Guerra in Siria.

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-Voices-
00giovedì 5 settembre 2013 20:27
Com'è andato il faccia a faccia Obama-Putin?
Depeche boy
00giovedì 5 settembre 2013 23:30
Re:
-Voices-, 05/09/2013 20:27:

Com'è andato il faccia a faccia Obama-Putin?




Ma non avevano detto che non ci sarebbe stato benché prima dell'incontro vero e proprio tra tutti i leader c'erano altri bilaterali?
Dead Man Drinking
00venerdì 6 settembre 2013 17:32
G20 drammaticamente diviso sull'azione militare in Siria. Durante la discussione, chiusa con un nulla di fatto, i leader si sono infatti trovati divisi a metà. Nettamente a favore dell'intervento si sono schierati "Stati Uniti, Turchia, Canada, Arabia Saudita e Francia", ha rivelato Vladimir Putin. "Ferma contrarietà - ha proseguito - è stata espressa da Russia, Cina, India e Indonesia, Argentina, Brasile e Sudafrica". In particolare il presidente russo si è detto "stupito" delle posizioni di India e Indonesia. L'Italia, come precisato più volte dal premier Letta, non parteciperà senza un mandato Onu: "Siamo fortemente impegnati a ricercare una posizione comune tra i Paesi europei sulla Siria", ha detto il presidente del Consiglio prima di lasciare la Russia. In una dichiarazione diffusa al termine del vertice dieci Paesi - Australia, Canada, Francia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Spagna, Turchia e Stati Uniti, per gli americani sono però undici - hanno comunque condannato "l'attacco con armi chimiche avvenuto a Damasco il 21 agosto e di cui il regime di Assad viene ritenuto responsabile".

A metà, invece, la Gran Bretagna - a cui manca l'appoggio parlamentare - e la Germania di Angela Merkel, estremamente cauta. Nonostante la spaccatura, Barack Obama si è detto "incoraggiato" dai colloqui di San Pietroburgo e sempre più deciso, "pur senza essere impaziente", ad attaccare Assad. Tanto da poter addirittura forzare un'eventuale bocciatura del Congresso americano. Intanto, martedì parlerà ai cittadini statunitensi. Dal canto suo Putin ha ribadito che in caso di guerra Mosca non esiterà a schierarsi a fianco di Damasco.

Un'azione militare "avventata" in Siria potrebbe causare "serie e tragiche conseguenze" e portare a "a ulteriori violenze settarie" ha avvertito in mattinata il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Tuttavia, dopo la conclusione dei lavori, è arrivata la presa di posizione del presidente francese François Hollande, deciso a stilare una road-map che valuti in prima battuta anche l'opzione Onu per superarla in caso di impasse. Se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ruscirà a mettersi d'accordo sulla Siria allora bisognerà dare vita a "un'ampia coalizione", ha infatti chiarito Hollande dopo aver rivelato di aver saputo da Obama che il voto Congresso potrebbe arrivare già alla metà della settimana prossima.

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La Russia aiuterà la Siria in caso di attacco militare esterno contro Damasco, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin. "Aiuteremo la Siria in caso di attacco? Sicuramente sì," - ha detto nella conferenza stampa dopo il vertice del G20, rispondendo a una domanda di un giornalista. "Anche adesso l'aiutiamo, forniamo armi, cooperiamo in campo economico, mi auguro che ci sia più cooperazione in campo umanitario," - ha aggiunto il presidente. Secondo Putin, gli Stati Uniti e le altre nazioni se iniziassero un'operazione militare in Siria, agirebbero al di fuori del diritto internazionale, in quanto tali azioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha intenzione di fare un discorso alla nazione il prossimo 10 settembre sulla questione siriana, ha dichiarato in una conferenza stampa dopo il vertice del G20 di San Pietroburgo. Secondo Obama, il parere della inammissibilità dell'uso della forza senza un mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite merita rispetto, ma a fronte di una mancata azione del Consiglio di Sicurezza, questo principio non funziona. Allo stesso tempo Obama ha escluso un'operazione di terra in Siria. In precedenza era stato riferito che gli attacchi contro la Siria sarebbero stati fatti con missili navali da crociera e caccia.

tortellinosd
00venerdì 6 settembre 2013 20:06
Re:
Dead Man Drinking, 06/09/2013 17:32:



La Russia aiuterà la Siria in caso di attacco militare esterno contro Damasco, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin. "Aiuteremo la Siria in caso di attacco? Sicuramente sì," - ha detto nella conferenza stampa dopo il vertice del G20, rispondendo a una domanda di un giornalista. "Anche adesso l'aiutiamo, forniamo armi, cooperiamo in campo economico, mi auguro che ci sia più cooperazione in campo umanitario," - ha aggiunto il presidente. Secondo Putin, gli Stati Uniti e le altre nazioni se iniziassero un'operazione militare in Siria, agirebbero al di fuori del diritto internazionale, in quanto tali azioni sono possibili solo con l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.





buono dai.
KaiserSp
00venerdì 6 settembre 2013 20:15
sono sempre più dell'idea che, per evitare danni peggiori, si concluderà il tutto con un nulla di fatto e la siria tornerà ad essere uno dei tanti stati in agitazione che non interessano più alla comunità internazionale
= D-Wade =
00domenica 8 settembre 2013 20:07
tutto pronto per la terza guerra mondiale, la russia ha già posizionato la flotta sulla costa siriana e la cina è pronta a intervenire col benestare dell'egitto passando dal canale di suez.

in italia mi sa che ci salviamo, anche perchè abbiamo altre cose a cui pensare. certo il fatto di avere centordici basi americane sul territorio non aiuta.

-Voices-
00domenica 8 settembre 2013 20:08
Re:
= D-Wade =, 08/09/2013 20:07:

tutto pronto per la terza guerra mondiale, la russia ha già posizionato la flotta sulla costa siriana e la cina è pronta a intervenire col benestare dell'egitto passando dal canale di suez.

in italia mi sa che ci salviamo, anche perchè abbiamo altre cose a cui pensare. certo il fatto di avere centordici basi americane sul territorio non aiuta.




Vabbe ma mica attaccano dai
= D-Wade =
00domenica 8 settembre 2013 20:10
Re: Re:
-Voices-, 08/09/2013 20:08:



Vabbe ma mica attaccano dai




no, giocano a tresette

ah comunque russia e cina non attaccano di sicuro, sono alleate con la siria. si sono posizionate per difendere dalle flotte usa, che comunque attaccheranno per lo più dal cielo.
-Voices-
00domenica 8 settembre 2013 20:17
Se Obama attacca si gioca la carriera

Gli stessi soldati non vogliono combattere per Al Qaeda
Dead Man Drinking
00domenica 8 settembre 2013 23:16
Re: Re: Re:
= D-Wade =, 08/09/2013 20:10:




no, giocano a tresette

ah comunque russia e cina non attaccano di sicuro, sono alleate con la siria. si sono posizionate per difendere dalle flotte usa, che comunque attaccheranno per lo più dal cielo.



sarebbe interessante vedere la reazione di obama se le navi russe abbattessero i cruise con le loro armi anti missile...

[SM=x3082189]
Fight 4 Your Freedom!
00domenica 8 settembre 2013 23:18
Re:
-Voices-, 08/09/2013 20:17:

Se Obama attacca si gioca la carriera

Gli stessi soldati non vogliono combattere per Al Qaeda




Carriera da...? che cazzo gli frega, si ritira come qualunque presidente dopo il secondo mandato
Zigogol71
00domenica 8 settembre 2013 23:59
resisti Assad
Depeche boy
00lunedì 9 settembre 2013 00:06
siamolagente.altervista.org/assad-il-brutale-dittatore-che-ha-quadruplicato-il-pil-e-dimezzato-la-disoccupazione-ma-cosa-ci-vogliono-dare...

tralasciando la pagina dalla quale proviene, quanto c'è di vero in tutto questo?

LA'GGGENTEE11111111
The Emerald Knight
00lunedì 9 settembre 2013 08:31
Re:
Depeche boy, 09/09/2013 00:06:

http://siamolagente.altervista.org/assad-il-brutale-dittatore-che-ha-quadruplicato-il-pil-e-dimezzato-la-disoccupazione-ma-cosa-ci-vogliono-dare-a-bere/

tralasciando la pagina dalla quale proviene, quanto c'è di vero in tutto questo?

LA'GGGENTEE11111111




Fosse anche vero, ricordiamoci di quel simpaticone di Pinochet.
Dead Man Drinking
00lunedì 9 settembre 2013 13:52
"Non è stato Assad a usare il gas". "E' un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco". Così ancora Pierre Piccinin alla radio RTL-TVi, motivando così le sue convinzioni: "Ne abbiamo la certezza perché abbiamo sorpreso una conversazione dei ribelli. Anche se mi costa dirlo perché dal maggio 2012 sostengo la giusta lotta della democrazia dell'esercito libero siriano". "Per il momento, per una questione di etica, Domenico ed io siamo determinati a non fare uscire (i dettagli di) questa informazione", ha affermato Piccinin facendo riferimento all'interrogatorio di Quirico in programma oggi e al suo quotidiano. "Quando la Stampa riterrà che è venuto il momento di dare dettagli su questa informazione, lo farò anch'o in Belgio". Piccinin racconta che, quando lo scorso 30 agosto lui e Quirico hanno appreso dell'intenzione degli Usa di agire in seguito all'uso, attribuito al regime, delle armi chimiche "avevamo la testa in fiamme", perché "eravamo prigionieri laggiù, bloccati con questa informazione e per noi era impossibile darla"

[SM=x3045064]

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ROMA - La Russia rimane contraria a una soluzione militare della crisi siriana. Il ministro degli esteri Sergei Lavrov lo ha ribadito al termine di un incontro con il suo omologo siriano Walid al-Muallem, giunto a Mosca per una serie di colloqui. "La crisi non può essere risolta attraverso un'azione militare. Non c'è "alternativa" alla soluzione pacifica" ha dichiarato Lavrov.

Gli Stati Uniti però incalzano il regime siriano. Il segretario di Stato John Kerry ha affermato che "Assad potrebbe evitare un attacco consegnando le sue armi chimiche alla comunità internazionale entro la settimana prossima". Ma il presidente siriano, ha detto Kerry, "non sembra sul punto di farlo". Intervenuto a Londra, dove si trova per incontrare il ministro degli esteri britannico William Hague, Kerry ha aggiunto che "la soluzione politica è stata perseguita per anni e resta la soluzione ultima". Gli Usa, comunque "non stanno dicendo di volere una guerra", ma pensano a un attacco militare "incredibilmente ristretto e limitato", volto a soffocare la capacità bellica di Assad.

Papa Francesco su Twitter è tornato a chiedere una soluzione politica per risolvere il caso siriano. "Chiedo d'intraprendere con coraggio e con decisione la via dell'incontro e del negoziato" ha scritto il Pontefice. Mosca e Damasco, intanto spingono per il ritorno degli ispettori delle Nazioni Unite in Siria per continuare l'indagine sull'utilizzo di armi chimiche. Lavrov ribadisce la volontà della Russia di promuovere una conferenza di pace sulla Siria con tutti i paesi contrari all'intervento armato, dichiarando che "uno scenario di uso della forza porterebbe a un'orgia di terrorismo in siria e nei paesi confinanti". Oggi, intanto, verrà trasmessa l'intervista rilasciata da Assad alla tv statunitense Cbs, in cui avvertiva "di aspettarsi qualsiasi azione di risposta da parte degli amici della Siria". Al-Muallem, nel corso dell'incontro, ha portato il ringraziamento del presidente Bashar al-Assad al presidente Putin per la dichiarazione di sostegno alla Siria durante il G20 della scorsa settimana.

LA LIBERAZIONE DI DOMENICO QUIRICO

Anche la Cina invita invita gli Stati Uniti alla "cautela estrema" ed esorta Washington e i paesi interessati a "pensarci tre volte" prima di avviare un'azione militare. In un colloquio telefonico con Kerry, il ministro cinese degli Esteri, Wang Yi ha detto che "si dovrebbe tornare nel quadro del Consiglio di Sicurezza Onu per trovare un consenso e per gestire in modo appropriato la questione siriana". L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha confermato come ci siano "pochi dubbi sull'uso di armi chimiche in siria, anche se devono essere chiarite tutte le circostanze e tutte le responsabilità". Tuttavia, sottolinea Pillay, "una risposta militare o il proseguimento delle forniture di armi rischiano di innescare una deflagrazione regionale".

Proseguono intanto le mosse difensive degli Stati confinanti con la Siria. Israele ieri ha dispiegato uno Scudo antimissile nei pressi di Gerusalemme. Lo ha riferito un corrispondente della France Presse. Un portavoce militare si è rifiutato di commentare la notizia, limitandosi ad affermare che i "sistemi di difesa sono stati dispiegati in funzione della valutazione della situazione". Alla fine del mese di agosto, batterie dello scudo antimissile 'Iron Dome' erano state dispiegate a Tel-Aviv, in direzione della Siria a nord. Secondo alcune indiscrezioni riprese dall'agenzia francese, sarebbero sei o sette batterie sarebbero al momento già predisposte nel paese.

Anche la Turchia continua a inviare rinforzi militari sul confine con la Siria in previsione di un possibile attacco a guida Usa. Secondo la stampa di Ankara il governo turco sta costruendo una nuova base sul Monte Kel, a poca distanza dalla città siriana di Latakia, sulla costa mediterranea, mentre nuove batterie di missili terra-aria Stinger sarebbero state trasferite lungo la frontiera. Secondo il giornale Hurriet online, rinforzi in uomini e mezzi blindati sono stati trasferiti verso le città di confine di Reyhanli e nella zona di Ceylanpinar nella provincia di Sanliurfa.
Tags
TAG siria 2013, guerra civile in siria, intervento militare, armi chimiche, Bashar al-Assad, Tayyip
AtomBomb
00giovedì 19 settembre 2013 13:49
“Behold, Damascus will cease to be a city and will become a heap of ruins.” – Isaiah 17.1

As if the Syrian crisis is not horrible and complicated enough, Biblical literalists in the United States, Canada and elsewhere are adding another tragic dimension.

They see the looming destruction of the Syrian city of Damascus as a sign of the return of Jesus Christ to Earth — as a precursor of the cosmic Apocalypse.

[SM=x3414924] [SM=x3347036]
el_mariachi93
00venerdì 20 settembre 2013 01:46
Re:
Depeche boy, 09/09/2013 00:06:

http://siamolagente.altervista.org/assad-il-brutale-dittatore-che-ha-quadruplicato-il-pil-e-dimezzato-la-disoccupazione-ma-cosa-ci-vogliono-dare-a-bere/

tralasciando la pagina dalla quale proviene, quanto c'è di vero in tutto questo?

LA'GGGENTEE11111111




la storia delle armi chimiche americane usate da saddam contro i curdi è vera
i mercenari dietro ai ribelli mi sa di megabufala
Edward.Witten
00sabato 23 agosto 2014 08:24
Non va più di moda, però sta succedendo di tutto anche qui.

Qui contrôle quoi en Syrie ? La réponse cartographiée


Plus de trois ans après le début de la révolte devenue guerre en Syrie, la situation, sur le terrain, est complexe. Les acteurs sont nombreux, la rébellion divisée, les alliances changeantes.

Ci-dessous, nous avons tenté de cartographier les rapports de force sur le terrain, dans leurs grandes lignes.

mapsengine.google.com/map/edit?mid=zyLCnpF8r7vw.k2N-F_2ijnvs

(aprite il link)


Aujourd'hui, le Nord est une région clé dans ce conflit.

Alep est toujours en proie aux combats. Ancien pouls économique du pays, la ville est divisée entre les rebelles et l'armée de Bachar el-Assad. Les pilonnages du régime sont quotidiens. L'armée syrienne resserre son étau sur la périphérie nord de la ville, menaçant d'asphyxier les quartiers Est tenus par les insurgés. Si les forces loyalistes parviennent à reprendre la ville d'Alep, "Assad contrôlera la grande majorité de ce qu'on appelle la +Syrie utile+", avec "la capitale Damas, Alep, la côte, Homs (centre, ndlr), Hama (centre) ainsi que la frontière libanaise", notait récemment Aron Lund, spécialiste de la rébellion syrienne.

Les rebelles sont également confrontés à l'avancée des jihadistes de l'Etat islamique (EI) qui, à la mi-août, ont annoncé leur "détermination à libérer la province septentrionale (d'Alep) et à en chasser les rebelles". La semaine dernière, l'EI a pris, en trois jours, des dizaines de villages. Outre le risque d'abandonner leurs bastions, la perspective de perdre leur principale route pour le ravitaillement des rebelles pourrait être fatale.

Devant cette double menace, l'opposition syrienne a tiré la sonnette d'alarme, appelant indirectement la communauté internationale à mener des frappes aériennes contre les jihadistes comme le fait Washington en Irak.



Les Kurdes tiennent une partie des zones frontalières avec la Turquie et l'Irak, mais doivent, eux aussi, faire face à l'avancée des jihadistes de l'EI.



Dans le nord se joue aussi une bataille à Raqqa. Cette semaine, des combats faisaient rage entre les jihadistes de l'EI et l'armée syrienne qui tente de défendre son dernier bastion dans la province septentrionale de Raqqa, selon l'Observatoire syrien des droits de l'Homme (OSDH). Les combats se concentrent notamment dans les environs de l'aéroport militaire de Tabqa, seule position encore aux mains du régime dans la province.

En juillet et début août, l'EI a chassé l'armée syrienne de deux bases importantes, la base 93 et la division 17 après avoir tué plus d'une centaines de soldats. Ces attaques ont poussé le régime à lancer une campagne de bombardements aériens inédits contre les positions de l'EI dans la province de Raqqa et ailleurs en Syrie, alors que jusqu'à présent, les deux bords s'évitaient.



Suite à une répression sanglante du régime de Bachar el-Assad contre des manifestations pacifiques, lancées en mars 2011, le pays a sombré dans la guerre civile. Depuis le début du conflit, plus de 170 000 personnes ont été tuées et plus de neuf millions de personnes ont dû fuir leurs maisons.
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