Nuova crisi?

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The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 27 gennaio 2016 08:34
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 27/01/2016 08:30:



ti sconsiglio comunque di far riferimento a quello che hai letto nei libri di scuola e negli articoli degli anni passati. Qua in soli 10 anni si è iniziato a trovare il petrolio un po' ovunque (Ghana, Angola, Namibia ecc) ed il fracking che ha iniziato ad essere eseguito in maniera sistematica appena 2 anni fa è di fatto una rivoluzione.

Le riserve di petrolio sul pianeta sono tuttora inimmaginabili. Far credere che stesse sempre per finire è stata la leva finanziaria più proficua di sempre.






toh, questa è la mappa dei posti dove al momento è possibile estrarre petrolio con il fracking.
Giamma V1.0
00mercoledì 27 gennaio 2016 09:48
mi spiegate cos'è il fracking?
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 27 gennaio 2016 10:52
Re:
Giamma V1.0, 27/01/2016 09:48:

mi spiegate cos'è il fracking?




in una riga semplicisticamente:

- un metodo particolarmente invasivo per spremere rocce dalle quali ricavare idrocarburi -



grazie a questa tecnica si riesce ad estrarre idrocarburi un po' ovunque.
pizzo83
00mercoledì 27 gennaio 2016 11:57
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 27.01.2016 10:52:




in una riga semplicisticamente:

- un metodo particolarmente invasivo per spremere rocce dalle quali ricavare idrocarburi -



grazie a questa tecnica si riesce ad estrarre idrocarburi un po' ovunque.




Con potenziali rischi ambientali mica da ridere [SM=x2584191]

E come metodo è decisamente più costoso; non a caso in USA al momento viene usato pochissimo causa l'attuale prezzo del petrolio.
-Voices-
00mercoledì 27 gennaio 2016 12:26
Vabbe i danni ambientali sono poco considerati, guarda il solare quanto sta distruggendo il pianeta.
pizzo83
00mercoledì 27 gennaio 2016 12:40
Re:
-Voices-, 27.01.2016 12:26:

Vabbe i danni ambientali sono poco considerati, guarda il solare quanto sta distruggendo il pianeta.




Questo è un comment un po' qualunquista, voci.

Esistono diversi tipi di solare e differiscono in modo sostanziale.

In secondo luogo devi sempre fare un bilancio tra pro e contro, perchè qualsiasi forma di energia, per essere prodotta, ha bisogno di prodotti che devono essere estratti.
E l'estrazione dei prodotti danneggia praticamente sempre l'ambiente.

Il fracking al momento presenta più contro che pro
Dj Sauron
00mercoledì 27 gennaio 2016 13:23
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 27/01/2016 10:52:




in una riga semplicisticamente:

- un metodo particolarmente invasivo per spremere rocce dalle quali ricavare idrocarburi -



grazie a questa tecnica si riesce ad estrarre idrocarburi un po' ovunque.





Si ma viene poco utilizzata causa impatto ambientale non indifferente e costi superiori.... Forse prenderà piede in futuro, se le rinnovabili non garantiranno sufficiente approvvigionamento (e mi pare difficile) e il petrolio "normale" sarà in esaurimento

Comunque si, l'ho detto che probabilmente nel mentre sono stati scoperti ulteriori giacimenti
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 27 gennaio 2016 14:04
Re: Re: Re:
pizzo83, 27/01/2016 11:57:




Con potenziali rischi ambientali mica da ridere [SM=x2584191]

E come metodo è decisamente più costoso; non a caso in USA al momento viene usato pochissimo causa l'attuale prezzo del petrolio.




no, in Usa lo stanno usando tantissimo NONOSTANTE il prezzo di petrolio così basso. Ti rimando all'articolo del Sole 24 che ho postato a inizio thread.
-Voices-
00mercoledì 27 gennaio 2016 14:15
Re: Re:
pizzo83, 27/01/2016 12:40:




Questo è un comment un po' qualunquista, voci.

Esistono diversi tipi di solare e differiscono in modo sostanziale.

In secondo luogo devi sempre fare un bilancio tra pro e contro, perchè qualsiasi forma di energia, per essere prodotta, ha bisogno di prodotti che devono essere estratti.
E l'estrazione dei prodotti danneggia praticamente sempre l'ambiente.

Il fracking al momento presenta più contro che pro




Ma l'unica forma di energia pulita utilizzabile che c'è al mondo è il nucleare, il resto ha più contro che pro a livello ambientale. Semplicemente se ne sbattono tutti i coglioni.
Se non se ne sbattessero ad oggi si utilizzerebbe il petrolio molto ma molto meno. E' solo una questione economica/di immagine
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 27 gennaio 2016 14:40
Re: Re: Re:
Dj Sauron, 27/01/2016 13:23:





Si ma viene poco utilizzata causa impatto ambientale non indifferente e costi superiori.... Forse prenderà piede in futuro, se le rinnovabili non garantiranno sufficiente approvvigionamento (e mi pare difficile) e il petrolio "normale" sarà in esaurimento

Comunque si, l'ho detto che probabilmente nel mentre sono stati scoperti ulteriori giacimenti




un attimo, secondo me non vi è chiaro cosa sta succedendo e bisogna mettere in luce la differenza tra cosa è "probabilmente" e cosa è successo per davvero.

in 10 anni la produzione del petrolio è stata completamente rivoluzionata. Negli ultimi 5 anni sono successe le seguenti cose:

1 - I paesi produttori di petrolio sono diventati molti di più
2 - Il Fracking diventa un sistema applicato su larga scala (non è affatto qualcosa di "poco utilizzato".
3 - L'Arabia Saudita a metà 2015 decidere di interrompere il cartello* per la prima volta nella storia abbassando il prezzo del petrolio.
4 - L'America fa pace con l'Iran (storia recentissima), di conseguenza il secondo paese produttore di petrolio al mondo sbanca sui mercati occidentali abbassando ancora di più il prezzo.


Ad oggi, nonostante il petrolio così basso si continua a fare del fracking per motivi molto semplici, sono stati fatti nel passato investimenti di miliardi di euro, fino a quando estrarre un barile costava 10 e rendeva 100 erano tutti contenti, ma nonostante il crollo non smetteranno di trivellare fin'anche il prezzo non scenda a 10.1. E' economia.

A proposito del solare, la questione è solo di tecnologia. Oggi per la prima volta grandi impianti situati in Algeria e nel deserto americano riescono ad avere una rendita in danaro vicina a quella degli idrocarburi. Quando domani riusciremo ad essere ancora più performanti stai tranquillo che riusciremo completamente a fare a meno dei carburi.


*Lo sapete cos'è un "cartello" in economia, vero? In caso vi rimando qua it.wikipedia.org/wiki/Cartello
Dj Sauron
00giovedì 28 gennaio 2016 12:22
Grazie. Ma come mai sei così informato sull'estrazione di petrolio?
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 28 gennaio 2016 16:42
Re:
Dj Sauron, 28/01/2016 12:22:

Grazie. Ma come mai sei così informato sull'estrazione di petrolio?




laureato in scienze internazionali e diplomatiche con specializzazione in paesi dell'Africa sub sahariana + vicino e medio oriente. Aggiungi che non mi perdo una puntata di "zapping 2.0" e de "il bianco ed il nero" unitamente ad una lettura più o meno regolare dell'Internazionale (che però spesso segue la sensazione che i numeri). Oltre a questo per lavoro viaggio regolarmente i paesi del golfo persico (L'anno scorso emirati, qatar, kuwait ed oman, quest'anno iniziamo con una tranquilla visita in Arabia Saudita) e come è facilmente immaginabile sebbene mi occupo di tutt'altro le mie vendite risentono in maniera diretta dal prezzo del petrolio.
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 11 febbraio 2016 15:11
Petrolio a 26 dollari, e scenderà ancora, ve l'avevo detto.
Saludos Amigos
00giovedì 11 febbraio 2016 16:25


A breve diesel a 1 euro quindi.

Lo stato dovrà recuperare si inventano qualcosa di tasse sicuro.
pizzo83
00giovedì 11 febbraio 2016 21:13
Saludos Amigos, 11.02.2016 16:25:



A breve diesel a 1 euro quindi.

Lo stato dovrà recuperare si inventano qualcosa di tasse sicuro.



Da noi siamo già a 0,93 al litro [SM=x2584208]
PedigreeRules!
00giovedì 11 febbraio 2016 22:02
Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 27/01/2016 14:40:




un attimo, secondo me non vi è chiaro cosa sta succedendo e bisogna mettere in luce la differenza tra cosa è "probabilmente" e cosa è successo per davvero.

in 10 anni la produzione del petrolio è stata completamente rivoluzionata. Negli ultimi 5 anni sono successe le seguenti cose:

1 - I paesi produttori di petrolio sono diventati molti di più
2 - Il Fracking diventa un sistema applicato su larga scala (non è affatto qualcosa di "poco utilizzato".
3 - L'Arabia Saudita a metà 2015 decidere di interrompere il cartello* per la prima volta nella storia abbassando il prezzo del petrolio.
4 - L'America fa pace con l'Iran (storia recentissima), di conseguenza il secondo paese produttore di petrolio al mondo sbanca sui mercati occidentali abbassando ancora di più il prezzo.


Ad oggi, nonostante il petrolio così basso si continua a fare del fracking per motivi molto semplici, sono stati fatti nel passato investimenti di miliardi di euro, fino a quando estrarre un barile costava 10 e rendeva 100 erano tutti contenti, ma nonostante il crollo non smetteranno di trivellare fin'anche il prezzo non scenda a 10.1. E' economia.

A proposito del solare, la questione è solo di tecnologia. Oggi per la prima volta grandi impianti situati in Algeria e nel deserto americano riescono ad avere una rendita in danaro vicina a quella degli idrocarburi. Quando domani riusciremo ad essere ancora più performanti stai tranquillo che riusciremo completamente a fare a meno dei carburi.


*Lo sapete cos'è un "cartello" in economia, vero? In caso vi rimando qua it.wikipedia.org/wiki/Cartello




Cap a me risultava che l'estrazione dello shale oil (a seconda della zona) è ormai antieconomico (se non ricordo male quello + facile si estrae con un break even di 25 dollari mentre alcuni giacimenti arrivavano a 80 usd). E che il non tagliare la produzione fosse stato deciso dai vari beduini anche per mettere sotto pressione l'america, che di fatto ormai è autosufficiente (e non a caso una fracca di aziende stanno fallendo).
Però la cosa sta un pò sfuggendo di mano, complice anche il rallentamento dei musi gialli che comprano meno.
Cazzo la Norvegia che ha finanziato il suo fantastico stato sociale solo col brent sta cominciando a cagare stronzi molto grossi.
Cmq per me rimbalza fino a una 50, su questi livelli non puo' stabilizzarsi.

Il Feda
00venerdì 12 febbraio 2016 01:21
Lasciando stare tutte le valutazioni tecniche che ho letto (non sapevo cosa fosse il Fracking, per dire. mai sentito nominare), avete mai letto tutte le accise che paghiamo in italia sulla benzina? Cioè, voglio dire... avete mai visto in cosa consistono? Alcune fanno totalmente ridere e sono completamente fuori contesto temporale (tipo quella sulla guerra di Etiopia [SM=x2584263] ). Mi pare che il nostro stato di sole accise incassa tipo una 20ina di miliardi di euro.

Non dico di levarle tutte, ma quelle anacronistiche sono un insulto alla nostra intelligenza. Anche perchè, non vorrei dire stronzate, ma mi pare di ricordare che le accise hanno una scadenza, che però non viene mai osservata non so per quali cazzi.
The REAL Capt.Spaulding
00venerdì 12 febbraio 2016 08:19
Re: Re: Re: Re: Re:
PedigreeRules!, 11/02/2016 22:02:




Cap a me risultava che l'estrazione dello shale oil (a seconda della zona) è ormai antieconomico (se non ricordo male quello + facile si estrae con un break even di 25 dollari mentre alcuni giacimenti arrivavano a 80 usd). E che il non tagliare la produzione fosse stato deciso dai vari beduini anche per mettere sotto pressione l'america, che di fatto ormai è autosufficiente (e non a caso una fracca di aziende stanno fallendo).
Però la cosa sta un pò sfuggendo di mano, complice anche il rallentamento dei musi gialli che comprano meno.
Cazzo la Norvegia che ha finanziato il suo fantastico stato sociale solo col brent sta cominciando a cagare stronzi molto grossi.
Cmq per me rimbalza fino a una 50, su questi livelli non puo' stabilizzarsi.





ti risulta giusto, un articolo che ho postato a inizio thread parla di petrolio venduto a prezzo negativo in nord dakota:

www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-01-18/petrolio-north-dakota-primo-caso-prezzo-negativo--220727.shtml?uuid=...

nonostante ciò continuano ad estrarlo, vi consiglio di seguire Leonardo Maugeri, professore Italiano che lavora ad Harvard ed ha previsto il crollo del petrolio 3 anni fa facendo un semplice conto: i 21.000 miliardi di investimenti in estrazioni avrebbero prodotto la situazione di oggi.
The REAL Capt.Spaulding
00venerdì 12 febbraio 2016 09:13

a proprosito:


È una tempesta perfetta quella di un petrolio che nonostante i prezzi così bassi non riesce a far ripartire l’economia: attenti ai facili ottimismi su un’inversione, il peggio deve ancora venire”. È Leonardo Maugeri, uno dei massimi esperti mondiali di energia, già direttore Strategie e Sviluppo di Eni, a delineare in un’intervista esclusiva all’Huffington Post, quale sarà il futuro del petrolio alla luce del crollo del prezzo del greggio e delle difficili relazioni tra i Paesi produttori. È stato proprio Maugeri, nel 2012, in uno studio per l’università di Harvard, il primo al mondo a prevedere la caduta attuale dei prezzi. Oggi guarda agli scenari futuri, anticipando il suo prossimo lavoro atteso nei prossimi giorni.



Quanta preoccupazione c’è per un prezzo così basso del petrolio in riferimento all’impatto sulla crescita mondiale?
“In altri periodi storici si diceva che con il prezzo basso del petrolio l’economia mondiale fosse destinata a stare meglio: è stato così, ad esempio, negli anni Ottanta. Oggi siamo in presenza di un’anomalia perché con il prezzo basso l’economia non si riprende. Stiamo vivendo un’anomalia storica”.

Da cosa deriva questa anomalia?
“Probabilmente nel decennio passato quello che ha drogato tutto è stata la crescita dei Paesi emergenti, come la Cina, che consumavano materie prime e trainavano l’economia mondiale nel loro complesso. Nel momento in cui i Paesi emergenti si sono bloccati o sono cresciuti meno – dal Brasile alla Russia – si sono determinate situazioni di crisi che non consentono all’economia mondiale nel suo complesso di riprendersi. Il petrolio a prezzi così bassi costringe i fondi sovrani dei Paesi produttori a vendere di tutto per incamerare risorse e compensare i minori introiti petroliferi. Devono vendere sui mercati per compensare i minori introiti del petrolio e questo contribuisce a deprimere i mercati. È una tempesta perfetta abbastanza preoccupante”.

Quale sarà l’andamento del prezzo del petrolio nel prossimo periodo?
“Nel 2012, quando dissi che il prezzo sarebbe crollato, mi dissero che ero pazzo. Oggi, come allora, la mia voce è un po’ fuori dal coro: penso che il peggio debba ancora venire. C’è ancora troppa produzione in eccesso nel mondo e nuova produzione sta arrivando per effetto di investimenti fatti 5-6 anni fa e che adesso si completano. Di fronte a questo eccesso produttivo la domanda cresce poco e non c’è possibilità di riassorbire l’eccesso. L’unica soluzione vera a questa situazione è che i grandi produttori si mettano d’accordo per tagliare la produzione”.

Quanto è difficile oggi questa intesa tra i Paesi produttori?
“È remota e difficilissima perché tutti i produttori si stanno facendo la guerra, ognuno sta producendo più che può e ciascuno difende la propria quota mondiale. Un’intesa, poi, è resa difficile per le distanze tra alcuni Paesi come quella tra Arabia Saudita e Iran o tra Arabia Saudita e Russia”.

Qual è la soglia critica che potrebbe far cambiare idea ai produttori e fargli decidere di tagliare la produzione?
“Solo se il greggio tocca nuovi minimi, intorno ai 25 dollari al barile. Ma questo deve accadere non per un giorno o due, ma per almeno un mese perché se sta a 25 dollari un giorno e poi a 28 o a 30 dollari il giorno dopo, allora dicono che il peggio è passato e non fanno niente. Se si sta sotto certi livelli per un determinato periodo allora ci può essere un cambiamento di idea”.

Nella geopolitica del petrolio spicca la politica dell’Arabia Saudita che non taglia la produzione e i prezzi intanto vanno sempre più giù. I sauditi quando inizieranno a far salire il prezzo?
“La condizione per il taglio della produzione da parte dei sauditi è che tutti gli altri Paesi siano seri nel dire: Tagliamo anche noi. L’Arabia Saudita sta producendo tanto, ma è l’unico grande produttore al mondo che produce meno di quello che potrebbe, è uno dei pochi a farlo. L’Arabia Saudita dice: se non tagliano anche gli altri, io mi rifiuto di tagliare perché farei un regalo al resto del mondo e io porterei il fardello. Bisogna ricordare che la Russia ha continuato a superare i record produttivi e continua a produrre a tutto spiano. Negli Stati Uniti si è prodotto un po’ meno, ma per ragioni di mercato non perché volessero. Iran e Iraq sono due Paesi che dopo decenni di difficoltà si stanno riaffacciando adesso e non hanno alcuna intenzione di tagliare. Poi c’è il Canada, che in pochi ricordano, ma che è il quarto produttore al mondo di greggio”.

Economisti e analisti di primissimo livello parlano di un 2016 da incubo. Per Soros si intravede una crisi come quella del 2008. Allora furono i mutui subprime il fattore scatenante, oggi può esserlo il petrolio?
“Il ragionamento di Soros o Roubini è in parte corretto perché il problema che c’era nel 2007-2008 non è stato risolto. I subprime furono il motivo scatenante, ma tutto il problema della finanza derivata, di cui i subprime sono una parte, non è stato risolto. Quando si parla ad esempio dei derivati presenti nella pancia delle banche italiane si capisce che c’è questo mostro della finanza derivata. Ora gli allarmi dicono che il problema del 2007-2008 non è stato risolto perché questa quantità di derivati in circolazione è da qualche parte. Il problema è che può ancora esplodere in qualche forma. Anche il petrolio si porta una finanza derivata dietro, ma è una parte ridotta rispetto a quella esistente nel mondo. Non credo che la debolezza dei prezzi del petrolio possa rappresentare quello che il subprime ha rappresentato nel 2007-2008 come miccia che ha fatto esplodere la crisi”.


Negli Stati Uniti assistiamo alla sofferenza di piccole e grandi aziende che investono sullo shale oil che vanno in crisi. Il settore rischia la bancarotta definitiva?
“Si parla con troppa facilità di bancarotta. Già nel 2015 ci sono state 42 società statunitensi che sono fallite, che sono andate in bancarotta Un numero analogo, anche più alto, si registrerà pure quest’anno. Detto questo la dinamica rispecchia quello che avvenne con lo shale gas: quando i prezzi del gas crollarono negli Stati Uniti e tante società andarono in bancarotta, i loro giacimenti furono presi da società più solide”.

La nuova stagione dell’Iran che impatto può avere sul mercato del petrolio?
“Per i prezzi del petrolio sta costituendo un problema perché è una produzione ulteriore che si aggiunge a una produzione già grande”.

L’Italia come vive il crollo del prezzo del greggio?
“L’Italia non soffre del calo, ma purtroppo ne sta beneficiando poco. I problemi che si sono accumulati nell’economia italiana sono così vasti e grandi che ci vorranno anni per risolverli. L’Italia, essendo un Paese importatore, dato che importa oltre l’80% del suo fabbisogno, avrebbe dovuto ottenere un beneficio da una bolletta petrolifera meno alta, ma il beneficio è per il Governo, non per il consumatore”.

Cosa pesa sul mancato risparmio per gli italiani?
“In questo momento un litro di benzina mediamente si paga 1,43 euro, di cui un euro sono accise e Iva, che si calcola anche sulle accise. La materia prima incide per non più del 25%. Ammettiamo che per assurdo venisse regalato il petrolio, la benzina alla pompa costerebbe lo stesso un euro”.

È atteso nei prossimi giorni il suo prossimo lavoro per Harvard. Che scenario delinea?

“Dico di stare attenti ai facili ottimismi sulla possibilità di recupero del prezzo del petrolio”.

Per uscire da questo cortocircuito lei ipotizza uno scenario con un prezzo basso e stabile intorno ai 25 dollari al barile. Se ciò accadesse cosa farebbero i Paesi produttori?
“Si spaventerebbero e la conseguenza di questo spavento sarebbe un meeting straordinario dei Paesi dell’Opec che decidono di tagliare la produzione così come qualche Paese, ad esempio la Russia, che potrebbe fare moral suasion sulle sue compagnie petrolifere per ridurre anche loro la produzione”.





sottolineo la parte rossa perché la stessa cosa la dice anche Varoufakis in continuazione, ovvero che il problema del 2008 non è stato risolto.


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