| | | OFFLINE | | Post: 7.015 Post: 200 | Registrato il: 14/04/2011 | Città: ROMA | Età: 32 | Sesso: Maschile | |
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10/06/2011 14:06 | |
James Butler, 09/06/2011 19.33:
Ovviamente ringrazio per i complimenti, come non potrei?
Ciò che mi premeva nella parte finale, vedo che è stato perfettamente inteso da CabaretVoltaire. Ancora una volta: ci si è mossi verso una nuova terra, e questa pare funzioni benissimo per carità, ma non è mai stata terra di chi del wrestling, ha ancora una passione mordente. Discorso trito e ritrito, ma a cui ancora nessuno di noi riesce a dare risposte. Non razionali e 'ideali', in questo siamo in molti e capaci, ma effettive, concrete. Dove prima c'era un nucleo saldo di utenti, pronti a stimolarsi a vicenda, sull'argomento centrale (e comune denominatore) del wrestling, ora si rimane, parafrasando la suggestiva immagine di CV, in un deserto per pochi.
Per Dario: la strada che la WWE ha intrapreso è evidentemente quella della centralità narrativa, o così ci vuol far credere. E dove sono stati capaci (complice anche la fase calda dell'anno, è vero), di dare alla luce alcuni piccoli gioielli narrativi, durante la Road To Wrestlemania (mi riferisco ai segmenti tra Miz e Cena, prima ancora dell'inserimento di Rocky), altrettanto si sono persi nel resto e nel dopo. Superficiali, superficialissimi nella gestione generale del roster, cosa che in TNA (o impactwrestling.com, adesso) non fanno. E non lo fanno, adottando un modello che ha i suoi padri nelle serie televisive di grande qualità (il più volte citato Bochco e il NYPD Blue, ad esempio). Lo ripeto, la narrazione avviene su due piani fondamentali: il segmento e l'azione in-ring. Su entrambi, come notato da tutti, allo stato attuale, la TNA sta facendo un buon lavoro globale, a partire (sfruttando a dovere) dal semi fittizio rebranding. In WWE non hanno ancora coscienza di questo, o semplicemente si è deciso per un altro modello (i guest-host per lungo tempo, sono stati l'indice di tale modello), che male si amalgama con la ragione principale, ovvero il narrare (oltre a generare una contraddizione da non poco). I segmenti extra, di backstage, sono stati, la maggior parte del tempo, terreno di promozione commerciale o di situation comedy, che si allontanano decisamente da ciò che Aristotele aveva in mente quando parlava di poetica del dramma (non utili dunque in questi termini alla ragione principale); il tutto è estremamente discordante con ciò che promuovono di loro stessi, ovvero di essere compagnia che fa entertainment, discostandosi dal 'semplice' lottato, arrivando a produrre cinema(?!) attraverso la WWE Films. E l'intrattenimento, l'oikéia edoné (non hai fatto il classico?), il piacere che è proprio del testo, nel nostro singolarissimo caso, non lo costruisci con la riproposta del Wheel of Fortune.
Come dici anche te, è un Entertainment di diverso livello. E la WWE alla fine rimane fedele alla E del suo nome, solo che, come ha già fatto in passato, ha deciso che non volendo (riuscendo?) più a fare Wrestling come nel passato, semplicemente ha riscritto le regole di cosa una Major deve fare. La speranza quindi rimane in questa nuova direzione della TNA, che a quanto pare ha deciso di non andarle dietro in questa politica.
Per ora. |