad4thrash@
00mercoledì 4 luglio 2018 09:00
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/07/2018 17.34:




sì, è vero, c'è molto di più lì dietro, io la faccio semplice, ma pure voi non scherzate, perchè l'attitudine alla quale ci si approccia a questa normativa è quella del PARTITO DEI PIRATI, è quella del Di Maio che vuole Internet gratis mezzora al giorno. Ma questi discorsi pronunciati oggi sono tutta fuffa. Megaupload è chiuso. Kim dotcom è in galera o quasi. Napster è solo una storiella da raccontare agli adolescenti annoiati di oggi. I forum sono un ritrovo per vecchi scorreggioni. Ad usare SOULSEEK credo di essere rimasto io solamente. Emule nemmeno so se funziona ancora.

Come fate a parlare del pericolo della condivisione a pagamento quando già tutti voi* avete accettato di pagarla, per altro ben volentieri.


Tra l'altro nel particolare si parla di pagare la condivisione delle informazioni e, viva dio, credo sia una cosa AUSPICABILE. L'informazione gratis, non professionale è stata la vera rovina degli ultimi 10 anni. Non e' giusto che tutti possano essere esperti di tutto, senza autorevolezza riconosciuta. Senza nulla in cambio se non del click bait. Pagare il professionismo è la via per riconoscerlo.





*dico voi perchè io non ho ne Netflix, ne spotify, non per snobberia, ma perchè ancora affezionato ai vecchi supporti







megaupload, napster? siamo nell'era della banda larga e dello streaming, stai citando roba che anche per i dimaio e i pirati è obsoleta. come detto da altri, il problema non è riconoscere il diritto d'autore, è il puntare ad una normativa che rischia di creare enormi casini, andando fra l'altro a rompere i coglioni principalmente ai piccoli e non le grandi aziende. come per la net neutrality, chi ha le spalle grosse sopravvive, gli altri no. e se sopravvivi, ti mangi anche chi non ce l'ha fatta. diventa la legge del più forte (economicamente)

io sono d'accordissmo sul pagare la professionalità, meno quando una normativa scritta male rischia di paralizzare l'informzione libera perchè condividere significa pagare. le notizie non sono netflix: essere informati è un diritto, guardare luke cage no, questo è il concetto. poi ovvio, anche a me fa schifo "tuttiicrimnidegliimmigrati" e roba simile, ma allora combattiamo quello, non la possibilità di far girare le notizie (che poi sia sbagliato copiare-incollare integralmente roba scritta da altri ok, ma qua parliamo di condivisione generica)
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 4 luglio 2018 10:24
Re: Re: Re:
@mad4thrash@, 04/07/2018 09.00:




megaupload, napster? siamo nell'era della banda larga e dello streaming, stai citando roba che anche per i dimaio e i pirati è obsoleta. come detto da altri, il problema non è riconoscere il diritto d'autore, è il puntare ad una normativa che rischia di creare enormi casini, andando fra l'altro a rompere i coglioni principalmente ai piccoli e non le grandi aziende. come per la net neutrality, chi ha le spalle grosse sopravvive, gli altri no. e se sopravvivi, ti mangi anche chi non ce l'ha fatta. diventa la legge del più forte (economicamente)





Ed invece no. Perché schierati contro questa direttiva*, oltre agli indipendenti attivisti dell'internet libero, ci sono soprattutto colossi FB e Google che usufruiscono dei contenuti prodotti dagli editori inglobando enormi introiti pubblicitari senza riconoscere alcun diritto al produttore.




*nei post precedenti l'ho sempre chiamata normativa sbagliando. Una Direttiva Europea è una cosa differente.
@mad4thrash@
00mercoledì 4 luglio 2018 10:38
Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 04/07/2018 10.24:




Ed invece no. Perché schierati contro questa direttiva*, oltre agli indipendenti attivisti dell'internet libero, ci sono soprattutto colossi FB e Google che usufruiscono dei contenuti prodotti dagli editori inglobando enormi introiti pubblicitari senza riconoscere alcun diritto al produttore.




*nei post precedenti l'ho sempre chiamata normativa sbagliando. Una Direttiva Europea è una cosa differente.




diritto? google è un motore di ricerca, facebook un social da condivisione, i "produttori" ricevono visualizzazioni proprio grazie a loro, google ci guadagna proprio perchè fa da ponte. poi ovvio che protestano pure loro, non ho detto che sta cosa è a loro favore ma che colpisce soprattutto chi non ha le spalle abbastanza grosse (e ribadisco che hai citato grosse compagnie che non producono direttamente ma che fanno da tramite, è differente)

la questione è sicuramente delicata e in tempi in cui le cose cambiano continuamente la legislazione deve adeguarsi altrettanto rapidamente, ma c'è modo e modo.
FBI83
00mercoledì 4 luglio 2018 10:52
E comunque ci si dimentica del software di controllo, che mica lo regalano(ed è qui che i piccolini rischiano di essere tagliati fuori)


Riporto questo virgolettato dall'articolo che avevo postato prima


medium-sized companies engaged in file-hosting services paid between $10,000 and $25,000 a month in licensing fees alone for Audible Magic’s filtering tool





The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 4 luglio 2018 11:21
Re: Re: Re: Re: Re:
@mad4thrash@, 04/07/2018 10.38:




diritto? google è un motore di ricerca, facebook un social da condivisione, i "produttori" ricevono visualizzazioni proprio grazie a loro, google ci guadagna proprio perchè fa da ponte. poi ovvio che protestano pure loro, non ho detto che sta cosa è a loro favore ma che colpisce soprattutto chi non ha le spalle abbastanza grosse (e ribadisco che hai citato grosse compagnie che non producono direttamente ma che fanno da tramite, è differente)

la questione è sicuramente delicata e in tempi in cui le cose cambiano continuamente la legislazione deve adeguarsi altrettanto rapidamente, ma c'è modo e modo.




guarda che qui c'è un grosso fraintendimento che per altro in America hanno già iniziato ad affrontare. FB non è solo un social, FB è in tutto e per tutto una MEDIA Company. Come può esserlo Mediaset. Se gli togli i contenuti da condividere Facebook diventa myspace. Però Mediaset paga i contenuti, mentre FB sono gli utenti stessi che li caricano al suo interno, diffondendoli e non pagandoli, ma FB ne trae comunque gran profitto.



@mad4thrash@
00mercoledì 4 luglio 2018 11:37
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 04/07/2018 11.21:




guarda che qui c'è un grosso fraintendimento che per altro in America hanno già iniziato ad affrontare. FB non è solo un social, FB è in tutto e per tutto una MEDIA Company. Come può esserlo Mediaset. Se gli togli i contenuti da condividere Facebook diventa myspace. Però Mediaset paga i contenuti, mentre FB sono gli utenti stessi che li caricano al suo interno, diffondendoli e non pagandoli, ma FB ne trae comunque gran profitto.







ok sulla prima fase, no sulla seconda. FB non è mediaset, son due cose che lavorano in maniera differente, c'è una bella differenza fra l'offrire contenuti e permettere agli utenti di offrire contenuti. poi sulla legislazione possiamo ache parlarne, ma non puoi mettere sullo stesso piano aziende così diverse.
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 4 luglio 2018 11:48
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@mad4thrash@, 04/07/2018 11.37:




ok sulla prima fase, no sulla seconda. FB non è mediaset, son due cose che lavorano in maniera differente, c'è una bella differenza fra l'offrire contenuti e permettere agli utenti di offrire contenuti. poi sulla legislazione possiamo ache parlarne, ma non puoi mettere sullo stesso piano aziende così diverse.




dici?


Mediaset paga un team di giornalisti sportivi per produrre contenuti che poi trasmette durante Studio Sport. Fa ascolti, vende spazi pubblicitari, crea del guadagno.

L'utente Matte Dj trova un articolo sportivo che parla di Ronaldo alla Juve, lo posta sulla sua pagina FB gratuitamente spernacchiandolo, l'articolo fa 500 like, 100 condivisioni ed un troiaio di commenti. I commenti stessi, inseriti gratuitamente dagli utenti vengono essi stessi ripresi, condivisi su pagine fb come "commenti memorabili" etc, a loro volta likati e condivisi. FB ha creato ascolti e venduto spazi pubblicitari.


I clienti di Mediaset e FB sono gli stessi: grandi aziende in cerca di promozione sul mercato.
I prodotti di Mediaset e FB sono gli stessi: Spazi pubblicitari
Le modalità di Mediaset e FB per produrre il loro prodotti è lo stesso: Creare contenuti che possano raccogliere attenzione.


Non lo dico io eh, FB è nei fatti una Media Company e come tale va trattata.


@mad4thrash@
00mercoledì 4 luglio 2018 12:01
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 04/07/2018 11.48:




dici?


Mediaset paga un team di giornalisti sportivi per produrre contenuti che poi trasmette durante Studio Sport. Fa ascolti, vende spazi pubblicitari, crea del guadagno.

L'utente Matte Dj trova un articolo sportivo che parla di Ronaldo alla Juve, lo posta sulla sua pagina FB gratuitamente spernacchiandolo, l'articolo fa 500 like, 100 condivisioni ed un troiaio di commenti. I commenti stessi, inseriti gratuitamente dagli utenti vengono essi stessi ripresi, condivisi su pagine fb come "commenti memorabili" etc, a loro volta likati e condivisi. FB ha creato ascolti e venduto spazi pubblicitari.


I clienti di Mediaset e FB sono gli stessi: grandi aziende in cerca di promozione sul mercato.
I prodotti di Mediaset e FB sono gli stessi: Spazi pubblicitari
Le modalità di Mediaset e FB per produrre il loro prodotti è lo stesso: Creare contenuti che possano raccogliere attenzione.


Non lo dico io eh, FB è nei fatti una Media Company e come tale va trattata.





Mediaset paga un team di giornalisti sportivi, esattamente. facebook no, non paga chi condivide, chi condivide non paga con il proprio lavoro ciò che condivide, la pubblicità che ne deriva da facebook è del contenuto condiviso e non degli sponsor che hanno aiutato a creare quel contenuto, in pratica se condividi qualcosa di mediaset su facebook fai pubblicità a mediaset (che a sua volta pubblicizza altro).
FBI83
00mercoledì 4 luglio 2018 12:08
Ma ci sarà un motivo se il 100% dei siti dei vari giornali non ha il copia/incolla disabilitato?


Sarà un caso?

The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 4 luglio 2018 14:05
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@mad4thrash@, 04/07/2018 12.01:



Mediaset paga un team di giornalisti sportivi, esattamente. facebook no, non paga chi condivide, chi condivide non paga con il proprio lavoro ciò che condivide, la pubblicità che ne deriva da facebook è del contenuto condiviso e non degli sponsor che hanno aiutato a creare quel contenuto, in pratica se condividi qualcosa di mediaset su facebook fai pubblicità a mediaset (che a sua volta pubblicizza altro).




quindi tu sei d'accordo che Mediaset debba pagare per trarre profitto da un contenuto, mentre FB no?


Per altro, non è solo questione di maniera di produrre ricchezza, ma, come avevamo già accennato, è anche questione di professionalità.
Il Tg7 paga soldi per poter produrre notizie commentate e date in maniera professionale ed autorevole. Facebook non paga nulla e le notizie a cui da risalto sono esasperazioni della notizia stessa se non addirittura fake news.

E' giusto pagare un servizio. Non si capisce sinceramente perché si debba tutelare Google, FB ed altri lasciandogli fare ricchezza con il lavoro degli altri.
Sarà capitato anche a voi di avere amici fotografi che hanno un portfolio sul web le cui foto sono state talvolta prese da Repubblica, la Gazzetta o Tgcom. Perchè non riconoscere loro il lavoro? Perchè fare profitto senza nemmeno citarli?


Se io sono un Youtuber ed il mio video fa 5 milioni di visualizzazioni su youtube google mi paga. Se lo stesso video viene scaricato e poi ricaricato su FB dove fa almeno altri 5 milioni di visualizzazioni, io non prendo nulla. E' giusto?


No, non lo è. Questa direttiva è la maniera giusta per affrontare il problema? Sinceramente nessun sa che effetti avrà, ma essere contro per partito preso quando il problema c'è mi sembra arrogante.
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 4 luglio 2018 14:09
Re:
FBI83, 04/07/2018 10.52:

E comunque ci si dimentica del software di controllo, che mica lo regalano(ed è qui che i piccolini rischiano di essere tagliati fuori)


Riporto questo virgolettato dall'articolo che avevo postato prima


medium-sized companies engaged in file-hosting services paid between $10,000 and $25,000 a month in licensing fees alone for Audible Magic’s filtering tool








citami per favore qual è una medium size company cui usufruisci il servizio sul web regolarmente che potrebbe avere questo tipo di problema.
@mad4thrash@
00mercoledì 4 luglio 2018 14:26
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 04/07/2018 14.05:




quindi tu sei d'accordo che Mediaset debba pagare per trarre profitto da un contenuto, mentre FB no?


Per altro, non è solo questione di maniera di produrre ricchezza, ma, come avevamo già accennato, è anche questione di professionalità.
Il Tg7 paga soldi per poter produrre notizie commentate e date in maniera professionale ed autorevole. Facebook non paga nulla e le notizie a cui da risalto sono esasperazioni della notizia stessa se non addirittura fake news.

E' giusto pagare un servizio. Non si capisce sinceramente perché si debba tutelare Google, FB ed altri lasciandogli fare ricchezza con il lavoro degli altri.
Sarà capitato anche a voi di avere amici fotografi che hanno un portfolio sul web le cui foto sono state talvolta prese da Repubblica, la Gazzetta o Tgcom. Perchè non riconoscere loro il lavoro? Perchè fare profitto senza nemmeno citarli?


Se io sono un Youtuber ed il mio video fa 5 milioni di visualizzazioni su youtube google mi paga. Se lo stesso video viene scaricato e poi ricaricato su FB dove fa almeno altri 5 milioni di visualizzazioni, io non prendo nulla. E' giusto?


No, non lo è. Questa direttiva è la maniera giusta per affrontare il problema? Sinceramente nessun sa che effetti avrà, ma essere contro per partito preso quando il problema c'è mi sembra arrogante.



cap tu continui a tirare in ballo fb e repubblica ma te ne freghi degli altri (così come per la net neutrality vedevi solo i social network e spotify-netflix)

se repubblica frega una tua foto e la pubblica insieme ad un suo articolo sta facendo soldi sul tuo lavoro perchè sta producendo e vendendo qualcosa usando roba d'altri senza permesso, al contrario facebook come azienda non pubblica articoli e non usa le tue foto (tue intese come esterne a facebook), facebook è un tramite fra aziende e pubblico. e a repubblica fa comodo facebook, perchè più pubblico raggiungi più la gente clicca sul tuo link e più pubblicità vendi. idem google, che è uno strumento che non usi per aggirare le fonti, ma proprio per trovarle!

l'esempio del youtuber è giusto, così come è giusto citare sempre le fonti. il problema della direttiva è che non sembrano esserci distinzioni di sorta, e così si tira una bella linea dritta fra chi ruba il lavoro d'altri e chi invece alla fin fine lo promuove.

il problema c'è, a me più che altro sembra arrogante ridurre il tutto ai grandi nomi fregandosene di tutti gli altri.
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