00 09/11/2020 07:05
Castrovilli e Biraghi sabato sono andati a Parma con la Fiorentina: hanno giocato, sono tornati a casa. Domenica sera li attendevano al centro federale di Coverciano, dov’è il ritiro la Nazionale. Invece non hanno potuto rispondere alla convocazione, perché la Asl li ha bloccati: sono in isolamento fiduciario a causa della positività di Callejon.Loro come tutti i nazionali della squadra viola e di altri nostri club che hanno un contagiato (non di tutti i club, altrimenti una logica ci sarebbe pure). È uno dei paradossi di quanto sta capitando all’epoca del Covid: due calciatori in bolla possono fare qualche centinaio di chilometri, non qualche centinaio di metri. E capita addirittura che due club della stessa città debbano attenersi a regole differenti, in base alla Asl dalla quale dipendono. Così i giocatori della Roma sono bloccati perché Dzeko ha il Covid, mentre quelli della Lazio possono partire nonostante Immobile, Leiva e Strakosha siano positivi.

Il problema è sempre lo stesso: manca uniformità. Adesso in A ci sono sei società in bolla: tre di queste sono obbligate dalle rispettive Asl a non far partire i calciatori (Fiorentina, Roma e Sassuolo), le altre il contrario (Inter, Lazio e Genoa). All’Inter il problema è nato con la positività di Padelli. Il club ha chiesto informazioni all’autorità sanitaria già sabato e la risposta è stata chiara: i calciatori in isolamento fiduciario possono partire purché organizzino viaggi «protetti», cioè con voli o auto private. I giocatori del Sassuolo devono invece rimanere in sede fino a martedì, quando usciranno dalla bolla; quelli di Roma e Fiorentina fino a domenica.

In questo bailamme, la Nazionale è un caso a parte perché per il momento lascia a casa tutti coloro che sono in isolamento fiduciario, anche se appartengono a club non bloccati dalle Asl, quindi pure Acerbi, Barella e D’Ambrosio. Si spera di averli nelle prossime ore, così come si confida di sbloccare i due della Fiorentina. Fatto sta che domenica sera a Coverciano c’erano solo 18 dei 41 convocati; martedì se ne aggiungeranno altri 11.

Marotta, dg dell’Inter, fatica ad accettare questa difformità. E chiama in causa Spadafora: «Invoco l’intervento del ministero dello Sport. La situazione è iniqua, porta a un’alterazione della regolarità delle competizioni. È assurdo che le Asl si comportino in modo diverso da Roma 1 a Roma 2, o da Milano a Firenze. Fermo restando che ci sono i protocolli rigidi e tutti dobbiamo rispettarli, c’è la zona d’ombra nella mancanza di centralità: e ogni Asl diventa centrale nella gestione dei club». Marotta si è messo in contatto con Spadafora, gli chiederà di adoperarsi affinché si arrivi a un comportamento uniforme da parte delle Asl. Ma non sarà facile.