Re: Re:
The REAL Capt.Spaulding, 16/02/2018 07.21:
Tralasciando la parte dull’unione europea il resto sono un mare di cazzate. Permettimi. Abbiamo appena concluso l’anno con il record di sempre di surplus commerciale (per esempio) e parli delle nostre imprese come se abitassimo in Ucraina. E poi sei pure di Milano.
Il nostro tessuto imprenditoriale è vivo, chi è rimasto in piedi dopo 11 anni di crisi ha crescita in doppia cifra è te lo dico io che lavoro nel settore delle costruzioni, settore dove le compagnie costruttrici di macchinari nel 2010 fecero un -85% sul 2006.
Oggi mi pare che il problema grosso per Le imprese sia l’assenza dello stato come cliente, politiche industriali assenti oppure affrontate una legislatura alla volta, e, come diceva blast, una stretta al credito per le pmi.
Ha crescite in doppia cifra arrivando da dove? Ma soprattutto quali prospettive? Perché non è che se fatturi allora sei a posto, la stragrande maggioranza delle PMI(che sono quelle che fatturano) sono ferme a 30 anni fa, gestite alla stessa maniera ed assolutamente impreparate ad affrontare un passaggio all'industria 4.0 di cui si parla da un decennio ormai(fai un confronto tra quanto si spende in innovazione in Germania o Francia e quanto qui per dire), pochissime sarebbero in grado di diventare grandi aziende(e questo funziona nel contesto attuale, senza Europa, anche senza default automatico un paese avanti non ce lo mandi nel 2018 quando devi competere su scala mondiale) e, appunto, non esistono realtà di consulenza manageriale italiane in grado di facilitare un eventuale passaggio(e nel momento in cui esci dall'unione anche solo Adecco che ti affitta la metà dei dipendenti voglio vedere come la paghi) di livello adeguato.
Le start up sono esattamente come ho scritto, pochissime muoiono, pochissime vivono, tantissime si trascinano spinte da questo o quel finanziamento a fondo perduto non riuscendo mai a strutturarsi o, in caso lo facciano, senza il potenziale per andare oltre la PMI.(la frase di Briatore sull'aprire pizzerie di qualche anno fa andava a parare proprio li, poi lui è un semianalfabeta quindi fa ridere ma la situazione quella è)
Le grandi aziende italiane sono mostruosamente inefficienti e assolutamente non in grado di competere a livello internazionale salvo rarissimi casi.(così su due piedi mi vengono Luxottica, Barilla e Rana, ma anche pensandoci non arrivo a 15 includendo anche aziende come Zegna e la totalità di queste senza UE seguirebbero l'esempio di FCA e Ferrero)
Si è data una stretta al credito ma vai tranquillo che nessuno nega soldi alle aziende che investono per crescere(quindi si presentano portando progetti concreti di miglioramento della produttività supportati da numeri, li stai ben sicuro che nessuno ti nega credito), se sei in debito da 15 anni(che è anche normale per fare impresa) e non hai implementato di una virgola il tuo modello produttivo evidentemente il problema non è la mancanza di credito ecco.
Per quanto riguarda le politiche industriali è vero che sono state affrontate una legislatura alla volta ma hai davanti agli occhi il primo esecutivo che io ricordi ad aver proposto un piano industriale, roba che nell'ultimo ventennio neanche veniva accennata per sbaglio.(piano che parte grosso modo dalle mie stesse premesse per altro)
Poi che ci siano anche realtà che funzionano non lo metto in dubbio(il post precedente iniziava con "banalizzando all'estremo") ma siamo 60 milioni, anche presupponendo un'uscita indolore dall'Unione finiremmo "come l'Ucraina" in un lustro in completa autonomia.