Berlusconi, Monti, UE, ecc

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Tufio
00venerdì 28 novembre 2014 18:52
Re: Re:
jaena pliskin, 28/11/2014 09:15:




invece gli ultimi 3 anni di governo pilotato da bruxelles e berlino so andati un amore
ma smettetela voi co sta storia che è sempre colpa degli italiani
fino a che le persone votate dagli italiani governavano male non si stava e prima ancora che i giudici si mettessero a sconvolgere il volere del popolo eravamo la seconda economia d'europa e la settima al mondo,questo nel 92
fino al 2002 la situazione era simile ,poi siamo entrati nell'euro grazie a prodi,craxi che era contrario era esiliato in tunisia
la germania faceva schifo,gli abbiamo pagato la riunificazione e ora gli permettiamo pure di parlare delle nostre cose
se non capite il concetto che l'italia non ha mai avuto e mai avra un economia da moneta forte è inutile parlare.
comunque vedo che gia c'è chi ne capisce un po di piu
chi parla di creare moneta svalutando l'euro e ricorda il new deal mi sta molto piu simpatico

questa cosa andrebbe fatta tutti insieme nell'euro portando l'euro pari o inferiore al dollaro,ma la germania si oppone,quindi mi sembra starno dare la colpa a tutti tranne che ai tedeschi dello status quo
abbiamo delle colpe anche noi,ma non quelle che alcuni di voi pensano,la mancanza di ambizione nel prenderci l'europa è una di queste
il non aver difeso gheddafi è un'altra
aver permesso tre governi tecnici a guida tedesca che hanno ucciso il reddito e la domanda interna è un altro.

cito andreotti:
amo cosi tanto la germania da volerne due" per la cronaca stava cadendo il muro di berlino



Non renderti ridicolo.

Come puoi affermare che renzi e soci ( e chi prima di lui ) non fan le riforme per colpa dell'europa?

Ah, nel 92 l'economia andava già al macero.
E ci andava gradualmente già dagli anni 80, con craxi e gli altri mafiosi incompetenti che hanno svenduto il paese, magnandoci sopra e creando un finto benessere basato su welfare che ha aumentato il debito a dismisura.

Debito che oggi è uno dei nostri principali problemi.

jaena pliskin
00venerdì 28 novembre 2014 18:55
si stava bene in quegli anni

comunque io dico il contrario,fanno le riforme e male solo perchè lo ordina la merkel,perchè c'è bisogno d'altro in italia che non di togliere l'art. 18
-weed-
00venerdì 28 novembre 2014 19:17
Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 28/11/2014 00:25:



Certo che sarebbero dispendiose. E' proprio quello il punto, se il mercato non riparte da solo provi a farlo ripartire, Obama c'è riuscito, ci sono voluti 4,000 miliardi di dollari, ma la disoccupazione si è quasi dimezzata.

Infatti una delle prime cose che fece FDR fu legalizzare la vendita di alcoolici, all'inizio solo alcolici leggeri, cioè 3,2%, quindi praticamente birra e vino, e arrivarono subito 500 milioni di dollari in tasse (500 milioni in quel periodo erano parecchi soldi) e nel 1936 il 13% degli introiti del governo federale arrivava dalle tasse sugli alcolici.

Per me la dimostrazione dell'efficacia delle sue politiche sta nel fatto che l'economia è ripartita, ben prima della guerra.

Ma non sempre si riesce, anche Shinzo Abe ha inondato il mercato di soldi eppure il Giappone non da segni di ripresa, c'è anche da dire che gli americani sono leader in pressoché qualunque cosa, partivano da una situazione più che avvantaggiata.



E tu da dove li prenderesti i soldi? L'euro non si può svalutare e da legalizzare abbiamo solo erba e prostituzione, mettendoci anche un aumento delle tasse a sigarette, gioco d'azzardo e lotteria (tanto per tassare i "vizi"), non credo che i conti tornerebbero.

AtomBomb, 28/11/2014 00:25:

Noi in Italia non siamo leader in nulla che sia positivo, per noi, anche inondandoci di soldi, sarebbe comunque più difficile ripartire.




Si, è vero che abbiamo una classe dirigenziale molto corrotta, ma è un problema che secondo me si può risolvere eliminando la burocrazia. Ad esempio, io per abbassare la disoccupazione metterei l'età pensionabile a 60 anni ed una pensione minima garantita di 600 euro. I soldi li spendi direttamente in pensione e non passano tramite nessun altro ente.
Blaze of Glory
00venerdì 28 novembre 2014 19:36
Re: Re: Re: Re: Re:
-weed-, 28/11/2014 19:17:


'età pensionabile a 60 anni




Hai appena fatto esplodere i conti dello stato.
jaena pliskin
00venerdì 28 novembre 2014 19:37
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Blaze of Glory, 28/11/2014 19:36:




Hai appena fatto esplodere i conti dello stato.




si perchè dopo i 60 65 anni sono tutti in grado di lavorare secondo te..... [SM=x3409402]
el_mariachi93
00venerdì 28 novembre 2014 19:48
certo che negli anni '80 stavi bene, ma da li son partiti i nostri guai
se domani la banca mi presta 500.000€ sto bene pure io...ma prima o poi la banca me li richiederà e li si vede come si sono usati
jaena pliskin
00venerdì 28 novembre 2014 20:06
non fare il paragone con il prestito bancario,non c'entra niente,uno stato non è un'impresa

la situazione degli anni 80 è esplosa nel 92 ,soprattutto a causa di mancanza di politici,li stavano arrestando tutti
quindi un governo tecnico decisa di accontentare i mercati(ti ricorda qualcosa)
craxi e andreotti avrebbero fatto diversamente
el_mariachi93
00venerdì 28 novembre 2014 20:17
ma se l'origine del nostro problema-debito nasce negli anni '80 con la spesa pubblica che aumenta esponenzialmente e un livello di corruzione che nemmeno la russia di eltsin
come cazzo si fa a difendere gente che ha mangiato sulle nostre spalle per anni e anni?
la soluzione è sempre stata una: svalutare , che ha reso la lira una moneta molto debole e facile vittima di speculazioni finanziarie
ed è per questo che pagavi tassi d'interesse al 9-10%
il ritardo strutturale che ha l'italia in materia di riforme è enorme, ed evitiamo di dare colpe agli altri, è colpa principalmente nostra e dei politici che malauguratamente abbiamo eletto
jaena pliskin
00venerdì 28 novembre 2014 20:19
il problema c'era è vero
il problema è che stai accettando l'impoverimento come soluzione
non lo è ,non dovrebbe esserlo
el_mariachi93
00venerdì 28 novembre 2014 20:28
Re:
jaena pliskin, 28/11/2014 20:19:

il problema c'era è vero
il problema è che stai accettando l'impoverimento come soluzione
non lo è ,non dovrebbe esserlo




aspetta aspetta , non mi pare di aver mai detto roba del genere
tu sbagli nell'imputare tutte le colpe all'esterno la germania,la bce ,trilaterale ecc
la verità è che dobbiamo riconoscere i gravi errori che abbiamo fatto
jaena pliskin
00venerdì 28 novembre 2014 20:37
Re: Re:
el_mariachi93, 28/11/2014 20:28:




aspetta aspetta , non mi pare di aver mai detto roba del genere
tu sbagli nell'imputare tutte le colpe all'esterno la germania,la bce ,trilaterale ecc
la verità è che dobbiamo riconoscere i gravi errori che abbiamo fatto




e vabbè,ci sarebbe da scrivere un libro sull'interpretazione che è stata data a quel passato(nessuno ti dira mai che il debito è esploso a causa delle regioni,inteso come ars e non degli sprechi e stranezze dello stato centrale,quindi governi craxi e andreotti)
ora parliamo di presente e di futuro,che si fa???
credi che lo status quo ci portera fuori dalla crisi seguendo i diktat di bruxelles???
io no
-weed-
00venerdì 28 novembre 2014 21:39
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Blaze of Glory, 28/11/2014 19:36:




Hai appena fatto esplodere i conti dello stato.




Eh ma questo intendo, lo stato garantendo pensioni, lavoro, servizi ecc sicuramente rende un servizio enorme, ma è quasi impossibile rientrare in bilancio senza dover aumentare le tasse, questo intendevo col fatto che "i conti non mi tornano".
Blaze of Glory
00sabato 29 novembre 2014 10:50
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
-weed-, 28/11/2014 21:39:




Eh ma questo intendo, lo stato garantendo pensioni, lavoro, servizi ecc sicuramente rende un servizio enorme, ma è quasi impossibile rientrare in bilancio senza dover aumentare le tasse, questo intendevo col fatto che "i conti non mi tornano".




Sì ma 60 anni età pensionabile significa aggiungere qualche miliardo all'anno di pagamenti, non si può abbassare così, non a caso la stanno via via alzando. Che lo Stato non possa essere in attivo (ma neanche in pari) sono d'accordo, è che le pensioni non sono assolutamente una priorità e una spesa così enorme sarebbe più utile destinarla altrove.

jaena pliskin, 28/11/2014 19:37:




si perchè dopo i 60 65 anni sono tutti in grado di lavorare secondo te..... [SM=x3409402]




La tua capacità di capire sempre un discorso al volo è stupefacente. Secondo te perché quando si fanno le previsioni (che sono grafici eh, disegnini, tranquillamente alla tua portata) si parla di età pensionabile tendente ai 70 sul lungo periodo (2030 eccetera)?
AtomBomb
00sabato 29 novembre 2014 11:05
Re: Re: Re: Re: Re:
-weed-, 28/11/2014 19:17:




Si, è vero che abbiamo una classe dirigenziale molto corrotta, ma è un problema che secondo me si può risolvere eliminando la burocrazia. Ad esempio, io per abbassare la disoccupazione metterei l'età pensionabile a 60 anni ed una pensione minima garantita di 600 euro. I soldi li spendi direttamente in pensione e non passano tramite nessun altro ente.


I problemi dell'Italia sono immensi, oserei dire sconfinati, perché sono problemi insiti nella natura stessa del sistema, non voglio dire che siano questioni culturali, naturali, ma ci siamo vicini.

Certo, potremmo legalizzare la prostituzione, se proprio serve anche l'erba (anche se, conti alla mano di altri Paesi e Stati USA, non è che porti chissà quanti miliardi), ma non andrebbero comunque a livellare i soldi persi da evasione, elusione, corruzione e economia sommersa, che è sia il nero delle attività legali che i proventi di quelle illegali.

Secondo me, finché non usi il "pugno di ferro" nei confronti di quei fenomeni non avrai mai abbastanza soldi.

E se i problemi si fermassero lì saremmo anche fortunati. C'è tutta una classe dirigente, pubblica e privata, di impresentabili, gente che ha mandato a gambe all'aria aziende e enti pubblici, senza etica e senza competenze, a livello internazionale non siamo competitivi, se non in settori che occupano troppe poche persone, vedasi artigianato e agroalimentare di lusso, ma un paese di 60 milioni di persone non lo mandi avanti col lusso.

Il mio cruccio è la cultura, noi come Italia possiamo avere turismo 365 giorni all'anno, sia culturale che naturalistico, e quello non lo puoi delocalizzare, ma torniamo allo step precedente, cioè che è gestito alla cazzo di cane. Non risolverà i problemi, ma posti di lavoro duraturi li può creare, ma anche lì, è tutto gestito in maniera orrida.

Roosevelt era "fortunato" perché aveva comunque in mano un sistema fondamentalmente funzionante, è bastata solo qualche riparazione, noi dovremmo quasi ricostruirci da zero.
Where Is My Mind
00sabato 29 novembre 2014 11:22
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Blaze of Glory, 29/11/2014 10:50:




La tua capacità di capire sempre un discorso al volo è stupefacente. Secondo te perché quando si fanno le previsioni (che sono grafici eh, disegnini, tranquillamente alla tua portata) si parla di età pensionabile tendente ai 70 sul lungo periodo (2030 eccetera)?


E' matematica attuariale, non chiedergli troppo.


captainkeane
00sabato 29 novembre 2014 13:20
a me la cosa che preoccupa maggiormente è che le politiche dovrebbero essere volte ad eliminare le sperequazioni mentre invece si continua ad allargare la forbice, la soluzione di renzi è abolire l'art. 18, rendiamoci conto
Edward.Witten
00sabato 29 novembre 2014 13:29
Blaze of Glory, 28/11/2014 19:36:




Hai appena fatto esplodere i conti dello stato.




Visto che sembra che tu ne capisca, ti chiedo: se l'aspettativa di vita continua ad aumentare, non c'è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modello? Che senso ha pensionare a 70 anni persone che vivranno fino a 110? Ha ancora senso parlare di stipendio legato al lavoro e di pensioni? Non si rischia di arrivare ad un punto in cui ci saranno più pensionati che lavoratori?

Perché non si trova un modo per slegare il guadagno minimo per vivere dal lavoro e dare quello ai pensionati? Mentre chi lavora ha qualche entrata in più che deriva proprio dal lavoro? Alla fine non ci sono leggi della natura che decidono che un modello sia giusto o sbagliato, basta trovare un accordo tra esseri umani.


E invece no si difende l'Art.18, ci sono i sindacati che difendono solo i lavoratori vecchi, robe che in un paese normale non dovrebbero esistere a priori [SM=x3156162]
Mein Teil
00sabato 29 novembre 2014 13:37
E certo, eliminiamo l'articolo 18, precarizziamo ancora di piu, anzi, direi una riformetta simile a quella spagnola (dove a seguito di sta riforma il tasso di disoccupaizone è schizzato alle stelle).

Cmq per il discorso della pag scorsa ti conviene chiedere a qualcuno piu ferrato su ste cose tipo Chaos/qyalche statistico.

Edward.Witten
00sabato 29 novembre 2014 13:40
Ah perché ora non ci sono precari? L'Art. 18 è una distrazione, si perde tempo su sta cosa che alla fine non serve a nulla e non si pensa a che si possa fare veramente per cambiare.

E' come se durante una guerra mondiale si facessero manifestazioni per salvaguardare il cagnolino billy che è in strada mentre il mondo sta venendo nuclearizzato.

Ma è un classico, distrazione, tac e si rimandano le riforme pesanti [SM=x2584263]
HeavyMachineGun
00sabato 29 novembre 2014 14:01
Re:
jaena pliskin, 28/11/2014 20:19:

il problema c'era è vero
il problema è che stai accettando l'impoverimento come soluzione
non lo è ,non dovrebbe esserlo




Per una volta hai detto una cosa sensata. Fortuna che non ti sei avventurato nelle proposte di soluzioni, perchè lì c'è da ridere.
-weed-
00sabato 29 novembre 2014 14:01
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 29/11/2014 11:05:


I problemi dell'Italia sono immensi, oserei dire sconfinati, perché sono problemi insiti nella natura stessa del sistema, non voglio dire che siano questioni culturali, naturali, ma ci siamo vicini.

Certo, potremmo legalizzare la prostituzione, se proprio serve anche l'erba (anche se, conti alla mano di altri Paesi e Stati USA, non è che porti chissà quanti miliardi), ma non andrebbero comunque a livellare i soldi persi da evasione, elusione, corruzione e economia sommersa, che è sia il nero delle attività legali che i proventi di quelle illegali.

Secondo me, finché non usi il "pugno di ferro" nei confronti di quei fenomeni non avrai mai abbastanza soldi.

E se i problemi si fermassero lì saremmo anche fortunati. C'è tutta una classe dirigente, pubblica e privata, di impresentabili, gente che ha mandato a gambe all'aria aziende e enti pubblici, senza etica e senza competenze, a livello internazionale non siamo competitivi, se non in settori che occupano troppe poche persone, vedasi artigianato e agroalimentare di lusso, ma un paese di 60 milioni di persone non lo mandi avanti col lusso.

Il mio cruccio è la cultura, noi come Italia possiamo avere turismo 365 giorni all'anno, sia culturale che naturalistico, e quello non lo puoi delocalizzare, ma torniamo allo step precedente, cioè che è gestito alla cazzo di cane. Non risolverà i problemi, ma posti di lavoro duraturi li può creare, ma anche lì, è tutto gestito in maniera orrida.

Roosevelt era "fortunato" perché aveva comunque in mano un sistema fondamentalmente funzionante, è bastata solo qualche riparazione, noi dovremmo quasi ricostruirci da zero.




Tralasciando il discorso riguardo la cultura dove so fin troppo bene quanto hai ragione, il resto credo che purtroppo sia irrealizzabile. Anche se domani Renzi o Napolitano decidessero di combattere seriamente l'evasione fiscale, la Mafia o la corruzione, verrebbero fermati.
Già a livello di quartiere, dove io opero (faccio parte della segreteria del PD di quartiere) ci sono probemi che vanno accettati "come sono" perché sono troppo grandi per noi: Parchi pubbici con grande importanza storica abbandonati al degrado, parcheggiatori abusivi, commercianti del mercatino che non fanno uno scontrino mai, MAI, però pagano il pizzo. E noi siamo anche uno dei quartieri più residenziali, quindi siamo messi meglio di altre zone.

Blaze of Glory, 29/11/2014 10:50:




La tua capacità di capire sempre un discorso al volo è stupefacente. Secondo te perché quando si fanno le previsioni (che sono grafici eh, disegnini, tranquillamente alla tua portata) si parla di età pensionabile tendente ai 70 sul lungo periodo (2030 eccetera)?




Anche gli 80 euro di Renzi sono costati 11 miliardi eh, io i soldi per le pensioni li prenderei mettendo una tassa seria sulle transazioni finanziarie.
HeavyMachineGun
00sabato 29 novembre 2014 14:05
Re:
Edward.Witten, 29/11/2014 13:40:

Ah perché ora non ci sono precari? L'Art. 18 è una distrazione, si perde tempo su sta cosa che alla fine non serve a nulla e non si pensa a che si possa fare veramente per cambiare.

E' come se durante una guerra mondiale si facessero manifestazioni per salvaguardare il cagnolino billy che è in strada mentre il mondo sta venendo nuclearizzato.

Ma è un classico, distrazione, tac e si rimandano le riforme pesanti [SM=x2584263]




Il discorso sull'art 18 è molto semplice: in un mondo del lavoro che da almeno gli anni 90 (pacchetto Treu) continua a diminuire i diritti, continua a smolecolarlo in mille forme contrattuali e in mille modi diversi di impoverimento (che con il jobs act non fa altro che proseguire e, mi si passi il termine, "istituzionalizzare" la precarietà), la soluzione non sta nel togliere quei pochi diritti rimasti (lo statuto dei lavoratori, ormai smembrato, e il suo famoso art 18) bensì estendere il campo dei diritti a chi ancora non ne ha.

Se, come dici sopra, non ci sono "leggi naturali", ebbene non c'è nessuna "legge naturale" che impone che sia il mercato e la finanza l'unico personaggio egemone della società ed a questo bisogna inchinarsi e far quello che vuole. Perchè la risacca di diritti è semplicemente figlia di questo, di volontà finanziarie e non certo sociali.

Poi è chiaro.. l'art 18 ora tocca una minima (ma abbastanza consistente, specialmente nella sua funzione deterrente) di lavoratori, ciò però non spiega perchè quei pochi che ancora hanno dei diritti sul posto del lavoro debbano vederseli togliere per appianarsi verso il basso con altri che diritti non ne hanno mai avuti. E' giustizia sociale al ribasso, ovvero ingiustizia diffusa.
Edward.Witten
00sabato 29 novembre 2014 14:08
Re: Re:
HeavyMachineGun, 29/11/2014 14:05:




Il discorso sull'art 18 è molto semplice: in un mondo del lavoro che da almeno gli anni 90 (pacchetto Treu) continua a diminuire i diritti, continua a smolecolarlo in mille forme contrattuali e in mille modi diversi di impoverimento (che con il jobs act non fa altro che proseguire e, mi si passi il termine, "istituzionalizzare" la precarietà), la soluzione non sta nel togliere quei pochi diritti rimasti (lo statuto dei lavoratori, ormai smembrato, e il suo famoso art 18) bensì estendere il campo dei diritti a chi ancora non ne ha.

Se, come dici sopra, non ci sono "leggi naturali", ebbene non c'è nessuna "legge naturale" che impone che sia il mercato e la finanza l'unico personaggio egemone della società ed a questo bisogna inchinarsi e far quello che vuole. Perchè la risacca di diritti è semplicemente figlia di questo, di volontà finanziarie e non certo sociali.

Poi è chiaro.. l'art 18 ora tocca una minima (ma abbastanza consistente, specialmente nella sua funzione deterrente) di lavoratori, ciò però non spiega perchè quei pochi che ancora hanno dei diritti sul posto del lavoro debbano vederseli togliere per appianarsi verso il basso con altri che diritti non ne hanno mai avuti. E' giustizia sociale al ribasso, ovvero ingiustizia diffusa.



Sì ma se permetti le battaglie che si dovrebbero portare avanti come dici tu sono quelle di estendere [anche se secondo me non è quello il problema, non è questione di estendere i diritti che già ci sono, ma di creare nuovi diritti visto che negli ultimi 7 anni il mondo ha subito la stessa evoluzione dei 40 anni precedenti] i diritti. Perché fossilizzarsi sull'Art.18 e non andare oltre? Se alla fine non sopprimono l'art 18 [che se non sbaglio è pure parecciho aggirabile] si sono persi 3 anni, l'ennesima perdita di tempo di un Paese che di tempo ne ha perso sempre troppo.
AtomBomb
00sabato 29 novembre 2014 14:15
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
-weed-, 29/11/2014 14:01:





La mia proposta resta sempre quella, eliminare il contante e stato di polizia tributaria, comincio a pensare che sia l'unico modo, tanto se uno è onesto non ha niente da temere. [SM=x2584187]

captainkeane, 29/11/2014 13:20:

a me la cosa che preoccupa maggiormente è che le politiche dovrebbero essere volte ad eliminare le sperequazioni mentre invece si continua ad allargare la forbice, la soluzione di renzi è abolire l'art. 18, rendiamoci conto



Personalmente non mi peserebbe lavorare in 40 posti diversi per i prossimi 40 anni, l'importante è trovarli 40 lavori diversi, che non passi troppo tempo fra un lavoro e l'altro e avere lo Stato che intervenga in quel periodo che sono senza lavoro; serve un'economia che va come uno shuttle e uno Stato carico di soldi, peccato che noi non abbiamo né uno né l'altro.

Ad oggi stiamo solo precarizzando come dei dannati senza avere le coperture.

Oggi Confschiavisti ti dice "fai queste riforme", tu dici di no e loro [SM=x2584233]

Purtroppo siamo ancora aggrappati alle fabbriche, quando noi dovremmo fare concorrenza alla Germania sulla qualità, non correre dietro alla Romania sperando nella quantità, peccato che ci siamo persi quei 30 anni di evoluzione industriale.
HeavyMachineGun
00sabato 29 novembre 2014 14:17
Re: Re: Re:
Edward.Witten, 29/11/2014 14:08:



Sì ma se permetti le battaglie che si dovrebbero portare avanti come dici tu sono quelle di estendere [anche se secondo me non è quello il problema, non è questione di estendere i diritti che già ci sono, ma di creare nuovi diritti visto che negli ultimi 7 anni il mondo ha subito la stessa evoluzione dei 40 anni precedenti] i diritti. Perché fossilizzarsi sull'Art.18 e non andare oltre? Se alla fine non sopprimono l'art 18 [che se non sbaglio è pure parecciho aggirabile] si sono persi 3 anni, l'ennesima perdita di tempo di un Paese che di tempo ne ha perso sempre troppo.




Io sono d'accordo che più che estendere vadano creati nuovi diritti, però che siano diritti. Qua mi si fa passare la tutela crescente come un diritto acquisito dal mondo del precariato!

Il punto sull'art 18 è tutto politico e sta in quel ragionamento precedente, oltre alla effettività della cosa ovvero togliere un diritto a chi lo aveva senza una reale motivazione. Il Jobs Act mi sembra una vera rappresaglia contro i lavoratori, piegatevi alle leggi del mercato, fate sacrifici e prima o poi tutto diventerà più bello con le tutele crescenti.
Edward.Witten
00sabato 29 novembre 2014 14:25
Re: Re: Re: Re:
HeavyMachineGun, 29/11/2014 14:17:




Io sono d'accordo che più che estendere vadano creati nuovi diritti, però che siano diritti. Qua mi si fa passare la tutela crescente come un diritto acquisito dal mondo del precariato!

Il punto sull'art 18 è tutto politico e sta in quel ragionamento precedente, oltre alla effettività della cosa ovvero togliere un diritto a chi lo aveva senza una reale motivazione. Il Jobs Act mi sembra una vera rappresaglia contro i lavoratori, piegatevi alle leggi del mercato, fate sacrifici e prima o poi tutto diventerà più bello con le tutele crescenti.




Ma l'Art.18 eliminato in un mondo ideale sarebbe uno dei modi per rendere più accessibile il lavoro a chiunque, soprattutto oggi dove il posto fisso è un danno per la collettività, il problema non è art.18 sì art.18 no, è che facciamo cagare sotto ogni singolo punto di vista.

Prima si dovrebbe sistemare il resto e poi dopo, una volta che è stato fatto davvero qualcosa per far ripartire il Paese, si potrebbe parlare di Art.18 sì o Art.18 no. Cioè fossilizzarsi su sta roba lo trovo stupido, una perdita di tempo. Se per caso lo volessero davvero eliminare senza fare altro sarebbe da farli saltare in aria tutti, ma non penso che i tecnici dietro i Renzi siano così imbecilli.
Politicamente si è aperta 'sta diatriba basata sul nulla, ed è l'ennesima volta dove si perde semplicemente del tempo.

Lottiamo per un reddito di cittadinanza, per una tutela da disoccupati, per aumentare i posti di lavoro sfruttando il nuovo e una volta raggiunto quello dovremmo essere tutti favorevoli all'abolizione dell'Art.18.
Blaze of Glory
00sabato 29 novembre 2014 16:25
Re:
Edward.Witten, 29/11/2014 13:29:




Visto che sembra che tu ne capisca, ti chiedo: se l'aspettativa di vita continua ad aumentare, non c'è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modello? Che senso ha pensionare a 70 anni persone che vivranno fino a 110? Ha ancora senso parlare di stipendio legato al lavoro e di pensioni? Non si rischia di arrivare ad un punto in cui ci saranno più pensionati che lavoratori?

Perché non si trova un modo per slegare il guadagno minimo per vivere dal lavoro e dare quello ai pensionati? Mentre chi lavora ha qualche entrata in più che deriva proprio dal lavoro? Alla fine non ci sono leggi della natura che decidono che un modello sia giusto o sbagliato, basta trovare un accordo tra esseri umani.


E invece no si difende l'Art.18, ci sono i sindacati che difendono solo i lavoratori vecchi, robe che in un paese normale non dovrebbero esistere a priori [SM=x3156162]




Ha senso nel momento in cui la pensione è quello che dovrebbe essere, cioè i contributi che hai pagato più un aiuto statale. La situazione contributiva del lavoro, ad oggi, rende questo discorso impraticabile da qui a cinquant'anni. Se i trentenni lavorano tutti (vabbè, tutti no, parlo di italiano medio) in nero perché l'alternativa è non lavorare, non ci sono le basi per fare un discorso sulle pensioni.

Che poi il precariato sarebbe anche una cosa giusta se ci fosse per prima cosa trasparenza nella gestione economica del lavoro da parte delle imprese (a sua volta indotta in parte da meno lassismo e in parte da una revisione della tassazione e degli incentivi) e per seconda cosa un sistema di ammortizzatori (ecco, tu citi il reddito di cittadinanza, che mi sembra una direzione inevitabile per il mondo civile, arrivandoci ovviamente per gradi sempre nei famosi cinquant'anni) che renda la disoccupazione non traumatica.

Gli USA hanno basato il loro intero modello sociale sul "lavori duro, non prendi ferie, se non lavori sei una merda". Non funziona.
el_mariachi93
00sabato 29 novembre 2014 17:33
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
AtomBomb, 29/11/2014 11:05:


I problemi dell'Italia sono immensi, oserei dire sconfinati, perché sono problemi insiti nella natura stessa del sistema, non voglio dire che siano questioni culturali, naturali, ma ci siamo vicini.

Certo, potremmo legalizzare la prostituzione, se proprio serve anche l'erba (anche se, conti alla mano di altri Paesi e Stati USA, non è che porti chissà quanti miliardi), ma non andrebbero comunque a livellare i soldi persi da evasione, elusione, corruzione e economia sommersa, che è sia il nero delle attività legali che i proventi di quelle illegali.

Secondo me, finché non usi il "pugno di ferro" nei confronti di quei fenomeni non avrai mai abbastanza soldi.

E se i problemi si fermassero lì saremmo anche fortunati. C'è tutta una classe dirigente, pubblica e privata, di impresentabili, gente che ha mandato a gambe all'aria aziende e enti pubblici, senza etica e senza competenze, a livello internazionale non siamo competitivi, se non in settori che occupano troppe poche persone, vedasi artigianato e agroalimentare di lusso, ma un paese di 60 milioni di persone non lo mandi avanti col lusso.

Il mio cruccio è la cultura, noi come Italia possiamo avere turismo 365 giorni all'anno, sia culturale che naturalistico, e quello non lo puoi delocalizzare, ma torniamo allo step precedente, cioè che è gestito alla cazzo di cane. Non risolverà i problemi, ma posti di lavoro duraturi li può creare, ma anche lì, è tutto gestito in maniera orrida.

Roosevelt era "fortunato" perché aveva comunque in mano un sistema fondamentalmente funzionante, è bastata solo qualche riparazione, noi dovremmo quasi ricostruirci da zero.





poi se non sbaglio all'epoca gli usa non avevano debito pubblico rilevante,quindi avevano più libertà di indebitarsi
noi abbiamo un rapporto pari a 1.33 e se ci indebitiamo ancora sono cazzi
poi non vorrei essere troppo liberal, ma la maggior parte dei siti d'interesse/musei gestiti a cazzo sono pubblici
Edward.Witten
00sabato 29 novembre 2014 18:32
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
el_mariachi93, 29/11/2014 17:33:





poi se non sbaglio all'epoca gli usa non avevano debito pubblico rilevante,quindi avevano più libertà di indebitarsi
noi abbiamo un rapporto pari a 1.33 e se ci indebitiamo ancora sono cazzi
poi non vorrei essere troppo liberal, ma la maggior parte dei siti d'interesse/musei gestiti a cazzo sono pubblici




Ma infatti il problema non è pubblico-privato. Solo chi deve portare avanti la propria carrierina politica può dire questo, il problema è che siamo marci tutti dal primo all'ultimo e soprattutto chi è nel pubblico con interessi privati visto che dispone di fondi che sennò si sognerebbe.
HeavyMachineGun
00sabato 29 novembre 2014 19:17
Re: Re: Re: Re: Re:
Edward.Witten, 29/11/2014 14:25:




Ma l'Art.18 eliminato in un mondo ideale sarebbe uno dei modi per rendere più accessibile il lavoro a chiunque, soprattutto oggi dove il posto fisso è un danno per la collettività, il problema non è art.18 sì art.18 no, è che facciamo cagare sotto ogni singolo punto di vista.

Prima si dovrebbe sistemare il resto e poi dopo, una volta che è stato fatto davvero qualcosa per far ripartire il Paese, si potrebbe parlare di Art.18 sì o Art.18 no. Cioè fossilizzarsi su sta roba lo trovo stupido, una perdita di tempo. Se per caso lo volessero davvero eliminare senza fare altro sarebbe da farli saltare in aria tutti, ma non penso che i tecnici dietro i Renzi siano così imbecilli.
Politicamente si è aperta 'sta diatriba basata sul nulla, ed è l'ennesima volta dove si perde semplicemente del tempo.

Lottiamo per un reddito di cittadinanza, per una tutela da disoccupati, per aumentare i posti di lavoro sfruttando il nuovo e una volta raggiunto quello dovremmo essere tutti favorevoli all'abolizione dell'Art.18.




Ma chiaro che in un paese dove hai la possibilità di un reddito minimo che ti permetta di svincolare la tua vita dal lavoro (quindi non quella buffonata che alla terza volta devi accettare qualsiasi lavoro altrimenti perdi il sussidio), più il sussidio di disoccupazione, più i trasporti-sanità-scuola gratuiti e pubblici, più un lavoro di 4 ore al giorno massimo in modo che possiamo tutti lavorare meno ma lavorare tutti etc etc etc l'art 18 è una cosa superflua. Ma in un paese dove ci sono contratti atipici come prima forma lavorativa, dove il precariato senza alcun tipo di ammortizzatore sociale è la base del mondo del lavoro, dove è più facile perderlo che prenderlo il lavoro e dove, dunque, manca completamente quallunque tipo di assistenza al reddito/salario e qualsiasi garanzia.. permetti che in un paese del genere toccare l'art 18 mi sembra l'ultima delle cose da mettere in agenda, e quei (anche qualora fossero pochi, e non lo sono) che vengono toccati dal provvedimento (visto il mondo che ho descritto che hanno davanti) hanno tutto il diritto di incazzarsi.

Poi io sul sindacato la penso malissimo. La CGIL è tipo da quarant'anni che fa assistenzialismo più che sindacato. Una volta era il soccorso rosso al PCI contro la DC, poi è diventata l'era delle concertazioni dove il soccorso lo faceva ad una pacificazione sociale sulle spalle dei lavoratori, poi è diventato il periodo dell'arroccamento sul posto fisso senza accorgersi del precariato (non hanno fatto 1 minuto di sciopero contro il pacchetto Treu), ora si stanno riscoprendo amici dei precari. Il PD "di sinistra", poi, è ancora più comico.
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