Bergamo, è indagato per corruzione il presidente della Compagnia Opere
presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, Rossano Breno, è indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta che aveva portato nei mesi scorsi all'arresto del vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani. I militari della Guardia di finanza, su disposizione della Procura del capoluogo lombardo, hanno perquisito Breno e Luigi Brambilla, che all'epoca dei fatti era vicepresidente della Compagnia delle Opere bergamasca. Anche quest'ultimo è indagato per corruzione.
Il faro della Procura sulla CdO
Le perquisizioni delle Fiamme Gialle sono state disposte dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio nell'ambito dell'inchiesta sull'ex assessore Franco Nicoli Cristiani che avrebbe intascato una mazzetta da 100mila euro, versata dall'imprenditore Pierluca Locatelli per ottenere il via libera per la trasformazione della discarica di Cappella Cantone (Cremona) in discarica di amianto. "Emerge un diretto coinvolgimento di Rossano Breno e Luigi Brambilla - si legge nel decreto di perquisizione - affinché amministratori della Regione Lombardia con cui erano in contatto favorissero, con atti contrari ai doveri d'ufficio, gli interessi imprenditoriali di Pierluca Locatelli e l'ottenimento dell'autorizzazione regionale".
Gli sviluppi dell'inchiesta hanno portato a indagare il presidente e l'ex vice presidente della
Compagnia delle Opere di Bergamo, anche loro accusati di corruzione in concorso con Nicoli Cristiani, Locatelli e altre persone in quanto avrebbero preteso e ottenuto dall'imprenditore bergamasco una somma di denaro consistente (si parla di centinaia di migliaia di euro) e altre 'utilità' e in particolare lavori gratuiti per costruire una scuola di Cl, sempre in provincia di Bergamo.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, per realizzare la discarica di amianto sarebbe stato necessario un atto della Regione Lombardia. Atto che il 20 aprile del 2011 sarebbe poi arrivato: si tratta di una delibera di giunta proposta dal governatore Roberto Formigoni che ha sbloccato l'apertura del sito dove conferire l'amianto nonostante l'opposizione della Provincia di Cremona e i diversi orientamenti della normativa regionale in materia ambientale. Quella delibera inoltre, in base ai primi accertamenti, non risulta pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione. Tutti gli episodi corruttivi finora contestati dai pm milanesi sarebbero serviti, nel corso del tempo, per arrivare a trasformare la discarica che si trova nel Cremonese in una discarica per l'amianto, così come avrebbe voluto Locatelli.