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A rischio anche il referendum sull'acqua

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2011 13:10
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22/04/2011 13:01
 
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ROMA - Dopo il nucleare l'acqua. Il governo apre alla possibilità di un secondo intervento legislativo ad hoc, per bloccare sul filo del traguardo anche il referendum sulla privatizzazione delle risorse idriche. Lo ha detto chiaramente il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani a Radio Anch'io: "Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo". Sulla stessa lunghezza d'onda si era già espresso il sottosegretario Stefano Saglia.

La sortita di Romani è servita a raccogliere le sollecitazioni venute da Roberto Bazzano, presidente di Federutility, la federazione che riunisce i gestori degli acquedotti ("Chiediamoci seriamente se non sia il caso di evitare un referendum che ha sempre più un taglio puramente ideologico"). Ma ha suscitato le proteste del Comitato referendario e dell'opposizione.

"E' un colpo di mano, si vuole togliere la voce ai cittadini: evidentemente c'è chi ritiene che le consultazioni popolari sui temi concreti facciano saltare le decisioni prese da pochi nell'interesse di pochi", accusa il presidente del Wwf, Stefano Leoni.

Per i comitati che hanno raccolto un milione e 400 mila firme a sostegno del referendum si tratta di uno scippo. "Prima hanno buttato dalla finestra 350 milioni di euro pur di evitare l'accorpamento con le amministrative", ricorda Luca Martinelli, del Comitato promotore referendario. "Adesso provano a togliere di mezzo altri due quesiti, in modo da lasciare solo quello sul legittimo impedimento, su cui non sembra che il Parlamento intenda modificare il quadro legislativo".

Secondo i promotori del referendum sull'acqua, l'abrogazione di una parte della legge Ronchi non basterebbe però a bloccare entrambi i quesiti perché uno dei due fa riferimento a un quadro di privatizzazione che ha cominciato a delinearsi con la legge Galli del 1994.

"E' in atto un secondo tentativo di truffa", accusa il leader dei Verdi Angelo Bonelli. "Sul nucleare il governo ha già cancellato le norme su cui poggiano i quesiti referendari dicendo esplicitamente che valuterà se reinserirle in un secondo tempo con modifiche trascurabili. Significa prendere in giro gli italiani e violare la Costituzione che assegna ai cittadini la possibilità di esprimersi direttamente attraverso i referendum".

"E' l'ennesimo tentativo di scardinare le basi della nostra democrazia, ma la parola ora passerà alla Corte di Cassazione", aggiunge Valerio Calzolaio, coordinatore del Forum Sel sui beni comuni. "E va ricordato che abbiamo un sistema legislativo che offre una serie di paletti a protezione del voto popolare. Una volta avviato il processo referendario un'abrogazione delle norme, o attraverso le urne o attraverso un preventivo intervento normativo, ha effetti giuridici abrogativi che durano cinque anni".



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22/04/2011 13:40
 
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Dico solo:


ART. 154
(tariffa del servizio idrico integrato)

1. La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed e' determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonche' di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo.

2. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, su proposta dell'Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti, tenuto conto della necessità di recuperare i costi ambientali anche secondo il principio "chi inquina paga", definisce con decreto le componenti di costo per la determinazione della tariffa relativa ai servizi idrici per i vari settori di impiego dell'acqua.

3. Al fine di assicurare un'omogenea disciplina sul territorio nazionale, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, sono stabiliti i criteri generali per la determinazione, da parte delle regioni, dei canoni di concessione per l'utenza di acqua pubblica, tenendo conto dei costi ambientali e dei costi della risorsa e prevedendo altresì riduzioni del canone nell'ipotesi in cui il concessionario attui un riuso delle acque reimpiegando le acque risultanti a valle del processo produttivo o di una parte dello stesso o, ancora, restituisca le acque di scarico con le medesime caratteristiche qualitative di quelle prelevate. L'aggiornamento dei canoni ha cadenza triennale.

4. L'Autorità d'ambito, al fine della predisposizione del Piano finanziario di cui all'articolo 149, comma 1, lettera c), determina la tariffa di base, nell'osservanza delle disposizioni contenute nel decreto di cui al comma 2, comunicandola all'Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti ed al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio.

5. La tariffa e' applicata dai soggetti gestori, nel rispetto della Convenzione e del relativo disciplinare.

6. Nella modulazione della tariffa sono assicurate, anche mediante compensazioni per altri tipi di consumi, agevolazioni per quelli domestici essenziali, nonche' per i consumi di determinate categorie, secondo prefissati scaglioni di reddito. Per conseguire obiettivi di equa redistribuzione dei costi sono ammesse maggiorazioni di tariffa per le residenze secondarie, per gli impianti ricettivi stagionali, nonche' per le aziende artigianali, commerciali e industriali.

7. L'eventuale modulazione della tariffa tra i comuni tiene conto degli investimenti pro capite per residente effettuati dai comuni medesimi che risultino utili ai fini dell'organizzazione del servizio idrico integrato.



Il Conviri (Comitato di vigilanza sulle risorse idriche) ha calcolato che pagheremo come minimo 115 euro in più a testa ogni anno per 20 anni. Una bolletta più cara di 460 euro all’anno per una famiglia di quattro persone. Un servizio dunque che ci costerà sempre di più, secondo alcuni anche per effetto della privatizzazione.

Queste cose dovrebbero essere sufficienti perchè tutti alzino il culo dalle poltrone e vadano a votare questo importantissimo referendum.
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22/04/2011 15:15
 
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Re:
Dead Man Drinking, 22/04/2011 13.01:

ROMA - Dopo il nucleare l'acqua. Il governo apre alla possibilità di un secondo intervento legislativo ad hoc, per bloccare sul filo del traguardo anche il referendum sulla privatizzazione delle risorse idriche. Lo ha detto chiaramente il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani a Radio Anch'io: "Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo". Sulla stessa lunghezza d'onda si era già espresso il sottosegretario Stefano Saglia.

La sortita di Romani è servita a raccogliere le sollecitazioni venute da Roberto Bazzano, presidente di Federutility, la federazione che riunisce i gestori degli acquedotti ("Chiediamoci seriamente se non sia il caso di evitare un referendum che ha sempre più un taglio puramente ideologico"). Ma ha suscitato le proteste del Comitato referendario e dell'opposizione.

"E' un colpo di mano, si vuole togliere la voce ai cittadini: evidentemente c'è chi ritiene che le consultazioni popolari sui temi concreti facciano saltare le decisioni prese da pochi nell'interesse di pochi", accusa il presidente del Wwf, Stefano Leoni.

Per i comitati che hanno raccolto un milione e 400 mila firme a sostegno del referendum si tratta di uno scippo. "Prima hanno buttato dalla finestra 350 milioni di euro pur di evitare l'accorpamento con le amministrative", ricorda Luca Martinelli, del Comitato promotore referendario. "Adesso provano a togliere di mezzo altri due quesiti, in modo da lasciare solo quello sul legittimo impedimento, su cui non sembra che il Parlamento intenda modificare il quadro legislativo".

Secondo i promotori del referendum sull'acqua, l'abrogazione di una parte della legge Ronchi non basterebbe però a bloccare entrambi i quesiti perché uno dei due fa riferimento a un quadro di privatizzazione che ha cominciato a delinearsi con la legge Galli del 1994.

"E' in atto un secondo tentativo di truffa", accusa il leader dei Verdi Angelo Bonelli. "Sul nucleare il governo ha già cancellato le norme su cui poggiano i quesiti referendari dicendo esplicitamente che valuterà se reinserirle in un secondo tempo con modifiche trascurabili. Significa prendere in giro gli italiani e violare la Costituzione che assegna ai cittadini la possibilità di esprimersi direttamente attraverso i referendum".

"E' l'ennesimo tentativo di scardinare le basi della nostra democrazia, ma la parola ora passerà alla Corte di Cassazione", aggiunge Valerio Calzolaio, coordinatore del Forum Sel sui beni comuni. "E va ricordato che abbiamo un sistema legislativo che offre una serie di paletti a protezione del voto popolare. Una volta avviato il processo referendario un'abrogazione delle norme, o attraverso le urne o attraverso un preventivo intervento normativo, ha effetti giuridici abrogativi che durano cinque anni".



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Scusa non ho capito una cosa, ma se ritirano il referendum rimandano anche la privatizzazione, o fanno passare loro la privatizzazione con una legge?


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Re: Re:
martozen, 22/04/2011 15.15:



Scusa non ho capito una cosa, ma se ritirano il referendum rimandano anche la privatizzazione, o fanno passare loro la privatizzazione con una legge?






ma il governo non ritira il referendum...... in quanto non è stato lui a proporlo
in sintesi: il governo intende privatizzare l'acqua, l'opposizione non è d'accordo, raccoglie le firme per fare il referendum abrogativo, il governo cambia idea e non vuole più privatizzare l'acqua...... = il referendum ormai è inutile
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Re: Re: Re:
jorge80, 22/04/2011 22.25:




ma il governo non ritira il referendum...... in quanto non è stato lui a proporlo
in sintesi: il governo intende privatizzare l'acqua, l'opposizione non è d'accordo, raccoglie le firme per fare il referendum abrogativo, il governo cambia idea e non vuole più privatizzare l'acqua...... = il referendum ormai è inutile




...e la privatizzazione sarebbe solo rimandata.
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Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 22/04/2011 22.27:




...e la privatizzazione sarebbe solo rimandata.




Si ma nel caso la volessero riprovare a privatizzarla ripartirebbe il referendum no?

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Re: Re: Re: Re: Re:
martozen, 23/04/2011 11.57:




Si ma nel caso la volessero riprovare a privatizzarla ripartirebbe il referendum no?




Non ne sono certo, ma credo di no, il referendum non è contro la "privatizzazione dell'acqua" ma è per abrogare quella norma che ho messo in grassetto, se togli quella norma e dopo 6 mesi ne ripresenti un'altra, diversa, ma che dice la stessa cosa, devi presentare un altro referendum contro questa nuova norma.

Credo almeno eh
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boh può essere anche che se ne fregano poco di acqua e nucleare e che puntino solo al legittimo impedimento per salvare il culo al figlio di puttana
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23/04/2011 13:10
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
martozen, 23/04/2011 11.57:




Si ma nel caso la volessero riprovare a privatizzarla ripartirebbe il referendum no?





credo proprio di si.... cmq il fatto è che, al momento, non ha nessun senso fare il referendum per abrogare una legge che il governo non intende proporre
e fare una sorta di referendum "preventivo" sarebbe una cosa abbastanza ridicola secondo me...
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