Decreto vaccini

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The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 2 agosto 2017 15:13
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 02/08/2017 15.04:



Chiaramente bisogna studiare eh, ma studiare una cosa non significa essere una cosa, sarebbe un problema ad esempio dover diventare un esperto del '900 europeo ad esempio, studiare i totalitarismi secondo il tuo approccio dovrebbe essere vietato, come fai a capire il perché di un Lager se non credi nello sterminio degli ebrei?





perchè dovrei vietare lo studio dei totalitarismi?
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 2 agosto 2017 15:18
Re: Re:
@Chaos@, 02/08/2017 15.08:




questo (essere atei o agnostici non preclude dall'essere di formazione cattolica) è vero ma non giustifica la differenza fra essere e comprendere.
Altrimenti dobbiamo concedere che un Hawayano non sarà mai uno critico della storia occidentale europea oppure che un Congolese non possa eccellere nella critica storica del nazismo.




tu guardi la cultura del Giappone, la guardi con gli occhi pieni di esotismo, leggi quello che puoi leggere, studi quello che puoi studiare, magari ti fai un paio di viaggi ed impari qualcosa in Giapponese, ma per capire appieno il gesto finale di Mishima cosa devi fare se non essere Giapponese...?


Perchè per quanto possa studiare io sono occidentale ed a me quello che ha fatto Mishima mi sembra solo una cazzata nata da un profondo stato di depressione, tuttavia non è così, o per lo meno non è stato solo questo.


rogerio guerrero
00mercoledì 2 agosto 2017 15:25
Re: Re:
@Chaos@, 02/08/2017 15.08:




questo (essere atei o agnostici non preclude dall'essere di formazione cattolica) è vero ma non giustifica la differenza fra essere e comprendere.
Altrimenti dobbiamo concedere che un Hawayano non sarà mai uno critico della storia occidentale europea oppure che un Congolese non possa eccellere nella critica storica del nazismo.




chiaro...per questo ho detto in parte.

tuttavia per comprendere bene da fuori, bisogna fare geneaologia (con te posso essere un pö piü professionale) e non é cosa da tutti soprattutto nel tempo del "clicca e sai".

Ovviamente anche il "io sono stato" non basta, anzi bisogna diffidare da chi parte dalla propria esperienza (che é sempre moltoooooo limitata) per generare una teoria o peggio una veritä...Aprocci del tipo "ho vissuto un anno in Sudan" e allora???
@Chaos@
00mercoledì 2 agosto 2017 15:28
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 02/08/2017 15.13:




perchè dovrei vietare lo studio dei totalitarismi?




Perhcé hai appena enunciato l'assioma dell'identità fra essere e comprendere.
Che figurati Heidegger ti avrebbe dato ragione ma magari oggi dovremmo arrivare alla definizione di essere e soprattutto a quella del comprendere in maniera un po' meno scolastica.


l comprendere appartiene alla sfera del linguaggio il linguaggio di conseguenza o noi pensiamo che l'essere appartiene a un livello superiore rispetto al comprendere oppure se non è così le due questioni sono scollegate.
E te lo dico in tutta sincerità se pensi che la sfera della comprensione dell'essere sia superiore rispetto alla sfera di comprensione del linguaggio hai un problema dal punto di vista morale evidente.
Se non si è capito la massima riguardo che la questione dell'essere non sia un problema filosofico tra gli altri ma "l'autentico e unico tema della filosofia, per me è una delle cause dei drammi dell'uomo.
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 2 agosto 2017 15:42
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 02/08/2017 15.28:





E te lo dico in tutta sincerità se pensi che la sfera della comprensione dell'essere sia superiore rispetto alla sfera di comprensione del linguaggio hai un problema dal punto di vista morale evidente.
Se non si è capito la massima riguardo che la questione dell'essere non sia un problema filosofico tra gli altri ma "l'autentico e unico tema della filosofia, per me è una delle cause dei drammi dell'uomo.




Se ho capito bene quello che vuoi dire e se per essere intendi identità e non rapporto biologico con il sangue e la discendenza, sì secondo me "essere" è una dimensione superiore di comprensione rispetto al linguaggio.

@Chaos@
00mercoledì 2 agosto 2017 16:17
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 02/08/2017 15.42:




Se ho capito bene quello che vuoi dire e se per essere intendi identità e non rapporto biologico con il sangue e la discendenza, sì secondo me "essere" è una dimensione superiore di comprensione rispetto al linguaggio.





Pure i nazisti la pensavano così.
Io invece la penso come Nietzsche l'essere è "l'ultimo fumo della svaporante realtà", definiscimi l'essere e avrai il mio voto nella tua personale classifica, ma tu come molti altri assunto che "l'essere è P" alla domanda definiscimi P non hanno trovato la definizione.
Dopo la morte di Dio la morte dell'essere è il passo successivo dell'evoluzione umana.
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 2 agosto 2017 16:47
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 02/08/2017 16.17:




Pure i nazisti la pensavano così.
Io invece la penso come Nietzsche l'essere è "l'ultimo fumo della svaporante realtà", definiscimi l'essere e avrai il mio voto nella tua personale classifica, ma tu come molti altri assunto che "l'essere è P" alla domanda definiscimi P non hanno trovato la definizione.
Dopo la morte di Dio la morte dell'essere è il passo successivo dell'evoluzione umana.




tu sei romano vero?

ecco, io il vostro essere provinciali e metropolitani contemporaneamente, qualità che vi contraddistingue, lo vedo, lo percepisco, ma non lo capisco. Il legame con il borgo, Trilussa, avere una mentalità aperta ed Europea, ma appena uscite da Orte vi commuovete se mettono Venditti alla radio. L'hosteria con l'acca davanti, il prendersi perennemente ad insulti, utilizzare il dialetto per arricchire la descrizione di un'azione perchè l'Italiano da solo non basta.

La "Romanità" la vedo come ogni Italiano la vede, la capisco credo, magari in maniera superficiale, se avessi passato qualche anno a Roma l'avrei capita anche di più, ma non la capisco nella sua interezza.



Come immagino tutti quelli che non sono Romagnoli non capiscono com'è che tutte le nostre canzoni parlino di nostalgia quando in realtà nessuno di noi se ne va mai da nessuna parte. La nostra pasta ripiena contiene 3 tipi di formaggi, quella degli emiliani contiene invece la carne, la differenza sta nel fatto che qui gli antichi romani pascolavano le pecore, mentre in Emilia c'erano i galli che avevano i cinghiali, 1500 anni dopo durante il rinascimento si iniziano a fare i tortelli in tutta la pianura padana, ognuno di noi ci mette quello che ha. Aggiungi altri 600 anni per arrivare ai giorni nostri, ti ritrovi mia mamma che va a Bologna, mangia i loro tortelli, dice che con la mortadella sono buoni, ma non riesce a capire perché non ci mettono dentro la ricotta di pecora che è più delicata.




Se oggi mi trasferissi a Roma, quanti decenni mi servirebbero per comprendere appieno la "romanità"? Ammesso e non concesso di riuscire a farcela.





Detto ciò, io mi chiedo, una persona che non ha una formazione cattolica, quando legge che Lucia dopo la peste, la fame e tutte le peripezie, ha bisogno di un frate che gli sciolga il voto e sposarsi finalmente con Renzo, capisce appieno quello che significa? E la vergogna di una sega in compagnia dentro la macchina di un film di Fellini?

Ecco, io ho seri dubbi.






P.S.
I nazisti legavano l'identità al sangue, non alla formazione.











@Chaos@
00mercoledì 2 agosto 2017 17:23
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 02/08/2017 16.47:




I nazisti legavano l'identità al sangue, non alla formazione.














La romanità così come l'emilianità non esistono sono costrutti dell'uomo tesi all'identificazione ovvero esistono in seno ai conformismi, diventano identità culturali forzate giustificate da prossimità geografiche e temporali.
La romanità di oggi non è la romanità della roma fiorentina del 500 ne' di quella piemontese dell'800, non è quella della roma dei rioni popolari (monti, borgo, trastevere,campo de' fiori), non è quella della roma del dopoguerra, non ci sono tratti unificanti che possano definire una linea senza soluzione di continuità, non ci sono valori universali che definiscono la romanità non esiste l'essere romano in quanto tale, storicamente e culturalmente parlando, tutto quello che vedi e che percepisci è solo questione di conformità come strumento di solidarietà emotiva rispetto al tuo vicino più prossimo.
L'identità come la leghi la leghi la puoi legare al sangue (DNA, tratti somatici, colore della pelle) , alla cultura (linguaggio,religione, stili di vita), puoi essere uno Khmer Rosso o un Hitlerjugend sempre un problema sei.
The REAL Capt.Spaulding
00mercoledì 2 agosto 2017 17:36
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 02/08/2017 17.23:



La romanità così come l'emilianità non esistono sono costrutti dell'uomo tesi all'identificazione ovvero esistono in seno ai conformismi, diventano identità culturali forzate giustificate da prossimità geografiche e temporali.
La romanità di oggi non è la romanità della roma fiorentina del 500 ne' di quella piemontese dell'800, non è quella della roma dei rioni popolari (monti, borgo, trastevere,campo de' fiori), non è quella della roma del dopoguerra, non ci sono tratti unificanti che possano definire una linea senza soluzione di continuità, non ci sono valori universali che definiscono la romanità non esiste l'essere romano in quanto tale, storicamente e culturalmente parlando, tutto quello che vedi e che percepisci è solo questione di conformità come strumento di solidarietà emotiva rispetto al tuo vicino più prossimo.
L'identità come la leghi la leghi la puoi legare al sangue (DNA, tratti somatici, colore della pelle) , alla cultura (linguaggio,religione, stili di vita), puoi essere uno Khmer Rosso o un Hitlerjugend sempre un problema sei.




Ma no, su questo ti sbagli!


Secondo te è un caso che le cooperative sono più presenti in Emilia che non nel resto del paese?
E' un caso se in Africa le missioni sono Cristiane e non Induiste?
E' un caso se il microcredito nasce ed esplode in Bangladesh e non in Malawi?
Che ti piaccia o no, se in Italia l'associazionismo è così popolare rispetto agli altri paesi è perché siamo cattolici e non drusi. E con questo non voglio dire che non può esserci altro associazionismo od altre figure simili in altri paesi, ma rendiamoci conto che da noi un Palestinese è "poverino diamogli una mano", in Kuwait un Palestinese è "guarda che merda hanno fatto gli americani, comunque da noi se vuole venire a lavorare può stare ben bene a casa sua".

Le famiglie di origine Indiana negli Stati Uniti sono mediamente molto più ricche di tutti gli altri gruppi etnici, Americani compresi, ampi studi collegano questi numeri al loro pragmatismo flessibile, questo non lo insegni, fa parte della propria formazione.

@Chaos@
00mercoledì 2 agosto 2017 18:07
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 02/08/2017 17.36:




Ma no, su questo ti sbagli!


Secondo te è un caso che le cooperative sono più presenti in Emilia che non nel resto del paese?
E' un caso se in Africa le missioni sono Cristiane e non Induiste?
E' un caso se il microcredito nasce ed esplode in Bangladesh e non in Malawi?
Che ti piaccia o no, se in Italia l'associazionismo è così popolare rispetto agli altri paesi è perché siamo cattolici e non drusi. E con questo non voglio dire che non può esserci altro associazionismo od altre figure simili in altri paesi, ma rendiamoci conto che da noi un Palestinese è "poverino diamogli una mano", in Kuwait un Palestinese è "guarda che merda hanno fatto gli americani, comunque da noi se vuole venire a lavorare può stare ben bene a casa sua".

Le famiglie di origine Indiana negli Stati Uniti sono mediamente molto più ricche di tutti gli altri gruppi etnici, Americani compresi, ampi studi collegano questi numeri al loro pragmatismo flessibile, questo non lo insegni, fa parte della propria formazione.



No ma semplicemente sono l'unico posto dove sono rimaste, le cooperative sono state una prerogativa del nord italia ma prima del fascismo il veneto e la lombardia avevano più società cooperative dell'Emilia.Il fatto che in Emilia Romagna (e in minima parte in Toscana) sia rimasto per 50 anni un governo locale comunista ha favorito il mantenimento del sistema cooperative, che non a caso sono degenerate insieme all'apparato del partito (vedi la CMC).
Le missioni in africa sono state portate dal colonialismo cristiano, le prime missioni di conversione furono portate dai monaci ortodossi egiziani fondando la chiesa copta, i drusi nel mondo sono meno di un milione difficlmente avrebbero potuto mandare missioni di conversioni in africa.
Il microcredito nono mi pare un fenomeno interessante per definire culturalmente un popolo.


Detto questo tu mi parli continuamente di costrutti che non esistono, tra l'altro parli di italianità un concetto così nuovo che fino a 200 anni fa Metternich diceva che l'Italia era una espressione geografica.
Il senso dell'identità forzata vi costringe a trovare tratti comuni a posteriori spacciandoli per verità inconfutabili dell'esistenza della nozione popolo (nel senso novecentesco), il popolo non esiste così come non esistono i valori fondanti di una nazione.
rogerio guerrero
00mercoledì 2 agosto 2017 18:51
al Cap piacerebbe Benedetto Croce.

Comunque Chaos la morte dell´essere é problematica come prospettiva. Tra l´altro l´essere non muore, é l´ontologia sostanziale ad essere in crisi e tramontata nelle pretese di assolutezza, ma l´essere é vivo e mutevole come mai prima d´ora.

La lotta (anche di classe) si é spostata dalla sostanza ai modi dell´essere.
@Chaos@
00mercoledì 2 agosto 2017 23:57
Re:
rogerio guerrero, 02/08/2017 18.51:

al Cap piacerebbe Benedetto Croce.

Comunque Chaos la morte dell´essere é problematica come prospettiva. Tra l´altro l´essere non muore, é l´ontologia sostanziale ad essere in crisi e tramontata nelle pretese di assolutezza, ma l´essere é vivo e mutevole come mai prima d´ora.

La lotta (anche di classe) si é spostata dalla sostanza ai modi dell´essere.




Per iniziare mi andrebbe bene la messa in discussione del principio di identità come principio primo della riconoscibilità
Fight 4 Your Freedom!
00giovedì 3 agosto 2017 00:16
Quello che scrive cap sinceramente mi inquieta e a occhio è proprio la base di ogni teoria fondamentalista.
Dj Sauron
00giovedì 3 agosto 2017 01:47
Ma in sostanza...... Tutto il problema di fondo del Cap..... Perché?

Non riesco a comprendere a pieno un opera giapponese perché non so cosa vuol dire essere giapponese? E sticazzi, che me ne frega. Lo analizzo secondo i miei parametri, se mi fa cagare perché non rientra nei miei canoni pazienza, per me farà cagare. Non lo posso giudicare a 360 gradi, quindi non sarà un giudizio completo.

Cosa stracazzo vuoi che fotta ad un giapponese di capire l'importanza della madonna nella cultura cristiana, quando viene a vedere la Pietà. La guarda per quello che è, svincolata dalla cultura di riferimento (quantomeno almeno un po').

Mi sembra lo spezzone di Fantozzi sulla corazzata Potemkin, dove nessuno riusciva a capire la bellezza del film. Era una merda in senso assoluto? Probabilmente no, per la loro cultura sarà anche stato bello, la rivoluzione e bla bla bla, ma per averne una bella opinione se lo guardi chi ne fa parte o ne è appassionato, non è roba per l'italiano medio.

Che poi, in ogni caso, come potrei conoscere tutte le culture del mondo per apprezzarne le relative opere?
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 3 agosto 2017 07:59
Re:
Fight 4 Your Freedom!, 03/08/2017 00.16:

Quello che scrive cap sinceramente mi inquieta e a occhio è proprio la base di ogni teoria fondamentalista.




a me sembra il contrario, la base di ogni teoria fondamentalista è il rifiuto della diversità, quando io penso sia la nostra ricchezza.
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 3 agosto 2017 08:03
Re:
Dj Sauron, 03/08/2017 01.47:

Ma in sostanza...... Tutto il problema di fondo del Cap..... Perché?

Non riesco a comprendere a pieno un opera giapponese perché non so cosa vuol dire essere giapponese? E sticazzi, che me ne frega. Lo analizzo secondo i miei parametri, se mi fa cagare perché non rientra nei miei canoni pazienza, per me farà cagare. Non lo posso giudicare a 360 gradi, quindi non sarà un giudizio completo.

Cosa stracazzo vuoi che fotta ad un giapponese di capire l'importanza della madonna nella cultura cristiana, quando viene a vedere la Pietà. La guarda per quello che è, svincolata dalla cultura di riferimento (quantomeno almeno un po').

Mi sembra lo spezzone di Fantozzi sulla corazzata Potemkin, dove nessuno riusciva a capire la bellezza del film. Era una merda in senso assoluto? Probabilmente no, per la loro cultura sarà anche stato bello, la rivoluzione e bla bla bla, ma per averne una bella opinione se lo guardi chi ne fa parte o ne è appassionato, non è roba per l'italiano medio.

Che poi, in ogni caso, come potrei conoscere tutte le culture del mondo per apprezzarne le relative opere?



Non è questo il punto, il discorso a monte stava nel fatto di fare o non fare battezzare i figli. La mia perplessità, da laico ed emancipato dalla religione, è la seguente: può una persona che non ha una formazione cattolica apprezzare appieno cose come la Divina Commedia o l'opera di Pasolini?
Secondo Rust Cohle e se non ho capito male anche secondo Chaos sì, mentre io ho dei forti dubbi.

Rakshasa.
00giovedì 3 agosto 2017 10:12
Io sono d'accordo con il Cap, al 100%
.tommy82.
00giovedì 3 agosto 2017 10:27
sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?
jaena pliskin
00giovedì 3 agosto 2017 10:30
Re:
.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




:stankovic:

o un tedesco :papa:
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 3 agosto 2017 10:33
Re:
.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




guarda, inconsapevolemente hai fatto un'esempio perfetto, secondo Art Spiegelman, figlio di scampati all'olocausto, premio Pulitzer per MAUS, i due film da te citati sono un grave errore della cimatografia, perchè prendono la Shoah e la utilizzano per raccontare una storia, svalutando implicitamente il significato della Shoah.

Cito quello che ha su Benigni, ma disse una cosa simile anche su Spielberg:


Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.

Eksistensens jeger
00giovedì 3 agosto 2017 10:34
Re:
.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




in un certo senso sì, alcune sfumature non si riescono a capire fino in fondo se non hai vissuto sulla tua pelle quel periodo storico. non a caso le testimonianze migliori, le più profonde e veritiere, vengono dai sopravvissuti.
se ci pensi vale anche per la lingua: riuscirai mai a padroneggiare (esempio) l'inglese come un madrelingua? probabilmente no.

il capitano allarga questo ragionamento in maniera più alta, ed ha ragione.
.tommy82.
00giovedì 3 agosto 2017 10:54
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 10.33:




guarda, inconsapevolemente hai fatto un'esempio perfetto, secondo Art Spiegelman, figlio di scampati all'olocausto, premio Pulitzer per MAUS, i due film da te citati sono un grave errore della cimatografia, perchè prendono la Shoah e la utilizzano per raccontare una storia, svalutando implicitamente il significato della Shoah.

Cito quello che ha su Benigni, ma disse una cosa simile anche su Spielberg:


Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.





ho usato La vita è bella per semplificare, lo so che è un film facilone (poi gli Usa che liberano Auschwitz, certo certo).
Però il concetto rimane e sarà anche ovvio, resta il fatto che per far capire a mio figlio appieno la divina commedia devo fargli frequentare un posto di merda con princìpi di merda popolato da creduloni che nel 2017 credono ancora agli asini che volano mi pare un pò eccessivo..
@Chaos@
00giovedì 3 agosto 2017 10:57
Qui si continua con gli esempi quando il problema è concettuale, l'identità può essere il principale criterio di riconoscimento?
per la maggior parte dei filosofi è così, ma la maggior parte della filosofia ha portato ai totalitarismi del '900.
Il problema non è quello che abbiamo sempre pensato, il problema è cambiare come la pensiamo.
Dj Sauron
00giovedì 3 agosto 2017 11:06
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 10.33:

.tommy82., 03/08/2017 10.27:

sì ma per assurdo allora nessuno può capire fino in fondo Schindler's List o La vita è bella se non è stato un ebreo negli anni 30-40?




guarda, inconsapevolemente hai fatto un'esempio perfetto, secondo Art Spiegelman, figlio di scampati all'olocausto, premio Pulitzer per MAUS, i due film da te citati sono un grave errore della cimatografia, perchè prendono la Shoah e la utilizzano per raccontare una storia, svalutando implicitamente il significato della Shoah.

Cito quello che ha su Benigni, ma disse una cosa simile anche su Spielberg:


Benigni è pericoloso ne La vita è bella perché riprende la storia reale per trasformarla in fantasia. Usa la forma della metafora per dire che Auschwitz non è Auschwitz, ma solo un sinonimo di un brutto periodo: è terribile, è una vergogna. Sembra che alla fine l'unica cosa importante sia prendere i brutti periodi con ironia. Anche Maus usa la metafora, ma per aiutare a capire una storia precisa, circostanziata, e poi è una metafora che sfuma nella drammaticità del racconto.




E allora fanculo, basta fare film o scrivere libri inerenti la storia, a meno di non esserci stati o di far parte della cultura corrispondente

Chissà che roba verrà Dunkirk allora
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 3 agosto 2017 11:08
Re:
@Chaos@, 03/08/2017 10.57:

Qui si continua con gli esempi quando il problema è concettuale, l'identità può essere il principale criterio di riconoscimento?
per la maggior parte dei filosofi è così, ma la maggior parte della filosofia ha portato ai totalitarismi del '900.
Il problema non è quello che abbiamo sempre pensato, il problema è cambiare come la pensiamo.




ci sono stati anche totalitarismi in cui l'identità veniva annichilita.
@Chaos@
00giovedì 3 agosto 2017 11:13
Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 11.08:




ci sono stati anche totalitarismi in cui l'identità veniva annichilita.




no veniva promossa l'identità nazionale oppure quella "del popolo".
The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 3 agosto 2017 11:16
Re: Re: Re:
Dj Sauron, 03/08/2017 11.06:



E allora fanculo, basta fare film o scrivere libri inerenti la storia, a meno di non esserci stati o di far parte della cultura corrispondente

Chissà che roba verrà Dunkirk allora




scusa, ma credo che tu non stia capendo un cazzo. Provo a fartelo capire.


Io leggo Mishima, ok? Lo leggo con i miei occhi, dal mio punto di vista, lo leggo conoscendo sommariamente la cultura che lo ha prodotto e decido che mi piace. Quello che scrive Mishima lo valuto importante.


L'ultimo atto di Mishima, che mi è parso di capire tu non conosca, è stato occupare un ministero con alcuni suoi discepoli nel 1970, tenere un discorso nazionalista alla nazione di fronte alla TV, sventrarsi con un coltello mentre il suo discepolo (e probabilmente amante) cercava, senza successo, di decapitarlo per 3 volte di fatto rendendogli atroce la morte. In seguito pure il suo discepolo si uccise per la vergogna.




Ecco, io da occidentale, leggo le motivazioni di quel gesto, apprendo il contesto storico, ma la spiegazione che mi do' è che comunque questo era probabilmente depresso e con ogni probabilità aveva qualche disturbo maniacale.

Un giapponese oltre a vedere quello che vedo io, sicuramente gli da anche un valore culturale e religioso che io non posso dargli perché non ne ho i mezzi.

Sono stato più chiaro ora?






@Chaos@
00giovedì 3 agosto 2017 11:25
Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 11.16:




scusa, ma credo che tu non stia capendo un cazzo. Provo a fartelo capire.


Io leggo Mishima, ok? Lo leggo con i miei occhi, dal mio punto di vista, lo leggo conoscendo sommariamente la cultura che lo ha prodotto e decido che mi piace. Quello che scrive Mishima lo valuto importante.


L'ultimo atto di Mishima, che mi è parso di capire tu non conosca, è stato occupare un ministero con alcuni suoi discepoli nel 1970, tenere un discorso nazionalista alla nazione di fronte alla TV, sventrarsi con un coltello mentre il suo discepolo (e probabilmente amante) cercava, senza successo, di decapitarlo per 3 volte di fatto rendendogli atroce la morte. In seguito pure il suo discepolo si uccise per la vergogna.




Ecco, io da occidentale, leggo le motivazioni di quel gesto, apprendo il contesto storico, ma la spiegazione che mi do' è che comunque questo era probabilmente depresso e con ogni probabilità aveva qualche disturbo maniacale.

Un giapponese oltre a vedere quello che vedo io, sicuramente gli da anche un valore culturale e religioso che io non posso dargli perché non ne ho i mezzi.

Sono stato più chiaro ora?









SI ma quel giudizio che gli da il giapponese oggi probabilmente cambierà domani cambiando insieme al suo sistema di valori.
Allora ti devi chiedere è quanto vale quel sistema di valori e quanto è importante rispetto al giudizio espresso?
Ha senso pensare che un'analisi sia più veritiera in base alla prossimità dell'osservatore?O ha senso pensare che il linguaggio e di conseguenza il sistema di valori che crea il linguaggio sia il principio primo di riconoscibilità verso l'esterno?

The REAL Capt.Spaulding
00giovedì 3 agosto 2017 11:30
Re: Re: Re: Re: Re:
@Chaos@, 03/08/2017 11.25:



Ha senso pensare che un'analisi sia più veritiera in base alla prossimità dell'osservatore?





Sì!


O ha senso pensare che il linguaggio e di conseguenza il sistema di valori che crea il linguaggio sia il principio primo di riconoscibilità verso l'esterno?



Sì anche qui! Se ho capito cosa intendi non vedo perchè una cosa debba escludere l'altra.
@Chaos@
00giovedì 3 agosto 2017 11:40
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 03/08/2017 11.30:




Sì!


O ha senso pensare che il linguaggio e di conseguenza il sistema di valori che crea il linguaggio sia il principio primo di riconoscibilità verso l'esterno?



Sì anche qui! Se ho capito cosa intendi non vedo perchè una cosa debba escludere l'altra.



Perché l'esistenza e l'identità sono concetti effimeri che hanno senso solo nel presente.

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