00 05/01/2022 15:37
Australian Open: problemi col visto, Djokovic bloccato in aeroporto
Secondo Craig Tiley, il serbo non avrebbe comunque avuto un trattamento di favore.
Il premier: "Se prove insufficienti, tornerà a casa"



Il governo dello Stato di Victoria, in Australia, ha respinto una richiesta a tarda notte della dogana australiana per il visto del numero 1 del tennis, Novak Djokovic, ore prima che il suo aereo atterrasse a Melbourne: la squadra del serbo avrebbe presentato il tipo di visto sbagliato. I funzionari della frontiera hanno ora la discrezionalità di consentire a Nole di entrare nel Paese.

Il volo di Djokovic, a cui è stata concessa un'esenzione per giocare agli Australian Open di questo mese, secondo i media locali è atterrato a Tullamarine verso le 23.30 orario locale (le 13.30 in Italia, ndr). I funzionari della frontiera hanno ora la discrezionalità di consentire a Djokovic di entrare nel Paese, nonostante la mossa del governo del Victoria. Anche se probabilmente sarà autorizzato a scendere dal suo aereo a Melbourne. Il caos visti ha ritardato l'ingresso di Djokovic e a mezzanotte (ora locale) la situazione era in stallo.

Il ministro dello sport ad interim, Jaala Pulford, ha inviato un tweet a tarda notte confermando che il governo del Victoria non avrebbe sostenuto la domanda di visto di Djokovic. "Il governo federale ha chiesto se sosterremo la richiesta di visto di Novak Djokovic per entrare in Australia. Non forniremo a Novak Djokovic supporto per la richiesta di visto individuale per partecipare all'Australian Open Grand Slam 2022".


IL DIRETTORE DEL TORNEO: "SPIEGHI PERCHE' HA OTTENUTO L'ESENZIONE"
Il direttore degli Australian Open di tennis, Craig Tiley, ha esortato Novak Djokovic a rivelare il motivo dell'esenzione medica, che gli consentirà di partecipare al primo Slam dell'anno, senza aver mai detto se sia vaccinato o meno contro il Covid. "Sarebbe certamente utile se Novak spiegasse le condizioni in base alle quali ha chiesto e ottenuto un'esenzione", ha detto ai media Tiley, che è anche presidente della Federtennis australiana.

"Lo incoraggio a parlarne con la comunità... Abbiamo attraversato un periodo molto difficile negli ultimi due anni e apprezzerei alcune risposte in merito", ha aggiunto.

Tiley ha però negato che il numero uno del mondo abbia ricevuto un trattamento preferenziale per ottenere tale esenzione, durante un iter supervisionato dalle autorità di Canberra e da quelle dello Stato di Victoria. "Un totale di 26 giocatori o membri del loro staff, sui 3.000 circa previsti in Australia, hanno chiesto un'esenzione e solo pochi di loro l'hanno ottenuta", ha spiegato.

Già vincitore di 20 tornei del Grande Slam, come Roger Federer e Rafael Nadal, Djokovic punta a Melbourne al titolo che gli darebbe il record. L'Australian Open, che inizia il 17 gennaio, e il suo torneo preferito: è a Melbourne che il serbo ha vinto il suo primo Grande Slam (2008), e nessuno ha vinto tanto quanto lui (nove edizioni).

Da mesi "Nole" aveva messo in dubbio la sua partecipazione, a causa dell'obbligo per i giocatori di vaccinarsi contro il Covid-19 per entrare in Australia e poter competere. Ieri ha annunciato di aver ottenuto un "esonero medico" che gli consente di effettuare il viaggio. La Federazione australiana si è rifugiata dietro il segreto medico per non spiegare questa esenzione. Ma il via libera ha scatenato molte reazioni negative, in particolare da parte di alcuni giocatori che hanno denunciato un trattamento di favore nei confronti del serbo. Il quale non ha mai fatto chiarezza sul proprio stato vaccinale e ad aprile dello scorso anno si era espresso contro la vaccinazione obbligatoria, prevista poi per consentire la ripresa dei tornei nonostante la pandemia.

IL PREMIER AUSTRALIANO: "SE PROVE INSUFFICIENTI, TORNERA' A CASA"
L'esenzione medica concessa a Novak Djokovic, che continua a mantenere il riserbo sul propro stato vaccinale, per partecipare agli Australian Open ha suscitato reazioni di indignazione nel Paese, dove il primo ministro ha minacciato di far rientrare il serbo "con il primo aereo" se tale esenzione non fosse giustificata. "Stiamo aspettando spiegazioni e che ci fornisca prove a sostegno" di questa deroga, ha detto il premier Scott Morrison in una conferenza stampa. "Se queste prove sono insufficienti, allora non sarà trattato in modo diverso da nessun altro e tornerà a casa con il primo aereo. Non ci saranno regole speciali per Novak Djokovic" ha insistito.

TONI NADAL: "NON E' OBBLIGATO, MA DIA QUALCHE SPIEGAZIONE"
"Sarebbe cosa buona se Djokovic desse qualche spiegazione" sull'esenzione medica all'Australian Open. A dirlo, in un editoriale sul quotidiano spagnolo 'El Pais', è Toni Nadal, zio di Rafa e a lungo suo coach, che ora cura l'accademia di famiglia e segue il canadese Felix Auger-Aliassime. "Pensavo che avrebbe rinunciato o si sarebbe vaccinato - ha scritto - Djokovic non è obbligato a dare alcuna spiegazione, ma deve essere consapevole del suo ruolo di punto di riferimento mondiale in un periodo di grave crisi sanitaria che sta causando così tanto dolore". Di fronte a uno scenario in cui "parenti non si sono potuti vedere per due anni", ha concluso, "mi piace pensare che Djokovic darà un segnale di sensibilità e comprensione".

PANATTA: "DJOKOVIC COME IL MARCHESE DEL GRILLO"
"Djokovic deve dire perché non si può vaccinare". Anche Adriano Panatta si unisce al coro di critiche contro il n.1 al mondo del tennis mondiale, che ha annunciato la sua partecipazione agli Australian Open grazie a un'esenzione dal vaccino. "Se gli organizzatori non chiariscono i motivi dell'esenzione - ha detto Panatta a Radio Capital -, allora finiremo per pensare che Djokovic e' il Marchese del Grillo: "Io so io e voi non siete un c...". Panatta si e' detto poi scettico sulla possibilità che gli altri tennisti si rifiutino di giocare contro Djokovic. "Mi sembra molto difficile: o si partecipa al torneo accettando le regole oppure le si rifiuta dicendo 'io non vado perché non sono d'accordo'. Ma non si può scegliere contro chi giocare".