Re: Re:
.Kratos., 6/4/2011 2:40 PM:
Scusami, ammetto di aver saltato il malloppone della pagina prima.
Ma allora i vari minerali ecc.. necessari all'inizio, quelli da dove escono? Forse la mia domanda si potrebbe generalizzare chiedendo come è nato tutto? Universo e pianeti.
Io posso anche farti un papiro della morte finale più più scrivendo tutto da un femtosecondo dall'inizio dell'universo.
Ma tu poi, come mi capita praticamente sempre, come hai già fatto col mio ultimo post, mi dirai " Eh ma prima ? "
Eppure probabilmente questa domanda non ti verrebbe in mente se io rispondessi " E stato il magico Dio ".
Quello che tu cerchi non è una risposta, è uno stop semantico. Un qualcosa che ti dica " Ok, oltre qui non si va avanti a pensare ". Cui bono io debbo scrivere, se poi comunque, come mi capita spesso, o non si legge quello che scrivo, o comunque non si è disposti ad accettare i fatti per come sono ?
Io scrivo anche. Ma se non sei onesto con te stesso e con quello che vuoi sapere, a te non serve a nulla, magari servirà ad altra gente che legge il topic per sbaglio.
L’universo è grosso.
Incredibilmente enorme. E’ umanamente impossibile capire quanto inverosimilmente immenso sia l’universo. E’ inutile persino provarci. E’ troppo grande, fine.
D’altro canto, un protone è incredibilmente piccolo. Un protone è una frazione infinitesima di un atomo, che già di per sé è sufficientemente minuscolo. Un protone è così piccolo, che un puntino sopra una “ i “, ne può contenere circa 500.000.000.000.
Immaginate ora di poter ridurre un protone a un miliardesimo delle sue normali dimensioni e riempire quello spazio infinitesimo un po’ di materia.
Fondamentalmente, sareste pronti per creare un universo.
L’universo ha inizio in nessun luogo, e in nessun momento. Perché non esisteva spazio prima dell’universo, e neppure tempo. Non esiste passato da cui possa emergere, ne posto che possa occupare. Esiste, e basta. Non siamo in grado di dire cosa accadde nell’esatto istante del Big Bang, che, a dire il vero, è più una teoria sull’evoluzione dell’universo, più che sulla sua origine. Tantomeno ha senso parlare di prima del Big Bang, perché prima il tempo non esisteva.
Sappiamo però che il primo secondo è il più emozionante. Con una singola pulsazione vengono prodotte tutte le quattro forze che regolano l’universo: gravità, forza elettromagnetica, interazione nucleare forte, interazione nucleare debole. Dopo meno di un minuto, l’universo si è espanso al punto che il suo diametro ha già superato il milione di miliardi di chilometri, e continua a crescere. La temperatura è caldina, intorno ai dieci miliardi di gradi celsius, ed è perfetta per dare inizio alle reazioni nucleari che formeranno gli elementi più semplici: idrogeno ed elio, con una piccola percentuale di litio. Dopo circa un quarto d’ora, è già stato prodotto il 98% della materia che mai esisterà. In pratica, avete tutto quello che vi serve per costruire un universo, nel tempo necessario per farvi e godervi una tazza di tè.
Certo, avrete dovrete ancora aspettare cento milioni di anni perchè prima stella inizi a brillare, ma avete già fatto tutto il necessario per mettere in moto tutto quanto. Ma come sappiamo tutto questo ? Come possiamo essere così certi di un evento che è accaduto all’incirca 13.8 miliardi di anni fa ? Come diavolo si può arrivare a sapere cosa è successo all'universo 0.00000000000000000000000000000000000000000001 secondi dopo il suo inizio ?
Abbiamo un sacco di modi, in realtà. Alcuni di questi sono però davvero complicati, e li tralasceremo. Per comprendere gli altri, invece, bisogna fare una piccola premessa sulla luce.
Il primo grande scienziato che ebbe a che fare con la luce fu Isaac Newton. Fu il primo a scomporre la luce nei sette colori (Che lui stesso stabilì fossero sette, perché gli piaceva l’analogia con le note musicali; In realtà, la luce è uno spettro continuo, senza divisioni nette, come il passaggio da una specie all'altra), e aveva una teoria corpuscolare della luce: piccoli pezzettini di materia entravano negli occhi di chi la osservava, e si manifestavano come ben sappiamo. La sua idea derivava da quello che sapeva sulla propagazione della luce. Newton sapeva che la la luce si propagava in linea retta a velocità non infinita e che si rifletteva (rimbalzava con un urto perfettamente elastico sulle superfici), e questi erano ottimi argomenti a suo favore. I colori dell’arcobaleno venivano spiegati con l’introduzione di un gran numero di corpuscoli di colore diverso, e il bianco come la somma di tanti di questi colori. Questa concezione restò quella maggioritaria per quasi due secoli, nonostante un arguto fisico olandese, Christiaan Huygens, avesse proposto, quasi contemporaneamente alla teoria newtoniana, una teoria in cui onde di luce si propagavano attraverso l’etere, sostanza che pervadeva tutto l’universo. L’intuizione era buona, ma la teoria fu seriamente presa in considerazione solo agli inizi dell’800, quando Thomas Young, fisico inglese della Royal Society, dimostro attraverso l’esperimento della doppia fenditura che la luce era incontrovertibilmente un onda.
Young era un medico, ma era anche il genere di persona che, nel tempo libero, imparava due o tre lingue per tenersi impegnato, o risolveva i misteri dell'universo, come la natura della luce.
Young prese due fonti di luce, due fessure distinte, e le illuminò, e disegnò diligentemente quello che osservò:
Le due luci interferiscono. Si sommano, si sottraggono, si increspano vicendevolmente, non come singoli corpuscoli, ma come onde intere, come lanciare due sassi nello stesso stagno. Young in maniera semplice ed elegante aveva appena dimostrato che era più figo di Newton. E lo sarebbe rimasto per un po', almeno fino a quando non fosse arrivato Einstein sulla scena.
Perché ci frega che la luce sia un'onda, un onda elettromagnetica, in particolare ?
In quattro parole:
Cosmic Microwave Background Radiation.
(cont.)