00 16/02/2024 15:17
Re: Re:
Angle 4ever, 14/02/2024 14:51:




Perché?

Non voglio essere polemico perché non l'ho "vissuto", però essendo un dopato (leggendo un po' mi sembra confermato, visti i suoi rapporti con Conconi&co) come tanti altri atleti di allora (e di oggi) a livello sportivo per me non ha valore. Però capisco che a livello emotivo è sempre stato diverso dai vari robot e che questo gli è costato tanto (accanimento nei suoi confronti come capro espiatorio). E immagino che sia anche il motivo per cui la gente comune provi tanta empatia per lui.

Queste sono supposizioni, perciò chiedo a te e in generale perché siate così tanto empatici nei confronti Pantani.




dopato confermato proprio no. Nel senso che a differenza di tanti altri, venuti sia prima che dopo di lui, a Pantani non trovarono nulla se non dei valori di ematocrito alti. Qualsiasi test gli fecero per trovarlo in fallo andò a vuoto. Questa è la nuda cronaca.

Poi che si dopasse è probabilmente vero, per lo meno è quello che raccontano diverse persone del giro che conta. Anzi, quello che si dice è che lui lo faceva privatamente, da solo, in camera sua, senza alcun medico di squadra, ne personale perchè era comunque schivo e malfidato.

Tuttavia non è mai stato condannato, me colto in fragrante. Lui nei fatti è una vittima. Una vittima dello stesso circo che invece ha prodotto lui:




Per me il ciclismo ha due fotografie, questa e quella di Pantani in maglia rosa con gli occhi chiusi che oltrepassa il traguardo. Quando gli si chiedeva cosa provasse lui diceva che era una liberazione dalla fatica. Era la fine. Non era gioia di vincere, non era il successo, la salita era un esorcismo.

Mentre lo scrivo ho la pelle d'oca perchè me lo ricordo ancora come se stessi raccontando la prima volta che mi fecero un pompino o di quando mi laureai o di quando nacquero le mie figlie. Le sue vittorie sono state talmente iconiche ed evocative che hanno colpito tutti, anche chi il ciclismo non lo seguiva.

Dall'altra parte invece hai un altro tipo di campione, che ti si presenta venire dal mondo nuovo, ti racconta la storia di chi ha sconfitto il tumore, di chi si rimette in piedi, di chi costruisce una carriera incredibile solo sul suo talento, ma era solo una bugia.

Magari anche quella di Marco era una bugia, ma se la storia di Marco è finita in tragedia, quella dell'americano è finita in farsa, non per lui, ma per tutti noi.

Armstrong vive in nord America felice circondato dalla ricchezza.
Marco sta sottoterra al freddo.
I giornalisti italiani e francesi nella vergogna.


Hanno fatto libri e film, ne ho letti e visti tanti, ce n'è solo uno che merita ed è una lettura che consiglio a tutti, anche a chi non è interessato alla vicenda: