premessa non si parla di DX
“FINOCCHIO, VIA LA PALLA!”. Non un insulto, ma il nome proprio di un calciatore avversario, il casertano Francesco Finocchio, è costato l’espulsione dell’allenatore del Bologna Primavera sabato scorso. L'occasione, il derby emiliano con il Parma giocato all'ombra delle Due Torri. In campo, sul risultato di 2-2 e pochi spiccioli di partita ancora da giocare, un giocatore rossoblù resta a terra per infortunio mentre si avvia la ripartenza veloce del Parma. Il 18enne Finocchio, attaccante ex under 17 della Nazionale, avanza con la palla incollata al piede. L’allenatore bolognese Paolo Magnani non ci sta, così si alza ed esorta l’avversario a mettere il pallone a lato: ”FINOCCHIO! VIA LA PALLA!”. Peccato l’arbitro inviperito pensi a un insopportabile insulto e butti fuori il mister, «beccato» intanto anche dall’allenatore del Parma, De Patre. Inutile il tentativo di spiegare, l'arbitro Donati di Ravenna non vuole sentire ragioni ed espelle anche il tecnico parmense. L'ALLENATORE: COME CHIAMARLO?- , Resta però una domanda, quella che ai taccuini del Corriere dello Sport ha lanciato Magnani: «Se non lo chiamavo Finocchio come avrei dovuto chiamarlo?». Difficile dirlo, ma nel Sorpasso di Dino Risi il soprannome «Occhiofino» riecheggiava senza offesa per nessuno, tra l'ingenuità di Jean-Louis Trintignant e la malizia ilare di Vittorio Gassman.