"Non è stato Assad a usare il gas". "E' un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco". Così ancora Pierre Piccinin alla radio RTL-TVi, motivando così le sue convinzioni: "Ne abbiamo la certezza perché abbiamo sorpreso una conversazione dei ribelli. Anche se mi costa dirlo perché dal maggio 2012 sostengo la giusta lotta della democrazia dell'esercito libero siriano". "Per il momento, per una questione di etica, Domenico ed io siamo determinati a non fare uscire (i dettagli di) questa informazione", ha affermato Piccinin facendo riferimento all'interrogatorio di Quirico in programma oggi e al suo quotidiano. "Quando la Stampa riterrà che è venuto il momento di dare dettagli su questa informazione, lo farò anch'o in Belgio". Piccinin racconta che, quando lo scorso 30 agosto lui e Quirico hanno appreso dell'intenzione degli Usa di agire in seguito all'uso, attribuito al regime, delle armi chimiche "avevamo la testa in fiamme", perché "eravamo prigionieri laggiù, bloccati con questa informazione e per noi era impossibile darla"
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ROMA - La Russia rimane contraria a una soluzione militare della crisi siriana. Il ministro degli esteri Sergei Lavrov lo ha ribadito al termine di un incontro con il suo omologo siriano Walid al-Muallem, giunto a Mosca per una serie di colloqui. "La crisi non può essere risolta attraverso un'azione militare. Non c'è "alternativa" alla soluzione pacifica" ha dichiarato Lavrov.
Gli Stati Uniti però incalzano il regime siriano. Il segretario di Stato John Kerry ha affermato che "Assad potrebbe evitare un attacco consegnando le sue armi chimiche alla comunità internazionale entro la settimana prossima". Ma il presidente siriano, ha detto Kerry, "non sembra sul punto di farlo". Intervenuto a Londra, dove si trova per incontrare il ministro degli esteri britannico William Hague, Kerry ha aggiunto che "la soluzione politica è stata perseguita per anni e resta la soluzione ultima". Gli Usa, comunque "non stanno dicendo di volere una guerra", ma pensano a un attacco militare "incredibilmente ristretto e limitato", volto a soffocare la capacità bellica di Assad.
Papa Francesco su Twitter è tornato a chiedere una soluzione politica per risolvere il caso siriano. "Chiedo d'intraprendere con coraggio e con decisione la via dell'incontro e del negoziato" ha scritto il Pontefice. Mosca e Damasco, intanto spingono per il ritorno degli ispettori delle Nazioni Unite in Siria per continuare l'indagine sull'utilizzo di armi chimiche. Lavrov ribadisce la volontà della Russia di promuovere una conferenza di pace sulla Siria con tutti i paesi contrari all'intervento armato, dichiarando che "uno scenario di uso della forza porterebbe a un'orgia di terrorismo in siria e nei paesi confinanti". Oggi, intanto, verrà trasmessa l'intervista rilasciata da Assad alla tv statunitense Cbs, in cui avvertiva "di aspettarsi qualsiasi azione di risposta da parte degli amici della Siria". Al-Muallem, nel corso dell'incontro, ha portato il ringraziamento del presidente Bashar al-Assad al presidente Putin per la dichiarazione di sostegno alla Siria durante il G20 della scorsa settimana.
LA LIBERAZIONE DI DOMENICO QUIRICO
Anche la Cina invita invita gli Stati Uniti alla "cautela estrema" ed esorta Washington e i paesi interessati a "pensarci tre volte" prima di avviare un'azione militare. In un colloquio telefonico con Kerry, il ministro cinese degli Esteri, Wang Yi ha detto che "si dovrebbe tornare nel quadro del Consiglio di Sicurezza Onu per trovare un consenso e per gestire in modo appropriato la questione siriana". L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha confermato come ci siano "pochi dubbi sull'uso di armi chimiche in siria, anche se devono essere chiarite tutte le circostanze e tutte le responsabilità". Tuttavia, sottolinea Pillay, "una risposta militare o il proseguimento delle forniture di armi rischiano di innescare una deflagrazione regionale".
Proseguono intanto le mosse difensive degli Stati confinanti con la Siria. Israele ieri ha dispiegato uno Scudo antimissile nei pressi di Gerusalemme. Lo ha riferito un corrispondente della France Presse. Un portavoce militare si è rifiutato di commentare la notizia, limitandosi ad affermare che i "sistemi di difesa sono stati dispiegati in funzione della valutazione della situazione". Alla fine del mese di agosto, batterie dello scudo antimissile 'Iron Dome' erano state dispiegate a Tel-Aviv, in direzione della Siria a nord. Secondo alcune indiscrezioni riprese dall'agenzia francese, sarebbero sei o sette batterie sarebbero al momento già predisposte nel paese.
Anche la Turchia continua a inviare rinforzi militari sul confine con la Siria in previsione di un possibile attacco a guida Usa. Secondo la stampa di Ankara il governo turco sta costruendo una nuova base sul Monte Kel, a poca distanza dalla città siriana di Latakia, sulla costa mediterranea, mentre nuove batterie di missili terra-aria Stinger sarebbero state trasferite lungo la frontiera. Secondo il giornale Hurriet online, rinforzi in uomini e mezzi blindati sono stati trasferiti verso le città di confine di Reyhanli e nella zona di Ceylanpinar nella provincia di Sanliurfa.
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