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Picciotti Rosanero [Topic Ufficiale Palermo Calcio]

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2024 07:24
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Zamparini: "Siete stati voi palermitani a dare il colpo di grazia al Palermo"
[ mercoledì 23 ottobre, 2019 ore: 15:20 ]

"Il Palermo è stato rovinato dai palermitani, non certo da me". Dopo che è stato dichiarato fallito il vecchio club torna a parlare, anzi a ruggire, Maurizio Zamparini. Che ne ha per tutti. “Palermo - dice a PalermoToday - ha sempre preteso tanto da me, senza dare mai alcuno aiuto alla squadra, anzi. Siete stati voi a dare il colpo di grazia a questi colori, i Tuttolomondo non li ha certo portati Zamparini a Palermo, ma i vostri concittadini: chiedete spiegazioni ad Albanese, Macaione e agli avvocati Gattuso e Pantaleone”.

Zamparini non perdona gli inglesi, così come non dimentica Baccaglini. Fra i tanti personaggi apparsi a Palermo negli ultimi anni però l'ex patron ha puntato il dito anche e soprattutto contro chi ha consegnato le chiavi di viale del Fante in mano ai fratelli Tuttolomondo, quando lo stesso imprenditore friulano si trovava costretto a scontare la misura cautelare degli arresti domiciliari: Alessandro Albanese e Vincenzo Macaione. “Accusate me, ma ai tifosi e alla città intera voglio ricordare che sono stati proprio i vostri concittadini a contribuire alla distruzione della società dando fiducia e aprendo le porte di Palermo a chi poi lo ha fatto finire in quarta serie. Non li ho portati io, ma voi: Albanese, palermitano, è presidente di Sicindustria, così come l‘altro palermitano, questo pseudo finanziare che di cognome fa Macaione. Per non parlare degli avvocati Gattuso e Pantaleone. Gente spregiudicata i Tuttolomondo, che non iscrivendosi al campionato di B, hanno buttato al vento oltre 50 milioni di capitale fra giocatori di proprietà, titolo e marchio. Provo un forte senso di dispiacere - continua - perché così facendo hanno distrutto un club e la vita di tanti dipendenti che nella mia gestione sono stati sempre pagati. Uno staff di alto livello che tutti gli altri club ci invidiavano. I miei legali stanno per depositare presso la procura di competenza un esposto contro tutti quei protagonisti che mi hanno fatto perdere il Palermo, da Baccaglini a Facile e Belli passando anche per tutti quei protagonisti che approfittando dei miei domiciliari mi hanno scippato il Palermo”.

Insomma, Zamparini continua a respingere al mittente ogni presunta accusa additatagli contro. L‘imprenditore friulano non intende indietreggiare di un solo centimetro, sostenendo e urlando ai quattro venti che il fallimento poteva anche essere scongiurato. Per certi versi però Zamparini fa anche mea culpa. “Lo Monaco è stato l‘inizio di un incubo. Il Palermo di quell‘annata, che poi retrocesse – racconta l‘imprenditore friulano – in panchina aveva un certo Gian Piero Gasperini, mentre in campo annoverava giocatori del calibro di Vazquez, Miccoli e Dybala. Era una grande squadra e sono convinto che quell‘inaspettata retrocessione porta anche e soprattutto la firma di Pietro Lo Monaco, un dirigente che avevo preso dandogli, ingenuamente, pieni poteri e che a gennaio, purtroppo, aveva già saccheggiato la squadra. Il mio errore più grande fu quello di mandarlo via troppo tardi. Ciò nonostante – continua Zamparini – facendo i conti con gravi perdite economiche e rimboccandomi le maniche riuscì ad allestire una squadra di grande spessore. Quel Palermo in B era come la Juve del dopo-Calciopoli: Belotti, Vazquez, Dybala, Lafferty e Sorrentino. Cercavo di vendere ad acquirenti seri e in grado di portare il Palermo dove più meritava, ma a bussare alla porta c‘erano quasi sempre dei truffatori”.

L'ultima richiesta di Zamparini ai tifosi palermitani: "Leggete in massa il capolavoro di Vaclav Havel 'l potere dei senza poteri'. Un politico, drammaturgo e primo presidente post-socialista cecoslovacco che riuscì a decretare la fine del regima comunista in Cecoslovacchia. “Un‘ opera - dice Zamparini - che si sposa perfettamente con il momento che sta vivendo l‘Italia. Un paese che vive nella menzogna, senza far niente per uscire da questo limbo. Il popolo ceco ha avuto la forza e il coraggio di ricercare ad ogni costo la verità, tirandosi fuori da un incubo. Leggere che io avrei usato il Palermo come bancomat personale è un falso, in sedici anni nelle casse del club ho messo più di 100 milioni di mezzi propri, persi. Ho fiducia nella giustizia, quella dei processi però e non quella mediatica. Resto dell‘idea che i processi si fanno dentro un‘aula di tribunale e non al bar o in televisione. Mi avete ferito, avete fatto troppo male a un galantuomo che per anni ha amato con profonda passione la vostra terra e la vostra squadra di calcio”.

E in effetti fino alla finale di Coppa Italia giocata con l‘Inter del post triplete, quella di Zamparini a Palermo era stata davvero una love story tutta a tinte rosa, con poche, pochissime sfumature di nero. “In molti mi chiedono come mai il Palermo, squadra forte e società solida non è riuscita a confermarsi a quei livelli. Semplice – confessa il friulano – tutto incominciò già nel 2008, dopo la crisi economica che ha investito il paese tanti imprenditori si sono ritrovati in difficoltà, fra cui Zamparini. Tanti club sono infatti passati di mano a imprenditori stranieri, mi vengono ad esempio in mente il Milan di Berlusconi, l‘Inter di Moratti e la Roma della famiglia Sensi. Il monte stipendi del Palermo, che all‘epoca vantava giocatori di qualità, procurava grosse perdite, che dovevo per forza di cose andare a coprire con le famose “plusvalenze‘. Insomma - conclude Zamparini - ho provato a tirare la corda finché potevo, in attesa di lasciare il Palermo in mani sicure”.

Gazzetta – Corini e gli ex compagni: “Bravo Santana, si vede che ami il Palermo”
[ mercoledì 23 ottobre, 2019 ore: 15:28 ]

“Si vede che ami il Palermo”. Parola degli ex (Eugenio Corini in testa) che sulle pagine della Gazzetta dello Sport edizione Sicilia elogiano il momento e le magie di Mario Alberto Santana, tornato in maglia rosanero in Serie D per essere “l‘uomo che trascina e ribalta, comanda e determina”.

Fabrizio Vitale lo definisce così prima di passare in rassegna le voci dei suoi ex compagni. Corini: “Quando un giocatore riesce ancora a giocare a una certa etaÌ€, vuole dire che c‘eÌ€ tanta professionalitaÌ€ alle spalle, cura del particolare, del proprio corpo ed eÌ€ un merito. Poi c‘eÌ€ tanta passione. La fascia? Ha giaÌ€ vestito il rosanero e sa che responsabilitaÌ€ comporta, quindi chi meglio di lui puoÌ€ incarnare la rinascita del Palermo?”.

Barone: “Era molto legato al Palermo e secondo me la sua voglia di tornare e di diventarne un leader eÌ€ stata l‘estrema sintesi del rapporto con la cittaÌ€. Se scendi in Serie D vuol dire che c‘eÌ€ molto di piuÌ€ di un rapporto professionale”. Morrone: “EÌ€ sempre stato un giocatore che ha spostato gli equilibri e penso che le cose che sta facendo a Palermo siano la dimostrazione della sua gioia di vivere, la sua felicitaÌ€ nel fare quello che sa fare. Meritava questo epilogo”. Mutarelli: “C‘erano tutti i presupposti perché diventasse leader, non mi stupisce assolutamente quello che sta facendo. EÌ€ stato bravissimo a trovare da solo quelle motivazioni”

Palermo, Mirri: "Sono pronto a lasciare, ma..." Dichiarazioni che hanno qualcosa di diverso...
[ mercoledì 23 ottobre, 2019 ore: 16:13 ]

Il Presidente del Palermo, Dario Mirri, ha rilasciato alcune dichiarazioni nei giorni scorsi a margine del convegno, Palermo: tra diritto sportivo, Figc e rinascita, ecco quanto raccolto da TuttoPalermo.net: "Non sono legato alla poltrona, se non quella della gradinata che occupo da abbonato. Sono pronto a lasciare, ma se mai un giorno dovessi optare per questa scelta sappiate che lo farò sempre nel massimo rispetto della città. L‘amore e la passione sono i sentimenti che mi spingono ogni giorno a fare tutto quello che ho fatto. Penso che il calcio sia: comunità, aggregazione e devo dire che per me è anche una religione".

Santana eterno: «Sono stato io a volere il Palermo»
[ mercoledì 23 ottobre, 2019 ore: 16:15 ]

L‘edizione odierna del “Corriere dello Sport” esalta le prestazioni di Mario Alberto Santana, attaccante del Palermo. Due prodezze nelle ultime due partite contro Biancavilla e Licata, un gesto eloquente al “Barbera” con le mani rivolte alle parti basse “Visto? Abbiamo gli attributi…”. L‘argentino ha scelto il suo destino e lanciato in fuga il Palermo. A 38 anni, la terza avventura palermitana ha significati particolari: nuova famiglia con Federica e le figlie Alis ed Emily e nuove emozioni calcistiche. E‘ la guida per i più giovani e domenica scorsa i tifosi rosa gli hanno regalato un‘ovazione: «Mi sono venuti i brividi. Alla mia età una cosa del genere è come un riconoscimento per quello che continuo a fare». E‘ lui l‘anello di congiunzione e il simbolo del cambiamento. In totale, con la maglia rosa ha giocato 113 partite e può entrare a breve nella top ten. 9 gol, l‘unico a segnare sia nel nuovo che nel vecchio Palermo. E la storia continua.

Gds: “Palermo e l‘attacco delle meraviglie. Con o senza tridente la formazione rosa segna a raffica”
[ mercoledì 23 ottobre, 2019 ore: 17:40 ]

L‘edizione odierna del “Giornale di Sicilia” esalta le prestazioni dell‘attacco del Palermo. 18 reti siglare finora, più di chiunque nel girone I, ma soprattutto ha mandato a segno tutti i suoi attaccanti. 13 gol su 18 provengono dal reparto offensivo, abile a sbloccare le ultime due sfide contro Biancavilla e Licata. Sette partite su otto con una delle punte andate a segno, sia che si giochi col tridente, sia che si giochi col trequartista. Ricciardo ha segnato sei gol, ma oltre al trio titolare e a Lucera, nel Palermo hanno segnato anche gli ultimi arrivati Ficarrotta e Sforzini. Felici si è sbloccato con la prima rete domenica scorsa, chiudendo il cerchio. Tra le inseguitrici, solo il Castrovillari è in doppia cifra. Le altre sono risucchiate nell‘abisso: Acireale e Licata 9; Giugliano, Marsala e FC Messina 8; Nola, San Tommaso e Cittanovese 7. Solo due reti siglate dagli attaccanti per ACR Messina e Roccella.

Il Palermo a caccia di finanziatori: a Milano la cena con i manager “emigrati”
[ mercoledì 23 ottobre, 2019 ore: 17:43 ]

"Sarà una cena tra amici e conoscenti: unico requisito “necessario” quello di essere palermitano e di quelli che hanno fatto “fortuna” fuori dalla Sicilia. Al tavolo, insieme a una decina di manager di successo che hanno saputo “esportare” al nord la palermitanità, ci sarà anche il presidente del Palermo Dario Mirri.

Una cena che nasce soprattutto dalla voglia di ritrovarsi attorno a un tavolo per parlare quasi esclusivamente di Palermo e del Palermo. Ma è probabile che arriverà, in modo più o meno velata, anche la richiesta di collaborazione finanziaria al fianco della società che si è intestata la rinascita del Palermo dopo la radiazione.

Il Palermo insomma guarda avanti: in termini di programmazione la serie D è già un capitolo quasi chiuso, grazie anche alla eccellente classifica (toccate ferro, se volete, e non ditelo a Pergolizzi) e a un bilancio che complessivamente non è malaccio. Senza quel milione pagato per l‘iscrizione si sarebbe anche potuto chiudere in attivo grazie ai proventi di pubblicità, diritti televisivi, campagna abbonamenti e botteghino domenicale.

Ma già si guarda al potenziamento finanziario della società in vista della ben più dispendiosa e rischiosa serie C e allora ecco che si cercano finanziatori in grado di coniugare il portafoglio con la passione calcistica. Come per l‘azionariato popolare, si cercano risorse “fresche” da parte di chi ha a cuore le sorti del Palermo. Magari sulla tavola imbandita mancheranno panelle, meusa e cannoli ma ci sarà tanto rosa". Questo quanto riportato da "stadionews.it".

Torna Zamparini: ""Il Palermo è stato rovinato dai palermitani, non certo da me"
[ mercoled� 23 ottobre, 2019 ore: 16:30 ]

"Il Palermo è stato rovinato dai palermitani, non certo da me". Dopo che è stato dichiarato fallito il vecchio club torna a parlare, anzi a ruggire, Maurizio Zamparini. Che ne ha per tutti. “Palermo - dice a PalermoToday - ha sempre preteso tanto da me, senza dare mai alcuno aiuto alla squadra, anzi. Siete stati voi a dare il colpo di grazia a questi colori, i Tuttolomondo non li ha certo portati Zamparini a Palermo, ma i vostri concittadini: chiedete spiegazioni ad Albanese, Macaione e agli avvocati Gattuso e Pantaleone”.

Zamparini non perdona gli inglesi, così come non dimentica Baccaglini. Fra i tanti personaggi apparsi a Palermo negli ultimi anni però l'ex patron ha puntato il dito anche e soprattutto contro chi ha consegnato le chiavi di viale del Fante in mano ai fratelli Tuttolomondo, quando lo stesso imprenditore friulano si trovava costretto a scontare la misura cautelare degli arresti domiciliari: Alessandro Albanese e Vincenzo Macaione. “Accusate me, ma ai tifosi e alla città intera voglio ricordare che sono stati proprio i vostri concittadini a contribuire alla distruzione della società dando fiducia e aprendo le porte di Palermo a chi poi lo ha fatto finire in quarta serie. Non li ho portati io, ma voi: Albanese, palermitano, è presidente di Sicindustria, così come l’altro palermitano, questo pseudo finanziare che di cognome fa Macaione. Per non parlare degli avvocati Gattuso e Pantaleone. Gente spregiudicata i Tuttolomondo, che non iscrivendosi al campionato di B, hanno buttato al vento oltre 50 milioni di capitale fra giocatori di proprietà, titolo e marchio. Provo un forte senso di dispiacere - continua - perché così facendo hanno distrutto un club e la vita di tanti dipendenti che nella mia gestione sono stati sempre pagati. Uno staff di alto livello che tutti gli altri club ci invidiavano. I miei legali stanno per depositare presso la procura di competenza un esposto contro tutti quei protagonisti che mi hanno fatto perdere il Palermo, da Baccaglini a Facile e Belli passando anche per tutti quei protagonisti che approfittando dei miei domiciliari mi hanno scippato il Palermo”.

Insomma, Zamparini continua a respingere al mittente ogni presunta accusa additatagli contro. L’imprenditore friulano non intende indietreggiare di un solo centimetro, sostenendo e urlando ai quattro venti che il fallimento poteva anche essere scongiurato. Per certi versi però Zamparini fa anche mea culpa. “Lo Monaco è stato l’inizio di un incubo. Il Palermo di quell’annata, che poi retrocesse – racconta l’imprenditore friulano – in panchina aveva un certo Gian Piero Gasperini, mentre in campo annoverava giocatori del calibro di Vazquez, Miccoli e Dybala. Era una grande squadra e sono convinto che quell’inaspettata retrocessione porta anche e soprattutto la firma di Pietro Lo Monaco, un dirigente che avevo preso dandogli, ingenuamente, pieni poteri e che a gennaio, purtroppo, aveva già saccheggiato la squadra. Il mio errore più grande fu quello di mandarlo via troppo tardi. Ciò nonostante – continua Zamparini – facendo i conti con gravi perdite economiche e rimboccandomi le maniche riuscì ad allestire una squadra di grande spessore. Quel Palermo in B era come la Juve del dopo-Calciopoli: Belotti, Vazquez, Dybala, Lafferty e Sorrentino. Cercavo di vendere ad acquirenti seri e in grado di portare il Palermo dove più meritava, ma a bussare alla porta c’erano quasi sempre dei truffatori”.

L'ultima richiesta di Zamparini ai tifosi palermitani: "Leggete in massa il capolavoro di Vaclav Havel 'l potere dei senza poteri'. Un politico, drammaturgo e primo presidente post-socialista cecoslovacco che riuscì a decretare la fine del regima comunista in Cecoslovacchia. “Un’ opera - dice Zamparini - che si sposa perfettamente con il momento che sta vivendo l’Italia. Un paese che vive nella menzogna, senza far niente per uscire da questo limbo. Il popolo ceco ha avuto la forza e il coraggio di ricercare ad ogni costo la verità, tirandosi fuori da un incubo. Leggere che io avrei usato il Palermo come bancomat personale è un falso, in sedici anni nelle casse del club ho messo più di 100 milioni di mezzi propri, persi. Ho fiducia nella giustizia, quella dei processi però e non quella mediatica. Resto dell’idea che i processi si fanno dentro un’aula di tribunale e non al bar o in televisione. Mi avete ferito, avete fatto troppo male a un galantuomo che per anni ha amato con profonda passione la vostra terra e la vostra squadra di calcio”.

E in effetti fino alla finale di Coppa Italia giocata con l’Inter del post triplete, quella di Zamparini a Palermo era stata davvero una love story tutta a tinte rosa, con poche, pochissime sfumature di nero. “In molti mi chiedono come mai il Palermo, squadra forte e società solida non è riuscita a confermarsi a quei livelli. Semplice – confessa il friulano – tutto incominciò già nel 2008, dopo la crisi economica che ha investito il paese tanti imprenditori si sono ritrovati in difficoltà, fra cui Zamparini. Tanti club sono infatti passati di mano a imprenditori stranieri, mi vengono ad esempio in mente il Milan di Berlusconi, l’Inter di Moratti e la Roma della famiglia Sensi. Il monte stipendi del Palermo, che all’epoca vantava giocatori di qualità, procurava grosse perdite, che dovevo per forza di cose andare a coprire con le famose ‘plusvalenze’. Insomma - conclude Zamparini - ho provato a tirare la corda finché potevo, in attesa di lasciare il Palermo in mani sicure”.
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